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arte sui francobolli

il   VERONESE

PAOLO CALIARI     -     1528 - 1588

 

50 L. Veronese policromo Dent.14×13 p • Stampa: rotocalco • Stampato da: I.P.S. Roma • Fogli da: 100 • Dim.: 25 × 30 (mm) • Dis. di E.Donnini • Tir.15.000.000
5 novembre 1973 - I° emissione della serie "uomini illustri" - ritratto eseguito da paolo caliari detto "il veronese" tratto dal dipinto: cena in casa di levi. 

L’enorme tela venne dipinta per il refettorio del convento dei Santi Giovanni e Paolo. Per l'atmosfera pagana di questo dipinto raffigurante, secondo le intenzioni del pittore, l'Ultima Cena, Veronese venne sospettato di eresia e convocato dal Sant’Uffizio. Invece di modificare il quadro il pittore ne cambiò il titolo in "Cena in casa di Levi", episodio narrato dal Vangelo di Matteo in cui Cristo accusa duramente un fariseo e uno scriba (le figure in primo piano) di essere dei cattivi maestri.


Il 10 marzo 2000, per la celebrazione del Giubileo viene emesso un francobollo dedicato alla vita di Cristo. La vignetta riproduce il dipinto: Battesimo e tentazione di Cristo, conservato presso la pinacoteca di Brera a Milano     -     650 L. - 0,34 € Dipinto "Battesimo e tentazione di Cristo" del Veronese policromo Dent.13¼×14 p • Stampa: rotocalco • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 50 • Dim.: 30 × 40 (mm) • Dis. di Centro filatelico I.P.Z.S. • Tir.6.000.000
 

emissione 26 giugno 2004 - serie "donne nell'arte" - nella vignetta un particolare del dipinto di paolo veronese: venere e marte legati da amore, conservato al metropolitan museum of art in new york     -     0,90 € Dipinto "Venere e Marte legati da Amore" del Veronese policromo Dent.13½×13¼ b • Filigrana stelle • Stampa: calcografia • Stampato da: I.P.Z.S. Roma • Fogli da: 100 • Dim.: 25 × 30 (mm) • Dis. di A.Ciaburro

V A T I C A N O


Il suo è un mondo immaginario, nonostante accolga il ritratto e alcuni elementi realistici come buffoni, nani, paggi, soldati, cani, la cui presenza nell'ambito di episodi sacri e mitologici è giustificata dal gusto del dipingere.

Veronese gioca magnificamente con i rapporti di toni. Nell'affresco come nella pittura a olio, in cui gli impasti contrastano con le velature, il tocco lieve o evidente sfuma i contorni, ma fa scintillare luci dorate nei panneggi di stoffe sontuose.

 

Paolo Veronese, al secolo Paolo Caliari  Divenne noto come "Il Veronese" al momento del suo trasferimento in laguna (a Venezia - dove passerà la maggior parte della sua vita) dopo essersi formato artisticamente nella natia Verona.

 la sua prima opera d'impegno è del 1548 (Pala Bevilacqua-Lazise). Negli anni successivi lavorò a Castelfranco per i Soranzo  e per il cardinale Ercole Gonzaga a Mantova,  trasferendosi poi a Venezia a dipingere per il Palazzo Ducale.   Dopo una breve pausa a Verona, nel 1556 si trasferì definitivamente a Venezia, dove partecipò alla decorazione del soffitto della Biblioteca Marciana.  A Venezia rimase fino alla morte, pur non trascurando incarichi esterni.   La gran parte dei lavori del Veronese sono realizzati in uno spettacolare e colorato stile manierista veneziano.

Furono i suoi affreschi e quadri a San Sebastiano, nel palazzo Ducale e nella biblioteca Marciana che lo stabilirono maestro fra i suoi contemporanei. Queste opere collocano la maestria del Veronese sia al livello del Correggio che a quello di Michelangelo.

Le nozze di Cana, olio su tela  fu commissionato per il refettorio palladiano dei frati Benedettini di San Giorgio Maggiore. Come negli altri dipinti raffiguranti banchetti, la scena riproduce una delle festività rincorrenti nella città veneziana. La pittura è immensa: più di cento figure, compresi i ritratti di Tiziano, di Tintoretto raffigurati in musici, e dello stesso Veronese, sono organizzate su una tela di canapa larga quasi dieci metri. Ai fianchi della celebrazione ci sono due scale che portano ad un terrazzo con colonne romane ed un cielo brillante. Nei dipinti del refettorio Veronese ha organizzato le architetture per far apparire l'immagine più piatta, in questo modo accentua l'importanza dei protagonisti della processione. Il genius decorativo dell'artista era di riconoscere che gli effetti prospettici drammatici avrebbero intimorito in una stanza. 

L'immenso dipinto (oltre 70 metri quadrati) fece parte del bottino di guerra degli emissari francesi, a seguito della pace di Campoformio fra Austria e Francia (1797), e, tagliata a strisce, venne inviata in Francia. Si trova attualmente al Louvre di Parigi.  Una copia dell'opera d'arte è stata realizzata su di un supporto di tela di lino (con stesura di colla animale) con tecnologie digitali (registrazione digitale triangolazione con luce bianca) tra il 2006 ed il 2007 da Adam Lowe, ed è esposta nell'isola di San Giorgio Maggiore.

 

Nel 1573 Veronese completò il dipinto ora conosciuto come Cena nella Casa di Levi, per la parete posteriore del refettorio della Basilica di San Zanipolo. Questo misura più di cinque metri di altezza ed è largo dodici metri, rappresenta un'altra festa veneziana e rappresenta il punto più alto delle sue scene di banchetti, che include anche soldati tedeschi, dei comici nanetti e molti animali; in breve, esotismi classici per le sue rappresentazioni. Proprio nel momento in cui l'uso del colore diventa più intenso e luminoso, la sua attenzione ai sentimenti umani e all'interazione fisica tra le figure diventano più evidenti.

La Controriforma che aveva influenzato, anche se relativamente, Venezia, colpì Veronese che, nel luglio 1573, fu convocato per spiegare l'inclusione di particolari estranei ed indecorosi nella pittura. I giudici ecclesiastici, infatti, contestarono la presenza di personaggi secondari giudicati poco adatti al tema sacro rappresentato, come giullari, soldati Lanzichenecchi e un servo al quale sta uscendo sangue dal naso.

Il tono dell'udienza in sé era cauto piuttosto che punitivo; Veronese spiegò che «noi pittori ci prendiamo le stesse libertà dei poeti e dei pazzi»  e piuttosto che ridipingere l'immagine, semplicemente e pragmaticamente lo rititolò, eliminando dal titolo il sacramento.  Il dipinto è attualmente esposto alle Gallerie dell'Accademia a Venezia.

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