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AERFER Leone |
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1958 - Caccia intercettore |
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Il Leone rappresentava la quinta ed ultima fase di tutta la lunga
serie di prototipi realizzati per arrivare alla costruzione di
un aereo da intercettazione. L'aspetto base rimaneva lo stesso
dell'Ariete, ma il muso era notevolmente ingrandito per ospitare
un turboreattore assiale Bristol Orpheus B.Or. 12 da 3.089 kg.
di spinta. In coda, memori dei problemi riscontrati sull'Ariete,
era montato un motore razzo De Havilland Spectre da 4.100 kg.
di spinta; in questo modo era eliminata la scomoda presa d'aria
dorsale che molti problemi aveva causato all'Ariete. Nel muso
era sistemato un radar da intercettazione. Quando nel 1958 il
Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare Italiana, Gen.
Silvio Napoli sospendeva il programma Leone per mancanza di fondi,
presso la AERFER era già stato realizzato un simulacro
in legno in scala 1:1 per studiare la collocazione degli impianti
interni e di alcune sue componenti era già iniziata la
costruzione. L'Aeronautica Militare avrebbe poi dovuto rivolgersi
al Lockheed F-104 Starfighter per dotarsi di un caccia intercettore. |
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Ricostruzione pittorica dell'AERFER
Leone armato con 2 missili Firestreak |
Dati e caratteristiche |
Aereo |
AERFER Leone |
Motore |
1 Bristol Orpheus B.Or. 12 kg/s. 3.089 + |
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1 De Havilland Spectre kg/s. 4.400 |
Apertura alare |
6,93 m. |
Lunghezza |
10,60 m. |
Altezza |
3,32 m. |
Superficie alare |
16,50 mq. |
Peso a vuoto |
3.375 kg. |
Peso totale |
6.400 kg. |
Carico alare al decollo |
338 kg/mq. |
Velocità max.orizz. a 16.500 m. |
2.490 km/h. (Mach 2,34) |
Rapporto spinta/peso |
1,05 : 1 |
Salita a 6.000 m. |
1' 2" |
Salita a 12.000 m. |
1' 28" |
Salita a 18.000 m. |
2' 44" |
Salita a 21.000 m. |
4' 55" |
Vel.salita al livello del mare |
220 m/sec. |
Tangenza teorica |
25.000 m. |
Spazio di decollo |
560 m. |
Armamento |
2 missili Sidewinder/Firestreak |
Equipaggio |
1 persona |
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Descrizione tecnica |
Monoplano da intercettazione di costruzione interamente metallica.
L'ala era quella già sperimentata con il Sagittario II
e l'Ariete ma adattata per le più avanzate caratteristiche
di volo: la freccia sul bordo d'attacco passava così da
45° a 50°, lo spessore era uguale a quello dei precedenti
velivoli alla radice e si riduceva invece nelle sezioni esterne.
La fusoliera era stata ridisegnata a causa delle prestazioni
più spinte richieste al Leone: la sezione frontale del
turboreattore assiale, più ridotta di quello centrifugo
meglio si adattava a questo nuovo compito. Il parabrezza e la
capottina erano modificati. La sostituzione del turboreattore
ausiliario presente sull'Ariete con un endoreattore, eliminando
i problemi connessi con la seconda presa d'aria rendeva più
semplice la struttura della fusoliera che risultava essere più
lunga. Come nei precedenti aerei, la gamba anteriore del carrello
si ritraeva nel muso della fusoliera, ma questa volta veniva
anche ruotata su sè stessa di 90°. Anteriormente,
uno sportello longitudinale permetteva l'ispezione dei dispositivi
di regolazione del reattore. Il carrello era dotato di gomme
Dunlop e consentiva il decollo e l'atterraggio su terreni erbosi
compatti di media consistenza. Il turboreattore Bristol Orpheus
B.Or. 12 da 3.089 kg. di spinta era installato in posizione leggermente
arretrata e l'angolo di inclinazione permetteva un migliore raccordo
con la presa d'aria e il tubo di scarico. La turbina veniva a
trovarsi quasi sotto l'abitacolo e il pilota era protetto verso
il basso da una corazzatura contro i rischi di rottura delle
palette del turboreattore. Il getto dei gas di scarico era maggiormente
inclinato i modo da renderlo più prossimo al baricentro
e così separarlo dalla fusoliera in modo da evitare l'installazione
della piastra di protezione. La presa d'aria era di tipo supersonico
e sembra che il cono centrale potesse scorrere assialmente per
migliorare le caratteristiche della vena fluida alle varie velocità.
Il motore a razzo De Havilland Spectre da 4.100 kg. di spinta
a 25.000 metri di quota aveva la linea di spinta quasi baricentrica
ed era raffreddato da una camicia d'acciaio con circolazione
d'aria esterna alimentata da prese d'aria NACA. Il combustibile
impiegato era normale cherosene, mentre l'ossidante era perossido
d'idrogeno all'80+-87%. Erano possibili il completo controllo
della spinta e più accensioni consecutive. Il combustibile
era alloggiato in quattro serbatoi, sia di tipo flessibile che
in lega leggera rivettata, per un totale di 1.135 litri, mentre
l'ossidante era contenuto in quattro serbatoi di tipo pressurizzato,
per 1.015 litri totali. La pressione era ottenuta con bombole
di azoto e il gas serviva anche per l'avviamento dell'endoreattore.
Serbatoi alari potevano contenere altri 240 litri di cherosene
o ossidante. Per i voli di trasferimento, i serbatoi portavano
2.390 litri di cherosene pari alla totale capacità dei
serbatoi, non essendo necessario l'uso del motore a razzo. Il
cono della presa d'aria alloggiava in un radome pressurizzato
e refrigerato alle alte temperature, un radar CSF con antenna
di 43 cm. che permetteva le seguenti prestazioni: scansione angolare
30°, raggio d'azione da 200 m. a 30 km., tracciamento da
200 m. a 6 km., direzione del tiro (connessa con il collimatore)
da 200 m. a 3 km. Altri dispositivi installati erano: l'IFF,
il TACAN e lo smorzatore di oscillazioni (damper). L'armamento
era costituito da due missili aria-aria De Havilland Firestreak
o Sidewinder, appesi sotto le due semiali. Potevano eventualmente
essere aggiunte due armi da 12,7 mm. con 500 colpi ciascuna. |
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