mario sironi interrompe gli studi in ingegneria per dedicarsi alla
pittura seguendo i corsi della Scuola Libera del Nudo presso l'Accademia
di Via Ripetta e lo Studio di Giacomo Balla, dove strinse amicizia con
Umberto Boccioni e Severini. In questo primo periodo Mario Sironi si dedica al
divisionismo, benché tenda ad accentuare una visione della pittura
legata ai volumi piuttosto che a geometrie piane.
aderisce al
Futurismo che lo porta ad occuparsi dei temi legati alla civiltà
urbana ed industriale ("Il camion", "Composizione con elica").
Nel 1914 nella Galleria "Permanente Futurista" a Roma, si tengono le
prime mostre di questo movimento e Sironi è presente a quella chiamata
"Esposizione libera futurista" (aprile- maggio), con una serie di sedici
dipinti.
In questo periodo il pittore inizia a collaborazione ai periodici "La
Tribuna: Noi e il mondo" e "La Tribuna illustrata"; trasferitosi a
Milano collabora anche con la rivista "Gli Avvenimenti". e Marinetti
lo inserisce fra i dirigenti del Futurismo.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale come tutti i Futuristi
interventisti, si arruola volontario e finisce la guerra come
sottotenente.
Nel 1919 lo stile di Mario Sironi accoglie temi metafisici, trattati in
una maniera molto personale, con figure scolpite in vigorosi chiaroscuri
ed i "paesaggi urbani" pur nella loro impostazione metafisica sono
assolutamente brutali, nell’angoscioso realismo, nel senso di solitudine
sopraffatto da un principio di volontà e ordine che rispecchia
l'orientamento psicologico del pittore e, più avanti, la sua ideologia
politica.
Sironi lavora molto e partecipa a esposizioni famose come la "Grande
mostra futurista" a Palazzo Cova di Milano ed alla "Mostra italiana
dell’Esposizione d’Arte Moderna" di Ginevra e, convinto sostenitore del
partito fascista, diventa illustratore e grafico del quotidiano, organo
del Partito Fascista, "Il Popolo d’Italia".
In questi anni il pittore inizia ad orientare la sua arte verso una
rivisitazione del classicismo greco e romano, con un occhio alle ombre e ai violenti chiaroscuri di
Caravaggio; tra i suoi soggetti preferiti, oltre al paesaggio
urbano, figurarono anche il nudo, il paesaggio alpestre e il ritratto.
La vita dell'artista prosegue fino al 1930 da una mostra all'altra e da
un'esposizione all'altra anche all'estero, la sua fama si conferma e per
allargare la sua visione artistica, collabora con l'architetto Muzio
nella realizzazioni di grandi allestimenti e crea anche il manifesto del
"Crepuscolo degli dei" di Wagner per la prima rappresentazione alla
Scala di Milano.
Sironi ripropone poi il
recupero di tecniche tradizionali come l'affresco ed il mosaico e si
lega sempre di più con i temi ed i modelli del Regime Fascista di cui
diventa uno delle personalità artistiche più rappresentative.
La carriera di Mario Sironi segue il destino del regime che lo aveva
portato tanto in alto. alla fine della guerra, avendo aderito,alla
Repubblica Sociale di Salò, ripara a Dongo e a Bellagio. |
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