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arte sui francobolli

Giuseppe Pellizza da Volpedo

1868 - 1907

varietà occasionale: stampa con i colori fuori registro

emissione del 28 aprile 1990 - centenario del I° maggio - nella vignetta, in primo piano, vengono raffigurate le figure centrali del dipinto "il quarto stato" di pellizza da volpedo        

600 L. Il quarto stato, dipinto di Pellizza da Volpedo policromo Dent.13¼×14 p • Stampa: rotocalco • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 50 • Dim.: 30 × 40 (mm) • Dis. di E.Donnini • Tir.4.000.000


Il 15 settembre 2001 viene emesso un francobollo commemorativo per il centenario dell'ultimazione del dipinto "QUARTO STATO" di Giuseppe Pellizza da Volpedo.   La grafica del francobollo non rende merito all'opera dell'artista.

1000 L. - 0,52 € Dipinto "Quarto stato" di Giuseppe Pellizza da Volpedo bruno Dent.14¼×13¼ p • Stampa: calcografia • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 50 • Dim.: 51 × 30 (mm) • Dis. di R.Morena • Tir.3.500.000
 


 

pittore dapprima divisionista, poi esponente della corrente sociale, autore del celeberrimo Il Quarto Stato, vera allegoria del mondo del lavoro subordinato e delle sue battaglie politico-sindacali.

Pellizza da Volpedo era figlio di agricoltori, frequentò una scuola tecnica  dove apprese i primi rudimenti del disegno. Grazie alle conoscenze ottenute con la commercializzazione dei loro prodotti, i Pellizza entrarono in contatto con i fratelli Grubicy che ne promossero l'iscrizione all'Accademia di Belle Arti di Brera dove fu allievo di Francesco Hayez e di Giuseppe Bertini.

 Espose per la prima volta a Brera nel 1885. Terminati gli studi milanesi, Pellizza decise di proseguire il tirocinio formativo, recandosi a Roma, dapprima all'Accademia di San Luca poi alla scuola libera di nudo all'Accademia di Francia a Villa Medici.

 Deluso da Roma, abbandonò la città prima del previsto per recarsi a Firenze, dove frequentò l'Accademia di Belle Arti con Giovanni Fattori come maestro.

 Nel 1889 visitò Parigi in occasione dell'Esposizione universale. Frequentò poi l'Accademia Ligustica a Genova.  Al termine di quest’ultimo tirocinio, ritornò al paese natale, dove sposò una contadina del luogo, Teresa Bidone, nel 1892. Da quello stesso anno, cominciò ad aggiungere "da Volpedo" alla propria firma.

Il pittore in questi anni abbandona progressivamente la pittura ad impasto per adottare il divisionismo. Si confrontò così con altri pittori che usavano questa tecnica, soprattutto con Giovanni Segantini, Angelo Morbelli,  Emilio Longoni e, in parte, anche con Gaetano Previati.   Nel 1891 espose alla Triennale di Milano, facendosi conoscere al grande pubblico.

 Nel 1901, portò a termine Il Quarto Stato, a cui aveva dedicato dieci anni di studi e fatica.  L'opera, esposta l'anno successivo alla Quadriennale di Torino, non ottenne il riconoscimento sperato, anzi scatenò polemiche e sconcerto presso molti dei suoi amici. Deluso, finì per abbandonare i rapporti con molti letterati e artisti dell'epoca, con i quali già da tempo intratteneva fitti rapporti epistolari.

Morto nel frattempo Segantini, nel 1904 Pellizza intraprese un viaggio in Engandina, luogo segantiano, al fine di riflettere maggiormente sulle motivazioni e sull'ispirazione del pittore da lui considerato suo maestro.

Nel 1906, grazie alla sempre maggiore circolazione delle sue opere in esposizioni nazionali e internazionali, fu chiamato a Roma, dove riuscì a vendere un'opera perfino allo Stato: ‘’Il sole’’, destinato alla Galleria di Arte Moderna. Sembrava l'inizio di un nuovo periodo favorevole, in cui finalmente l'ambiente artistico e letterario riconosceva i temi delle sue opere. Ma l'improvvisa morte della moglie, nel 1907, gettò l'artista in una profonda crisi depressiva. Il 14 giugno dello stesso anno, non ancora quarantenne, si suicidò impiccandosi nel suo studio di Volpedo.


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