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arte sui francobolli

CANALETTO

GIOVANNI ANTONIO CANAL     -     1697 - 1768

emissione 30 settembre 1968 - bicentenario della morte di antonio canal detto il canaletto - la vignetta raffigura il dipinto "la piazzetta"

50 L. Dipinto "La piazzetta" del Canaletto policromo Dent.14¼×14 p • Senza filigrana • Stampa: rotocalco • Stampato da: I.P.S. Roma • Fogli da: 25 • Dim.: 48 × 40 (mm) • Tir.18.000.000
 


  repubblica di san marino  

Pittore e incisore, caposcuola dei vedutisti veneti del Settecento. Si formò al seguito del padre Bernardo, pittore di teatro, e, verso il 1719, a Roma cominciò a dedicarsi alla pittura di paesaggio.  Il soprannome "Canaletto" gli venne dato per distinguerlo dal padre, o forse per la bassa statura.    Ispirato dal Vanvitelli,  dopo il suo ritorno a Venezia nel 1720, elaborò uno stile personale di vedute di Venezia e del suo entroterra, che incontrò il favore di un pubblico internazionale: ebbe tra i suoi committenti il principe di Liechtenstein e, soprattutto, J. Smith, banchiere, mercante e poi console inglese a Venezia che gli aprì le porte del ricco e nobile collezionismo inglese.

I suoi quadri, oltre a unire nella rappresentazione topografica architettura e natura, risultavano dall'attenta resa atmosferica, dalla scelta di precise condizioni di luce per ogni particolare momento della giornata e da un'indagine condotta con criteri di scientifica oggettività. Insistendo sul valore matematico della prospettiva l'artista, per dipingere le sue opere si avvaleva talvolta della camera ottica.

tra il 1718 e il 1720 il giovane si trasferisce a Roma. un viaggio decisivo per Giovanni Antonio Canal in quanto proprio a Roma ha i primi contatti con i pittori vedutisti.  Tornato nella città natale, il Canaletto stringe contatti con i vedutisti veneziani,  e comincia a dedicarsi a tempo pieno alla pittura di vedute.

Grazie alla sua notevole abilità e alla sua tecnica che nel giro di pochi anni aveva fatto grandi progressi, il Canaletto riesce in breve tempo a diventare uno dei pittori più affermati di Venezia, e, nel corso della seconda metà degli anni venti, per lui le committenze cominciano ad aumentare.

molte opere realizzate dal Canaletto durante la prima fase della sua carriera, al contrario delle abitudini del tempo, sono state dipinte "dal vero" (piuttosto che da abbozzi e da studi presi sul luogo per poi essere rielaborati nello studio dell'artista).  Alcuni dei suoi lavori tardi tornano a questa abitudine, suggerita dalla tendenza per le figure distanti a essere dipinte come macchie di colore - un effetto prodotto dall'uso della camera oscura, che confonde gli oggetti distanti. I dipinti del Canaletto comunque si distinguono sempre per la loro grande accuratezza.

il canaletto entra in contatto con Joseph Smith, personaggio che si rivelò poi decisivo per la carriera dell'artista. Smith, ricchissimo collezionista d'arte e poi console britannico a Venezia tra il 1744 e il 1760, diventa il principale intermediario tra il pittore e i collezionisti inglesi. Inizialmente Smith fu un suo cliente,  uno tra i più facoltosi.  Quindi Smith, dopo essere stato cliente dell'artista, svolge per lui un ruolo di "mecenate" e di intermediario con la ricca clientela inglese.

il mercato del Canaletto si riduce drasticamente quando la Guerra di successione austriaca (1741-1748) portò a un forte decremento dei visitatori britannici a Venezia  e nel 1746 decide di trasferirsi a Londra.  Il Canaletto comincia quindi a creare i rapporti con i suoi nuovi clienti.   Accolto con iniziale diffidenza, riesce a ricevere comunque diverse commissioni da parte dell'aristocrazia inglese.  farà ritorno nella città natale tra il 1755 e il 1756 per non spostarsi più.

Durante l'ultima fase della sua carriera,  approfondisce il tema del capriccio, già affrontato in gioventù: importante in questo senso è il celeberrimo Capriccio palladiano, conservato presso la Galleria nazionale di Parma.  Nelle vedute e nei capricci, la sua pittura, segnata all'inizio da una maggiore libertà di tocco, più precisa e meticolosa in seguito, rivela acuto senso del colore, gusto personale nel taglio della veduta prospettica, grande sensibilità per i valori di luce e di atmosfera.

Nel 1763 Giovanni Antonio Canal viene nominato socio dell'Accademia Veneziana di Pittura e Scultura, e da questo momento in avanti non si hanno più notizie sicure sulla sua attività: è probabile che abbia continuato a dipingere fino alla sua scomparsa, avvenuta il 19 aprile del 1768, dopo “lungo compassionevole male” – annota il Gradenigo nei Notatori – nella sua casa di Corte della Perina, tuttora esistente, circondato dall'affetto dei famigliari, e venne sepolto nella chiesa di San Lio; a Venezia, la tradizione vuole che la sua tomba si trovi sotto il pavimento della quattrocentesca Cappella Gussoni, nella Chiesa di San Lio (Pelusi, 2007).

Nel frattempo, in questi anni, Joseph Smith vende gran parte della sua collezione al re Giorgio III, che ha così modo di creare la base per la grande collezione di dipinti di Canaletto di proprietà della Royal Collection.

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