24° Festival Estivo di Musica da Camera
 

Venerdì 4 agosto – ore 21,15 – Sestri Levante – Complesso dell’Annunziata

Maurizio Sciarretta – violino

Raffaella Zagni – pianoforte

 

W. A. Mozart Fantasia in re min. K 397

 

G. F. Haendel Sonata n. 4 in re magg.

Adagio / Allegro / Laghetto / Allegro

 

W. A. Mozart Sonata in si bem. magg. K 378

Allegro moderato / Andantino sostenuto e cantabile / Rondò (Allegro)

 

 * * * * *

 

N. Milstein Paganiniana

 

A. Dvorák Sonatina in sol magg. op. 100

Allegro risoluto / Indian canzonetta (Larghetto) / Molto vivace / Finale (Allegro)

 

 

Maurizio Sciarretta, nato a Bologna nel 1973, si è diplomato al Conservatorio di Musica “G.B.Martini” della sua città. Successivamente si è perfezionato  con esimi maestri italiani e stranieri quali Salvatore Accardo, Zakhar Bron, Eugène Sarbu, Pavel Vernikov.

È risultato vincitore di importanti Premi Nazionali ed Internazionali fra cui il Primo Premio e il Premio speciale “Paolo Borciani” per la migliore esecuzione della Sonata per violino e pianoforte al prestigioso Concorso Internazionale di violino “Michelangelo Abbado” di Milano.  

Svolge intensa attività concertistica in Italia e all’estero suonando per importanti Istituzioni: Festival Internazionale “Les Sommets Musicaux de Gstaad”, Teatro Comunale di Bologna, “Musica Insieme” di Bologna, Emilia Romagna Festival, Asolo Musica, ecc. suonando accanto a interpreti di fama mondiale quali Anne-Sophie Mutter, Lynn Harrell, Grigorij Sokolov, Cecilia Bartoli, Vadim Repin.

È stato definito dalla critica come “uno dei più promettenti violinisti della nuova generazione”.

Maurizio Sciarretta è docente presso l’Accademia Internazionale “Incontri con il Maestro” di Imola e tiene corsi internazionali di perfezionamento

presso l’Istituto Musicale di San Marino.

 

Raffaella Zagni, nata a Bologna nel 1970 si è laureata con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio di Musica di Adria.

Si è perfezionata con illustri maestri italiani e stranieri quali Pier Narciso Masi, Konstantin Bogino, Jörg Demus, Alexander Lonquich. Nel 2001 ha conseguito il diploma di Alto Perfezionamento in Musica da Camera con il massimo dei voti e menzione speciale presso l’Accademia Pianistica Internazionale “Incontri col Maestro” di Imola.

Vincitrice di numerosi concorsi, svolge intensa attività concertistica in Italia e all’estero sia in veste di solista che di camerista, esibendosi per importanti Teatri (Bologna, Ferrara, Milano, Parma, Ravenna, Torino, Toulouse) e Istituzioni (Ravenna Festival, Società dei Concerti di Milano, “Musica Insieme” di Bologna, Regia Accademia Filarmonica di Bologna, Asolo Musica, Ascoli Piceno Festival ...) 

Ha collaborato con artisti di fama mondiale quali Riccardo Muti, Samuel Ramey, Mikahil Kugel, Gloria Banditelli, William Matteuzzi. Ha effettuato registrazioni per la R.A.I. Radio Televisione Italiana.

 

Il percorso di questo programma è straordinariamente significativo per quello che riguarda l’evoluzione dei rapporti tra ‘solista’ ed ‘accompagnatore’, principalmente in una delle forme più amate di tutta la letteratura cameristica dal barocco ai nostri giorni: la sonata per violino e pianoforte. Il tragitto parte dal primo Settecento, epoca in cui protagonista assoluto è il violino mentre alla tastiera, il clavicembalo, è affidato il solo compito di sostenere l’armonia. Esempio è la Sonata n. 4 di Händel, stilisticamente legata al modello italiano in quattro movimenti, dimostrazione del fatto che il genere da lui fosse considerato più di intrattenimento che di impegno, dove tutta l’importanza è attribuita allo strumento melodico mentre alla tastiera viene affidato il solo compito di sostegno armonico.

A partire dagli anni Sessanta del secolo la progressiva sostituzione del clavicembalo col pianoforte porta poi ad un ribaltamento del ruolo espressivo dei due strumenti e a volte l’arco diventa addirittura ‘ad libitum’. Le Sonate di Mozart costituiscono, tuttavia, il momento del passaggio e di raccordo tra passato e futuro: in particolare nelle opere viennesi egli forse per la prima volta rende i due co-protagonisti nella struttura formale ed espressiva della composizione. Come ben dimostra la Sonata K. 378, la sua ricerca approda a risultati diversi da quelli dei suoi contemporanei, che puntavano alla ricerca della semplice piacevolezza. Il mondo musicale che si apre ai nostri occhi è veramente nuovo: non più leziosa e dilettevole quasi disimpegnata esibizione musicale, ma grande sostanza tematica, profonda intensità melodica, straordinaria chiarezza costruttiva.

Da questo momento, quindi, si può parlare definitivamente di ‘musica da camera’:  e così sarà per il secolo a venire, quando gli autori che utilizzeranno questo organico prenderanno a prestito, pur con le necessarie modifiche dovute alla loro estetica, il modello messo a punto dai classici viennesi. Così dicasi, ad esempio, per Dvorak che nei quattro movimenti della Sonatina op.100, vuole recuperare l’equilibrio e le proporzioni classiche all’interno della quali innestare la libertà romantica e popolaresca della danza ceca. Il risultato è di grande effetto, soprattutto se pensiamo che esso è ottenuto attraverso grande economia di mezzi, alternando tristezza e allegria, nostalgia e ottimismo.

Gli ultimi due brani in programma rispecchiano invece la prassi del violinismo funambolico inaugurato da Paganini e che trova un emulo anche nella pagina di Milnstein: composizioni dove non si punta alla ricerca strutturale, ma alla dimostrazione delle abilità del solista. Una prassi seguita successivamente da tutti quegli interpreti che, non trovando nulla di adatto per mostrare la propria abilità, erano costretti a scrivere da sé i brani da concerto. È il caso di Sarasate che mostra la sua valentia nell’elaborazione di melodie ‘basche’ assai di moda tra Ottocento e Novecento.

 

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