Il simbolo dell' Aeronautica Militare Italiana



IL SIGNIFICATO


Lo stemma dell'Aeronautica Militare Italiana, sormontato dall'aquila turrita, simbolo degli aviatori militari, racchiude i distintivi di quattro Squadriglie che furono tra le prime ad essere costituite e che, nel 1° Conflitto Mondiale, si distinsero particolarmente per abilità, coraggio ed eroismo.

Il « cavallo alato con fiaccola » è il distintivo di una delle più vecchie Squadriglie dell'Aviazione Italiana. Fu costituita, con la denominazione di " X Squadriglia Farman ", il 1° aprile 1913 e durante il 1° Conflitto Mondiale prese parte a numerosissime operazioni belliche di ricognizione e di bombardamento leggero. Il 15 aprile 1916 assunse la denominazione di « 27° Squadriglia Aeroplani ».
Durante il conflitto eseguì complessivamente oltre 900 voli di guerra.

Il « quadrifoglio » è il distintivo della 108° Squadriglia da bombardamento Caproni, costituita il 25 maggio 1916 e che, tra il 1917 e il 1918, eseguì numerose e audaci azioni di bombardamento diurno e notturno sul territorio nemico compiendo circa 300 voli di guerra.

Il «grifo rampante» è il distintivo della 91° Squadriglia da Caccia, nota come « Squadriglia degli Assi », costituita sul campo di S. Caterina di Udine il 1° maggio 1917. Ebbe tra le sue file Francesco Baracca, Piccio, Ruffo, Ranza ed altri grandissimi eroi dell'aviazione da caccia.
I piloti della 913° Squadriglia abbatterono complessivamente oltre 90 velivoli nemici.

Il « Leone di S. Marco » è il distintivo della 872° Squadriglia Aeroplani costituita sul campo di Ghedi all'inizio del 1918 con incarichi di ricognizione a grande raggio e di bombardamento. Nel settembre dello stesso anno assunse la denominazione di « La Serenissima » in omaggio alla città di Venezia. Tra le molte operazioni compiute va ricordato l'epico volo eseguito il 9 agosto 1918, sotto il comando di Gabriele D'Annunzio, per gettare proclami su Vienna.
Durante il conflitto eseguì complessivamente circa 160 voli di guerra.

L'emblema rappresenta quindi le origini della Forza Armata e ne ricorda le più belle e significative tradizioni. Accompagna lo stemma il motto « Virtute Siderum Tenus» che, in tre parole, sintetizza il valore, la bravura e il sacrificio con cui gli Aviatori italiani hanno operato ed operano avendo di mira mete sempre più alte, fino alle stelle.



LA STORIA



La prima apparizione di un Reparto aereo nelle Forze Armate italiane si ebbe nel novembre 1884 con la costituzione, presso il distaccamento di Roma del 3° Reggimento Genio, di un « Servizio Aeronautico » Che era dotato di palloni aerostatici ed aveva il compito di osservazione e rilevamento del terreno e di studio della atmosfera. La Compagnia Specialisti del Genio, costituita con la prima legge « aeronautica », quella del 23 giugno 1887, partecipò nel 1887 - 1888 alle operazioni militari in Eritrea, effettuando molte ascensioni di osservazione aerea con i 3 palloni in dotazione. Nel 1911 l'Esercito Italiano cominciò ad acquistare alcuni velivoli francesi che nell'estate fecero, con i dirigibili, la loro prima apparizione alle manovre del Monferrato; in autunno furono trasferiti in Libia dove entrarono in linea nelle operazioni della campagna Italo - Turca, primo esempio nel mondo d'impiego bellico del mezzo aereo. Quando l'Italia entrò nella 1° Guerra Mondiale, nonostante l'esperienza libica e l'evidenza ovunque conclamata dell'importanza assunta dalla difesa e dall'offesa aerea, il nostro Paese poteva schierare soltanto 14 Squadriglie, con un totale di 58 velivoli di tipo ormai superato e di costruzione straniera, 3 dirigibili e 3 sezioni aerostatiche dell'Esercito; 15 idrovolanti e 2 dirigibili della Marina, con un numero complessivo di circa 150 piloti.

Con gli sviluppi delle operazioni belliche fu evidente quale poteva essere il contributo della nuova arma nelle operazioni di bombardamento e di difesa aerea contro le incursioni nemiche. Fu quindi impostato, superando notevoli difficoltà, un programma di costruzioni aeronautiche e nel 1916 e negli anni successivi si arrivò ad un ritmo di produzione di varie migliala di aerei l'anno, raggiungendo la cifra complessiva di 11.886 velivoli prodotti negli anni di guerra da varie Ditte tra le quali Caproni, FIAT, SAML, Macchi, SIA, Ansaldo e Pomilio.

Notevolissimo fu quindi l'apporto dell'arma del cielo, con tutte le sue specialità, alle operazioni belliche di tutto il conflitto e rilevante nella battaglia del Piave durante la quale cadde Francesco Baracca, l'Asso aviatore che aveva conseguito 34 vittorie. Dopo la battaglia del Piave la superiorità aerea italiana fu così schiacciante che permise ad una squadriglia di SVA, comandata da Gabriele d'Annunzio, di traversare le linee e raggiungere il cielo di Vienna indisturbata, gettando manifestini sulla capitale Austriaca.
Al progredire rapido dei mezzi era seguito di pari passo un sempre maggiore affinamento della preparazione degli aviatori presso le scuole di volo e presso i Reparti.

Essi, infatti, abbatterono 643 velivoli nemici perdendone 128; per contro offrirono un alto contributo di sangue, di sacrificio ed eroismo: 1.019 caduti e feriti in zona di operazione e 765 presso le scuole di volo; 25 Medaglie d'Oro, oltre 1.800 Medaglie d'Argento ed oltre 1.400 Medaglie di Bronzo al Valor Militare.

L'aviazione militare, che era uscita gloriosamente dalla guerra vittoriosa con una fisionomia propria, già suddivisa organicamente nelle varie specialità operative con 1.104 velivoli efficienti in linea e oltre 2.000 piloti nei suoi ranghi, il 28 marzo 1923 fu costituita in Forza Armata autonoma. Notevolissimo e costante fu lo sviluppo dell'Aeronautica da questa data fino agli inizi del Secondo Conflitto Mondiale e ne fanno fede le numerose imprese in cui i suoi appartenenti furono pionieri ed i primati da essi conquitati.
Per menzionare solo i più importanti successi conseguiti ricordiamo il primato di distanza senza scalo conquistato, nel 1928, da Ferrarin e Del Prete con aeroplano SIAI S 64 nel volo transatlantico Italia - Brasile; le Crociere Atlantiche in Sud e Nord America effettuate nel 1931 e nel 1933 dagli idrovolanti
S 55 di Balbo; i trionfi, in Europa e in Sud America, delle nostre Squadriglie acrobatiche, il primato mondiale di velocità per idrovolanti conquistato nel 1934, da Agello, con oltre 709 chilometri all'ora su idrocorsa Macchi MC 72.
Infine, il primato mondiale di altezza ottenuto nel 1938 da Mario Pezzi, che raggiunse la quota di 17.083 metri con velivolo Ca 161bis.

Nel 1939 l'Aeronautica Militare Italiana deteneva 33 primati aerei, mentre le altre nazioni aeronauticamente sviluppate, come Stati Uniti, Francia, Russia, Germania, Cecoslovacchia,
Inghilterra e Giappone ne detenevano complessivamente 51.
Nel periodo fra le due guerre mondiali l'Aeronautica italiana partecipò valorosamente al conflitto Etiopico e a quello Spagnolo nei quali fu elemento determinante.

Dalla sua costituzione al 10 giugno 1940, data dell'entrata dell'Italia nel Secondo Conflitto Mondiale, l'Aeronautica Militare, aveva avuto 1.883 Caduti per cause non belliche, doloroso tributo alla posizione di preminenza raggiunta nel mondo aeronautico. La partecipazione dell'Aeronautica Militare al Secondo Conflitto Mondiale dal 1940 al 1945, fu totale; piloti e specialisti non si risparmiarono sacrificando se stessi fino all'estremo. L'8 settembre 1943 le forze residue dell'Aeronautica Italiana si aggiravano su circa 200 velivoli di pronto impiego e ciò nonostante nei primi tre anni di guerra l'industria ne avesse prodotti 11.500. Era questa una tragica, ma evidente dimostrazione dell'eroismo con il quale gli Aviatori Italiani avevano ovunque portato le loro azioni di guerra, sovente contrapposti a soverchianti forze avversarie, munite di mezzi eccezionali.

Dopo l'armistizio la maggioranza di tali velivoli, con i loro equipaggi e con la superstite organizzazione tecnica e logistica, furono il nucleo della nuova Aeronautica Militare che, a fianco degli Alleati, partecipò attivamente alla guerra di liberazione.

L'Aeronautica perse complessivamente nel conflitto 12.748 uomini di cui 3.035 piloti e 5.009 specialisti; fu presente tra i martiri delle Fosse Ardeatine; ai suoi appartenenti furono assegnate 166 Medaglie d'Oro, oltre 5.000 d'Argento ed oltre 7.000 di Bronzo al Valor Militare; ai suoi Reparti 5 Medaglie d'Oro e 2 di Bronzo al Valor Militare. Dopo la conclusione di un ciclo bellico di 59 mesi durante i quali aveva generosamente combattuto in tutti i cieli della lotta, l'Aeronautica Militare, stremata, iniziò con tenacia e con fede a ricostruire i suoi Reparti, le basi, gli impianti, le infrastrutture; a riunire gli uomini intorno alla sua Bandiera, simbolo di una mirabile tradizione di valore e di sacrificio.

Oggi l'Aeronautica Militare Italiana, con i suoi Reparti operativi che sono al centro di un'azione costante di sviluppo e perfezionamento assicura la difesa del cielo sul territorio nazionale e sui mari circostanti, coopera con le forze di superficie ed effettua missioni di trasporto e di soccorso aereo. L'intervento pronto, efficace e fraterno in ogni circostanza di emergenza, in ogni caso di calamità all'interno e all'esterno, la partecipazione alle esercitazioni e manovre nazionali e alleate sono attualmente la dimostrazione dell'efficienza nuovamente raggiunta dall'Aeronautica Militare Italiana che, in continua, significativa evoluzione, è tesa a dare anche per il futuro il massimo contributo al progresso,
al prestigio, alla sicurezza della Patria.




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