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Introduzione
di Ornella Scaramuzzi

Saluto i vecchi partecipanti con familiare affetto. E’ sempre un piacere ritrovarsi di anno in anno, sapendo che condividiamo un cammino comune che dalle strettoie del dolore ci porta verso mete di concreta speranza: sarà interessante capire in un anno a che punto della strada ci troviamo. Immagino di essere con voi in salita su un ampio costone di montagna: fa freddo ma c’è un sole splendido e un cielo limpido. Seduta sull’erba mi fermo un po’ a scaldarmi e a guardare intorno: osservo che c’è qualcuno che viene su spedito con passi vigorosi, un altro che fa fatica e fissa il suolo, un’altra persona si ferma a cercare un amico che dia senso ai suoi passi, un altro si siede a guardare il cielo e ha gli occhi colmi di lacrime, e c’è chi si guarda in dietro in dubbio se proseguire o tornare …
Siamo tutti noi, feriti viaggiatori della vita, mossi dalla speranza di ulteriori spazi di realizzazione individuale e comune. Il vederci ci dà forza e permette agli sfiduciati di credere nella meta che altri più avanti già vedono all’orizzonte. Scopo dei gruppi è fare una cordata di comprensione e di solidarietà dove tutti a volte aiutano, a volte sono aiutati a mettere passi sicuri verso l’avvenire.
Ci sono poi volti nuovi interessati alla tematica o che sono qui per offrire il loro contributo per la crescita di tutti, facendoci partecipi delle loro realtà specifiche. Esploreremo con loro l’apertura a settori del sociale, di ambito laico o ecclesiale interessati all’argomento del lutto e impareremo dalla diversità delle esperienze.
Abbiamo infatti cappellani di ospedali, esponenti di associazioni che assistono malati terminali e guidano gruppi di mutuo aiuto per il lutto, o per altri disagi sociali come le tossicodipendenze, c’è il coordinatore del gruppo A.M.A. di Trento, rappresentanti dell’associazione Famiglie in cammino, coppie che hanno perso figli, infermieri, animatori di gruppo e persone che per il vario ruolo sociale che rivestono e per l’interesse che manifestano, testimoniano che il problema della morte è trasversale a tutte le realtà della vita.
Come molti di voi già sanno, durante il Convegno dell’anno scorso a Roma abbiamo costituito un Coordinamento nazionale dei Gruppi di mutuo aiuto per il lutto. E’ formato da Enrico Cazzaniga, Luigi Colusso, Giovanna Geranzani, Dario Pangrazzi ed io, Ornella Scaramuzzi. Abbiamo organizzato questo convegno insieme, con non poche difficoltà, considerato che ci troviamo in punti lontani in Italia, e lo abbiamo fatto per via email e ci siamo riusciti.
E’ stato aperto un sito internet che può essere esplorato cliccando su http://space.virgilio.it/autoaiuto@virgilio.it . Ce lo illustrerà brevemente Enrico Cazzaniga. Infatti un suo amico si è reso disponibile per organizzare un sito molto ben articolato e a costo zero. Parleremo poi di come possa diventare duttile mezzo di informazione e di come possa essere aggiornato con facilità su tutte le attività dei gruppi esistenti in Italia.
Intanto ha funzionato molto bene l’informazione reciproca:
Il 7 e 8 giugno 2002 si è tenuto il terzo Convegno nazionale delle realtà di auto aiuto; l’Associazione A.M.A. di Trento ha proposto un calendario di incontri su come affrontare vari disagi, disabilità, disordini alimentari, disturbi mentali, fumo, tossicodipendenza nei gruppi di mutuo aiuto; a Venezia a gennaio 2003 è nato un nuovo gruppo di mutuo aiuto per il lutto nell’ambito dell’Associazione ADELMA; a Roma Livia Crozzoli Aite, nostra relatrice l’anno scorso, ha realizzato all’Accademia dei Lincei un Convegno interessantissimo dal titolo Assenza, più acuta presenza, sul percorso umano di fronte alle perdite. E’ stato poi pubblicato il libro dallo stesso titolo che sto per recensire.Arnaldo Pangrazzi ha pubblicato il libro Aiutami a dire addio. Indispensabile per ogni animatore di gruppo per il lutto, traccia concrete piste di facilitazione per un percorso di risanamento interiore, attraverso riflessioni ed esercizi.
Gianluigi Peruggia dopo l’assistenza domiciliare ai malati in fase terminale per i quali ha scritto un libro L’abbraccio del mantello, si dedica all’assistenza in hospice. Stefano Bertoldi e Miriam Vanzetta hanno pubblicato I gruppi di auto mutuo aiuto e l’esperienza dell’Associazione A.M.A. di Trento. La FENIOF, impresa nazionale per le onoranze funebri, ha organizzato un’attività seria e competente intorno al tema della morte, specialmente con il suo gruppo giovani.
Tutto ciò delinea un panorama di approfondimento sulla tematica del lutto di non poco conto e ci sprona a continuare in questo campo ancora nuovo per conoscere meglio noi stessi attraverso vissuti complessi e drammatici.
In questo vasto orizzonte di accompagnamento nel lutto, c’è spazio per i rituali sacri e laici, per la cultura e la progettualità di condivisione o di comunione, per l’approfondimento interiore e per l’affinamento psicologico e intellettuale, per la fede e per la razionalità e soprattutto per crescere nelle relazioni umane ed è per questo che lavoreremo in questi due giorni intensamente per illuminare con la gioia della fruttuosa consapevolezza le vie del dolore.
In fondo siamo qui per interrogarci sul senso della vita, come questo aneddoto ci dice:

DIDATTICA
(1)

Un professore terminò la lezione, poi pronunciò le parole di rito: “Ci sono domande?”.
Uno studente gli chiese: “Professore, qual è il significato della vita?”.
Qualcuno tra i presenti che si apprestava a uscire, rise. Il professore guardò a lungo lo studente, chiedendo con lo sguardo se era una domanda seria. Comprese che lo era. “Le risponderò”.
Estrasse il portafoglio dalla tasca dei pantaloni, ne tirò fuori uno specchietto rotondo, non più grande di una moneta. Poi disse: “Ero bambino durante la guerra. Un giorno, sulla strada, vidi uno specchio andato in frantumi. Ne conservai il frammento più grande. Eccolo. Cominciai a giocarci e mi lasciai incantare dalla possibilità di dirigere la luce riflessa negli angoli bui dove il sole non brillava mai: buche profonde, crepacci, ripostigli. Conservai il piccolo specchio. Diventando uomo finii per capire che non era soltanto il gioco di un bambino ma la metafora di quello che avrei potuto fare nella vita.
Anch’io sono il frammento di uno specchio che non conosco nella sua interezza. Con quello che ho però, posso mandare la luce – la verità, la comprensione, la conoscenza, la bontà, la tenerezza – nei bui recessi del cuore degli uomini e cambiare qualcosa in qualcuno. Forse altre persone vedranno e faranno altrettanto. In questo per me sta il significato della vita.”.

Notizie sul Convegno:
- suo svolgimento, intervalli, gruppi di studio
- schede di iscrizione e di valutazione da compilare e riconsegnare, questionario per i gruppi di mutuo aiuto nuovi, da compilare e restituire alla sottoscritta
- attestato di partecipazione
- notizie pratiche (orari di pranzi e cene, messa domenicale, momenti liberi)
- zona poster e informazioni
- presentazione libri

A tutti buon lavoro!

(1) Ferrero Bruno, Solo il vento lo sa, Elle Di Ci, Leumann (To) 1995, p. 50





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