"Mai
più la mia vita sarebbe stata, come in quel periodo, determinata da
avvenimenti così definitivi e confusi allo stesso tempo... ".
Non
c'è niente in grado di attrarre l'attenzione come il mistero.
Da
sempre, dal Cantami o Diva al C'era una volta, credo che già
all'inizio di ogni racconto, il narratore abbia tirato il fiato
creando una piccola pausa. E' il mistero, il senso del mistero,
quella piccola virgola di suspense che ti fa pensare: e adesso? Cosa
succederà adesso?
Ecco,
"Vista sul cortile" comincia proprio con un mistero, il
mistero di una donna e il mistero di un delitto, un delitto brutale
e feroce, seguito da altri misteri e avvenimenti che raccontano
tante cose ma soprattutto raccontano l'essenza di una donna.
Ci
sono vari modi per narrare una storia, soprattutto una storia
misteriosa. Uno è inoltrarcisi piano piano, lasciarsi circondare,
respirarla, farsene impregnare i vestiti e poi camminarci attraverso
con le mani avanti, senza sapere dove andare, come in mezzo alla
nebbia. Un altro è tuffarcisi dentro lasciandosi travolgere dalla
turbolenza che il mistero comporta.
L'autrice
di "Vista sul cortile" sceglie il secondo, e sin da quel
sabato, da quel "giorno di fine maggio ", inizia
l'avvincente avventura che non si può fare a meno di seguire fino
alla fine.
Naturalmente,
per raccontare una storia come questa ci vuole lo stile giusto. La
chiave di tutto sta, come sempre, nelle emozioni e nella capacità
dello scrittore di provocarle con i mezzi che ha a disposizione in
quel momento, bizzarre combinazioni su linee orizzontali di
ventiquattro lettere, dieci numeri e circa otto segni di
interpunzione, come diceva Kurt Vonneguth.
Lo
stile di Giovanna D'Amore Pucci, lo stile di "Vista sul
cortile", è quello di una puntigliosa attenzione ai
particolari, alle notazioni di un occhio vivace a cui non sfugge
nulla, dotato di una carica affabulatoria spontanea ed entusiasta.
Lo stile giusto per raccontare una storia di avvenimenti come
questi. Viene da leggerla con una voce che arriva da dietro alla
nuca, una voce che racconta, morbida e vivace, ma anche inquieta.
Come immagino sia quella di Clelia, la misteriosa protagonista che
affascina sin dal principio.
"Era
sabato. Non avevo dormito tutta la notte, e ricordo come, appena
alzata, avvertissi il desiderio di respirare l'aria della
primavera... ".
CARLO
LUCARELLI