Articoli pubblicati dal giornale LA Vallè di Aosta

Cinquanta anni di televisione di Luciano Ravello

Quanti ricordi si affiorano nella mia mente pensando al lontano 1952 quando, per la prima volta, apparvero nel mio televisore completamente autocostruito le immagini traballanti della televisione.
Sono nato a Torino, ma residente in Valle d’Aosta da 30 anni, quindi penso di essere fra i pochi valdostani che può rendere testimonianza di quel entusiasmante periodo, vissuto in prima persona come tecnico.
Attorno all’anno 1949-50, in alcune vetrine di Via Roma a Torino, furono installati i primi ricevitori televisivi funzionanti con i due standard: 525 linee orizzontali esplorate, americano e 819 linee orizzontali esplorate, francese.
Questa terminologia tecnica significa che un raggio elettronico, prodotto dal tubo catodico, esplora punto per punto le linee presenti secondo lo standard procedendo da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso a grande velocità, componendo un rettangolo virtuale, il raster, il quadro dell’immagine televisiva.
Durante la scansione, punto per punto, l’intensità del fascio varia secondo la luminosità del soggetto ripreso, riproducendo l’immagine.
La scelta optò per lo standard americano, successivamente modificato nello standard europeo a 625 linee, ancora attualmente adottato.
Attorno al 1952 iniziarono a Torino le prove sperimentali, se ben ricordo al martedì ed al mercoledì, con le riprese dallo studio di Torino o esterne dal Teatro Alfieri o il famoso monoscopio, figura emblematica per la messa a punto della ricezione.
Decisi di costruirmi un ricevitore televisivo, utilizzando il materiale disponibile maggior mente proveniente dal residuo militare americano, costruendomi il telaio, le varie bobine e la circuiteria necessarie per il funzionamento; per la visione utilizzai un tubo
da 3 pollici di diametro, pari a 7,5 centimetri, 3BP4 usato per l’oscillografo, strumento elettronico purtroppo con la colorazione verde.
Con il passar del tempo apparvero i primi tubi rotondi visibile in figura, i cinescopi, consentendo di ottenere una immagine di discrete dimensioni in bianco e nero.
Erano quei anni veramente eroici, giovani tecnici radio, poco più che ventenni digiuni di tecnica televisiva, incominciammo nei vari laboratori della città a studiare e capire la tecnica TV; uniche riviste disponibili quelle francesi come” La Television Francaise “ ed i primi libri “ Television” edito dalla Philips e “Principi fondamentali di televisione” autore dott. Magelli del 1951
Nel 1953 la Philips mise in commercio uno fra i primi cinescopi rettangolari da 14 pollici; le sue dimensioni si riferiscono alla sua diagonale per similitudine al diametro dei primi cinescopi rotondi, metodo usato attualmente.
Il 3 gennaio1954 iniziarono le trasmissioni, le ditte italiane iniziarono a produrre modelli propri, non più importati dall’estero.
La milanese Geloso, famosa per le scatole di montaggio radio, fu tra le prime ad immettere nel mercato sia il televisore completo di mobile, sia solo il telaio, sia la scatola di montaggio.
Le varie industrie nazionali organizzarono centri d'assistenza regionali, le mie prime esperienze furono all’Autovox, famosa per le autoradio e alla Telefunken italiana.
In quel periodo era usuale che una fabbrica costruttrice fornisse il proprio prodotto a marche diverse; per esempio il telaio del televisore della CGE e Telefunken erano identici. Nel 1958 ebbi la fortuna di essere assunto alla Rai, Laboratorio Ricerche di Torino, come tecnico di laboratorio perfezionando a livello professionale le mie conoscenze.
Sicuramente poche persone sono informate che, tutte le apparecchiature televisive in quel periodo e le varie tecniche future, sono progettate da questo prestigioso laboratorio.
Nel 1963-65, nacque in Italia la televisione a colori e iniziarono le prove tecniche per la scelta del sistema fra l’NTSC americano, il SECAM francese ed il PAL tedesco; con grande gioia feci parte del ristretto gruppo tecnico addetto alla messa a punto dei ricevitori TV.
La maggior parte delle prove esterne le conducemmo in Valle d’Aosta dove, a causa del territorio montuoso, sono presenti parecchi ponti ripetitivi, probabile causa di peggioramento del segnale.
Il punto d'appoggio era l’Hotel Casale di St. Christophe, noto per le sua cucina, e la zona di lavoro era il campo calcistico di Nus.
L’attrezzatura tecnica era composta di quattro mezzi mobili: il primo con i vari televisori per la ricezione dei tre sistemi sopra elencati, il secondo provvisto di strumenti per la misura dei vari parametri del segnale a colori, il terzo adibito alla ricezione con un’antenna telescopica ed una jeep con un generatore di tensione a gruppo elettrogeno.
Il sistema scelto dal gruppo tecnico fu il Pal, ideato dal laboratorio della Telefunken tedesca, progettando uno strumento di misura per l’NTSC.
L’NTSC, attualmente ancora adottato in America, fu subito scartato per la sua instabilità, infatti, il ricevitore era provvisto di una manopola per la regolazione del colore.
Il Secam, ottimo per certi aspetti, in presenza d'interferenze e disturbi la visione era fastidiosa.
La mia attività professionale in Val d’Aosta, per fortuna, non terminò, infatti, nel 1979 fui trasferito da Torino ad Aosta per organizzare l’installazione delle apparecchiature audiovisive nella nascente Seda Regionale della Val d’Aosta.
Le mie esperienze sono continuate anche al termine della attività lavorativa, infatti, come hobby faccio parte dell’Associazione Radioamatori Italiani e come tale trasmetto in Aosta con apparecchiature amatoriali immagini televisive nella banda 1240 Mhz.
Queste poche righe testimoniano come una passione può diventare un mestiere, fortuna che auguro ad ogni giovane che inizia una attività lavorativa.

Astronomia in Val d’Aosta

La Valle d’Aosta è conosciuta per le sue montagne, le sue vallate, i campi invernali, ma anche per i suoi cieli puliti; per questo motivo è stato costruito l’Osservatorio Astronomico Regionale di St. Barthelémy unico nel suo genere, a livello europeo.
Grazie a questo evento la nostra associazione, Associazione Valdostana Scienze Astronomiche di Aosta, è stata invitata a collaborare con gli astrofili Fabrizio Barbaglia e Davide Dal Prato, alla conduzione operativa dell’Osservatorio.
L’impegno consiste nel far visitare l’Osservatorio il pubblico presente, spiegare l’utilizzo delle varie apparecchiature,la conoscenza delle costellazioni nel cielo e l’osservazione dei vari oggetti celesti con i telescopi.
Visto il grande interesse per l’attività astronomica suscitato nelle scuole, è allo studio un corso teorico-pratico dedicato agli alunni ai vari livelli.
Questo significa approfondire la nostra conoscenza nel campo strumentale ad un livello da noi mai immaginato, il sogno di ogni astrofilo.
Immagino che una breve descrizione della nostra attività è utile, affinché il lettore possa percepire il nostro entusiasmo e sia stimolato a visitare l’osservatorio.
La nostra associazione è composta da un gruppo di cinque astrofili attivi: Nicola Cornero, Roberto Partengo, Paolo Recaldini, Massimiliano Graiani ed il sottoscritto Luciano Ravello.
Alcuni giovani, visto la grande disponibilità dei mezzi, e ……l’iscrizione gratuita, si sono associati impegnandosi ad essere attivi in breve tempo ed attrezzarsi di un telescopio proprio. Tengo a precisare che questa è la nostra unica clausola.
Il nostro intento è l’osservazione dei fenomeni celesti con ogni mezzo (visiva, macchina fotografica, sensore ccd, telecamera, webcam) utilizzando vari telescopi con diametri diversi (10, 25, 30 cm) sia riflettore, sia rifrattore; non ultima la didattica.
Allo scopo si sono create, nelle abitazioni individuali, varie postazioni con differenti utilizzi.
Inizio con il mini osservatorio ubicato in Torgnon, ridente paese della Val d’Aosta a 1500 metri di altezza, con una bellissima visione del Monte Cervino.
In figura è visibile la casetta con il tetto scorrevole, confortevole per quattro persone e riparata dal freddo, completamente auto costruita da Partengo grazie alla sua notevole abilità manuale, completa di tavolino e scaffali per il computer ed i vari accessori, illuminazione e prese di rete.
Il basamento del telescopio, affondato nel cemento, è separato dal pavimento per ovviare alle inevitabili vibrazioni.
Nell’interno,in origine, era installato un riflettore Celestron da 20 cm di diametro, composto da specchi i quali riflettono la luce proveniente dal cielo, utilizzato per l’osservazione visiva e la ripresa fotografica.
Infatti, l’attività principale di Partengo è stata per molti anni l’utilizzo della macchina fotografica Nikon, con lo sviluppo in proprio dei negativi.
Attualmente il telescopio è stato sostituito con il rifrattore Meade Apo 102 (come si vede in figura) da 102 cm di diametro e 900 cm di focale, con la montatura Gran Polaris completa di Sky Sensor 2000, interfacciata con il PC.
Utilizzando questo sistema il puntamento degli oggetti celesti viene eseguito automaticamente mediante il programma ad hoc SKY, installato nel computer.
Il telescopio rifrattore, composto dalle lenti, sfrutta il fenomeno della rifrazione per focalizzare l’oggetto; le sue caratteristiche principali sono un ottimo contrasto e nitidezza, utile per riprendere i pianeti, a scapito dell’elevato costo.
Altra alternativa è la possibilità di installare, al posto del rifrattore, un tubo riflettore del Meade 2080 da 20 cm di diametro, utilizzando la veloce connessione meccanica a rondine.
Il sensore ccd utilizzato per le riprese è lo Sarlight Xpress HX916 (1300 x 1000 pixel); questa apparecchiatura è simile alla telecamera, con la possibilità di variare il tempo di esposizione, come per le macchine fotografiche.
L’accoppiata sensore e rifrattore ha reso possibile, nel corso delle numerose serate, la ripresa di ottime immagini, come è visibile nelle figure.
Altra postazione è quella di Cornero, esperto in informatica, ubicata in Valtournenche, composta da un telescopio riflettore Meade LX 200 da 300 cm di diametro, e montatura equatoriale auto costruita.
La montatura equatoriale (sostegno del telescopio) ha l’asse del telescopio parallelo all’asse terrestre; così facendo, utilizzando un motore inseguitore con il senso di marcia opposto a quello della rotazione della Terra, l’inseguimento dell’oggetto è assicurato.
L’attività di Cornero è la ripresa con il sensore ccd Starligth Xpress a colori per il profondo cielo e per i pianeti la web cam Creative, telecamera a basso costo, ampiamente conosciuta ed utilizzata in informatica .
La gamma completa delle immagini riprese è visibile nella pagina web.
Ultima postazione è la mia, ubicata in Aosta, composta da un telescopio Meade LX 200 da 25 cm di diametro installato nel terrazzino, collegato via cavo (USB, seriale e video) alla stanza comandi.
Quest’ultima è costituita dalle varie apparecchiature:
a) un computer portatile utilizzato per le riprese con il programma AstroArt, interfacciato con il sensore ccd mediante la connessione veloce USB ; in altre parole il sensore colpito dalla luce genera proporzionalmente una corrente di elettroni,la converte in dati digitali (mediante un convertitore analogico-digitale) che sono trasferiti al computer
b) un computer da tavolo utilizzato sia per il telecomando del telescopio, (con i programmi Sky, Perseus, Megastar) collegato alla porta seriale, sia per l’allacciamento via internet per l’invio in diretta delle immagini nella pagina web "http://xoomer.virgilio.it)/astroradio
nella pagina web è possibile, mediante il programma ISPY, inserire le immagini riprese con il sensore e renderle visibili in tempo reale ad ogni osservatore presente
c) un mixer video dove agli ingressi sono connessi il segnale proveniente dal sensore ccd e dalla telecamera b/n Sony installata nel telescopio; le due uscite video del mixer sono utilizzate una per la pagina web (come è descritto precedentemente) ed una per il trasmettitore video amatoriale a 1295 Mhz.
L’attività radioamatoriale consiste nel trasmettere, in bande di frequenze assegnate, audio o audio-video (simile alle stazioni televisive) con un proprio nominativo, nel mio caso IX1GTG. In altre parole l’immagine degli oggetti celesti ripresi possono essere visti sia in Internet, sia dai radioamatori valdostani attrezzati del relativo ricevitore e antenna.
Nelle attività prettamente astrofile si evidenzia Paolo Recaldini, il quale si è costruito il telescopio Newton da 25 cm di diametro, unico nostro astrofilo costruttore, con le seguenti caratteristiche:
Altra attività del nostro gruppo è l’osservazione pubblica e la didattica.
L’osservazione è così strutturata:
-la prima parte è dedicata ad una introduzione teorica dove, mediante un programma compilato in Acrobat vengono spiegate le principali nozioni di astronomia con specifico riferimento agli oggetti celesti: galassie, nebulose, ammassi, ecc
Questa premessa è ritenuta indispensabile, dopo le precedenti esperienze, affinché il pubblico possa apprezzare con cognizione di causa gli oggetti ripresi dal ccd
la seconda parte, l’osservazione vera e propria, si esegue in questo modo:
il telescopio viene installato in una zona buia nelle vicinanze del luogo della visione (normalmente un padiglione all’aperto) ed utilizzando il sistema televisivo sopra descritto, l’immagine celeste ripresa dal ccd è trasmessa e ricevuta nell’interno della sala; un proiettore televisivo gigante, allacciato ad un ricevitore sintonizzato nella banda amatoriale, rende possibile la visione al pubblico presente.
Il sistema ovvia la difficoltà, constata nelle osservazioni eseguite direttamente con il telescopio, delle fuori messa a fuoco, degli spostamenti della posizione del telescopio e della incapacità di visualizzare i poco luminosi oggetti visti nell’oculare, dovuti alla inesperienza delle persone.
La didattica è un’altra nostra attività molto importante, nella speranza di avvicinare più persone, in special modo i giovani, all’astronomia; allo scopo si è programmato, sempre in Acrobat con filmati, immagini e testo, un percorso didattico multimediale e facilmente adattabile secondo le esigenze: corso o conferenza.
Il corso, dove tutte le tematiche pratiche e teoriche astronomiche sono state analizzate, si è tenuto per cinque anni all’Università della Terza Età di Aosta; le conferenze, più sintetiche, hanno interessato il Liceo Scientifico e l’Istituto Geometri,
sempre di Aosta.
Questa nostra esperienza, con quella dei collaboratori fuori valle, è utile per conseguire la programmazione dei corsi scolastici di prossimo realizzo.

I radioamatori di Luciano Ravello IX1GTG

Nella nostra valle non solo ci sono ottimi atleti, valenti alpinisti e guide alpine, ma anche persone che dedicano il loro tempo libero all’hobby preferito.
La finalità dei miei articoli e di descrivere le loro attività stimolando l’adesione dei lettori a partecipare; principalmente il messaggio è rivolto ai giovani.
Gli astrofili valdostani, collaboratori dell’Osservatorio Astronomico Regionle, sono stati l’argomento di un mio precedente articolo; ora è il turno dei Radioamatori.
Il termine “radioamatore” definisce, secondo quanto prescritto dal Regolamento Internazionale delle Radiocomunicazioni, una persona adibita ad un ”Servizio di radiocomunicazione avente per oggetto l’istruzione individuale, l’intercomunicazione e gli studi tecnici, effettuato da persone debitamente autorizzate, che s'interessano della tecnica della radioelettricità a titolo esclusivamente personale e senza interesse pecuniario”.
Questa attività, oltre che essere un piacevole hobby è anche socialmente utile, infatti, nel caso di calamità naturale come alluvioni o terremoti, o emergenze di vario tipo, il radioamatore può intervenire anche a livello nazionale, come alternativa alla momentanea interruzione delle normali reti di comunicazione.
Nel mondo delle radiocomunicazioni sono anche presenti gli” Operatori della banda CB” che operano in una frequenza specifica, 27 Mhz, secondo il “Regolamento Internazionale” con metologie meno restrittive, infatti, non è richiesto l’esame per ottenere il patentino, necessario per i radioamatori.
L’attrezzatura tipica di un radioamatore è costituita da un’apparecchiatura radio ricetrasmittente, da un microfono, da un tasto telegrafico e da una o più antenne.
Le frequenze che si possono utilizzare sono definite da una Commissione Internazionale; per i collegamenti intercontinentali ed europei si usa la banda HF, Hight Frequency.
Le bande VHF e UHF, Very Hight Frequency ed Ultra Hight Frequency, a frequenze di lavoro molto elevate, quindi con caratteristiche simili alla luce, sono utilizzate per collegamenti a vista, tipo le trasmissioni televisive.
La prassi normale del collegamento è la seguente: la scelta della frequenza di lavoro, il controllo del funzionamento delle apparecchiature, la richiesta di collegamento mediante il microfono od il tasto.
La chiamata consiste nel dichiarare sempre il proprio nominativo, che identifica la stazione radioamatoriale, e nella disponibilità ad un collegamento radio.
Gli eventuali colleghi in ascolto, rispondono alla chiamata ed il collegamento è instaurato. Le frasi rituali sono i dati tecnici delle apparecchiature, l’intensità del segnale radio ricevuto, la località di trasmissione, ecc, secondo un codice standard.
Ogni collegamento effettuato è confermato da una cartolina personalizzata, o QSL; scopo dei radioamatori è oltre perfezionare la messa a punto delle proprie apparecchiature, è ricevere QSL da luoghi provenienti da Stati diversi.
Negli anni 1947-50 le apparecchiature utilizzate erano interamente autocostruite utilizzando i residui bellici americani, facilmente reperibili nei mercati cittadini; nel mio caso era consuetudine a Torino la visita il sabato al “ Balun “nelle vicinanze di Porta Palazzo.
Oggigiorno vi è un’ampia scelta di trasmettitori e ricevitori costruiti da ditte professionali, facilitando enormemente l’attività radiantistica, ed è quindi un invito ai giovani a dedicarsi a questo interessante hobby.
Inoltre, dopo i primi passi, chi vuol approfondire la materia ed arricchire il proprio bagaglio tecnico, ha la possibilità di sperimentare le apparecchiature o le antenne autocostruite, verificandone il funzionamento mediante il collegamento radio.
Come ho specificato precedentemente, per esercitare l’attività radiantistica, è necessario conseguire il patentino d'abilitazione.
Il patentino si ottiene sostenendo un esame teorico, pratico presso “ Il Ministero delle Comunicazioni” normalmente presente nelle regioni principali.
L’esame teorico riguarda gli argomenti quali: l’elettrotecnica, l’elettronica generale e la radiotecnica, ad un livello accessibile a tutti.
L’esame pratico consiste nella trasmissione telegrafica con un tasto verticale e nella ricezione ad orecchio di segnali Morse alla velocità di 25 caratteri al minuto.
Superato l’esame, il Ministero delle Comunicazioni, previa richiesta accompagnata dai relativi documenti, rilascia la ”Patente di Operatore di Stazione Radioamatoriale”.
Per ottenere l’autorizzazione ad installare una propria stazione ricetrasmittente, oltre il patentino, bisogna richiedere il nominativo, precedentemente menzionato.

I radioamatori di Luciano Ravello IX1GTG

Nella nostra valle non solo ci sono ottimi atleti, valenti alpinisti e guide alpine, ma anche persone che dedicano il loro tempo libero all’hobby preferito.
La finalità dei miei articoli e di descrivere le loro attività stimolando l’adesione dei lettori a partecipare; principalmente il messaggio è rivolto ai giovani.
Gli astrofili valdostani, collaboratori dell’Osservatorio Astronomico Regionle, sono stati l’argomento di un mio precedente articolo; ora è il turno dei Radioamatori.
Il termine “radioamatore” definisce, secondo quanto prescritto dal Regolamento Internazionale delle Radiocomunicazioni, una persona adibita ad un ”Servizio di radiocomunicazione avente per oggetto l’istruzione individuale, l’intercomunicazione e gli studi tecnici, effettuato da persone debitamente autorizzate, che si interessano della tecnica della radioelettricità a titolo esclusivamente personale e senza interesse pecuniario”.
Questa attività, oltre che essere un piacevole hobby è anche socialmente utile, infatti, nel caso di calamità naturale come alluvioni o terremoti, o emergenze di vario tipo, il radioamatore può intervenire anche a livello nazionale, come alternativa alla momentanea interruzione delle normali reti di comunicazione.
Nel mondo delle radiocomunicazioni sono anche presenti gli” Operatori della banda CB” che operano in una frequenza specifica, 27 Mhz, secondo il “Regolamento Internazionale” con metologie meno restrittive, infatti, non è richiesto l’esame per ottenere il patentino, necessario per i radioamatori.
L’attrezzatura tipica di un radioamatore è costituita da un’apparecchiatura radio ricetrasmittente, da un microfono, da un tasto telegrafico e da una o più antenne.
Le frequenze che si possono utilizzare sono definite da una Commissione Internazionale; per i collegamenti intercontinentali ed europei si usa la banda HF, Hight Frequency.
Le bande VHF e UHF, Very Hight Frequency ed Ultra Hight Frequency, a frequenze di lavoro molto elevate, quindi con caratteristiche simili alla luce, sono utilizzate per collegamenti a vista, tipo le trasmissioni televisive.
La prassi normale del collegamento è la seguente: la scelta della frequenza di lavoro, il controllo del funzionamento delle apparecchiature, la richiesta di collegamento mediante il microfono od il tasto.
La chiamata consiste nel dichiarare sempre il proprio nominativo, che identifica la stazione radioamatoriale, e nella disponibilità ad un collegamento radio.
Gli eventuali colleghi in ascolto, rispondono alla chiamata ed il collegamento è instaurato. Le frasi rituali sono i dati tecnici delle apparecchiature, l’intensità del segnale radio ricevuto, la località di trasmissione, ecc, secondo un codice standard.
Ogni collegamento effettuato è confermato da una cartolina personalizzata, o QSL; scopo dei radioamatori è oltre perfezionare la messa a punto delle proprie apparecchiature, è ricevere QSL da luoghi provenienti da Stati diversi.
Negli anni 1947-50 le apparecchiature utilizzate erano interamente autocostruite utilizzando i residui bellici americani, facilmente reperibili nei mercati cittadini; nel mio caso era consuetudine a Torino la visita il sabato al “ Balun “nelle vicinanze di Porta Palazzo.
Oggigiorno vi è un’ampia scelta di trasmettitori e ricevitori costruiti da ditte professionali, facilitando enormemente l’attività radiantistica, ed è quindi un invito ai giovani a dedicarsi a questo interessante hobby.
Inoltre, dopo i primi passi, chi vuol approfondire la materia ed arricchire il proprio bagaglio tecnico, ha la possibilità di sperimentare le apparecchiature o le antenne autocostruite, verificandone il funzionamento mediante il collegamento radio.
Come ho specificato precedentemente, per esercitare l’attività radiantistica, è necessario conseguire il patentino d'abilitazione.
Il patentino si ottiene sostenendo un esame teorico, pratico presso “ Il Ministero delle Comunicazioni” normalmente presente nelle regioni principali.
L’esame teorico riguarda gli argomenti quali: l’elettrotecnica, l’elettronica generale e la radiotecnica, ad un livello accessibile a tutti.
L’esame pratico consiste nella trasmissione telegrafica con un tasto verticale e nella ricezione ad orecchio di segnali Morse alla velocità di 25 caratteri al minuto.
Superato l’esame il Ministero delle Comunicazioni, previa richiesta accompagnata dai relativi documenti, rilascia la ”Patente di Operatore di Stazione Radioamatoriale”.
Per ottenere l’autorizzazione ad installare una propria stazione ricetrasmittente, oltre il patentino, bisogna richiedere il nominativo, precedentemente menzionato.
Il nominativo consiste in una serie di due lettere, un numero e tre lettere.
I primi tre caratteri indicano la zona di chiamata, per esempio IX1 indica la Valle d’Aosta, gli ultimi tre caratteri sono specifici per ogni radioamatore, come le targhe delle auto. Esempio: il nominativo del Presidente della Seziona Valdostana è IX1 (Valle d’Aosta) OEN (sigla personale).
Sia a livello Internazionale, Nazionale e Regionale sono sorte delle associazioni, con lo scopo di assolvere le varie problematiche relative all’attività radioamatoriale, come i corsi di preparazione per gli esami ministeriali, la divulgazione, lo scambio delle QSL, le serate d’incontro a tema libero, sperimentazioni varie, ecc.
La Sezione Ari (Associazione Radioamatori Italiani) Valdostana, presente in Aosta da 25 anni, svolge delle attività di assistenza tecnica quali: il Rally della Val d’Aosta, installazione delle apparecchiature tecniche presso la sede della Protezione Civile, installazione di ripetitori radio lungo la dorsale della valle.
Nell’intento di far conoscere alla cittadinanza ed ai turisti la nostra attività, grazie alla collaborazione del sig.Gianni Rinaldi “Presidente del Comitato St.Etienne”, durante l’ultima manifestazione della Fiera di St.Orso, è stata organizzata una postazione radioamatoriale presso Pz. Roncas ad Aosta.
La dimostrazione tecnica è inoltre servita alla raccolta di fondi per i progetti in aiuto in corso dal Comitato St.Etienne.
La sede della nostra sezione è in via Giorgio Elter n° 6 Aosta, il suo Presidente è il sig. Andrea Artuso reperibile telefonicamente al numero 3332806864; il suo segretario è il sig. Giovanni Spinella.
Per eventuali informazioni la sede è aperta a tutti ogni venerdì feriale dalle ore 21.00
Il nominativo consiste in una serie di due lettere, un numero e tre lettere.
I primi tre caratteri indicano la zona di chiamata, per esempio IX1 indica la Valle d’Aosta, gli ultimi tre caratteri sono specifici per ogni radioamatore, come le targhe delle auto. Esempio: il nominativo del Presidente della Seziona Valdostana è IX1 (Valle d’Aosta) OEN (sigla personale).
Sia a livello Internazionale, Nazionale e Regionale sono sorte delle associazioni, con lo scopo di assolvere le varie problematiche relative all’attività radioamatoriale, come i corsi di preparazione per gli esami ministeriali, la divulgazione, lo scambio delle QSL, le serate d’incontro a tema libero, sperimentazioni varie, ecc.
La Sezione Ari (Associazione Radioamatori Italiani) Valdostana, presente in Aosta da 25 anni, svolge delle attività d'assistenza tecnica quali: il Rally della Val d’Aosta, installazione delle apparecchiature tecniche presso la sede della Protezione Civile, installazione di ripetitori radio lungo la dorsale della valle.
Nell’intento di far conoscere alla cittadinanza ed ai turisti la nostra attività, grazie alla collaborazione del sig.Gianni Rinaldi “Presidente del Comitato St.Etienne”, durante l’ultima manifestazione della Fiera di St.Orso, è stata organizzata una postazione radioamatoriale presso Pz. Roncas ad Aosta.
La dimostrazione tecnica è inoltre servita alla raccolta di fondi per i progetti in aiuto in corso dal Comitato St.Etienne.
La sede della nostra sezione è in Via Giorgio Elter n° 6 Aosta, il suo Presidente è il sig. Andrea Artuso reperibile telefonicamente al numero 3392806864; il suo segretario è il sig. Giovanni Spinella.
Per eventuali informazioni la sede è aperta a tuttii i venerdì feriale dalle ore 21.00