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arte sui francobolli

MARIO SIRONI

1885 - 1961

Per l'undicesima edizione della serie "Arte", il 15 giugno 1985 viene emesso un francobollo dedicato al pittore Mario Sironi, nel centenario della nascita. La vignetta riproduce un particolare del  dipinto "civiltà del lavoro".     -     400 L. La civiltà del lavoro, dipinto di Mario Sironi policromo Dent.14 p • Stampa: calcografia e offset • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 25 • Dim.: 40 × 48 (mm) • Dis. di F.Tulli • Tir.5.000.000


mario sironi  interrompe gli studi in ingegneria per dedicarsi alla pittura seguendo i corsi della Scuola Libera del Nudo presso l'Accademia di Via Ripetta e lo Studio di Giacomo Balla, dove strinse amicizia con Umberto Boccioni e SeveriniIn questo primo periodo Mario Sironi si dedica al divisionismo, benché tenda ad accentuare una visione della pittura legata ai volumi piuttosto che a geometrie piane.

 aderisce al Futurismo che lo porta ad occuparsi dei temi legati alla civiltà urbana ed industriale ("Il camion", "Composizione con elica").

Nel 1914 nella Galleria "Permanente Futurista" a Roma, si tengono le prime mostre di questo movimento e Sironi è presente a quella chiamata "Esposizione libera futurista" (aprile- maggio), con una serie di sedici dipinti.   In questo periodo il pittore inizia a collaborazione ai periodici "La Tribuna: Noi e il mondo" e "La Tribuna illustrata"; trasferitosi a Milano collabora anche con la rivista "Gli Avvenimenti". e Marinetti lo inserisce fra i dirigenti del Futurismo.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale come tutti i Futuristi interventisti, si arruola volontario e finisce la guerra come sottotenente.
Nel 1919 lo stile di Mario Sironi accoglie temi metafisici, trattati in una maniera molto personale, con figure scolpite in vigorosi chiaroscuri ed i "paesaggi urbani" pur nella loro impostazione metafisica sono assolutamente brutali, nell’angoscioso realismo, nel senso di solitudine sopraffatto da un principio di volontà e ordine che rispecchia l'orientamento psicologico del pittore e, più avanti, la sua ideologia politica.

Sironi lavora molto e partecipa a esposizioni famose come la "Grande mostra futurista" a Palazzo Cova di Milano ed alla "Mostra italiana dell’Esposizione d’Arte Moderna" di Ginevra e, convinto sostenitore del partito fascista, diventa illustratore e grafico del quotidiano, organo del Partito Fascista, "Il Popolo d’Italia".

In questi anni il pittore inizia ad orientare la sua arte verso una rivisitazione del classicismo greco e romano, con un occhio alle ombre e ai violenti chiaroscuri di Caravaggio; tra i suoi soggetti preferiti, oltre al paesaggio urbano, figurarono anche il nudo, il paesaggio alpestre e il ritratto.

La vita dell'artista prosegue fino al 1930 da una mostra all'altra e da un'esposizione all'altra anche all'estero, la sua fama si conferma e per allargare la sua visione artistica, collabora con l'architetto Muzio nella realizzazioni di grandi allestimenti e crea anche il manifesto del "Crepuscolo degli dei" di Wagner per la prima rappresentazione alla Scala di Milano.

Sironi  ripropone poi il recupero di tecniche tradizionali come l'affresco ed il mosaico e si lega sempre di più con i temi ed i modelli del Regime Fascista di cui diventa uno delle personalità artistiche più rappresentative.  La carriera di Mario Sironi segue il destino del regime che lo aveva portato tanto in alto.  alla fine della guerra, avendo aderito,alla Repubblica Sociale di Salò, ripara a Dongo e a Bellagio.

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