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arte sui francobolli

GIACOMO MANZU'

PSEUDONIMO DI GIACOMO MANZONI     -     1908 - 1991


600 L. caratteristiche francobollo: policromo Dent.14¼×13¼ p • Stampa: rotocalco • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 100 • Dim.: 25 × 30 (mm) • Tir.5.000.000     -     27 aprile 1987, emissione di un francobollo commemorativo del 50' anniversario della morte di Antonio Gramsci.   Il bozzetto è stato realizzato da Giacomo Manzù, che rappresenta una immagine di Gramsci molto più  scapigliata e giovanile rispetto a quella solitamente conosciuta.


emissione 26 settembre 1997 - centenario della nascita di papa paolo VI. la vignetta raffigura, in secondo piano, la "porta della morte" realizzata dallo scultore giacomo manzù.     -     4000 L. - Ritratto di Paolo VI e porta della morte di Giacomo Manzù, a san Pietro azzurro Dent.13¼×14 p • Stampa: calcografia • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 50 • Dim.: 30 × 40 (mm) • Dis. di A.Ciaburro • Tir.3.000.000    

emissione del 30 ottobre 2009 - maestri italiani del 900 - guantanamera opera di giacomo manzu'. la vignetta riproduce un particolare della scultura in marmo realizzata nel 1970 (collezione privata - new york)     -     0,60 € caratteristiche francobollo:  policromo Dent.13¼×13 b • Stampa: rotocalco • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 50 • Dim.: 30 × 40 (mm) • Tir.4.000.000

L'attività di scultore di Giacomo Manzù fu appena viziata dal primitivismo in quegli anni assai diffuso, ma dopo un viaggio a Parigi e la scoperta di Medardo Rosso, dimostrò ben presto quella originale sensibilità luministica e quella "tenerezza" plastica che saranno doti permanenti del suo stile.

L'immagine plastica di Manzù si affermò come figurativa, con accenti a volte psicologici e perfino drammatici e narrativi. Non fu mai monumentale, nè idealizzata, nè decorativa, ma ricca di forza umana.

L'ispirazione, inizialmente religiosa, si trasformò col progredire dell'opera in un'alta religiosità laica d'amore e di pietà per l'esistenza umana

Questi valori trovano una rigorosa esaltazione nel ciclo di bassorilievi in bronzo con "crocefissioni e deposizioni" e il loro culmine poetico nella "Porta della morte" per San Pietro a Roma.

S'avvicina all'arte durante il servizio militare,  studia le porte di San Zeno e i calchi dell'Accademia di Belle Arti Gian Bettino Cicognini.

Nel 1929, dopo un breve soggiorno a Parigi, Manzù va a vivere a Milano, dove l'architetto Giovanni Muzio gli commissiona la decorazione della cappella dell'Università Cattolica.

Nel 1933, espone alla Triennale di Milano una serie di busti che gli valgono numerosi apprezzamenti e l'anno successivo tiene la sua prima mostra importante con il pittore Aligi Sassu.

Nel 1939 inizia a produrre una serie di bassorilievi in bronzo (stiacciato fiorentino), le Deposizioni e le Crocifissioni per la serie Cristo nella nostra umanità, in cui il tema sacro della morte di Gesù Cristo viene usato per simboleggiare prima la brutalità del regime fascista e poi gli orrori della guerra. L'esposizione delle opere, tenutasi a Milano nel 1942, verrà severamente criticata dalle autorità politiche ed ecclesiastiche.

Nel dopoguerra insegna all'Accademia di Brera, fino al 1954, e quindi alla Sommerakademie di Salisburgo fino al 1960. È in quella città che conosce Inge Schabel, che diventerà la sua compagna di vita.  è in quel periodo che inizia a lavorare alla realizzazione della Porta della Morte per la Basilica di San Pietro in Vaticano.

la porta vaticana, che impegna l’artista dal 1947 al 1964, diviene l’epicentro di una poetica che nel dialogare con la tradizione ne rifiuta gli aspetti più strettamente accademici.

Realizza la Porta della Pace e della Guerra per la chiesa di Saint Laurens a Rotterdam (1965-1968) e, dopo circa dieci anni di bassorilievi, torna all'opera a figura intera realizzando in bronzo figure femminili.

 

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