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arte sui francobolli

GIACOMO SERPOTTA

1656 - 1732


Per la terza emissione della serie "Arte", il 26 luglio 1976, viene emesso un francobollo dedicato a l'artista Giacomo Serpotta.  La vignetta rappresenta l'opera "La Fortezza"     -     150 L. Fortezza, opera di Serpotta rosso e nero Dent.14¼×14 p • Stampa: calcografia e offset • Stampato da: I.P.S. Roma • Fogli da: 25 • Dim.: 40 × 48 (mm) • Dis. di R.di Giuseppe • Tir.15.000.000

Figura isolata e vanto della scultura siciliana del Settecento, probabilmente di formazione romana, autore del perduto monumento equestre di Carlo II.

Sviluppando una tradizione decorativa tipicamente siciliana, il Serpotta la innalza a tale dignità di stile da gareggiare per grazia e sensualità, con i maggiori esempi del Rococò europeo.

l'arte di Giacomo Serpotta  è stato capace di mutare l'umile stucco in materiale adatto ad esprimere lo spirito di un tempo. Nella II metà del 1600, lo stucco era considerato un materiale per gli artigiani e utilizzabile per la realizzazione di cornici e decorazioni più o meno artistiche, ma non certo per l'Arte con la a maiuscola. Il segreto di Serpotta stava indubbiamente però in alcuni particolari accorgimenti che solo lui, e la sua famiglia, sapevano applicare. Egli infatti fu anche un abile sperimentatore oltre che un eccelso modellatore e grazie alle sue intuizioni riuscì a conferire allo stucco quella particolare lucentezza e delicatezza che in nessun'altra opera simile si è mai potuta ritrovare.

La personalità del Serpotta sovrasta di gran lunga quella, pur notevole, degli artisti siciliani del suo tempo; i suoi rilievi, riflettono solo in parte i motivi della scultura barocca, che interpreta in chiave assolutamente personale ed inedita,  con un gusto che prelude allo stile rococò.

Serpotta soleva introdurre spesso come “marchio” delle sue realizzazioni una lucertola che, al di là del proprio valore simbolico, voleva ricondurre al nome di Serpotta essendo chiamata in dialetto siciliano “sirpuzza”.   Analogamente se si ritrova  modellata una conchiglia, essa alludeva al nome Giacomo, essendo la conchiglia il simbolo di San Giacomo.

Giacomo Serpotta ebbe come validi collaboratori alcuni suoi familiari come ad esempio il fratello Giuseppe oppure il figlio Procopio. La “mano” di Giacomo tuttavia è sempre riconoscibile essendo i componenti della famiglia, non meno abili di lui, ma sicuramente meno “artisti”.
La famiglia Serpotta era attiva in special modo all'interno di Chiese e Oratori, ma la particolarità sta nell'aver saputo con grazia introdurre, all'interno di ambienti sacri, quel mondo leggiadro che contraddistingueva il rococò. Ed ecco così possibile ritrovare in spazi come quelli delle chiese delle figure femminili che sono abbigliate con i costumi dell'epoca e che recano sfiziosi cappelli piumati e leggiadri abiti alla moda.

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