24° Festival Estivo di Musica da Camera
 

Martedì 1 agosto – ore 21,15 – S. Salvatore di Cogorno – Borgo della Basilica dei Fieschi – Auditorium

Giovanni Guerini – basso/baritono

Michele Guadalupi – chitarra

 

N. Paganini Tre Ghiribizzi per chitarra

Là ci darem la mano (da Mozart) / Nel cor più non mi sento (da Paisiello) / Rossini e Paganini

 

W. Mozart Deh Vieni alla finestra da “Don Giovanni”

 

A. Salieri Due Cavatine da “Axur re d‘Ormus”

Come ape ingegnosa / Soave luce di Paradiso

 

F. Calegari Variazioni per chitarra sopra il duetto “Là ci darem la mano”

 

W. A. Mozart Die Einsemkeit / Das Veilchen / Abendempfindung

 

S. Castro de Gistau Bolero Un marido / Seguidilla Fabio Fabio te nombra / Bolero El que jura / Seguidilla De la Sagrada

 

B. Terzi Fantasia di Spagna per chitarra

 

aninimi Canzni popolari spagnole

Las Morillas de Jaén / El Café de Chinitas / Nana de Sevilla / Sevillanas

 

 

Giovanni Cesare Guerini si è diplomato in canto artistico con il massimo dei voti, lode e menzione speciale presso l'Istituto "Donizetti" di Bergamo, dove ha studiato con il soprano Ida Farina. In seguito si è perfezionato con J.F. Thiolas, F. Schiavi, A. Rooley, R. Amner e P. Vaglieri; parallelamente ha svolto studi musicologici e di percussioni.

Dopo aver vinto numerosi concorsi di canto nazionali e internazionali, e dopo aver partecipato a importanti accademie di perfezionamento, ha debuttato nel 1998, nel ruolo di Ascanio Petrucci, con i complessi RAI di Milano sotto la guida di R. Abbado nell'opera Lucrezia Borgia di Donizetti. In seguito ha cantato nei più importanti enti e teatri, sia in Italia che all'estero. Prosegue regolarmente l'attività artistica prediligendo i repertori mozartiano, rossiniano e donizettiano, e partecipando alla ripresa moderna di opere liriche. Recentemente la Japan Opera Foundation di Tokyo lo ha invitato nella veste di protagonista dell'opera L'inimico delle donne di B. Galuppi; ha inoltre cantato nella Cantarina di Piccinni per il Museo Teatrale della Scala di Milano.

Svolge inoltre attività concertistica prediligendo il repertorio barocco e madrigalistico. Ha collaborato con diverse formazioni solistiche tra cui The Consort of Musicke, i Sonatori della Gioiosa Marca, Theatrum Instrumentorum. Ha registrato per la Radio di Colonia, per la BBC e per la Radio Olandese.

Negli ultimi anni ha tenuto concerti per le prestigiose società concertistiche, tra cui il festival di Musica Antica di York, Musica e Poesia a San Maurizio (Milano), il teatro Comunale di Bologna, il Teatro alla Scala di Milano, Musica Viva di Roma, la Sagra Musicale Umbra.

E' presente in numerose incisioni discografiche.

 

Michele Guadalupi ha studiato chitarra sotto la guida di Benvenuto Terzi. Dopo un esordio come solista si è dedicato allo studio degli antichi strumenti (liuto, tiorba, chitarra barocca) e delle prassi esecutive del passato,  , alla ricerca ed esecuzione di musica del periodo rinascimentale e barocco con strumenti d'epoca, nonché alla ricerca e rivalutazione di repertori  cameristici "minori" ed inconsueti.

Ha suonato da solista, in collaborazione con cantanti, altri strumentisti, gruppi vocali e strumentali per importanti Enti e Società concertistiche nelle principali città italiane, quali Milano, Torino, Venezia, Bari, Genova, Bologna, Messina, Palermo), della Svizzera italiana e francese (registrando alcuni concerti per la R.S.I.), della Germania, del Lussemburgo e della Francia ed ha partecipato a importanti Festival concertistici (tre cui due edizioni della rassegna Donizetti e il suo tempo) ed a numerose rassegne specializzate di musica antica (festival Cusiano di Musica Antica, Festival dei Saraceni ecc.). Si occupa inoltre attivamente di ricerca musicologica e di archivio, finalizzata tra l'altro alla valorizzazione del repertorio da camera con chitarra. In tale veste ha presentato in prima esecuzione moderna numerose composizioni da camera di autori noti (quali Donizetti, Mayr, Bellini) e meno conosciuti.

Ha registrato, con i complessi da camera del Centro di Musica Antica di Bergamo, un CD dedicato ad autori napoletani del Settecento ed uno dedicato ai compositori bergamaschi seicenteschi Giovanni Legrenzi e Giovanni Cavccio.

 

LE DUE "ANIME" DELLA CHITARRA - Tra musica colta e ispirazione popolare – note al programma di Michele Guadalupi

“La chitarra è una piccola orchestra, uno strumento adatto sia ad accompagnare la voce che a figurare in molti brani strumentali, così come per eseguire pezzi solistici di maggiore o minore complessità e a più parti, che possiede un indubbio fascino quando suonato da veri virtuosi..

Dalla introduzione del pianoforte in tutte le case dove esiste un interesse per la musica la chitarra è usata con meno frequenza, tranne che in Spagna e in Italia...Tuttavia il suo carattere malinconico e sognante dovrebbe più spesso potersi dispiegare...”

Così Hector Berlioz, nel suo Grand Traité d’instrumentation e d’orchestration modernes (Parigi, 1843) descrive efficacemente in poche righe le caratteristiche salienti del nostro strumento, lasciando intuire la grande popolarità da esso goduta sino a pochi anni prima e deplorando il declino al quale  il prevalere del pianoforte nella musica da camera e da salotto lo stava condannando. Quando Berlioz andava componendo il suo trattato erano mancati da poco i grandi chitarristi - virtuosi soprattutto italiani che avevano fatto conoscere ed amare la chitarra in tutta Europa, e per lo strumento che egli amava e praticava da eccellente “dilettante” iniziava un periodo di parziale oblio che sarebbe durato sino ai primi anni del nostro secolo.

Il concerto di questa sera testimonia della popolarità che la chitarra godette in tutta Europa soprattutto nel primo Ottocento, periodo nel quale fu uno tra gli strumenti prediletti (per la relativa facilità d’uso, il costo e le dimensioni contenuti) negli intrattenimenti famigliari e nelle Accademie.

Nel caso delle co9mposizionioriginai si tratta di musiche improntate ad una certa immediatezza e piacevolezza di ascolto, accompagnata tuttavia spesso da notevole profondità e da raffinatezza di scrittura; d’altra parte nel secolo scorso il confine tra la musica che oggi chiameremmo “leggera” e il repertorio “serio” era assai meno definito che ai nostri giorni.

La prima parte del programma vuole essere un omaggio a Volfango Amedeo Mozart, in prossimità del suo 250° „compleanno“: vengono presentate arie d'opera ed alcuni celebri lieder, in trascrizioni d‘epoca dovute ad alcuni tra i maggiori chitarristi dell‘Ottocento. Le comnposizioni mozartiane sono accostate a due brevi cavatine di Anto nio Salieri, presentato forse ingiustamente ocme il grande rivale di Mozart.

Le composizioni vocali sono introdotte da alcune miniature paganiniane ispirate al mondo dell‘opera, brani semplici e freschi, che ben introducono il clima "salottiero" del concerto,  ed intervallate con una serie di variazioni su un celebre duetto mozartiano del chitarrista milanese Francesco Calegari, contemporaneo ed amico del più celebre Carulli.

Benché faccia ormai parte a pieno titolo della famiglia degli strumenti "classici", la chitarra non nasconde e non rinnega la sua anima popolare; da sempre il nostro strumento è protagonista pressoché immancabile del repertorio popolare in quasi tutti i paesi d'Europa, particolarmente in Italia e Spagna. A questa sua "seconda (o prima?) natura" si sono ispirati quasi tutti i compositori che al nostro strumento hanno dedicato la propria opera.

La seconda parte de concerto valorizza questo carattere.

Vengono proposte dapprima alcune "canzoni nazionali spagnole" raccolte e pubblicate a Parigi, a cavallo tra Sette ed Ottocento, dal chitarrista e compositore Castro de Gistau: uno dei primi esempi di recupero in ambito „colto“ della tradizione folclorica spagnola.

Seguirà un brano spagnolesco di Benvenuto Terzi, uno tra i maggiori chitarristi della prima metà del Novecento, nella quale vengono esaltate le possibilità coloristiche dello strumento

La conclusione è affidata a una scelta di canzoni autenticamente popolari, tratte dal repertorio del "cante jondo" andaluso, nella versione armonizzata dal poeta spagnolo Federico Garcìa Lorca.

Nel concerto vengono utilizzati uno strumenti pressoché coetanei di molte tra le musiche eseguite: si tratta di una pregevole chitarra costruita nel 1834 dal celebre liutaio torinese Gaetano Guadagnini, e di una chitarra del liutaio francese Cabasse databile intorno al 1840.

 

 

Torna al programma generale