Biografia
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Senese (nasce il 24 novembre 1898), Mino Maccari
intraprende gli studi liceali e successivamente si iscrive a Giurisprudenza.
Si laurea nel '20, dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale
come ufficiale di artiglieria. Nel 1922 la carriera forense è
già interrotta dai suoi interessi: con il Gruppo Labronico,
infatti, realizza la prima esposizione. Nel 1924 fonda una rivista
settimanale, Il Selvaggio, sulla quale compaiono prestigiose firme
della piú bella cultura del tempo: vi scrivono Morandi, Soffici,
Rosai, Lega, Palazzeschi, Bartoli, Malaparte e altri ancora. Il
periodico si caratterizza in maniera particolare nel dibattito anti-novecentista
e si evidenzia per le sue polemiche con il Bontempelli. Nel '28
Maccari è presente per la prima volta alla Biennale di Venezia.
Vengono pubblicati Il Trastullo di Strapaese e L'Almanacco di Strapaese.
La rivista lascia la sede di Firenze e si trasferisce a Siena. Nel
1930 l'artista diviene redattore della Stampa e si trasferisce a
Torino, dove trasporta anche Il Selvaggio.
All'anno successivo risale il trasferimento a Roma. È il
momento in cui sul Selvaggio compaiono scritti di Cardarelli, Benedetti,
Tamburi, Guttuso e Brancati. Ma i legami sempre piú stretti
tra Fascismo e Nazismo, e la vicenda della guerra di Spagna, vedono
la rivista prendere posizioni estremamente polemiche nei confronti
della dittatura e di chi la sostiene. Tutto questo condurrà
a una irreversibile divaricazione dal regime, demistificato a iniziare
dalla famosa serie Dux finché Il Selvaggio dovrà cessare
le sue pubblicazioni. Dopo la chiusura della rivista, Maccari partecipa
alla resistenza armata antifascista sulle Alpi Apuane.
Nell'immediato dopoguerra l'artista, arricchito da esperienze di
ascendenza espressionista, continua la sua lotta contro il potere.
Dal '49 al '63 collabora al Mondo di Pannunzio e si distingue nella
polemica anti-burocratica di quegli anni. Continua anche la sua
attività di illustratore. Nel 1963 riceve il Premio Feltrinelli
per la Pittura da parte dell'Accademia dei Lincei. Coltiva anche
il rapporto con il teatro, come scenografo. Presente negli anni
'70 alla Biennale della Satira Politica di Forte dei Marmi, è
oggetto di retrospettive e mostre e sempre al centro dell'attenzione
del mondo artistico italiano. Esce il Catalogo Ragionato delle sue
incisioni a cura di Francesco Meloni, poi nel 1987, il Museo Nazionale
di Archeologia di La Valletta ospita a Malta una novantina delle
sue opere. Riceve inoltre innumerevoli apprezzamenti e riconoscimenti
da parte della critica e degli appassionati d'arte. Muore il 16
giugno 1989.
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