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arte sui francobolli

FILIPPINO LIPPI

FILIPPO LIPPI DETTO FILIPPINO PER DISTINGUERLO DAL PADRE     -     1457 - 1504


emissione 25 novembre 1957 - commemorazione 5° centenario della nascita di filippino lippi - la vignetta raffigura un autoritratto dell'artista. si tratta di un affresco staccato su embrice di terracotta (50x31 cm), databile al 1485 circa e conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

25 L. Autoritratto di Filippino Lippi bruno Dent.14¼×14 p • Filigrana stelle II • Stampa: calcografia in rotativa • Stampato da: I.P.S. Officina carte valori • Fogli da: 50 • Dim.: 24 × 40 (mm) • Tir.10.000.000 • Val.:31 dicembre 1958
 


La pittura di Filippino è tra le più rappresentative dell'evoluzione a Firenze avvenuta alla fine del XV secolo: dall'età dell'equilibrio e della purezza lineare l'arte venne traghettata all'esasperazione espressiva e alle tensioni appassionate, che sfociarono poi nel manierismo.   Fu uno dei primi pittori in assoluto a usare, sebbene relegata a dettagli secondari, una pennellata visibile e pastosa, "impressionistica". Il suo esempio venne ripreso e sviluppato da alcuni artisti fiorentini ed è possibile tracciare una linea ideale che lega lo sviluppo di questa tecnica, attraverso Parmigianino, il tardo Tiziano, Rubens, Rembrandt,  fino ad arrivare agli impressionisti.

Dal suo maestro Sandro Botticelli riprese lo stile lineare, ma lo usò per creare opere in cui risaltasse il carattere irreale della scena con figure allungate e scene ricche di dettagli fantasiosi. Dopo un viaggio a Roma compiuto tra il 1488 e il 1492, dove studiò i monumenti antichi e gli affreschi di Pinturicchio, riportò a Firenze il gusto per la decorazione a grottesche, che ne suoi dipinti divenne decorazione "animata", misteriosa, fantastica e inquietante, legandosi al clima di crisi politica e culturale della Firenze di Girolamo Savonarola.

In quegli anni Filippino visse, come tutti i fiorentini, le questioni legate all'ascesa e alla caduta di Savonarola e le lotte tra i due partiti, uno favorevole al frate (i Piagnoni) e uno favorevole ai Medici (i Palleschi), che si affrontarono più volte anche in scontri aperti. Si delineava in quegli anni anche un'arte su due binari, a seconda della committenza da parte di simpatizzanti di uno o dell'altro partito. Così accanto ad opere sfarzose dell'aristocrazia legata ai Medici, si assiste anche alla produzione di opere di austero ascetismo, legate alle predicazioni del frate ferrarese, che riguardarono molti artisti. Filippino non sembra che abbia vissuto una crisi mistica come Botticelli, ma lavorò piuttosto per l'una e l'altra sponda.

nel 1472 risulta iscritto alla compagnia di san luca di firenze come collaboratore di botticelli, l'artista che maggiormente influenzerà la sua arte.

filippino diviene ben presto stimatissimo, difatti nel 1480 riceve l'incarico di terminare gli affreschi in santa maria del carmine, lasciati incompiuti dal grande masaccio.

la sua pittura verso la fine del secolo presenta quelle caratteristiche che la contraddistingueranno per tutto il resto della carriera del pittore; composizioni elaborate, colori chiari e ambienti architettonici minuziosamente descritti.

nel 1500 inizia gli affreschi della cappella in santa maria novella.

L'ultima opera fu: la Deposizione per la chiesa della Santissima Annunziata di Firenze, che rimase incompiuta, a causa della sua morte nell'aprile del 1504, e che venne completata dal Perugino. Pochi mesi prima aveva fatto in tempo a partecipare a una commissione che decise la collocazione del David di Michelangelo, seguendo proprio la proposta di Filippino che pensò all'Arengario davanti a Palazzo Vecchio in piazza della Signoria.

Filippino fu sepolto a ridosso della chiesa di San Michele Visdomini, come ricorda una targa apposta in epoca recente. La sua morte fu molto rimpianta da suoi concittadini, che dovevano stimarne molto anche le qualità umane, oltre che artistiche. Come si usava per i funerali principeschi, per il corteo funebre di Filippino vennero chiuse tutte le botteghe su via de' Servi.


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