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Valutazione del Convegno
di Ornella Scaramuzzi

Considerato molto positivo per la varietà e originalità degli interventi e delle tematiche e per l’organizzazione calda e attenta alle sfumature di accoglienza (come leggo dalle schede di valutazione anonime compilate dai partecipanti per la verifica finale), il 3° Convegno ad Assisi ha rappresentato un’opportunità di incontro a livello nazionale da cui sono scaturite numerose piste di lavoro futuro e idee per il prossimo convegno. In assemblea si è deciso di spostarlo a marzo per ragioni meteorologiche. Inoltre sarà itinerante e in anni successivi sarà organizzato al nord, al centro e al sud. Il prossimo convegno si terrà a Milano dal 19 al 21 marzo 2004.
Gli atti del Convegno ci permettono di tornare a riflettere su ciò che si è realizzato, migliorare l’attività dei gruppi di mutuo aiuto per il lutto e divulgarne il significato profondo di sostegno all’essere umano che attraversa periodi critici della propria esistenza. Non è stato possibile tuttavia riportare la ricchezza delle assemblee plenarie o dei singoli gruppi autogestiti nei quali si è fatto più intenso il rapporto interpersonale e vivace e generoso il confronto.
Maturare interiormente è una sfida per la crescita personale e per la società stessa che si orienta verso orizzonti più coraggiosi e solidali: essi nascono dalla considerazione, carica di pathos e di realismo, delle ferite e del limite a cui inevitabilmente ci richiamano.
A tutti va il mio grazie personale per i ricchi contributi che hanno dato al mio non facile lavoro per produrre gli atti, la gioia di riabbracciare idealmente tutti voi, persone che l’introspezione del dolore e la ricerca del confronto con gli altri ha reso solidali nell’amore, sempre nel rispetto delle diversità. Rileggendo le vostre relazioni in modo unitario, dopo l’inevitabile fatica fatta per ottenerle, ho pensato a quanta esperienza di vita ci fosse dentro e agli autentici valori che ciascuno ha maturato rendendoli disponibili agli altri attraverso il sistema del mutuo aiuto.
Un grazie travolgente va poi a tutti i partecipanti, professionisti e non, che non posso qui nominare singolarmente ma che ho tutti presenti nel mio cuore per la gioia di avervi conosciuti, per tutto quello che estemporaneamente avete dato negli incontri del Convegno, aggiungendo tutto quello che nessun registratore avrebbe potuto fissare. Mi dispiace un po’ ma sarebbe come voler fissare l’infinita bellezza e ricchezza di particolari di un panorama che ammiriamo e che ci fa bene al cuore nel suo insieme. Parcellizzarlo sarebbe impossibile e banalizzante; molto meglio affidarlo alla efficace memoria dei sentimenti. E’ certo infine che nella fragilità e nella debolezza ci risolleviamo e ci scopriamo più forti e pieni di coraggio e soprattutto capaci di dare un senso al vivere quotidiano.
Forse nella corsa verso la distruzione di questo universo mal guidato, noi siamo la speranza di una società migliore ancora capace di fermarsi umilmente a meditare con l’intelligenza della mente e del cuore sulle nostre povertà, per ritrovare le risorse comuni, essenziali e significative per vivere.
Per i professionisti della salute sottolineo che la capacità di comunicare la diversità e l’impegno a cercare una comunione spirituale nel cammino, sono la molla di tutte le scelte umane. In essa professione ed essere persona si coniugano in modo inscindibile investendo di verità e amore, cioè di autenticità i rapporti umani e la vita in tutte le sue espressioni diversificate, permettendoci di aggiungere alla competenza il profondo e imprescindibile valore dell’umanizzazione.
Credo nel dialogo e nella libertà dell’uomo che cerca il proprio bene senza mai prescindere da quello degli altri e che affida alla memoria dell’umanità intera il proprio piccolo contributo di conoscenza relazionale.
La realtà dei gruppi di mutuo aiuto per il lutto, che si va sempre più affermando e ampliando in Italia, ci indica questo percorso nella certezza che “quanto più abbiamo il coraggio di appartenere, tanto maggiore sarà la nostra libertà di essere indipendenti. Più è grande la nostra capacità di differenziarci, più saremo liberi di appartenere”
(1).

(1) da Whitaker C. – Bumberry W., Danzando con la famiglia, trad. italiana., Astrolabio, Roma 1989





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