indice

arte sui francobolli

Dosso Dossi

GIOVANNI  LUTERI    -   ca. 1486 - 1542

 

il 5 novembre 1999, per la ricorrenza del Santo Natale viene emesso un francobollo che riproduce "La Natività" di Dosso Dossi.  Il dipinto, di piccole dimensioni, è sicuramente uno dei più belli dell'artista.   Attualmente patrimonio della Galleria Borghese a Roma.

1000 L. - 0,52 € La natività, dipinto di Dosso Dossi policromo Dent.13¼×14 p • Stampa: rotocalco • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 50 • Dim.: 30 × 40 (mm) • Dis. di Centro filatelico I.P.Z.S. • Tir.3.000.000
 


I dati biografici sull'artista sono scarsi. Non se ne conosce con esattezza né la data né il luogo di nascita.   Nella sua formazione Dosso non attinse direttamente alla prestigiosa scuola ferrarese del Quattrocento, ma vi fu influenzato solo dopo avre già imparato i segreti dei pittori veneti, in particolare Giorgione. A questi insegnamenti di base aggiunse poi rimandi alla cultura classica e a Raffaello, oltre a una propria attitudine narrativa ben sviluppata.

Nel 1510 si trovava a Mantova, al servizio dei Gonzaga, e nel 1514 fu nominato pittore di corte a Ferrara. In tale veste fu coinvolto nelle principali imprese decorative di Alfonso d'Este.   A lui è infatti attribuita la coreagrafia generale dell'apparato decorativo, a cui parteciparono da Venezia anche Giovanni Bellini e Tiziano, nonché la realizzazione di alcuni dipinti, tra cui il Trionfo di Bacco in India per il quale Raffaello aveva fornito i disegni senza però riuscire a dipingerlo per l'improvvisa scomparsa.

Con frequenti viaggi  Dosso si tenne sempre aggiornato alle ultime novità dei centri artistici nevralgici della penisola, avviando soprattutto un proficuo dialogo con Tiziano, da cui riprese la ricchezza cromatica e le ampie aperture paesistiche. Nonostante ciò nella sua arte non si registrano forti scarti stilistici tra le varie fasi, ma piuttosto l'uso di registri diversi a seconda del soggetto: monumentale per le pale d'altare, più fluido e ricco d'inventiva per i soggetti letterari e mitologici, che tutt'ora sono la parte della sua produzione più apprezzata dalla critica.   Per un periodo fu in contatto con Michelangelo, dipingendo massicci nudi virili.

Negli ultimi anni accentuò i contrasti del chiaroscuro e i rimandi simbolici nelle opere.

 

 


Inizio pagina

Home