indice

arte sui francobolli

GINO SEVERINI

1883 - 1966


L'Arte contemporanea come tema per la 38° emissione della serie "Europa".  Il 3 maggio 1993 viene emesso un francobollo che raffigura l'opera "Dinamismo delle forme colorate" dell'artista Gino Severini.     -     850 L. caratteristiche francobollo:  policromo Dent.13¼×14 p • Stampa: rotocalco • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 50 • Dim.: 30 × 40 (mm) • Tir.3.000.000

emissione del 30 ottobre 2009 - maestri italiani del novecento - la vignetta raffigura il dipinto del 1912  "danza dell'orso" di gino severini (collezione privata)     -     0,65 € caratteristiche francobollo: policromo Dent.13¼×13 b • Stampa: rotocalco • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 50 • Dim.: 30 × 40 (mm) • Tir.4.000.000

S A N    M A R I N O


S M O M  -  sovrano militare ordine di malta


Figura centrale del Futurismo italiano, Gino Severini partecipò con la sua opera alla celebrazione della vita moderna, attraverso l'espressione del dinamismo e della percezione sensoriale, caratteristiche pregnanti della ricerca artistica del futurismo italiano.

Risiedendo a Parigi nel 1906,  fece da intermediario fra i colleghi futuristi in Italia e gli amici dell'avanguardia Parigina dediti in questo periodo al Cubismo.

Nel novembre 1906, Severini si trasferì a Parigi per studiare la Pittura Impressionista che a Parigi era superata da qualche anno dal Neo-Impressionismo incontrando Paul Signac che aveva accolto il pensiero di George Seurat che desidera realizzare una pittura su basi scientifiche e che si accordava con la sua esperienza Divisionista.

Gino Severini prese contatto con la maggior parte delle avanguardie parigine,  partecipando al nascere e allo svilupparsi del Cubismo.  Anche se profondamente coinvolto nella vita artistica parigina, il pittore mantiene stretti contatti con l’Italia e con l'evoluzione dell'Arte italiana aderendo al movimento Futurista su invito di Filippo Tommaso Marinetti.  Nell'aprile del 1910 è uno dei firmatari del Manifesto tecnico della Pittura Futurista insieme a Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà

Meno attratto dal tema della macchina dei suoi compagni futuristi, Gino Severini ha scelto spesso  il tema della ballerina per esprimere le teorie futuriste del dinamismo nell'arte: frequentatore di cabaret, rappresentò in modo molto efficace ed originale, quel mondo notturno di luci e danze.

Severini ha contribuito a organizzare la prima mostra futurista alla Galerie Bernheim-Jeune di Parigi, nel febbraio 1912 ed ha partecipato a mostre futuriste successive in Europa e negli Stati Uniti.

Nel 1913, ha tenuto mostre personali presso la Galleria Marlborough di Londra, alla Der Sturm di Berlino e, durante gli anni della guerra, continuò a dipingere nello stile futurista su temi legati alla guerra.

 fornito di un forte rigore costruttivo e di fantasia inventiva, Severini sapeva unire scienza ed arte, raggiungendo la più completa felicità espressiva quando, tra il 1910 ed il 1915, compose su un'unica tela il dinamismo futurista e la scomposizione e ricomposizione del cubismo, non solo sulla tela, ma elaborando a fondo la teoria del cubismo sintetico: fra l'ottobre 1917 e l'agosto 1918 pubblicò una serie di articoli dal titolo "La Peinture d'avant-garde" sulla rivista De Stijl.

Dal 1920 Severini divide il suo tempo fra Parigi e Roma, mentre lavora allo sviluppo del suo cubismo personale, che il critico d'arte Theo van Doesburg ha definito "psychisch kubisme" (in italiano: cubismo psichico) che tenta l'applicazione delle teorie classiche di equilibrio, basato sulla sezione aurea a soggetti figurativi dalla tradizionale commedia dell'arte.
 
Nel 1921  Severini sta già superando la fase cubista, pubblica il trattato "Du cubisme au classicisme" (Dal Cubismo al Classicismo) e si dedica ad una pittura che si può definire "Neoclassica" con influenze Metafisiche, come d'altronde tutta la pittura Europea che, dopo la guerra, cerca di  rispondere alla necessità di quel “ritorno al mestiere”, introdotta da un famoso articolo di Giorgio De Chirico pubblicato nel 1919 nella rivista “Valori plastici”.

Dal 1924 al 1934, anche a seguito di una crisi religiosa, si dedica quasi esclusivamente all'arte sacra esplorando e sperimentando le tecniche dell'affresco e del mosaico.

Nel 1930 il pittore selezionato per la Biennale di Venezia, si trasferisce a Roma, dove partecipa alla Quadriennale nel 1931 e nel 1935, anno in cui vince il Gran Premio per la pittura, presentando un'intera sala a lui dedicata.

Negli anni 1950, Severini torna ai soggetti dei suoi anni futurista: ballerine, luce e movimento.


Inizio pagina

Home