CAPUA
CAPUA
Situazione geografica "Le pianure intorno a Capua sono le più rinomate in Italia sia per la fertilità che per l'amenità, oltre che per la contiguità con il mare e con gli scali commerciali dove giungono in Italia i naviganti di quasi tutto il mondo abitato, e vi si trovano le città più importanti e più belle dell'Italia. La costa è divisa tra i Sinuessani, i Cumani, i Puteolani, i Neapolitani a questi limitrofi, ed infine il popolo dei Nucerini. Quanto all'interno, a Nord sono insediati i Caleni e i Teanesi, e ad Est e a Sud i Caudini e i Volani. Al centro di tali Pianure si trova la città di gran lunga più prosperosa, cioè Capua." Questa è la descrizione che lo storico Polibio ha fatto della regione che ospita Capua nel II sec a.C. e tuttora sembra la più efficace e puntuale. Prima di diventare la città descritta dallo storico latino, Capua nella prima età del ferro era un grosso agglomerato che si estendeva non lontano dalle pendici del Preappennino e dalla stretta di Triflisco, dove il Preappennino viene attraversato dal Volturno ed al riparo dalle inondazioni del Clanis. La città si veniva quindi a trovare su di un crocevia strategico, infatti nelle sue vicinanze passava la via naturale proveniente dalle valli del Sacco e del Liri e che proseguiva in direzione di Nola e la valle del Sarno, inoltre sempre da Capua partivano le strade per l'interno, dove erano venute ad attestarsi popolazioni di lingua italica affini alle genti campane, e verso i valichi più praticabili per accedere alla pianura del Tavoliere. Quindi Capua si trovava naturalmente al centro di intensi traffici commerciali, traffici che ebbero un ulteriore incremento grazie alla costruzione della più importante arteria di comunicazione, realizzata per scopi militari durante la campagna di conquista dell'Italia meridionale da parte di Roma: la via Appia. E' stata proprio l'Appia a rivelarsi di grande importanza commerciale, infatti essa ha contribuito in maniera predominante alla ripresa economica della città dopo la seconda guerra punica ed ha garantito la sopravvivenza stessa di Capua durante il tardo impero e l'alto medioevo nonostante lo spostamento del sito. da Julius Beloch : Campanien. Geschichte und Topographie des antiken Neapel und seiner Umgebung, Braslan, 1890 La fondazione La fondazione di Capua viene attribuita quasi unanimemente agli Etruschi, le divergenze più forti tra gli studiosi si concentrano intorno alla data di fondazione della città, e non mancano leggende e notizie improbabili. Una delle notizie più attendibili a nostra disposizione riguarda l'esilio prima del 474 a.C. degli aristocratici cumani causato dalla politica dello stratega Aristodemo, infatti Capua viene esplicitamente citata come luogo dove si rifugiarono gli esuli. Probabilmente esistevano dei precedenti rapporti clientelari tra l'aristocrazia cumana e quella capuana. Altre fonti ci portano al 524 a.C. data di un probabile attacco fallito contro Cuma da parte di Etruschi provenienti dall'Adriatico e scacciati dalle loro sedi dai Celti. Dopo la sconfitta, gli Umbri, i Daunii e gli altri barbari che avevano partecipato all'impresa come mercenari, tra cui è importante citare i Campani, cioè i Sanniti, che formavano il nucleo principale di tali truppe, si sarebbero insediati in Campania, e questo fa presupporre un precedente possedimento da parte etrusca nella regione. Dato che Capua non è specificatamente citata in questo contesto si può mettere in relazione la sua fondazione con questi avvenimenti, che devono aver prodotto un importante incremento demografico nella regione. Quindi non sono in nostro possesso indicazioni esplicite sulla fondazione della città e possiamo solo cautamente ipotizzare una data tra il VI e il V a.C. Cenni Storici La menzione fatta dei Sanniti circa la probabile spedizione del 524 a.C. assume nel contesto storico una importanza rilevante, infatti dopo essersi costituiti in tribù, staccandosi così dai Pentri, cioè dai Sanniti rimasti sulle alture, ottennero nel 483 il diritto di cittadinanza a Capua. Ma questo non deve evidentemente essere bastato a quello che era il nucleo principale dei mercenari capuani, infatti i Sanniti si impadronirono della città nel 426 a.C. dopo aver massacrato gli aristocratici ed aver preso i loro beni. Si viene così a costituire una nuova aristocrazia di "equites" basata questa volta sul nucleo sannita e non più su quello etrusco. Ma la presa di potere a Capua non è stata l'unica conquista sannita, tanto è vero che si può parlare di una vera e propria espansione sannitica nel V secolo a.C. Tale espansione interessò gran parte dell'Italia Meridionale fu favorita da vari fattori: principalmente il mercenariato ed i contrasti interni alle varie città stato. Di fatto alla fine del V secolo a.C. gran parte dell'Italia Meridionale è sotto l'egemonia di vari gruppi sannitici. Nel IV secolo si potevano annoverare nel territorio dei Campani: Casilinum, Cuma, Calatia, tutta la pianura a nord della fascia collinosa dei Campi Flegrei, lAger Falernus ed il campo Stellatis. Grazie ad una ricca tradizione letteraria ed in special modo a Tito Livio sono giunte sino a noi le istituzioni di Capua nel periodo sannitico, che ad onor del vero non differivano molto da quelle di tutti gli altri stati sannitici; a riprova di ciò ci sono le iscrizioni sui cippi chiamati "Iuvila". Solo gli "equites", che costituivano la nobiltà, avevano pieno diritto di cittadinanza, il collegio dei "meddices" fungeva da governo, il "meddix tuticus" era a capo del "touto", cioè della intera lega, mentre il "kombenniud" o "senatus" aveva funzioni consiliari. La favorevole posizione geografica analizzata in precedenza permetteva alla città di Capua una economia molto varia, infatti oltre alla posizione strategicamente importante dal punto di vista commerciale, la città poteva contare su di un artigianato di alta qualità,e grazie alla fertilità delle pianure che la circondavano anche sull'agricoltura e sull'allevamento di cavalli, a dimostrazione di quest'ultima risorsa c'era il carattere equestre dell'aristocrazia locale. Queste notevoli potenzialità economiche ebbero però anche l'effetto di attirare l'attenzione della lega sannitica, formata da Pentri ed Irpini, sui territori dei Campani. Ed è proprio dallo scontro tra Campani e lega sannitica, nel 346 a.C., che prende origine l'espansione romana nell'Italia Meridionale. Infatti i Campani videro in Roma, che in quel periodo andava espandendo la propria influenza in Etruria, un potente alleato, chiesero quindi aiuto a Roma e vennero accolti nella lega latina. L'aristocrazia dominante ottenne la cittadinanza romana con tutti i diritti, e fu per questa ragione che parte di essa rimase fedele a Roma durante la rivolta della lega nel 340-338 a.C. Nonostante questa parziale lealtà, la defezione di Capua durante la rivolta ebbe come grave conseguenza la confisca dell'Ager Falernus. Dopo questo episodio la città rimase sempre fedele a Roma fino al 211 a.C. Nel 313-12 a.C. venne costruita la via Appia, che, come è già stato accennato, contribuirà in maniera rilevante allo sviluppo ed alla sopravvivenza di Capua. Il tracciato dell'Appia è essenzialmente artificiale, si allunga infatti per lunghi tratti rettilinei per tutto il Lazio, fino a Terracina, l'ager Falernus, dalla zona di Mondragone fino a Capua e da lì fu prolungata fino a Brindisi quando questa venne ridotta a colonia latina nel 249a.C. Nonostante la pertinenza dei capuani allo stato romano, le istituzioni cittadine continuarono ad essere parzialmente sannite fino al 211 a.C. e la lingua Osca, scritta con caratteri etruschi, continuò ad essere quella ufficiale. Nel corso delle guerre puniche Capua ebbe una reminiscenza indipendentista, infatti grazie ad una rivolta popolare l'aristocrazia ligia a Roma venne scacciata, ed al suo posto venne eletto un senato che si alleò con i cartaginesi. Tale alleanza non portò i frutti sperati, e dopo che Annibale ebbe tentato inutilmente di sfondare un vallo romano costruito per isolare la città, Capua venne presa nel 211a.C. Ma alla decadenza politica non fece subito seguito una decadenza economica, almeno fino a quando non venne aperta la via Domitiana, la quale permetteva un più rapido collegamento tra Lazio e Campania. La fine del sito originario di Capua viene segnata nel V sec. d.C. dopo il saccheggio e la distruzione da parte dei Vandali, la città fu spostata nel sito dell'attuale Capua, corrispondente all'antico scalo fluviale di Casilinum. Testimonianze Storiche Purtroppo della fase etrusca di Capua ci restano che poche testimonianze recuperate dagli oggetti dai corredi funerari, oltre ad una fornace per la produzione di oggetti fittili e di ceramiche. Elemento fittile Al periodo sannita invece si possono attribuire vari resti , tra cui le famose Matres Matutae conservate nel Museo Provinciale Campano di Capua. Matres Matutae Sempre di periodo sannita sono i resti del Fondo Patturelli di cui ci sono pervenute delle testimonianze Anche il Tempio di Diana Tifatina, ricostruito in più fasi durante il periodo romano, sul quale sorse la basilica paleocristiana di S. Angelo in Formis è di origine sannitica. Inoltre grazie ad alcune indagini condotte sulla sommità del monte Tifata sono stati scoperti resti di cinte poligonali di epoca sannita. L'abitato antico, circondato da mura, è caratterizzato da un impianto regolare imperniato sul tracciato della via Appia, sopravvivono strutture in tutta l'area della città moderna, relative sia a domus (come quella in via degli Orti) sia a quartieri artigianali per la produzione di ceramica e la lavorazione del bronzo, nonché ad edifici pubblici. Ovviamente l'edificio pubblico più rilevante è l'Anfiteatro Campano. La sua costruzione può essere fatta risalire al I-II sec. d.C., in esso si può notare la comunione di una notevole abilità architettonica e del gusto per lo sfarzo e la grandiosità. Anfiteatro Notevoli sono i quattro livelli di arcate di ordine Dorico. Da notare anche la grandiosità delle decorazioni scultoree Particolare Archi La grandiosità è testimoniata anche dalla grandezza della struttura, la seconda in ordine di grandezza in tutto il mondo romano Purtroppo, come si può notare anche dalle immagini, la struttura è stata solo parzialmente salvata dal saccheggio. Inoltre nel corso dei secoli gli sono state attribuite varie funzioni, che certo non hanno contribuito al mantenimento di una unità storico artistica, basti pensare che è stato usato sia come cava che come fortezza. Di grande interesse per lo studio della diffusione delle religioni orientali in Campania è il Mitreo, ambiente ipogeo dedicato al culto del dio persiano Mitra, raffigurato sulla parete di fondo nell'atto di uccidere il toro. Mitreo Di estremo interesse restano: il monumentale Criptoportico (non visitabile perché inserito nell'attuale Penitenziario), parte di un più ampio complesso pubblico nella zona del Foro, e l'arco di Adriano all'uscita della città verso ovest. Dal lato opposto sono visibili lunga la via Appia il castellum aquae e due monumenti funerari: le "Carceri vecchie" (I secolo a.C.), con due corpi cilindrici sovrapposti che nascondono la camera sepolcrale; e la famosa " Conocchia" (I secolo d.C.), ampiamente restaurata in età borbonica, caratterizzata da un corpo quadrangolare a pareti curve rientranti, su cui poggia un alto tamburo con copertura a cupola.