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arte sui francobolli

CORREGGIO

ANTONIO ALLEGRI  -  CA. 1489 - 1534

"Tengasi per certo che nessuno meglio di lui toccò colori..............tanta era la morbidezza della carni ch'egli faceva, e la grazia con che è finiva i suoi lavori!" -  vasari

500 L. Adorazione dei magi, dipinto del Correggio policromo Dent.13¼×14 p • Stampa: rotocalco • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 25 dittici • Dim.: 30 × 40 (mm) • Tir.4.000.000
500 L. Adorazione dei magi, dipinto del Correggio policromo Dent.13¼×14 p • Stampa: rotocalco • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 25 dittici • Dim.: 30 × 40 (mm) • Tir.4.000.000

Il 21 ottobre 1989, per la consueta emissione natalizia, due francobolli emessi in dittici. E' stata riprodotta un'opera del Correggio (ne ricorre il quinto centenario della nascita), una "Adorazione dei Magi" custodita al Museo di Brera, a Milano.

La scena è volutamente asimmetrica, ma bilanciata con cura. Sotto un portico con colonne, a sinistra, si trova la Madonna col Bambino in grembo, seduta informalmente sui gradi e davanti a san Giuseppe che sporge dietro una colonna reggendo uno dei regali dei re appena ricevuti. In basso si è già prostrato il primo dei re che, deposta la corona sul turbante bianco a terra, riceve la benedizione dal Cristo. Un altro proviene lungo la diagonale da destra e sta per inginocchiarsi, col proprio dono ancora in mano, mentre il terzo, un africano, sta ancora finendo di prepararsi con l'inserviente, anche se ha già lo sguardo rivolto al "re dei re".   Dietro Maria, su un muretto, si arrampica un'edera, simbolo dell'immortalità dell'anima. Un gruppo di cherubini appare poi in alto, davanti alla colonna che fa da sfondo a Maria. In generale la composizione spicca per originalità grazie  alla fuga prospettica al centro, tramite i gradini, all'importanza riservata alle estremità a fronte di un centro quasi vuoto. Interessante il paesaggio, venato di notazioni meteorologiche, come il vento che agita le fronde degli alberi.


0,20 € Ritratto di donna del Correggio policromo Dent.14¼×13¼ p • Senza filigrana • Stampa: rotocalco • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 100 • Dim.: 25 × 30 (mm) • Dis. di L.Vangelli

emissione del 1 marzo 2002 - serie "donne nell'arte" - la vignetta raffigura il volto di danae - 

danae è un dipinto a olio su tela (161x193 cm), databile al 1531-1532 circa e conservato nella Galleria Borghese di Roma. 
Il dipinto è ispirato al mito dell'eroina greca Danae, figlia del re di Argo Acrisio: avendo un oracolo predetto al padre che sarebbe stato ucciso da un figlio nato da lei, venne fatta rinchiudere in una torre di bronzo ma Giove la raggiunse nella sua prigione sotto forma di pioggia d'oro e la rese madre di Perseo. Nell'arte italiana è una delle prime raffigurazioni di questo soggetto.  Correggio rappresenta Danae giacente sul letto mentre  Cupido  le scopre il sesso e la pioggia d'oro inizia a cadere dalla nube.  Ai piedi del letto due amorini testano su una pietra le frecce d'oro e quelle di piombo.   Il fulcro della scena è giocato su un calibratissimo accordo di colori chiari fra il bianco candido del lenzuolo e il corpo color perla della Danae. Questa è rappresentata come una fanciulla che, ignara della nostra presenza, sorride fra sé e sé mentre accoglie dolcemente nel grembo le gocce d’oro.

 

REPUBBLICA DI SAN MARINO


 
 

prendendo spunto dalla cultura del Quattrocento e dai grandi maestri dell’epoca, quali Leonardo, Raffaello, Michelangelo e Mantegna, inaugurò un nuovo modo di concepire la pittura ed elaborò un proprio originale percorso artistico, che lo colloca tra i grandi del Cinquecento.

In virtù della dolcezza espressiva dei suoi personaggi e per l’ampio uso prospettico, sia nei dipinti sacri che in quelli profani, egli si impose  come il portatore più moderno e ardito degli ideali del Rinascimento. Infatti, all’esplosione del colore veneziano e al manierismo romano, contrappose uno stile fluido, luminoso, di forte coinvolgimento emotivo.

Nello sforzo di ottenere la massima espressione di leggerezza e di grazia, Correggio fu un precursore della pittura illusionistica. Introdusse luce e colore perché facessero da contrappeso alla forma e sviluppa così nuovi effetti di chiaro-scuro, creando l’illusione della plasticità con scorci talora duri e con audaci sovrapposizioni.

 L’illuminazione e la struttura compositiva in diagonale gli permisero anche di ottenere una significativa profondità spaziale nei suoi dipinti, caratteristica quest’ultima, tipica del suo stile.

 Le maestose pale d’altare degli anni venti sono di spettacolare concezione, con gesti concatenati, espressioni sorridenti, personaggi intriganti, colori suadenti.

La luce, declinata secondo un chiaroscuro morbido e delicato, ne fece uno dei punti di non ritorno della pittura, capace di influenzare movimenti artistici tra loro diversissimi come il barocco di Giovanni Lanfranco e Baciccio e il neoclassicismo di Anton Raphael Mengs.

 

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