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arte sui francobolli

SASSOFERRATO

GIOVAN BATTISTA SALVI     -     1609 - 1685

 22 novembre 1976 - 4° emissione della serie "uomini illustri" nella vignetta un autoritratto del sassoferrato conservato nella galleria degli uffizi in firenze - 170 L. Sassoferrato policromo Dent.14×13¼ p • Stampa: rotocalco • Stampato da: I.P.S. Roma • Fogli da: 100 • Dim.: 25 × 30 (mm) • Dis. di E.Donnini • Tir.15.000.000

     

Il 15 giugno 1985, per la undicesima edizione della serie "Arte" viene emesso un francobollo dedicato a Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato.   La vignetta riproduce il dipinto "Madonna orante" conservato nella Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano     -     350 L. Madonna orante, dipinto del Sassoferrato policromo Dent.14 p • Stampa: calcografia e offset • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 25 • Dim.: 40 × 48 (mm) • Dis. di R.Morena • Tir.5.000.000

 

Poco si sa della biografia del Sassoferrato.  Dal 1640 visse un periodo molto proficuo dal punto di vista artistico e dipinse parecchi ritratti, oltre a numerose copie di dipinti di altri famosi pittori.  Per quanto concerne la produzione artistica,  egli è stato giustamente chiamato “il pittore delle Madonne”.   Infatti, realizzò centinaia di tele dedicate a questo soggetto (fra cui la Vergine orante, detta “Madre dolorosa” conservata presso il Museo Civico-Pinacoteca di Pesaro) e la sua predilezione per le immagini sacre lo accomuna a tutta un’epoca in cui la Controriforma aveva portato a celebrare l’iconografia religiosa ed il culto mariano in particolare.

Se il successo delle Madonne da lui raffigurate fu enorme, è anche vero che, col tempo, le Madonne del Sassoferrato, reputate “uguali le une alle altre”, andarono perdendo d’interesse; a ciò contribuirono anche il graduale calo della fede religiosa e la diminuita importanza del culto mariano; infine, anche la gran quantità di Vergini del Sassoferrato confluite nelle aste pubbliche portò alla svalutazione delle sue opere. Tutti questi elementi sancirono l’oblio del pittore.

Tuttavia la generale rivalutazione della pittura italiana del XVII secolo ha permesso di guardare con occhio nuovo le sue tele (distinte fra opere originali, repliche e copie tardive) e di coglierne la sorprendente qualità pittorica.

 Il Sassoferrato dipinse raramente tele destinate ad ornare pale d’altare; ciò per una scelta volontaria e per una personale predilezione per dipinti di piccolo formato.   Dipinse invece molti quadri di enormi dimensioni, raffiguranti episodi religiosi.   Curò pochissimo la pittura profana, fatta eccezione per la assai amata ritrattistica . Oltre al celebre Autoritratto (Firenze, Galleria degli Uffizi), di piccolo formato e dalle austere tonalità, vanno ricordati i numerosi ritratti di ecclesiastici,  mentre rarissimi sono i ritratti di donne.

Copiando le opere di celebri pittori, quali Barocci,  Raffaello, Tintoretto,  riuscì, con rigore e chiarezza, a “farle sue”, rappresentando così un caso unico nella pittura italiana.

i disegni del sassoferrato sono prevalentemente schizzi preparatori di alcune tele e colpiscono per il tratto deciso e quasi mai ripassato, per la nitidezza, per l’accurata fattura. In ogni caso, tutta la sua produzione  è un’aspirazione alla perfezione.  Lo dimostrano la classicità delle forme, la rigorosa compostezza delle immagini, gli splendidi e sapienti accostamenti cromatici (prevalentemente il rosso e l’azzurro). Ne deriva la profonda originalità dell’artista rispetto ai suoi contemporanei, anche se molti dubbi sulle sue vicende e sulla sua produzione artistica non sono stati ancora fugati.

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