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arte sui francobolli

- Giuseppe Arcimboldi -

1527 - 1593

 

Per la quarta emissione della serie "Arte" il 5 settembre 1977 viene emesso un francobollo dedicato a Giuseppe Arcimboldi.   La vignetta riproduce il dipinto "L'Inverno" conservato a Vienna  ³   170 L. L'inverno, opera di Giuseppe Arcimboldi policromo Dent.14 p • Stampa: calcografia e offset • Stampato da: I.P.S. Roma • Fogli da: 25 • Dim.: 40 × 48 (mm) • Dis. di A.Quieti • Tir.15.000.000


1,40 € Primavera, opera di Giuseppe Arcimboldi policromo • Tir.18.000  -  1,40 € Estate, opera di Giuseppe Arcimboldi policromo • Tir.18.000  -  1,40 € Autunno, opera di Giuseppe Arcimboldi policromo • Tir.18.000  -  1,40 € Inverno, opera di Giuseppe Arcimboldi policromo • Tir.18.000

Giuseppe Arcimboldo o Arcimboldi, come è nominato in diversi documenti d'archivio  è stato un pittore italiano, noto soprattutto per le sue grottesche "Teste Composte", ritratti burleschi eseguiti combinando tra loro, in una sorta di Trompe-l'œil, oggetti o elementi dello stesso genere (prodotti ortofrutticoli, pesci, uccelli, libri, ecc) collegati metaforicamente al soggetto rappresentato, in modo da desublimare il ritratto stesso.

Giuseppe Arcimboldo , figlio di Biagio, pittore accreditato presso la Veneranda Fabbrica del Duomo .  Presso la bottega paterna Giuseppe iniziò la sua attività artistica verso il 1549, anno in cui lo sappiamo impegnato nel disegno di cartoni che dovevano servire per la costruzione delle vetrate del Duomo. Tale impegno continuò negli anni successivi. Poco altro tuttavia si sa sulla restante attività artistica di Arcimboldo nel primo periodo milanese. Si deve tuttavia pensare che essa sia stata piuttosto intensa e neppure limitata al solo campo della pittura.

La formazione milanese dell'Arcimboldo lo vide dunque interessarsi a "diverse bizzarrie", e c’è da scommettere che tra queste abbiano avuto un posto di rilievo le caricature fisiognomiche rese celebri – come testimonia Giovanni Paolo Lomazzo – dal soggiorno milanese di Leonardo.

nel 1562 parte alla volta di vienna invitato a corte dal principe e futuro imperatore massimiliano II d'asburgo.  Nella capitale austriaca Giuseppe «...fu molto benvoluto e accarezzato da Massimiliano, et raccolto con grande umanità, et con honorato stipendio...»

Nonostante la fama internazionale presto raggiunta, il catalogo delle opere di Arcimboldo a noi pervenuto è piuttosto scarno; esso si incentra in larga misura sulle famose "Teste Composte" fisionomie grottesche ottenute attraverso bizzarre combinazioni di una straordinaria varietà di forme viventi o di cose.

Le sue opere più celebri sono in effetti le otto tavole  raffiguranti, in forma di ritratto allegorico, le quattro stagioni (Primavera, Estate, Autunno e Inverno) e i quattro elementi della cosmologia aristotelica (Aria, Fuoco, Terra, Acqua).

Alla morte di Massimiliano, Arcimboldo passò al servizio del successore Rodolfo II e – com'era prevedibile – incontrò subito la stima incondizionata del nuovo imperatore.

Per i lunghi anni di servizio prestati alla corte imperiale, oltre alla fama artistica ed al benessere economico, Arcimboldo beneficiò di speciali onorificenze fino ad essere nominato da Rodolfo Conte Palatino. Con la promessa di rimanere al servizio dell'imperatore, Giuseppe ottenne il permesso di tornare, nel 1587, nella sua Milano.

Gli anni del secondo periodo milanese furono ancora ricchi di impegno e di successi: a tale periodo risalgono i dipinti della Ninfa Flora e di Rodolfo II in veste di Vertunno, celebrate anch’esse – come le precedenti Teste Composte - da poeti e scrittori di corte.

Molti pittori tentarono di imitare le sue invenzioni fantastiche creando non pochi problemi nella esatta identificazione del suo catalogo.

Qualche decennio dopo la sua morte anche la sua fama iniziò a disperdersi. La riscoperta della sua produzione artistica da parte della critica dovette attendere il xx secolo. Nel Novecento la sua opera, vista come una singolare anticipazione di certi aspetti del surrealismo, ha incontrato particolare fortuna.

 
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