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arte sui francobolli

POLLAIOLO

ANTONIO BENCI     -     ca. 1431-1498


 

Il 3 gennaio 1998, per il quinto centenario della morte di Antonio Pollaiolo, viene emesso un francobollo per la Serie "Arte", dedicato a questo singolare artista. La vignetta raffigura il dipinto "Ercole e l'Idra", conservato a Firenze nella Galleria degli Uffizi     -     800 L. Ercole e l'idra, dipinto del Pollaiolo policromo Dent.14 p • Stampa: rotocalco • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 25 • Dim.: 40 × 48 (mm) • Tir.3.000.000


emissione 8 luglio 1998 - serie donne nell'arte     - 650 L. Ritratto di donna del Pollaiolo policromo Dent.14¼×13¼ p • Senza filigrana • Stampa: rotocalco • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 100 • Dim.: 25 × 30 (mm) • Dis. di L.Vangelli     -     emissione 28 gennaio 1999 - serie donne nell'arte     -     650 L. - 0,34 € Ritratto di donna del Pollaiolo policromo Dent.14¼×13¼ p • Senza filigrana • Stampa: rotocalco • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 100 • Dim.: 25 × 30 (mm) • Dis. di L.Vangelli   
Fu discepolo di Domenico Veneziano, ma subì una forte influenza artistica da Donatello e da Andrea del Castagno.   

Spaziò dalla pittura alla scultura all'oreficeria, esprimendo le arti come strumento per esternare il suo stile, che sovente minimizzava la rappresentazione in sé, per uscire prepotentemente. La sua bottega fu una delle più importanti ed interessanti in città, ed era in competizione con quella di un altro grande maestro: Andrea del Verrocchio. Presso Antonio erano impiegati numerosi apprendisti e collaboratori, impegnati nella produzione di statue, dipinti, opere a rilievo e anche manufatti tessili.

Egli unì allo studio delle proporzioni antiche una profonda conoscenza dell'anatomia umana, per conferire ai suoi personaggi maggiore coerenza e credibilità; un primo esempio in questo senso è dato dalla Battaglia dei nudi, un'incisione su rame. La scena non ha un senso preciso, se non quello di presentare un repertorio di figure nel corso di un'azione di guerra e riunite in un insieme ben bilanciato. La propensione dell'artista verso il linearismo risulta evidente dalle linee di contorno dei personaggi, ciascuno immortalato nell'atto di compiere il suo gesto, con particolare attenzione alla resa naturale dei corpi.
Nel campo della scultura Antonio prediligeva le piccole composizioni in bronzo e non si rivolgerà mai al marmo. Tra le opere più celebri, va innanzitutto menzionato il gruppo di Ercole e Anteo, eseguito per Lorenzo il Magnifico. Le figure sono disposte su due archi contrapposti e spiccano per la forte gestualità e l'esasperazione dei movimenti; molto accurata è la resa dei dettagli anatomici, attraverso linee nette che quasi "scarnificano" il modello, fino ad individuare i tendini tesi per lo sforzo.
Contemporaneamente all'attività di scultore Antonio vi affiancò quella di pittore, che manifestava il suo bisogno di spaziare in diversi campi e con diverse tecniche, alla base delle quali restava il disegno.

Il suo interesse verso la mitologia lo portò a realizzare per il Palazzo Medici negli anni sessanta del Quattrocento le Fatiche di Ercole, in tre tele perdute, ma di cui esiste una riproduzione in due piccole celebri tavolette oggi agli Uffizi: Ercole e l'idra e Ercole e Anteo.

L'artista viene ricordato anche per i freschissimi ritratti di Giovani gentildonne, quasi tutte anonime: la più nota è certamente la Ragazza di profilo,  anche se si tratta di un'opera variamente attribuita sia ad Antonio che a Piero (la critica comunque recentemente sembra protendere per il primo - cfr. A. Galli, 2005, p. 35).

Secondo le sue volontà testamentarie fu sepolto a Roma, nella basilica di San Pietro in Vincoli, sulla sinistra, entrando in chiesa.

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