Giovanna D'amore Pucci

 

Vista sul Cortile

"Mai più la mia vita sarebbe stata, come in quel periodo, determinata da avvenimenti così definitivi e confusi allo stesso tempo... ".

Non c'è niente in grado di attrarre l'attenzione come il mistero.

Da sempre, dal Cantami o Diva al C'era una volta, credo che già all'inizio di ogni racconto, il narratore abbia tirato il fiato creando una piccola pausa. E' il mistero, il senso del mistero, quella piccola virgola di suspense che ti fa pensare: e adesso? Cosa succederà adesso?

Ecco, "Vista sul cortile" comincia proprio con un mistero, il mistero di una donna e il mistero di un delitto, un delitto brutale e feroce, seguito da altri misteri e avvenimenti che raccontano tante cose ma soprattutto raccontano l'essenza di una donna.

Ci sono vari modi per narrare una storia, soprattutto una storia misteriosa. Uno è inoltrarcisi piano piano, lasciarsi circondare, respirarla, farsene impregnare i vestiti e poi camminarci attraverso con le mani avanti, senza sapere dove andare, come in mezzo alla nebbia. Un altro è tuffarcisi dentro lasciandosi travolgere dalla turbolenza che il mistero comporta.

L'autrice di "Vista sul cortile" sceglie il secondo, e sin da quel sabato, da quel "giorno di fine maggio ", inizia l'avvincente avventura che non si può fare a meno di seguire fino alla fine.

Naturalmente, per raccontare una storia come questa ci vuole lo stile giusto. La chiave di tutto sta, come sempre, nelle emozioni e nella capacità dello scrittore di provocarle con i mezzi che ha a disposizione in quel momento, bizzarre combinazioni su linee orizzontali di ventiquattro lettere, dieci numeri e circa otto segni di interpunzione, come diceva Kurt Vonneguth.

Lo stile di Giovanna D'Amore Pucci, lo stile di "Vista sul cortile", è quello di una puntigliosa attenzione ai particolari, alle notazioni di un occhio vivace a cui non sfugge nulla, dotato di una carica affabulatoria spontanea ed entusiasta. Lo stile giusto per raccontare una storia di avvenimenti come questi. Viene da leggerla con una voce che arriva da dietro alla nuca, una voce che racconta, morbida e vivace, ma anche inquieta. Come immagino sia quella di Clelia, la misteriosa protagonista che affascina sin dal principio.

"Era sabato. Non avevo dormito tutta la notte, e ricordo come, appena alzata, avvertissi il desiderio di respirare l'aria della primavera... ".

 

CARLO LUCARELLI

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