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arte sui francobolli

PIERO DELLA FRANCESCA

ca. 1410 - 1492


Il 13 novembre 1993 per la celebrazione del Santo Natale viene riprodotta su francobollo "L'Annunciazione" di Piero della Francesca. Il dipinto fa parte del Polittico delle Monache di S.Antonio in Perugia.  Il francobollo, che rimpicciolisce il dipinto, non rende la dovuta giustizia al grande teorico del colore e della prospettiva    ²   750 L. Annunciazione, dipinto di Piero della Francesca policromo Dent.13¼×14 p • Stampa: rotocalco • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 50 • Dim.: 30 × 40 (mm) • Tir.3.000.000

 

  


In occasione del Giubileo, il 10 marzo 2000, per la serie "Vita di Gesù", viene emesso un francobollo che raffigura un'opera di Piero della Francesca. La vignetta riproduce un particolare del dipinto "La resurrezione di Cristo" conservato presso la Pinacoteca comunale di Sansepolcro    

     1200 L. - 0,62 € Dipinto "La resurrezione di Cristo" di Piero della Francesca policromo Dent.13¼×14 p • Stampa: rotocalco • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 50 • Dim.: 30 × 40 (mm) • Dis. di Centro filatelico I.P.Z.S. • Tir.6.000.000

 


Il 9 giugno 2001 in occasione del quinto centenario della nascita di Giovanni della Rovere, viene emesso un francobollo commemorativo. Per la vignetta è stata scelta "la Madonna di Senigallia", piccolo dipinto su tavola di noce, di Piero della Francesca.

800 L. - 0,41 € Dipinto "Madonna col Bambino" di Piero della Francesca policromo Dent.14 p • Stampa: calcografia e offset • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 25 • Dim.: 40 × 48 (mm) • Dis. di R.Morena • Tir.3.500.000


0,03 € Ritratto di donna di Piero della Francesca policromo Dent.14¼×13¼ p • Senza filigrana • Stampa: rotocalco • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 100 • Dim.: 25 × 30 (mm) • Dis. di C.Bruscaglia

emissione del 1 marzo 2002 - serie donne nell'arte - ritratto di donna di piero della francesca, particolare tratto dagli affreschi del ciclo sulla leggenda della vera croce nel coro della chiesa di san francesco ad arezzo.  la scena dominata da un grande equilibrio, con uno stile sobrio ma maestoso e ricco di contrasti di colore mostra l'incontro tra la regina di saba e salomone, che avviene entro un palazzo classicheggiante. la regina è rappresentata nell'atto di inchinarsi in segno di umiltà e sottomissione. 

 


REPUBBLICA DI SAN MARINO


S M O M

 

VATICANO

   

La sua pittura si contraddistingue per l'estremo rigore prospettico e matematico applicato alle sue opere, che risultano immerse in una luminosità solare, grazie al sapiente uso dei colori.

La luce chiara individua ogni oggetto, ne evidenzia la forma e la posizione, dà all'osservatore una sensazione di certezza, di rigore, di concezione razionale, addirittura matematica dello spazio di percezione visiva, completa e definitiva.  Alla chiarezza contribuisce anche il colore che dà un volume concreto a oggetti e persone raffigurati.

Le notizie sulla vita di Piero di Benedetto dei Franceschi, più noto come Piero della Francesca, dal nome della famiglia, sono frammentarie. Per anni si è fissata la sua data di nascita al 1406, notizia desunta dal Vasari. Un documento del 1439 lo attesta, però, a bottega da Domenico Veneziano, dunque a lui sottoposto. Il fatto presuppone che Piero fosse molto giovane e porta a spostare la data di nascita a dopo il 1410. Il luogo natio è Borgo Sansepolcro, ma la formazione è in ambiente fiorentino.

Proprio a Firenze, in quel 1439, Piero attende con il maestro Veneziano agli affreschi di Sant’Egidio.  Alla data del 1439, Piero conosce bene le nozioni prospettiche del Brunelleschi, le teorizzazioni dell’Alberti, forse anche lo studio della luce dell’Angelico e le geometrizzazioni di Paolo Uccello.

Poco dopo il 1440, lascia per sempre Firenze. Nel 1442 è a Borgo Sansepolcro, dove si candida alle elezioni come consigliere popolare. Lo stesso anno, la Confraternita della Misericordia gli commissiona un polittico da realizzare in tre anni: Piero, però, impiegherà ben tre lustri ad ultimarlo.

Nel 1451 è a Rimini, ove lavora al Tempio malatestiano, realizzando l’affresco di Sigismondo Malatesta. L’anno seguente si reca ad Arezzo, su richiesta della famiglia Bacci. Dopo la morte del pittore Bicci di Lorenzo, la sua presenza è necessaria per portare a compimento gli affreschi del coro di San Francesco. Pochi anni dopo è ad Urbino, per attendere alla tavola con “La Flagellazione”. La datazione di quest’opera ha dato rilevanti problemi ed oscilla tra il 1445 e il 1459-60.

Nel frattempo, a Perugia affresca una tavola del polittico di Sant’Antonio. Dal 1475 in poi la sua attività sembra arrestarsi. Ne è probabile causa una malattia agli occhi, che secondo Vasari lo conduce alla cecità totale. La notizia non troverebbe conferma nel testamento di Piero, datato al 1487, nel quale egli afferma di essere in piena salute.

Agli anni Settanta appartengono una “Madonna” di Senigallia, una “Sacra conversazione” di Brera. Negli ultimi anni di vita Piero si dedica alla scrittura, lasciando ai posteri tre libri scientifici: “De corporibus regolaribus”, “Trattato d’abaco” e “De prospectiva pingendi”. Muore il 12 ottobre del 1492 nel suo paese natio.


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