tra il 1718 e il 1720 il giovane si trasferisce a Roma. un viaggio decisivo per Giovanni Antonio Canal in quanto proprio a Roma ha i primi contatti con i pittori vedutisti. Tornato nella città natale, il Canaletto stringe contatti con i vedutisti veneziani, e comincia a dedicarsi a tempo pieno alla pittura di vedute.
Grazie alla sua notevole abilità e alla sua tecnica che nel giro di pochi anni aveva fatto grandi progressi, il Canaletto riesce in breve tempo a diventare uno dei pittori più affermati di Venezia, e, nel corso della seconda metà degli anni venti, per lui le committenze cominciano ad aumentare.
molte opere realizzate dal Canaletto durante la prima fase della sua carriera, al contrario delle abitudini del tempo, sono state dipinte "dal vero" (piuttosto che da abbozzi e da studi presi sul luogo per poi essere rielaborati nello studio dell'artista). Alcuni dei suoi lavori tardi tornano a questa abitudine, suggerita dalla tendenza per le figure distanti a essere dipinte come macchie di colore - un effetto prodotto dall'uso della camera oscura, che confonde gli oggetti distanti. I dipinti del Canaletto comunque si distinguono sempre per la loro grande accuratezza.
il mercato del Canaletto si riduce drasticamente quando la Guerra di successione austriaca (1741-1748) portò a un forte decremento dei visitatori britannici a Venezia e nel 1746 decide di trasferirsi a Londra. Il Canaletto comincia quindi a creare i rapporti con i suoi nuovi clienti. Accolto con iniziale diffidenza, riesce a ricevere comunque diverse commissioni da parte dell'aristocrazia inglese. farà ritorno nella città natale tra il 1755 e il 1756 per non spostarsi più.
Durante l'ultima fase della sua
carriera, approfondisce il
tema del capriccio, già affrontato
in gioventù: importante in questo
senso è il celeberrimo Capriccio
palladiano, conservato presso la
Galleria nazionale di Parma.
Nel 1763 Giovanni Antonio Canal viene nominato socio dell'Accademia Veneziana di Pittura e Scultura, e da questo momento in avanti non si hanno più notizie sicure sulla sua attività: è probabile che abbia continuato a dipingere fino alla sua scomparsa, avvenuta il 19 aprile del 1768, dopo “lungo compassionevole male” – annota il Gradenigo nei Notatori – nella sua casa di Corte della Perina, tuttora esistente, circondato dall'affetto dei famigliari, e venne sepolto nella chiesa di San Lio; a Venezia, la tradizione vuole che la sua tomba si trovi sotto il pavimento della quattrocentesca Cappella Gussoni, nella Chiesa di San Lio (Pelusi, 2007).
Nel frattempo, in questi anni, Joseph Smith vende gran parte della sua collezione al re Giorgio III, che ha così modo di creare la base per la grande collezione di dipinti di Canaletto di proprietà della Royal Collection.