LA
COMUNITA' DELL'ARCA
Nonviolenza e Spiritualità
(testo adottato ai Capitoli internazionali di gennaio 2004 e luglio 2005)
Questo documento contiene i testi delle costituzioni che servono di riferimento per la vita della Comunità dell'Arca. Sono i punti di ancoraggio comuni a tutti i membri impegnati della Comunità per quanto concerne i "fondamenti e gli indirizzi", e la messa in pratica "organizzazione e funzionamento".
Questi testi sono validi fino al prossimo Capitolo generale internazionale previsto per il 2012, data alla quale potranno venire modificati se necessario. Le parti che riguardano istanze nazionali potranno essere riviste in occasione delle assemblee generali annuali.
I testi sono necessari per l'accordo e l'unità dei gruppi. Sono al servizio della Vita nell'Arca; non è la Vita che è a servizio dei testi. Non sostituiranno mai il calore e l'amicizia, né la convivialità solidale.
I. FONDAMENTI E ORIENTAMENTI
1. Una Fondazione per una missione
1.1Dalla fondazione ad oggi : elementi della storia
1.2. La Comunità oggi : attualità e missione
2. I Principi Fondatori
2.1 Conversione interiore e spiritualità della relazione
2.2 Nonviolenza
2.3 Servizio, condivisione e lavoro
2.4 Semplicità di vita
2.5 Coerenza e responsabilità
2.6 Solidarietà
3 La Carta
4. L' Impegno
4.1 Il senso dell'impegno
4.2 Un impegno comune, espressioni diverse
II. ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO
5. Missione e
Campi di azione della Comunità dell'Arca
5.1 Conversione e conoscenza di se
5.2 Il lavoro di relazione
5.3 L'impegno sociale
5.4 L'impegno politico per la pace e la giustizia
5.5 Le scelte economiche
5.6 Le scelte ecologiche
5.7 Radicamento spirituale e apertura alle altre tradizioni
6. I Membri della Comunità dell'Arca
6.1 I membri impegnati
6.2 Gli Amici/le amiche
7. Vita Regionale e Forme di Vita
7.1 Vita regionale
7.2 Case e gruppi comunitari
7.3 Gruppi progetto
7.4 Gruppi locali
7.5 Fraternità
8. Accoglienza e Formazione
8.1 Accoglienza
8.2 Formazione
9. Organizzazione
9.1 Organizzazione della Comunità dell'Arca Internazionale
9.2 Il/La Responsabile generale della Comunità dell'Arca
9.3 Il Consiglio Internazionale e il Capitolo Generale
9.4 Metodi di decisione
9.5 Risoluzione dei conflitti
9.6 Finanza e Beni
Allegati : Struttura delle comunità dell'Arca nel mondo
I. FONDAMENTI E ORIENTAMENTI
1. Una fondazione per una missione
1.1 Dalla fondazione a oggi: elementi della storia
1.1.1 Le Radici.
1.1.1.1. Gandhi
"l'ispiratore" (1869-1948)
Gandhi non ha inventato il concetto di nonviolenza. L'ahimsa che Gandhi definiva come "la benevolenza verso tutto ciò che vive" fece la sua apparizione in India al VI secolo prima della nostra era in seno al Giainesimo. Se ne trovano elementi nel Vecchio Testamento. L'ahimsa, che si definisce anche come rifiuto categorico del ricorso alla violenza, fu sviluppato anche dal Buddha. Quattro secoli più tardi, il "Sermone sulla montagna", nel Vangelo, dà un insegnamento analogo.
Ma è a Gandhi che dobbiamo di aver aperto un nuovo orizzonte all'umanità sofferente perché è il primo "leader" che pensa alla nonviolenza, "attaccamento indefettibile alla forza della verità " (Satyagraha), non solamente in termini di etica ma anche in termini di strategia politica. Egli ne ha fatto uno strumento di emancipazione e di liberazione. Ne ha esperimentato concretamente l'efficacia nelle sue lotte in Africa del Sud e per la liberazione dell'India. Ha stabilito sempre un legame stretto tra la spiritualità, l'etica nonviolenta e l'azione sociale o politica, tra i fini e i mezzi. Ci ha anche mostrato che per trasformare una situazione che genera violenza, è necessario mettere in opera un "programma costruttivo", cioè cominciare a realizzare quello che si rivendica senza aspettare l'esito del combattimento.
1.1.1.2. Lanza del Vasto "il fondatore " (1901 - 1981)
L'Arca ha ricevuto questa eredità gandhiana da "Shantidas" ("Servitore di pace", nome che fu Gandhi a dare a Lanza del Vasto), attraverso la sua parola, la sua azione e il suo impegno.
"Gandhi è venuto a mostrarci il potere, su questa terra, dell'innocenza assoluta. E' venuto a dimostrare che può fermare le macchine, tener testa ai cannoni, mettere in pericolo un impero Questa verità la sapevamo da sempre, noi cristiani. Ma era rimasta fra noi così scompagnata, così stranamente contraria a tutto quello che il mondo e gli uomini ci hanno insegnato, che non sapevamo che cosa farne. La tenevamo tra le mura delle chiese e nell'ombra del cuore. E' stato necessario che venisse lui, l'Indu, ad insegnarci ciò che sapevamo da sempre " (Lanza del Vasto).
Lanza del Vasto ha rivisitato la nonviolenza di Gandhi da cattolico romano; tutta la cultura e lo stile di vita dell'Arca ne sono stati marcati:
- Nel suo "Commento
ai Vangeli", ha messo in evidenza la nonviolenza di Gesù nel suo
insegnamento, nella sua vita e nella sua morte.
- Ha ripreso in modo originale narrazioni bibliche così come dogmi cattolici.
Ne ha fatto elementi di riferimento del suo insegnamento (la Genesi, il peccato
originale, il Diluvio, Noè e l'Arca, le diverse Alleanze bibliche, la
Trinità).
- Ha proposto - e a volte composto - preghiere, canti, riti, celebrazioni che
volevano essere aperti all'universale e all'interreligioso ma che erano, di
fatto, molto spesso impregnati di riferimenti giudeo-cristiani. Tutto questo
fa parte della cultura dell'Arca.
- Si è ispirato, per fondare " l'Ordine dell'Arca ", certamente
agli ashram gandhiani, ma anche agli ordini religiosi cattolici.
1.1.2. Una fondazione : " l'Arca "
1937
Verso le sorgenti del Gange, Shantidas riceve la chiamata a fondare l'Arca.
1944
Alcuni giovani chiedono di seguirlo. A Parigi, si apre un laboratorio di artigianato
e Shantidas inizia a darvi il suo insegnamento.
Scrive gli statuti de "l'Ordine laborioso della pace", divenuto rapidamente
per una improvvisa intuizione del fondatore " l'Arca " (Arnaud de
Mareuil: Lanza del Vasto p. 189)
1948
Viene fondata la prima comunità dell'Arca.
La nascita di questa comunità a "Tournier" con la sua Regola
di vita, i suoi voti, segna una tappa decisiva nella fondazione dell'Arca. È,
in qualche modo, il suo atto di nascita.
La gestazione dell'Arca è stata profondamente segnata dalla personalità
di Shantidas, dalla potenza del suo pensiero filosofico e teologico, dal suo
impegno personale nelle azioni nonviolente, dalla coerenza del suo pensiero
e la sua vita, dal suo senso della bellezza e dell'armonia.
La fondazione dell'Arca, nelle sue varie tappe, deve molto ad altri attori oltre
a Shantidas: alla sua sposa, Chanterelle, senza la quale, forse, egli non avrebbe
fondato nessuna comunità; a coloro che lo hanno seguito e si sono impegnati
in questa avventura; ai suoi successori, Pierre Parodi e Thérèse,
Jean-Baptiste Libouban e Jeannine; a coloro che, durante questi anni, hanno
aperto vie nuove in contesti diversi.
Il potere evocatore e quasi mitico della parola "Arca " sintetizza
le intuizioni del Fondatore. L'Arca è l'Arca di Noè, rifugio e
protezione dei germi di vita in pericolo.
Ma l'Arca è anche l'arcobaleno, segno di alleanza di Dio con gli uomini,
riconciliazione degli uomini fra loro mediante la nonviolenza, riconciliazione
religiosa, riconciliazione con tutti i viventi, che comincia con la riconciliazione
con se-stessi, la conversione personale, la coerenza e l'unità di vita.
La croce che Shantidas ha scelto per marcare l'adesione all'Arca è stata
anch'essa un simbolo forte: l'unità originale perduta viene ristabilita
mediante la croce.
Dopo un periodo di tentativi, esperienza, balbettamenti tra lo sviluppo della
sua riflessione e la sua esperienza di vita, sia solitaria che comunitaria,
le intuizioni di Shantidas si sono cristallizzate lentamente in un corpo dottrinale,
"l'Insegnamento dell' Arca", e nella fondazione de "l'Ordine
dell'Arca" con le sue tre colonne portanti: "voti, regola, vita comune".
Negli anni, Shantidas ha sviluppato "l'Insegnamento" oralmente, attraverso
conversazioni, conferenze, campi di formazione, e per iscritto nel bollettino
"Les Nouvelles de l'Arche " e nei suoi libri.
1948-1975
I Compagnons e le Compagnes dell'Ordine raggruppati in comunità di vita
intorno a Shantidas e Chanterelle sono stati in quegli anni, il cuore e il modello
più compiuto dell'Arca. Questa comunità si è spostata geograficamente
da Tournier alla Borie, dopo una lunga permanenza a la Chesnaie, ma ha mantenuto
una stessa struttura di base.
Chi sono quelli che hanno fatto parte di questo Ordine dell'Arca? Di fatto,
malgrado l'apertura teorica a tutte le religioni, sono stati dei cristiani,
quasi tutti cattolici come il fondatore, che hanno impegnato radicalmente, mediante
voto, la totalità della loro vita personale e familiare in una vita comunitaria
di tipo monacale e marginale.
Monacale
* Nessun bene personale; cassa comune; vita semplice e ascetica.
* Ritmo religioso della vita quotidiana : esercizi spirituali, meditazioni,
preghiere, richiamo, silenzio.
* Regola di vita: obbedienza in coscienza alla regola e ai capi; mea culpa per
riconoscere i mancamenti a questa obbedienza.
Marginale
* Celibi e famiglie che vivono in una comunità rurale con uno stile di
vita proprio: abito proprio alla comunità, vegetarianesimo stretto
* Ricerca di autarchia economica e di indipendenza per rapporto alle grandi
strutture dell'educazione (scuola all'interno della comunità), della
giustizia (voto di corresponsabilità per quanto riguarda la giustizia
nell'Ordine), della previdenza.
* Rifiuto di lasciarsi rinchiudere nello sviluppo tecnico moderno: il minor
numero di macchine e impianti elettrici possibile.
Negli anni, con
un numero crescente di famiglie e bambini, e con l'aiuto dell'esperienza, questi
aspetti monacali e marginali si sono ammorbiditi. I Compagnons si sono iscritti
alla Previdenza sociale agricola; per le scuole a livello di medie e oltre alcuni
bambini sono andati nei collegi; un'automobile si è resa necessaria:
La Regola si è adattata al ritmo di vita delle famiglie; il mea culpa
è stato abolito.
Sono nate nuove forme di impegno: alcune effimere, come "i fratelli di
pena" o "i fedeli"; altre, come quella degli "Alleati",
hanno continuato ad esistere oltre il 1975 ma si sono modificate. Inizialmente,
gli Alleati facevano una Promessa a Shantidas; in seguito divenne una Alleanza
con Shantidas, Mohandas e i Compagnons..
Shantidas, Pellegrino attraverso il mondo, ha lanciato gruppi di "Amici
dell'Arca", che hanno approfondito il suo insegnamento.
Alcuni Compagnons e Compagnes sono stati mandati in missione, particolarmente
in azioni nonviolente, mediante la creazione dell'"Azione Civica NonViolenta".
Alcune "Comunità missione" sono nate in Marocco, a la Ville
Neuve de Grenoble, ai Truels nel Larzac. Un tentativo di fondazione di comunità
in Argentina è durato tre anni.
Il "rifugio e bastione" rappresentato da questa comunità di
vita, si è rivelato estremamente fecondo e dinamico. Da esso sono nate
e si sono sviluppate:
* L'azione nonviolenta
in Francia e altrove (contro la guerra di Algeria, lotta contro il nucleare,
il Larzac, i digiuni a Roma durante il Concilio, e molte altre)
* Altre comunità di famiglie legate, o non legate, all'Arca.
* Ritorni alla terra, al lavoro manuale, all'artigianato, a una vita più
semplice e più coerente.
* Incontri interreligiosi. Spiritualità in cui il corpo ritrova il suo
posto.
* Movimenti nonviolenti, ecologici, di lotta contro una società, un'
economia, una scienza che è in mano al mercato.
Due grosse crisi
hanno colpito l'Arca durante questo periodo.
Pierre Mohandas, prima di partire per il Marocco, ha passato la "responsabilità
patriarcale" del territorio della Borie a Jo Pyronnet, il "capitano"
dell'"Azione Civica Non Violenta". Jo, nella dinamica di ciò
che aveva iniziato alla A.C.N.V., e nell'atmosfera del maggio 1968, volle privilegiare
l'apertura ai problemi e aspirazioni del mondo. Shantidas, al suo ritorno dopo
una lunga permanenza in Argentina, non riconobbe più la sua comunità.
Ne è risultato un conflitto tra queste due forti personalità.
La conclusione è stata la rinuncia di Jo e la creazione di un trio di
"Responsabili" al posto del "Patriarca". Questo episodio
ha lasciato ferite profonde e durevoli, poiché molti Compagnons e Compagnes
aspiravano a questa apertura.
Il soffio del Rinnovamento carismatico ha coinvolto l'Arca a partire dagli anni
70. La comunità è stata in grande fermento: alcuni compagni sono
stati rinnovati profondamente nella loro vita di preghiera, nella loro vocazione
e nelle loro relazioni con gli altri. Oltre a ciò, problemi psicologici
e sentimentali sono emersi con conseguenti partenze o rotture. Il Movimento
stesso è stato toccato: vari Amici hanno lasciato l'Arca per costituirsi
in gruppi o in comunità del Rinnovamento. Di fronte a questo tornado,
Shantidas ha chiesto ai Compagnons e Compagnes di sospendere i voti, di non
portare più la croce, e di preparare con lui una rifondazione dell'Arca.
Questo tempo di sospensione è durato due anni, fino al primo Capitolo
Generale dell'Ordine nel 1975.
1975
Il Capitolo Generale di rifondazione dell'Arca ha adottato all'unanimità
dei presenti, delle Costituzioni, una Regola, un testo di voti, una definizione
de "l'Insegnamento" che, con alcune minime modifiche, sono rimasti
validi fino ad ora. In particolare vi fu deciso che "l'insegnamento, il
voto, le costituzioni, per quanto ne riguarda il fondo, non possono essere modificati
se non all'unanimità e con il fondatore in vita" (Etat de la Règle,
pag.8)
Alcuni Compagnons e Compagnes che non hanno avuto la forza di esprimere le loro
riserve o la loro opposizione su un punto o un altro, hanno vissuto male questa
unanimità. Altri non hanno rinnovato il loro impegno su questa base.
Queste Costituzioni hanno strutturato l'Arca in Ordine e Movimento; hanno determinato
l'immagine della ruota con il suo mozzo, l'Ordine, e i suoi raggi, il Movimento.
1975-1992
L'Arca conosce un periodo di crescita e espansione, modeste ma significative.
Il numero dei Compagnons e Compagnes raggiunge il centinaio. In Francia, ma
anche in Spagna, in Italia, nel Quebec, vengono fondate case comunitarie: se
ne contano fino a tredici.
Il Capitolo Generale dell'Ordine del 1984 pone il problema dell'"entrata
nell'Ordine di cercatori di verità senza appartenenza religiosa".
L'Ordine, che fino ad allora non accettava che credenti delle grandi religioni,
si apre a coloro che non hanno un riferimento esplicito a Dio. Il posto e il
senso del voto vengono messi in questione.
1992-2003
E' nel 1992 che si inverte la tendenza nella crescita dell'Ordine. Nel 2003
i Compagnons sono rimasti in sessantacinque, le case comunitarie regolari tre,
e tre le fraternità.
La chiusura delle comunità, le partenze di Compagnons e Compagnes sono
stati spesso difficili e dolorose. Hanno messo in evidenza disfunzioni strutturali
e relazionali. L'Ordine ha iniziato un lungo lavoro per "stabilire ciò
che non va" e cercare di porvi rimedio.
Sono nate strutture nuove: la C.A.N.V.A (Coordinamento dell'Azione Non-Violenta
dell'Arca), e alcune fraternità che raggruppano Compagnons e Compagnes
che non sono più in case comunitarie.
Il Movimento acquista una certa autonomia e maturità in rapporto all'Ordine.
Organizza il primo Capitolo Generale e internazionale del Movimento. Nasce un
Consiglio del Movimento francofono, che si aggiunge al Consiglio dell'Ordine,
ed anche la C.I.M.A. (Coordinamento Internazionale del Movimento dell'Arca).
Compaiono nuovi modi di vivere la dimensione comunitaria. Le differenze fra
le forme di vita di coloro che appartengono all'Ordine e quelli che appartengono
al Movimento si attenuano.
L'Arca ha toccato terra? I germi di vita che, profeticamente, tutelava (la nonviolenza,
"il rispetto meravigliato e misericordioso di tutto ciò che vive",
la dimensione comunitaria della vita in società, l'interreligioso, ecc
)
attraverso di essa, ma anche al di fuori di essa, hanno messo radice nel mondo
e chiedono solo di crescere e svilupparsi. L'Arca è tutt'ora pertinente?
Quale è la sua attualità? Quale la sua missione oggi?
1.2. La comunità oggi: attualità e missione
1.2.1 Attualità dell'Arca
Una Comunità
per i nostri giorni
La comunità dell'Arca ha senso unicamente se risponde alle preoccupazioni
e alle sfide presenti nel mondo oggi. Queste preoccupazioni, queste sfide sono
sotto i nostri occhi: vediamo la mondializzazione degli scambi e particolarmente
dei beni materiali e simbolici, con il rischio che questi scambi obbediscano
unicamente ad una logica economista e finanziaria, avendo come conseguenza il
duplice effetto della concentrazione dei poteri di decisione e della crescente
esclusione dei più poveri e dei più piccoli. Vi sono le molteplici
forme di violenza, grandi e piccole, visibili e invisibili, individuali e istituzionali,
che rendono la vita sociale e familiare sempre più precaria. Vi sono
le ingiustizie nel quotidiano. Vi sono i molteplici modi di non rispettare i
principali equilibri della natura e le bellezze della creazione, a vantaggio
del loro sistematico sfruttamento e allo scopo di renderle immediatamente redditizie.
Vi sono anche tutti quegli uomini e quelle donne che soffrono per non trovare/dare
senso alla loro vita e che sono però in ricerca.
In questo contesto in cui i rischi di inumanità sono reali, degli uomini e delle donne lottano per la giustizia e per la pace, optano per un migliore equilibrio personale della loro vita, sono alla ricerca di un soffio spirituale che animi la loro azione. È in questa linea che si iscrive la vocazione fondamentale dell'Arca. Entrare nell'Arca è una scelta di vita che si smarca radicalmente da ogni volontà di dominio sugli altri, di violenza e di ingiustizia, di sfruttamento senza senso e illimitato della natura, di avere come scopo la redditività e il profitto. È un richiamo a vivere il più possibile in armonia con se stessi, con gli altri, con l'ambiente, con il senso dato alla propria esistenza. È quindi prima di tutto una scelta personale di vivere la propria vita, in modo libero e sobrio.
Una Comunità
ricentrata su ciò che in essa è essenziale
Come tutte le istituzioni nate da una volontà di trasformazione, l'Arca
porta in sé il rischio di appassire o di appesantirsi nel tempo, secondo
le circostanze della vita o della storia, a causa della pesantezza delle persone
o dei gruppi che si susseguono nel suo seno. Ecco perché, come scriveva
Lanza del Vasto stesso :
" le riforme sono necessarie di quando in quando. Quando il Fondatore non le ha previste, quando i suoi successori non le ammettono, queste avvengono nella ribellione e nella lacerazione La riforma necessaria non è una novità, è un rinnovamento, un ritorno alla forma primaria e fondamentale che ha potuto scadere nel corso degli anni, essersi rammollita o troppo indurita o diventare inapplicabile o applicarsi a controsenso in un mondo cambiato." (Lanza del Vasto - L'Arca aveva una vigna per vela - Ed. Jaca Book)
Non è questione
di rinnegarsi ma di rinnovarsi. Un rinnovamento rimanda a una doppia esigenza
di fedeltà: fedeltà all'ispirazione e agli orientamenti del fondatore
e dei primi compagnons, fedeltà alle richieste pressanti degli uomini
e delle donne di oggi. Ogni vera fedeltà è fedeltà all'ispirazione
originale e fedeltà alla storia. Ecco perché il nuovo testo della
Costituzione vuole essere ricentrato sull'essenziale della tradizione adattandolo
ai nostri giorni.
Questo essenziale si concentra sul richiamo a vivere la nonviolenza, forza di
verità che congiunge la giustizia all'amore, che porta in sé la
riconciliazione con se-stessi, con gli altri e con Dio, e che necessita il dono
di sé e l'impegno, lo slancio di vita interiore e il coraggio dell'azione.
Nonviolenza, riconciliazione, dono di se, impegno, sono efficaci solo se sono
vissuti su due registri diversi e complementari, il registro della vita interiore
e il registro sociale, il registro della conversione intima e quello dell'azione
sulla società. Una vita interiore autentica si abbina ad una continua
implicazione nell'azione, un impegno sociale di qualità si abbina ad
una conversione interiore. Cioè a dire che l'essenziale dell'essenziale
va trovato attraverso una costante alimentazione spirituale delle persone e
dei gruppi.
Una Comunità
aperta
La comunità deve aprirsi sempre meglio sia al suo interno che all'esterno.
All'interno, ogni membro e ogni gruppo della comunità è chiamato
ad aprirsi agli altri membri e agli altri gruppi, nel rispetto della vocazione
originale di ognuno. Ma ogni membro e ogni gruppo deve, di rimando, tener conto
dell'interesse dell'insieme, nel rispetto degli orientamenti e delle decisioni
generali. Per rapporto all'esterno, è importante riuscire contemporaneamente
a vivere pienamente e serenamente il carisma particolare dell'Arca e a collaborare
con tutti coloro che - individui o gruppi - lavorano all'umanizzazione del mondo
in uno spirito di nonviolenza, e prima di tutto direttamente con quelli che
lo fanno a partire da situazioni di disperazione: miseria, persecuzione, oppressione,
minacce vitali
Una Comunità
riorganizzata
Il forte calo del numero dei compagnons e delle case comunitarie, la diversificazione
delle situazioni di vita, la non adeguatezza di alcune regole scritte e di alcune
forme espressive, la volontà espressa di riavvicinarsi tra persone isolate
e comunità, tutto questo converge verso una necessaria riforma delle
strutture dell'Arca. Questa riforma vuole raggiungere uno scopo : dare priorità
alla vita e ai vivi sull'organizzazione, allo spirito piuttosto che alla lettera,
al presente e all'avvenire per rapporto al passato. Per questo dovrà,
se necessario, essere oggetto di ulteriori migliorie e correzioni nel tempo
e secondo gli eventi.
Quattro preoccupazioni
sono all'origine della riorganizzazione proposta
La prima è la preminenza di senso e di valore che va accordato alla persona
per rapporto alle strutture e al loro funzionamento : la legge è fatta
per l'uomo e non l'uomo per la legge. L'Arca crede alle capacità d'iniziativa
e di creatività delle persone e alla parte di verità che è
in ciascuno. La verità e la gioia della vita comune nascono, ambedue,
dagli scambi e dal confronto che vengono vissuti nel quotidiano. Questo è
il senso profondo della ricerca di consenso.
La seconda è la messa in piedi di strutture che siano al servizio della
nascita e della realizzazione dei progetti nei vari gruppi dell'Arca. E' il
motivo per il quale devono essere semplici e chiare, pertinenti riguardo alla
Carta e i principi fondatori. Lo scopo delle leggi e dei regolamenti è
di sostenere la libertà, il potere e la responsabilità di coloro
che si impegnano nei progetti concreti di azione, che siano di ordine sociale,
politico, culturale, spirituale, o religioso.
La terza è la proposta di diversi modi di appartenere all'Arca. Si tratta
di distinguerli per evitare che si creino confusioni e mancanza di differenziazione.
Ogni modo di appartenenza deve darsi il proprio stile di organizzazione, particolarmente
per quanto riguarda le entrate e le uscite, le modalità di incontro,
le leggi finanziarie e tutto ciò che è utile al cammino del gruppo.
Non vi è unità possibile, e che sia vivibile nel quotidiano, senza
principi fondatori comuni e senza organizzazione differenziata.
La quarta è la messa in opera di istanze di decisione nei vari luoghi
in cui vi è una comunità dell'Arca. Ci vuole allo stesso tempo
una istanza centrale di orientamento e decisione e una autonomia delle varie
singole situazioni, gruppo, casa comunitaria, fraternità, situazione
isolata. È per questo che criteri di ordine giuridico e simbolico sono
necessari per una rappresentazione che sia la più chiara possibile delle
responsabilità e delle solidarietà di ogni persona e di ogni gruppo.
La riorganizzazione tiene conto anche della realtà internazionale della
Comunità.
1.2.2 La missione dell'Arca
La missione dei
membri della comunità dell'Arca è di mettere in opera lo spirito
e i mezzi della nonviolenza nel luogo dove essi vivono, secondo la vocazione
personale di ognuno.
Radicata nella sua storia di sperimentazione della nonviolenza in tutti gli
aspetti della vita, l'Arca mostra che altre modi di vivere, agire, entrare in
relazione, sono possibili, a partire dal legame stretto stabilito fra vita spirituale,
etica, azione sociale e politica.
Questa missione è ampia, permette a ogni persona e a ogni gruppo di trovare
il suo posto nella battaglia comune perché vi sia più amore, più
giustizia e più pace nel mondo.
La missione viene alimentata da :
" uno spirito
comune che è la convinzione profonda che solo la nonviolenza può
permettere agli uomini e donne di tutte le culture, di vivere in pace, pace
che non è l'assenza di conflitti ma il superamento di questi grazie a
una nuova maniera di essere gli uni con gli altri, grazie a un modo diverso
di relazione tra i popoli, grazie a una buona gestione dei beni e delle risorse
perché nessuno ne rimanga sprovvisto o escluso
" una cultura comune di ricerca della pace e della giustizia mediante mezzi
che rispettino l'uomo e il suo ambiente. Questa cultura viene vissuta in casa
comunitaria, in gruppo di riflessione e di azione nonviolenta, in fraternità,
in famiglia o come testimoni solitari collegati all'insieme della comunità
da un medesimo impegno
" un orientamento comune, che consiste nel diffondere questo spirito e
questa cultura il più possibile, su tutta la terra, mediante l'esempio
e l'amore e non attraverso la forza
" una comune crescita spirituale attraverso i testi sacri delle diverse
tradizioni, appoggiandosi sugli esempi di vita nonviolenta di tutti i santi
e profeti di tutti i tempi, poiché hanno in comune l'aver vissuto per
servire i loro fratelli e sorelle in umanità, con le armi della pace,
della giustizia e della carità del loro tempo.
" E un impegno comune di tutti i compagnons e compagnes, da rinnovarsi
ogni anno.
2. I principi fondatori
2.1. Conversione interiore e spiritualità della relazione
La nonviolenza sperimentata nell'Arca richiede un ritorno su di sé, un movimento di conversione - mai terminato - al fine di concepire l'unità interiore di ogni creatura e l'unità della Creazione. Questa riposa su ciò che può essere chiamato una spiritualità della relazione, la contemplazione del fatto che siamo tutti collegati gli uni agli altri, animati dallo stesso respiro. L'altro, per quanto straniero o strano possa apparire, è un mio simile.
L'Arca si iscrive nella corrente che riconosce alla persona umana non solo le sue dimensioni fisiche, psichiche e sociali, ma anche la sua dimensione spirituale. È questa dimensione spirituale che spinge la persona a fare in modo di essere e rimanere soggetto e non oggetto; che mette la persona in movimento, in cammino, in un desiderio di verità, di bellezza, in una ricerca sul senso da dare alla propria vita; che l'introduce alla contemplazione del mistero della vita e della morte: che la fa andare oltre ai bisogni di avere e di fare per aspirare, soprattutto, ad essere, essere pienamente se-stesso, degno, in piedi e in relazione con gli altri.
L'Arca riconosce in ogni uomo questa dimensione spirituale indipendentemente da una appartenenza religiosa o confessionale. Sulla base del nucleo comune alle grandi saggezze dell'umanità, propone un cammino di conoscenza, di possesso e di dono di sé. Sollecita ognuno dei suoi membri, mediante esercizi semplici, a coltivare la presenza a sé-medesimo, cominciando dal richiamo alla coscienza, che consiste nel sospendere ogni attività per qualche momento, nel corso della giornata, al fine di ritrovare sé-stessi e girare il proprio sguardo interiore verso l'essenziale; a coltivare la presenza agli altri mediante l'attenzione, il servizio, la pratica dell'ospitalità; la presenza all'Assolutamente-Altro mediante la meditazione e la preghiera. Invita ognuno a cercare l'unità interiore del proprio essere mediante un'ascesi ben compresa (digiuno, silenzio), il canto, la danza, la pratica delle arti e del lavoro manuale, mediante esercizi del corpo, di rilassamento e controllo del respiro. Riserva alla festa, che è espressione comunitaria di questa unità, un posto privilegiato.
Le pratiche spirituali proposte dall'Arca, che vengono completate dagli insegnamenti dati dalle varie religioni e scuole spirituali, attivano questa ricerca di unità interiore, permettendo una maggiore apertura, una migliore relazione con l'altro1: "L'uomo, scriveva Lanza, è un vivente, se non uno e cosciente, per lo meno capace di unità e di coscienza e conseguentemente di unione cosciente, cioè di amore".
NB. Posizione dell'Arca per rapporto alle religioni:
Dalla sua fondazione, la posizione religiosa dell'Arca riposa su un duplice principio :
- fedeltà
e radicamento di ognuno nella propria tradizione
- rispetto e apertura alle altre tradizioni.
La Comunità
dell'Arca rispetta e accoglie il cammino spirituale di ognuno escluso ogni fanatismo
o settarismo. Invita tuttavia i membri credenti a "collegarsi", a
radicarsi in una tradizione religiosa, perché la loro vita spirituale
abbia espressione piena, e al fine di evitare confusioni e sincretismo.
La Comunità rimane strutturalmente indipendente da ogni religione o confessione.
E' possibile però, all'interno dell'Arca, che vi siano progetti concepiti
da uomini o donne che desiderano esprimere o vivere la loro fede comune.
2.2. Nonviolenza
" Nonviolenza : soluzione dei conflitti, forza della giustizia, leva della conversione "(1) Lanza del Vasto: Che cos'è la nonviolenza - Editrice Jaca Book
Se dovessimo riassumere in una parola i fondamenti e orientamenti della Comunità dell'Arca, questa parola sarebbe "nonviolenza".
I membri dell'Arca
non sono nonviolenti: scelgono in coscienza di tendere a diventarlo. La nonviolenza
è un cammino di vita mentre la violenza, sia che sia fisica, psicologica
o istituzionale, è un cammino di morte (1). La nonviolenza è altresì
una scelta di vita poiché impegna tutta la vita. Non si tratta solo di
provare ad utilizzare la nonviolenza in alcuni campi, ma di impegnarvisi su
tutti i piani. Con la nonviolenza non si cerca di negare la violenza ma di trasformarla
in una alternativa costruttiva, di rifiutare ciò che è mortifero,
istruttore, per sviluppare una benevolenza attiva verso tutto ciò che
vive. Colui che vi si riferisce si sforza quindi a dire no alla violenza sotto
tutte le sue forme, compreso, e primariamente, alla propria violenza.
Tendere a divenire nonviolento, è prima di tutto gestire la propria violenza;
non per rimuoverla ma per riconoscerla, identificarla e convertire questa energia
negativa in energia positiva. Siamo dunque sempre nella situazione di poter
esperimentare la nonviolenza, senza aver bisogno di aspettare che si presentino
condizioni particolari. Nella vita quotidiana, l'esigenza di nonviolenza si
accorda con la nostra volontà di rispettare l'altro e rispettare la Vita.
Nelle lotte che facciamo, la scelta di mezzi nonviolenti è coerente con
le nostre aspirazioni a maggior giustizia e pace.
Questa ricerca coinvolge obbligatoriamente una dimensione personale - è
un lavoro fatto su se-stessi ; e una dimensione congiunturale - nonviolenza
con quelli che ci sono più vicini nella vita quotidiana; deve inoltre
essere messa in opera su un piano politico e sociale nel quadro di campagne
di azione e di missioni specifiche (accoglienza, formazione, immersione in un
popolo, luogo "alternativo" di vita, ecc
.). Se l'impegno in
campo politico richiede un minimo di formazione, non si tratta però di
aspettare di essere perfettamente preparati prima di partecipare a una azione
nonviolenta formale (denuncia aperta di una ingiustizia, disobbedienza civile
):
l'azione stessa è formativa e d'insegnamento.
La nonviolenza è dunque prima di tutto una esperienza, l'incarnazione
di una esigenza, un cammino. Ben compresa, questa, lungi da inibire la nostra
forza creatrice e la nostra sana combattività, le canalizza e dà
loro un senso. Questa esperienza, o piuttosto queste esperienze, costruiscono
la vita. "Nonviolenza e verità sono come le due facce di una stessa
medaglia", diceva Gandhi. Così come Gandhi ha considerato la propria
vita come un seguito di "esperienze con la verità", la vita
di un membro dell'Arca è una esperienza continua nella ricerca di verità
e di nonviolenza.
2.3. Servizio, condivisione e lavoro
" Da dove ti arroghi il diritto di dare, tu che non hai nulla che non hai ricevuto, tu che non hai reso nulla di tutto ciò che ti è stato dato ? Non dare : condividi ". Lanza del Vasto : " Principi e precetti del ritorno all'evidenza - Editrice Gribaudi
Dappertutto nel
mondo, e particolarmente nelle nostre società occidentali, possiamo constatare
che l'essere umano è abitato da uno spirito di possesso, di profitto
e di dominio che lo spinge a sfruttare il suo prossimo. Senza pretendere evidentemente
di essere indenni da questa tendenza universale e originale, i membri dell'Arca
intendono sostituirvi uno spirito di condivisione e di servizio.
Scoprono la gioia di condividere ciò che è loro dato: tempo, lavoro,
soldi, vita spirituale, capacità, conoscenze, piuttosto che tenerli solo
per uso proprio e loro unico profitto. Senza trascurare la soddisfazione dei
propri bisogni - bisogni materiali, di sicurezza, di riconoscimento - si sforzano
di far sì che questi non siano smisurati e che tengano conto dei bisogni
degli altri.
I membri dell'Arca concepiscono il loro lavoro come un servizio reso al loro
prossimo. Sforzandosi di liberarsi da attività mortifere, di non essere
complici di logiche di sfruttamento dell'uomo, si pongono la domanda della finalità
del loro lavoro: è buono per la società? È utile ? Così
per ciò che riguarda i mezzi usati nella loro attività: sono rispettosi
dell'ambiente ? Rientrano in esigenze di giustizia e condivisione?
Il lavoro è quindi per loro un mezzo di trasformazione della società,
un atto militante permanente che contribuisce alla distribuzione delle ricchezze
e alla costruzione di un mondo migliore. Mentre nelle nostre società
tanti uomini e donne sono private del lavoro, è certo più degno
di essere disoccupati e impegnati in compiti poco riconosciuti ma socialmente
utili che avere un "buon posto" in un'attività nociva. Il valore
del lavoro, per un membro dell'Arca non si misura prima di tutto in termini
di guadagno, profitto, e resa, ma di partecipazione a una società più
umana. In questa prospettiva, il lavoro manuale e i lavori che richiedono uno
sforzo fisico, trovano il loro giusto posto non essendo riservati a coloro che
sono obbligati a farli ma assunti come servizi indispensabili alla comunità
umana e ai quali ognuno, nelle sue possibilità, dovrebbe partecipare.
Ma il lavoro, così come è un servizio agli altri, è un
meraviglioso strumento di conoscenza di sé e di realizzazione personale.
"È facendo che l'uomo si fa", diceva Shantidas. Lavorando l'Uomo
può lavorare su di sé, applicarsi a rimanere nella presenza a
sé, agli altri, alla Creazione - questo è particolarmente vero
nel lavoro manuale. Possedendo un mestiere che ama o impegnandosi in compiti
che hanno senso per lui, l'uomo si costruisce e contemporaneamente costruisce
una società più umana. A condizione tuttavia che il lavoro venga
posto in un equilibrio di vita nel quale non occupi tutto il posto.
NB.
L'autorità partecipa dello stesso spirito del servizio. È un incarico,
non un onore. Deve smarcarsi da ogni volontà di potere per il potere
e di ogni volontà di farsi valere per farsi valere. È servizio,
cioè disponibilità propria, del proprio tempo, delle proprie competenze,
per compiere progetti e per realizzare la missione dell'Arca ai suoi vari livelli.
Il suo scopo è di far crescere il più possibile le persone e i
gruppi.
2.4. Semplicità di vita.
"Bisogna vivere semplicemente perché altri possano semplicemente vivere" (Gandhi).
La semplicità
di vita nell'Arca è la scelta volontaria di limitare l'avere per permettere
il libero sviluppo dell'essere. È un' azione nonviolenta di lotta contro
lo spreco e l'accaparramento. Così come i membri dell'Arca non sono nonviolenti
ma tendono a diventarlo, così essi tendono a semplificare la propria
vita. Questa semplificazione volontaria, cioè assunta e accettata, non
è un obiettivo in sé, ma un mezzo, un mezzo essenziale per meglio
vivere e meglio essere, per divenire più umani e più liberi, per
meglio assumersi gli impegni presi. Per i membri dell'Arca la condivisione,
la ricerca di solidarietà e di giustizia con i più poveri, dà
senso alla loro scelta di semplificazione della vita. Essi vogliono rendere
coerenti i loro comportamenti personali con i loro orientamenti sociali. Il
rispetto della vita e dell'ambiente ha anch'esso un posto importante nel loro
sforzo di semplificazione. Frutto della condivisione è la liberazione
riguardo alla corsa ai beni materiali e superflui: ne consegue una maggior disponibilità
che permette di dedicare più presenza, tempo e forze a relazioni e impegni
più profondi. La ricerca di semplicità nei modi di vita va di
pari passo con la ricerca della bellezza. La bellezza ha una dimensione di profondità.
La bellezza placa, dà gioia, nutre e dinamizza la sensibilità.
Non si riduce affatto all'estetica. In questo la bellezza è una parola
forte di un modo di essere e vivere nell'Arca.
"Che cos'è la verità delle forme (1)? Lo splendore del vero?
È la bellezza
la verità è l'essere e essere è
essere uno, unito e in accordo, e che il fuori esprima il dentro "(2)
(1) Libro dei morti
egiziano
(2) Lanza del Vasto, "Introduzione alla vita interiore" - Ed. Jaca
Book
2.5. Coerenza e responsabilità
"Ma la più alta speculazione attorno alla Verità assoluta non vale il più piccolo passo reale, di un uomo reale, che cammina nella realtà, poiché la speculazione non è che gioco e immagini mentre il passo è vero." Lanza del Vasto "Introduzione alla vita interiore" - Ed. Jaca Book
La coerenza, o
l'unità di vita, è un principio fondatore dinamico che collega
il pensiero, la parola e l'atto. In altre parole, è l'aderenza dell'atto
alla coscienza illuminata.
Il lavoro interiore (radicato nella presenza al presente e nutrito dalla meditazione,
la preghiera, il 'richiamo', i tempi di silenzio e di ritiro, ecc
) conduce
verso un impegno che crei maggior giustizia e solidarietà. È per
questo che l'Arca collega questi due poli: la vita spirituale e l'impegno sociale,
l'uno essendo indissociabile dall'altro.
La coerenza è legata alla responsabilità : saper accettare il
peso della parola data, dell'atto impegnato, è essenziale. In una società
in cui le persone riescono sempre meno a accettare le proprie responsabilità,
l'Arca ci invita a riconoscere la responsabilità dei nostri atti, ad
assumere le nostre scelte con tutti i buoni risultati e tutti gli errori che
ne derivano.
N.B.
1) Dall'impegno comune nella Comunità dell'Arca, risulta una corresponsabilità
di fatto fra tutti i membri impegnati, proporzionale e relativa al livello d'implicazione
delle persone. Questa responsabilità richiede discernimento e mutuo aiuto
costruttivo. È il richiamo alla coerenza e alla responsabilità
che fornisce il quadro di questa relazione inter-personale. La corresponsabilità
non si sostituisce alla legge civile o penale, che rimane un riferimento in
caso di bisogno.
2) La ricerca di coerenza, di unità di vita, implica un lavoro di unità
all'interno della Comunità nel rispetto della diversità dei propri
membri e dei loro pareri. Nelle decisioni da prendere questo si traduce con
la ricerca del consenso, tutte le volte che questo è possibile. Il consenso
permette la discussione, il confronto, anche il conflitto: le riserve, le opposizioni
da parte di minoranze vengo annotate nel testo riguardante la decisione.
2.6 Solidarietà
" Tutti gli uomini sono fratelli" (Gandhi).
La Comunità
dell'Arca fa parte di quei movimenti che sono al servizio degli uomini e delle
donne del proprio tempo. I suoi membri scelgono di operare in un mondo che è
il loro mondo anche se non ne condividono tutti i valori.
Mentre parti intere del pianeta sono a fuoco e sangue o in pericolo di distruzione,
mentre barbarie fra le più brutali fanno regredire la fragile umanizzazione
dei popoli, mentre però isole sempre più numerose di un autentico
livello di umanità alimentano la speranza, l'Arca vuole porsi come una
minoranza che agisce fra le altre.
Questa solidarietà con tutti gli esseri si fonda sulla necessità
del rispetto assoluto della Legge fondamentale, o Legge simbolica indiscutibile,
che è il rispetto della Vita e della dignità della persona. Il
riferimento a questa Legge, che viene menzionata nel testo della Dichiarazione
universale dei Diritti Umani, si trova nel nucleo centrale degli impegni nonviolenti
dell'Arca.
Ogni membro, ogni progetto, della Comunità dell'Arca fa riferimento quindi
allo stesso tempo alla sua singola identità (maniera specifica di fare
ed essere nell'Arca), e alla sua identità di comune umanità (solidarietà
e collaborazione con altri, persone o gruppi).
Questa solidarietà con tutti gli esseri che chiedono dignità,
giustizia e pace richiede audacia e coraggio. Porre atti di obiezione, di rottura
per rapporto al disordine istituzionale stabilito, è a volte necessario:
la formazione all'azione nonviolenta si propone di preparare a questa eventualità.
3. La Carta
C a r t a d e l l' A r c a
A seguito di Gandhi e di Lanza del Vasto,
i membri della
Comunità dell'Arca
fanno la scelta della nonviolenza che si radica nel lavoro su di sé
e nella ricerca spirituale
Scelgono :
- di aprirsi al servizio e alla condivisione,
- di vivere in modo semplice,
- di rispettare tutto ciò che vive,
- di agire per la giustizia e la pace con mezzi nonviolenti.
I membri dell'Arca
si riconoscono per la loro adesione a questa Carta..
Questo testo non dice tutto dell'Arca, ma i suoi fondamenti e il suo orientamento
vi sono concentrati. Ne specifica le basi e la direzione.
Fare parte dell'Arca, è intraprendere questo cammino di nonviolenza nel
quale si esperimenterà questo richiamo a una vita semplificata, all'attenzione
all'altro, al lavoro su di sé, all'ascolto dell' Infinitamente-Altro,
e all'azione per più pace e più giustizia.
4. L'impegno
4.1. Il senso dell'impegno
"Finché l'uomo è fluttuante e mobile come l'acqua e la sabbia, non si può fondare niente su di lui. Ma mentre intorno a lui e in lui tutto sembra cambiare, permane un fondo che è, che è lui medesimo, garanzia di futuro, testimone di eternità " Lanza del Vasto (1) (19 Lanza del Vasto : "L'Arca aveva una vigna per vela" - Ed Jaca Book
Entrare nella Comunità dell'Arca, impegnarvisi, è una scelta personale
che risponde a un richiamo interiore.
L'impegno, atto di legarsi mediante una parola data, è fondamento dell'Arca
perché fa mettere radici all'essere umano, che può così
prendere forza e portare frutti.
L'impegno nell'Arca comporta due dimensioni :
- una dimensione verticale, che chiama a un approfondimento interiore secondo
il cammino spirituale di ciascuno.
- una dimensione orizzontale, che invita a vivere la nonviolenza in una realtà
sociale propria ad ognuno, o con la partecipazione a un progetto riconosciuto
dal Consiglio dell'Arca
4.2. Un impegno comune, delle espressioni diverse
"Avanzare
sui cammini della nonviolenza, forza di vita e di verità che concilia
la giustizia e l'amore", questo è il punto centrale dell'impegno
nell'Arca, che implica un lavoro di sé e la ricerca spirituale, il servizio
e la condivisione, una vita semplice, il rispetto di tutto ciò che vive,
l'esercizio della responsabilità, e l'azione per la pace e la giustizia.
L'Arca essendo aperta a sensibilità diverse, questo impegno può
essere preso secondo varie formulazioni. Per alcuni è necessario, in
un impegno di vita, nominare e prendere a testimone ciò che per altri
è precisamente non nominabile e impersonale.
Per gli uni questo impegno viene preso riferendosi ad una appartenenza religiosa
precisa, per altri davanti a Dio ma senza riferimenti ad una religione particolare,
per altri ancora viene preso senza menzionare alcun Dio.
Secondo le varie sensibilità l'impegno centrale avrà o non avrà
la forma di voto o di promessa, senza che vi sia alcuna prerogativa legata alla
scelta di una opzione o di un'altra opzione. Il voto e la promessa sono legate
a una relazione a Dio e a un' appartenenza religiosa.
Nella formula dell'impegno, alcune parti sono dunque personali e altre comuni.
Questa formula si presenta dunque come segue:
All'inizio tutti sono in silenzio. Il testo è lo stesso per tutti salvo
le frasi sottolineate che vengono pronunciate in opzione da ciascuno secondo
la sua scelta . Si termina nuovamente con il silenzio.
Formula dell'impegno
per tutti i membri impegnati o che desiderano impegnarsi nella Comunità dell'Arca
Nella Comunità dell' Arca,
(in opzione)
Io mi impegno
Io faccio voto
Io prometto
(tutti)
di avanzare sul cammino della nonviolenza,
forza di vita e di verità
che si radica nel lavoro su di sé
e nella ricerca spirituale
e si esprime nel servizio
e nella condivisione nella scelta di una vita semplice,
nel rispetto di tutto ciò che vive
e nell'azione per la giustizia e la pace
con l'uso di mezzi nonviolenti.
Ogni gruppo (casa comunitaria, fraternità,
.) può inoltre
esplicitare questo impegno comune in una formulazione che le sia propria, a
uso interno, secondo la propria sensibilità e la propria regola di vita.
II. ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO
5 . Missione e campi di azione della Comunità dell'Arca
La Comunità dell'Arca ha come missione di favorire tutte le iniziative, formazioni ed esperienze che siano dirette allo studio e alla messa in pratica della nonviolenza.
(rif. para. 1.2.2. pag.10 "la missione dell'Arca" e capitolo 2 "I principi fondatori".)
Facendo riferimento a quanto già realizzato nel passato o viene realizzato nel presente, ogni membro della comunità dell'Arca è invitato, nel luogo ove si trova, ad impegnarsi in campi di azione in essere, così come ad aprirne di nuovi.
5.1. Conversione e conoscenza di sé
La Comunità
dell'Arca propone a ciascuno dei suoi membri di accogliere e convertire la propria
violenza interiore utilizzando alcuni mezzi quali :
- il richiamo, la meditazione, la preghiera, il digiuno, il silenzio, la veglia,
esercizi di rilassamento, di attenzione, di concentrazione , di lavoro sul respiro;
- percorsi in cammini di guarigione interiore, spirituali e/o psicologici;
- la ricerca del bello
- l'espressione artistica: il canto, la danza, il teatro, la calligrafia, l'espressione
pittorica,
- il lavoro manuale: lavori nei campi, lavori domestici, artigianato
5.2. Il lavoro sulla relazione
Riferendosi alle ricerche e sperimentazioni passate e presenti nel campo della psicologia e sociologia, i membri della Comunità dell'Arca sono invitati ad acquisire una formazione per quanto riguarda la comunicazione, la mediazione, la gestione dei conflitti, e ad esercitarsi a mettere in pratica questi metodi nella propria vita quotidiana; alcuni potranno diventare dei formatori.
5.3 L'impegno sociale
Alcuni membri della Comunità dell'Arca s'impegnano in progetti sociali concreti riguardanti l'educazione e la formazione alla pace e alla nonviolenza, l'accoglienza, il sostegno dei più deboli, la vita associativa.
5.4. L'impegno politico per la pace e la giustizia
I membri della Comunità dell'Arca partecipano, secondo le proprie forze, ad azioni nonviolente quali petizioni, manifestazioni, disobbedienza civile, interventi d'ordine civico, nei casi in cui non viene rispettata la persona, o la pace e la giustizia vengono beffeggiate.
5.5. Le scelte economiche
I membri della Comunità dell'Arca si orientano verso scelte nonviolente sul piano economico e finanziario nella loro vita quotidiana mediante stili di vita personale, professionale e/o comunitaria che tendano a ridurre i bisogni e a sviluppare altre ricchezze umane, diverse dai soli beni materiali.
5.6. Le scelte ecologiche ed etiche
I membri della
Comunità dell'Arca sviluppano una attenzione benevola verso tutto ciò
che vive e orientano le loro scelte di vita tenendo conto del rispetto e della
salvaguardia degli esseri viventi e dell'ambiente:
- vita semplice, riduzione del consumo di energia, preferenza per le energie
rinnovabili, gestione e riduzione dei rifiuti.
- ricerca di un equilibrio alimentare, privilegiando il vegetarianismo e l'agricoltura
biologica.
- rispetto delle barriere fra le specie.
- rifiuto di brevettare ciò che vive.
5.7 Radicamento spirituale e apertura alle altre tradizioni
I membri della Comunità dell'Arca fanno ogni sforzo per essere cercatori di Verità ponendo le loro radici in un cammino spirituale, legato o meno a una tradizione religiosa; essi si aprono alle altre tradizioni nel massimo rispetto di queste. Possono trovarsi indotti ad interpellare le autorità religiose sul loro impegno per la pace e la non-violenza e a partecipare a incontri e/o preghiere inter-religiose.
6. I membri della Comunità dell'Arca
6.1 I membri impegnati - (coloro che formulano un impegno)
- conoscono i fondamenti
e gli orientamenti della Comunità e vi aderiscono.
- prendono un impegno esplicito nella Comunità.
- la loro ammissione avviene dopo un periodo di conoscenza reciproca e di formazione.
- partecipano :
- alla vita regionale
- ai raduni annuali.
- hanno voce deliberativa nelle assemblee.
- pagano una quota annuale.
6.2 Gli Amici/le amiche
- conoscono i principi
dell'Arca.
- si riconoscono nella Carta.
- il loro impegno è tacito e informale.
- sono invitati a partecipare alla vita regionale e ai raduni annuali.
- hanno voce consultiva alle assemblee; .
- pagano una quota annuale se lo desiderano.(vedi para 9.6.1.3)
7. Vita regionale e forme di vita
7.1. Vita regionale
Gli amici/e e i
membri impegnati, appartengono o non appartengono a un gruppo locale, un progetto,
una casa comunitaria,
partecipano come possono alla vita della loro regione.
I membri impegnati designano, secondo i modi di prendere decisioni della Comunità
dell'Arca, ogni tre anni, il loro delegato/a e supplente al Consiglio del loro
paese. Per assicurare un buon funzionamento di questo Consiglio, i delegati
delle regioni vengono rinnovati nella misura di un terzo ogni anno fra i membri
impegnati.
(Nei paesi ove siano presenti pochi membri impegnati, un amico/a può
essere designato/a quale delegato/a. E' auspicabile che ogni forma di vita sia
rappresentata nel Consiglio)
7.2. Case comunitarie e gruppi comunitari
7.2.1. Casa comunitaria.
È un luogo
di vita che raggruppa membri impegnati/e e amici/e che decidono di mettere in
comune parzialmente o totalmente il loro habitat e i loro strumenti di lavoro.
La casa comunitaria è un luogo di impegno, di sperimentazione e di formazione
a diverse dimensioni della Comunità dell'Arca. Le dà una visibilità
e offre un luogo di accoglienza e di riflessione.
Si impegna in uno o più progetti di cui al paragrafo 7.3..
Ogni casa si dà una propria regola di vita, stabilisce dei contratti
fra i propri membri e forma i propri membri impegnati alla vita comunitaria.
Per essere rappresentata al Consiglio da un/a delegato/a, una casa comunitaria
deve avere al suo interno almeno sei membri impegnati.
7.2.2. Gruppo comunitario
In città o in un borgo, il gruppo comunitario permette di vivere alcune dimensioni della vita comunitaria : condivisione sul piano economico, del lavoro o dell'abitazione,
7.3. Gruppo progetto
È un gruppo
di impegnati/e e amici/e che mettono in opera uno dei campi di azione della
Comunità dell'Arca; si tratta di una realizzazione concreta che viene
fatta in suo nome e ne manifesta l'identità.
Il Gruppo progetto definisce gli obiettivi che si propone, i metodi e i mezzi
che si dà (tempi, materiale, finanze,
) così come i membri
che se ne fanno carico.
Per essere convalidato, un progetto deve essere riconosciuto dal Consiglio.
Il Gruppo progetto deve render conto della sua attività all'assemblea
generale e assumere le spese che ne deriveranno (può fare una domanda
di sostegno finanziario al Consiglio).
7.4. Gruppo locale
Il gruppo locale, che può essere quello di una città, di un distretto, una provincia , o anche di zone più grandi, riunisce membri impegnati e amici per approfondire il messaggio della nonviolenza e del lavoro su di sé della Comunità dell'Arca, fare insieme alcune attività, promuovere e partecipare ad azioni nonviolente per la Giustizia e la Pace; per questo, il gruppo locale è anche luogo di formazione.
7.5. Fraternità
Alcuni membri della Comunità dell'Arca, impegnati o amici, fanno la scelta di ritrovarsi per uno scambio di vita e aiuto reciproco sul piano spirituale e eventualmente materiale: formano così una 'fraternità'.
8. Accoglienza e Formazione
8.1 Accoglienza
L'impegno nella
Comunità dell'Arca avviene dopo un postulato di tre anni.
Nelle case comunitarie, il periodo di noviziato può essere parte di questi
tre anni.
La richiesta viene accolta dal gruppo regionale al quale l'amico/a partecipa,
il gruppo esprime il proprio parere. Poi la decisione viene presa dai membri
impegnati della regione dopo aver consultato il Consiglio del paese.
Gli amici/e isolati/e, che desiderano fare richiesta di postulato, stabiliranno
contatti con un gruppo, un progetto, una casa comunitaria anche lontani.
L'impegno è rinnovabile di anno in anno, anche se nello spirito viene
fatto per durare nel tempo. Viene pronunciato normalmente in occasione dell'assemblea
annuale del paese o della regione.
La perdita della qualità di membro impegnato avviene se:
- l'impegno non viene rinnovato
- in caso di motivi gravi, mediante decisione del Consiglio del paese e della
regione, dopo un serio lavoro di mediazione.
Nel caso di nuovo impegno dopo una interruzione, il gruppo di riferimento e
il Consiglio si accorderanno con il postulante per fissare la data e le modalità
del suo impegno.
8.2 Formazione
La formazione comprende
lo studio dei testi dell'Insegnamento dell'Arca riassunti nei principi fondatori
(vedi da pag.11 a 19 del documento) così come la loro messa in pratica.
Il/la postulante vive la sua formazione nel proprio gruppo e partecipa a sessioni
organizzate dalla Comunità dell'Arca e proposte in un calendario annuale.
È opportuno che lui/lei faccia un soggiorno in una casa comunitaria e
partecipi possibilmente a scambi fra i vari paesi.
Il/la delegato/a della regione o della casa comunitaria è garante della
sua formazione presso il Consiglio del paese.
8.2.2 Organizzazione della formazione
Il Consiglio chiede a un membro impegnato/a di assicurare il coordinamento della formazione dei/delle postulanti. Questa persona verifica che i vari aspetti dell'Insegnamento dell'Arca vengano approfonditi durante i tre anni della formazione, e stabilisce con le varie regioni un calendario degli stage e delle sessioni.
8.2.3. Formazione continua
Ogni membro impegnato è invitato a proseguire la propria formazione e la sua riflessione sulla nonviolenza attraverso lo studio e la partecipazione a attività, azioni, stage e sessioni.
9. Organizzazione
9.1 Organigramma della Comunità dell'Arca Internazionale
L'organigramma è l'immagine di una realtà fluttuante e in evoluzione
9.2 Il o la Responsabile generale della Comunità dell'Arca
9.2.1. La sua funzione
Egli/la è
il primo servitore dell'unità e colui/lei che veglia sulla fedeltà
ai principi fondatori e alla missione della Comunità dell'Arca.
Grazie alla sua lungimiranza, egli (ella) pone particolare attenzione all'evoluzione
dell'Arca nella società.
Egli/la assicura il legame fra le case comunitarie, i progetti e i gruppi all'interno
della Comunità dell'Arca ; ne sostiene la dinamica.
Presiede il Consiglio Internazionale, il Consiglio del suo paese e può
partecipare ai Consigli degli altri paesi.
Incoraggia le iniziative e le esperienze assicurandosi che siano coerenti con
la missione.
È il responsabile giuridico della Comunità dell'Arca.
Rappresenta la Comunità dell'Arca presso la società, facendone
conoscere la missione e i progetti.
Tiene i rapporti con gli altri movimenti, particolarmente gli altri movimenti
nonviolenti.
Tiene i rapporti con i "mediatori" della Comunità dell'Arca
che lo/la tengono informato/a sui loro interventi.
I vari aspetti della sua funzione corrispondono ai bisogni dell'Arca. D'accordo
con il Consiglio di riferimento, e secondo le proprie competenze, egli/ella
può privilegiarne un aspetto e delegarne altri per un tempo dato affinché
l'insieme delle sue funzioni vengano assicurate.
Per ricoprire questo incarico, è importante che la persona indicata per
assumerlo abbia il senso dell'ascolto e del lavoro di squadra nutriti dalla
vita interiore; sarebbe auspicabile che avesse un'esperienza di vita comunitaria
e indispensabile che abbia disponibilità di tempo; per questo la Comunità
dell'Arca troverà i mezzi per assumere materialmente e finanziariamente
il suo impegno.
9.2.2. Designazione
Il/la responsabile
viene eletto/a dal Capitolo generale per 7 anni, rinnovabili una sola volta,
secondo le seguenti modalità :
1) il coordinatore nominato dal Consiglio Internazionale lancia la consultazione
mediante lettera indirizzata ai membri impegnati e agli amici/e.
2) consulta i membri impegnati e gli amici in occasione degli incontri regionali
e nelle case comunitarie, o per posta all'estero.
3) Riceve per posta le varie proposte, ne fa una sintesi, verifica con le persone
indicate nella consultazione se esse siano disposte ad accettare questa responsabilità.
4) Rispedisce a tutti i membri impegnati l'elenco delle persone preconsultate.
Il/la responsabile generale che uscirà da questa lista verrà designato/a,
mediante consenso e voto, nel capitolo generale.
- In caso di urgenza, il Consiglio Internazionale può nominare un/a Responsabile
ad interim.
9.3. Il Consiglio Internazionale e il Capitolo Generale
9.3.1. Il Consiglio Internazionale
9.3.1.1. Composizione
:
- Il/la Responsabile generale della Comunità dell'Arca
- Un/a delegato/a del Consiglio di ogni paese (2 per l'Arca francofona)
- Invitati eventuali (voci consultive)
Il Consiglio Internazionale sceglie fra i propri membri un/a segretaria e un/a
tesoriere/a.
9.3.1.2. Funzioni
:
- Luogo di condivisione e di riflessione sulla vita e gli impegni della Comunità
dell'Arca.
- Convoca il Capitolo Generale e lo prepara in stretta collaborazione con il
consiglio del paese nel quale il capitolo avrà luogo.
- Sceglie il coordinatore in vista della designazione del/della Responsabile
generale.
- Mantiene i legami e anima le relazioni
- Si assicura che l'informazione circoli
- Emette delle proposte e prende decisioni sulle questioni che concernono le
attività internazionali.
9.3.1.3. Periodicità:
I membri di questo Consiglio si riuniscono al momento del Capitolo Generale
e, se necessario, fra due Capitoli; rimangono in stretta relazione per posta
o Internet.
I membri europei si incontrano una volta all'anno.
9.3.2. Il Capitolo generale
9.3.2.1. Composizione
:
Il Capitolo generale è per definizione composto da tutti i membri impegnati.
Quando deve riunirsi, il Consiglio Internazionale verificherà l'opportunità
di convocare effettivamente ogni membro impegnato o di organizzare delle delegazioni.
Gli amici possono essere invitati.
9.3.2.2. Funzioni
:
- Ha come scopo di mantenere l'unità e favorire la dinamica della Comunità
dell'Arca.
- È sovrano per rivedere i fondamenti, gli orientamenti e l'organizzazione
della Comunità dell'Arca
- Designa per 7 anni un/a Responsabile generale della Comunità dell'Arca.
9.3.2.3. Periodicità
:
Viene convocato ogni 7 anni dal Consiglio internazionale.
In caso di necessità, può venir convocato un capitolo generale
straordinario.
9.4 Metodo scelto per le decisioni
Lo sforzo principale,
nella Comunità dell'Arca, rimane la ricerca dell'unanimità per
tutte le decisioni importanti .
In tutti i casi, ogni decisione sarà oggetto di scambi e di ricerca di
consenso, cosa che permette di tener conto delle posizioni minoritarie che partecipano
così all'elaborazione e all'evoluzione delle decisioni. Un voto, acquisito
a larga maggioranza (almeno i 2/3 dei presenti o rappresentati), potrà
completare questo procedimento consensuale, permettendo a chi ha delle riserve,
o a chi si oppone, di esprimersi e di essere presente nel testo della decisione.
9.5. Risoluzione dei conflitti - Mediatore/trice
Non sembra opportuno
che il/la Responsabile Generale intervenga personalmente nei conflitti interni
della Comunità dell'Arca.
Il consiglio di ogni paese designa per un periodo di tre anni, rinnovabile una
sola volta, un/a mediatore/trice. Esso/a fa parte della Comunità dell'Arca
ma non può essere membro del consiglio proprio in vista di questa funzione.
Il mediatore/trice può essere ascoltato dal consiglio.
Ogni membro impegnato, d'accordo con il proprio responsabile di casa comunitaria
o il suo delegato regionale, può far appello al mediatore quando ne senta
la necessità.
9.5.1 Funzioni
:
Il/la mediatore/trice si incaricherà di risolvere ogni conflitto, sia
intervenendo direttamente, sia proponendo una persona terza : a seconda dei
casi, questa persona potrà essere esterna alla Comunità dell'Arca.
9.6. Finanze e Beni
9.6.1. Finanze
9.6.1.1. Regole di base :
- Ogni membro impegnato,
casa comunitaria, gruppo, progetto, è autonomo nella gestione delle proprie
finanze. I membri impegnati che vivono in case comunitarie sono legati al regolamento
interno della casa.
- Ogni regione, ogni paese dispone di un fondo finanziario per assicurare i
propri impegni e il proprio funzionamento.
- Ogni paese prende in carica le spese legate alle attività del/la proprio/a
delegato/a al Consiglio Internazionale con un sistema di perequazione fra i
delegati.
9.6.1.2. Budget
(Bilancio) :
La Comunità dell'Arca de ogni paese percepisce delle quote, dei doni
e delle sovvenzioni. Ne versa una parte:
- alle regioni
- a un fondo di solidarietà
- sotto forma di prestiti ai progetti, case comunitarie, pubblicazioni con previsione
di utilizzo preciso
- per la partecipazione alle spese per gli incontri internazionali e i rapporti
fra i paesi
- ai risarcimenti per spese del/la Responsabile Generale, delegati, mediatori/trici
- in assicurazioni, tasse ecc
- per il finanziamento di azioni nonviolente.
I benefici derivanti dalle pubblicazioni e diritti d'autore di Lanza del Vasto
vengono gestiti dal/la Responsabile Generale della Comunità dell'Arca
e il Consiglio internazionale.
9.6.1.3. Ammontare
delle quote :
Il valore della quota viene fissato dal Consiglio di ogni paese, in accordo
con il/la Responsabile generale e il/la tesoriere/a internazionale.
9.6.1.4. Funzione
specifica del/la tesoriere/a di ogni paese :
Ogni anno, il/la tesoriere/a, stabilisce il bilancio contabile così come
le previsioni di bilancio per l'anno successivo e li presenta all'Assemblea
generale. Ogni regione è tenuta ad inviargli/le i conti relativi all'anno
appena terminato.
Il/la tesoriere/a potrà, d'accordo con il Consiglio, riunire intorno
a se una commissione che l'aiuti per la gestione finanziaria.
9.6.2. Gestione delle entrate e dei beni :
- Gli amici e i
membri impegnati gestiscono in maniera autonoma le entrate relative al loro
lavoro così come i loro beni personali.
- I membri impegnati che vivono in case comunitarie mettono in comune le entrate
relative al loro lavoro, secondo i contratti e le regole propri ad ogni casa
o luogo in cui vivono.
I beni personali non sono obbligatoriamente messi in comune .
- I beni comuni mobili e immobili, gestiti dalle case comunitarie, secondo il proprio statuto giuridico, sono normalmente proprietà di persone morali della Comunità dell'Arca.
ALLEGATO 1
10. Organizzazione della Comunità dell'Arca d'Europa francofona
10.1 Organigramma
Regione.............
Regione.............
- Gruppi (1)
- Gruppi (1)
- Fraternità
Consiglio della Fraternità
- Progetti 1 delegato
Comunità dell'Arca 1 delegato
- Progetti d'Europa Francofona (2)
- Casa/e comunitaria/e 1 delegato
- Casa/e comunitaria/e 1 delegato (3)
Responsabile o Presidente
Segretario
Tesoriere
Regione......
Regione......
CANVA
"NOUVELLES DE L'ARCHE "
(1) Gruppi o Case comunitarie costituitesi o meno in associazione, legge 1901.
(2) Federazione che raggruppa varie associazioni
(3) Nelle regioni, ogni casa comunitaria ha un delegato
N:B: L'Europa francofona conta attualmente 7 regioni
10.2 Il Consiglio della Comunità dell'Arca d'Europa francofona e l'Assemblea generale
10.2.1 Composizione
del Consiglio e dell'Assemblea generale della
Comunità dell'Arca d'Europa francofona
- Il Responsabile
Generale presiede il Consiglio, se egli/ella è francofono/a (altrimenti
il Consiglio designa un presidente fra i consiglieri)
- i/le delegati/e delle regioni
- i responsabili delle case comunitarie
- un/a segretaria che anima il Consiglio e prepara l'ordine del giorno con il
presidente
- un/a tesoriere
- il/la presidente della CANVA
- un delegato dell'equipe incaricata delle pubblicazioni
- invitati eventuali (voci consultive)
10.2.2 Funzioni del Consiglio :
- studia e valuta
i vari progetti della Comunità dell'Arca d'Europa francofona
- dà il proprio parere sulle richieste d'impegno presentate dai delegati
regionali o dai responsabili delle case comunitarie
- assicura la diffusione delle informazioni all'interno della Comunità
dell'Arca d'Europa francofona
- designa il suo/la sua segretario/a e il suo/la sua tesoriere/a per una durata
di tre anni e eventualmente il proprio presidente.
- designa il/la mediatore/trice per una durata di tre anni
- nomina, per una durata di tre anni, il/la coordinatore/trice della formazione
e stabilisce con lui/lei il calendario della formazione.
- nomina il/la suo/a delegato/a al Consiglio Internazionale.
- è garante delle pubblicazioni della Comunità dell'Arca d'Europa
francofona
- approva il bilancio presentato dal tesoriere
- dà il proprio parere sul programma del raduno annuale preparato da
una regione
- sostiene il/la Responsabile generale nella sua funzione.
10.2.3. L'Assemblea generale :
L'Assemblea generale annuale della Comunità dell'Arca d'Europa francofona avviene in occasione del raduno annuale o all'interno del Consiglio mediante delega.
10.3 Il Raduno annuale :
Ogni anno, tutti
i membri impegnati e gli amici sono invitati a un raduno della Comunità
dell'Arca d'Europa francofona per meglio conoscersi, approfondire uno degli
aspetti dei fondamenti o orientamenti della Comunità, riprendere forze,
condividere e fare festa.
Il raduno annuale è preparato ogni anno da una diversa regione, d'accordo
con il Consiglio.
L'assemblea generale potrà tenersi durante questo incontro.
E' in questa occasione che i nuovi membri impegnati si presentano.
E' per i membri impegnati presenti il luogo e il momento per il rinnovo del
loro impegno.
10.4 L'Azione nonviolenta
L'azione nonviolenta
è un elemento essenziale e primordiale della vocazione della Comunità
dell'Arca. Ogni membro della Comunità è invitato a implicarsi
in azioni nonviolente per la trasformazione della società. Come indicato
dalla Carta, "i membri dell'Arca scelgono di agire per la giustizia e la
pace con metodi nonviolenti".
Per organizzare le campagne di azione, per tessere legami con altri movimenti
nonviolenti, per sviluppare l'informazione e la comunicazione sulle proprie
azioni, la Comunità dell'Arca d'Europa francofona si è dotata
di una struttura specifica, indipendente da un punto di vista giuridico: la
CANVA (Coordinamento dell'Azione Non-Violenta dell'Arca), organizzatasi in associazione
Legge 1901. Tutti i membri della Comunità dell'Arca d'Europa francofona
sono invitati ad aderire a questa associazione. Una parte dei bilanci delle
regioni può essere destinata al finanziamento di azioni nonviolente.
Il/la Presidente della CANVA fa parte del Consiglio.
Un membro del Consiglio è membro di diritto dell'Associazione CANVA.
Il lavoro della CANVA viene fatto in accordo con i membri del Consiglio che
esprimono regolarmente il loro parere e partecipano, secondo le loro possibilità,
alle riunioni della CANVA.
Un resoconto delle riunioni della CANVA viene inviato regolarmente a coloro
che lo chiedono e che sono in regola con il pagamento delle quote. Le "Nouvelles
de l'Arche infos" pubblicano un resoconto più succinto delle attività
della CANVA.
10.5. Trasmissione dell'informazione :
La Comunità
dell'Arca d'Europa francofona è dotata di due strumenti di comunicazione
: "Les Nouvelles de l'Arche" luogo di riflessione sulla nonviolenza
e altri argomenti di fondo, e le "Nouvelles de l'Arche infos" che
danno ogni mese informazioni sulla vita della Comunità dell'Arca internazionale.