NUOVE SOSTANZE

 

 

 

La presenza delle reti informatiche e telematiche, ha portato un cambiamento nelle abitudini e nei bisogni della gente che si riflette anche e soprattutto, in campo architettonico.

Da un punto di vista urbanistico e architettonico la città metropolitana sta cambiando le sue forme, le vecchie categorie spaziali, piazze, corsi, ect, hanno perso la loro caratteristica di luoghi di incontri fisici, a favore dei nuovi luoghi in cui se non ci si è dati un appuntamento è facile perdersi nell’anonimato. Questi nuovi luoghi che rappresentano: le nuove piazze, il centro commerciale, la stazione, le palestre..devono rispondere ai nuovi bisogni della gente, e ai loro desideri.

La risposta architettonica a questa richiesta è un’architettura di ibridazione dove funzioni diverse sono concentrate all’interno di uno stesso spazio. Ciò comporta una perdita di identità nell’architettura per cui un edificio per abitazioni non è più solo edificio per abitazioni ma anche stazione metropolitana e centro commerciale o viceversa. Si rompe cioè il legame tra oggetto/funzione/forma. L’architettura tende a non esprimere la sua spazialità e funzionalità interna attraverso il prospetto ma la conserva segretamente sostituendo un’immagine alla sua complessità tettonica, diventando maschera e aderendo a modelli pubblicitari e comunicativi si dedica ad imprese monumentali e spettacolari, al cui interno gioca un ruolo fondamentale il mondo dell’informazione. Ma oltre agli edifici, anche le città si modificano e anch’esse proprio in relazione alla società dell’informazione che ha ridotto i suoi bisogni di spazio per produrre beni. In questo modo grandi quantità di aree vengono rimesse in gioco grazie, anche ad una maggiore attenzione verso i problemi ambientali .

È  il fenomeno macroscopico delle ”brown areas” o aree dismesse che porta a riprogettare la città secondo una nuova ricerca estetica ed espressiva.

 

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