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La Sindrome NIMBY (I) 

Italia fortunata.
Il sole è caldo al punto giusto. Il mare solletica a destra e a manca. Le montagne serpeggiando ci sorregono. La pianura ci annoia in poche aree. Noi - “gli italiani” - in fin dei conti ci riteniamo fortunati ad essere nati in questa terra. Non ho mai sentito Borghezio latrare lucidamente di voler andare a vivere nella Vigile Svizzera o Bertinotti, smessa la sua sciarpa di cashmere, pvepavavsi a tvaslocave nella Rossa Cuba. Tutti, nessun escluso, tendiamo a preservare, per come l'abbiamo conosciuta, non tutta ma solo quello spicchio di terra in cui abitiamo o in cui passiamo una parte del nostro tempo. Per questo siamo capaci di organizzarci e di patire qualche sofferenza purché il nostro bene prevalga.
Estate.
In una bellissima spiaggia il fiammante cellulare del Commendator Brembilla non ha “campo”. Le orecchie del vicino di asciugamano per questa volta sono salve dall'ennesima pacchiana soneria ma non dal getto libero di bestemmie conseguenti. Ce l'ha contro la lentezza del progresso in queste lande.
Autunno.
Nel palazzo di fronte alla camera da letto del Commendator Brembilla è stata installata una antenna per telefonini. Tuoni e fulmini. Uomini-sandwich, mamme-megafono, figli-fischietti e cani che pisciano sui muri delle case. Ce l'hanno contro il presunto progresso che li uccide.
Sono i giorni nostri…
TAV: i treni ad alta velocità che scorrazzeranno fra qualche anno anche in Europa.
Il tunnel sotto le Alpi. La Val Susa.
Il deposito nazionale dei rifiuti radiottivi di Scanzano Jonico.
Le centrali termoelettriche e i campi eolici.
Mi presento italiani io sono NIMBY !
Bel nome significativo… non come Klapka.
Not In My Back Yard
(Non nel mio cortile) …

la situazione caratterizzata da benefici diffusi per un'ampia comunità e impatti negativi su gruppi ristretti di cittadini è quella in cui più facilmente si rischia la generazione di aspri conflitti tra chi promuove la trasformazione e chi ne subisce i costi. 
Essa crea conseguenze discutibili in termini di equità della decisione e “sul piano politico, determina uno squilibrio delle risorse mobilitabili a favore o contro il progettato insediamento: i pochi che si ritengono pesantemente danneggiati saranno disposti a ostacolare il progetto con un'energia incomparabilmente superiore a quella che possono mettere in campo, per sostenerlo, i numerosi beneficiari che spesso ricevono singolarmente vantaggi irrisori o neppure percepibili” (Bobbio, Zeppetella, 1999).

La sindrome NIMBY (raccolta completa documenti)

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