AERFER Ariete

1958 - Caccia intercettore

Con l'Ariete Sergio Stefanutti era giunto alla fase quattro del suo progetto, l'ultimo gradino prima di giungere al Leone. Con questo aereo si passava alla definizione di un intercettore puro abbandonando la configurazione di caccia plurimpiego dei suoi predecessori. Non potendo montare nella cellula dell'aereo un motore più potente, e conseguentemente più grande, si ripiegava sull'adozione di un secondo motore ausiliario in coda. Tranne che per questo particolare non vi erano differenze sostanziali dal precedente Sagittario II e conservandone quindi tutta la finezza aerodinamica. Questa particolare soluzione non era vista di buon occhio dalla Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare. Per risolvere questo problema, lo stesso Stefanutti poneva il quesito alla Rolls-Royce, fornitrice delle due unità motrici, inviando i modelli della soluzione ideata per essere sottoposti alle necessarie sperimentazioni. Tali prove ottennero esito favorevole, confermando così la validità della soluzione adottata.

AERFER Ariete visto posteriormente e con la presa d'aria dorsale aperta
L'uso del turbogetto ausiliario Rolls-Royce Soar R.Sr. 2 da 510 kg. di spinta doveva essere utilizzato insieme al Rolls-Royce Derwent Mk. 9 solo in determinati momenti: durante il decollo, durante la salita e, se necessario, durante l'eventuale combattimento ingaggiato con l'aereo da intercettare o in ogni altra evenienza in cui la spinta supplementare del Soar si fosse dimostrata preziosa. Il primo prototipo dell'Ariete volava a Pratica di Mare per la prima volta il 27 marzo 1958 pilotato dal pilota collaudatore Enzo Cauda e riceveva la MM. 568. Durante i successivi collaudi si evidenziava che, con il solo Derwent, l'aereo era sotto potenziato causa l'aumento non indifferente di peso, mentre l'utilizzo del Soar necessitava l'utilizzo di una presa d'aria dorsale retrattile che aumentava drasticamente la resistenza aerodinamica. Anzi proprio questa presa d'aria era causa di numerose noie in quanto tendeva ad aprirsi da se o a chiudersi durante il funzionamento a causa di manovre violente.

AERFER Ariete - vista laterale
Nonostante i problemi sopra accennati la macchina raggiungeva in volo livellato la velocità di Mach 1,1. Al primo prototipo se ne deve essere aggiunto un secondo con la MM.569 che si trova oggi al Museo di Vigna di Valle proveniente dal Reparto Sperimentale di Volo, mentre risulta assegnata una terza Matricola Militare, la MM. 570 che non dovrebbe essere stata costruita. Alcune fonti riportano che un solo aereo è stato costruito; ma se l'Ariete a Vigna di Valle è la MM. 569, su alcune foto si vede bene la MM. 568, quindi o è la stessa cellula a cui sono state assegnate due MM.diverse oppure sono due aerei.

Dati e Caratteristiche

Aereo

AERFER Ariete
Motore

1 Rolls-Royce Derwent 9 kg/s. 1.630 +
 

1 Rolls-Royce Soar R.Sr.2 kg/s. 510
Apertura alare

7,50 m.
Lunghezza

9,60 m.
Altezza

3,17 m.
Superficie alare

14,50 mq.
Peso a vuoto

2.400 kg.
Peso totale

3.535 kg.
Carico alare

247,7 kg/mq.
Carico di potenza

1,63
Velocità max orizzontale

1.080 km/h.
Salita a 12.000 m.

4' 20"
Tangenza pratica

14.000 m.
Autonomia

780 km.
Spazio di decollo

550 m.
Spazio di atterraggio

950 m.
Armamento

2 c. x 30 mm. Hispano-Suiza
Equipaggio

1 persona

Descrizione tecnica
Di costruzione interamente metallica, l'Ariete è un intercettore leggero monoposto, dotato di un'ala a freccia di 45°, munita di ampi ipersostentatori per a dare al velivolo buone caratteristiche di decollo e atterraggio. Per decollare è infatti sufficiente una pista non più lunga di mezzo chilometro, mentre per prendere terra ne è sufficiente una lunga meno di 1.000 m. Come l'ala sono a freccia anche i piani di coda, muniti di un dispositivo per l'incidenza variabile. Il reattore principale, il Rolls-Royce Derwent 9, è installato a prua ed ha un condotto di scarico passante sotto l'abitacolo del pilota; la sua particolare sistemazione ha permesso di installare in coda il reattore ausiliario Roll-Royce Soar R. Sr.2. Quest'ultimo è alimentato da una presa d'aria retrattile situata sul dorso della fusoliera, alle spalle del pilota e all'altezza del bordo d'uscita delle ali. Essa normalmente resta chiusa, mantenendo la continuità aerodinamica della cellula; quando deve entrare in azione il reattore ausiliario, mediante un apposito comando il pilota provvede ad innalzarla in modo che possa entrare l'aria necessaria al funzionamento del motore. Poiché essa è situata in un punto molto arretrato della fusoliera, nel suo interno deve essere installato un dispositivo per l'aspirazione dello strato-limite. Lo scarico del reattore di coda è sotto il timone di direzione. Il carrello, basso come quello del Sagittario II è triciclo anteriore retrattile; il ruotino anteriore si retrae all'indietro nel muso mentre le ruote principali rientrano in fusoliera. Durante le manovre al suolo i relativi portelli restano chiusi. La cabina, che una pinna raccorda dolcemente al timone verticale, è sufficientemente ampia malgrado le ridotte dimensioni dell'aereo; è dotata di sedile eiettabile e di tutti i moderni strumenti di navigazione. La capottina trasparente è di forma caratteristica: solo la parte anteriore è corazzata. Anche per gli altri particolari l'Ariete non si discosta molto dal Sagittario II: possiamo notare ancora la sezione posteriore di fusoliera maggiorata per contenere il motore ausiliario. L'armamento è costituito dai soliti due c. x 30 mm. Hispano-Suiza ad elevata cadenza di tiro; mentre è prevista l'installazione di proiettili-razzo esterni in previsione di un impiego come incursore leggero.

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