OSSERVATORIO LETTERARIO 

*** Ferrara e l'Altrove ***

 

ANNO VII/VIII – NN. 35/36    NOVEMBRE-DICEMBRE/GENNAIO-FEBBRAIO 2003/2004     FERRARA

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Fernando Sorrentino — Buenos Aires (Argentina)

DALL'ITALIANO AL COCOLICHE 1)

 

   La Prima Giunta di Governo Patrio formatasi a Buenos Aires il 25 maggio 1810 constava di nove componenti. Sei di essi portavano, come appare la cosa più logica in una colonia spagnola (Virreinato del Río de la Plata), cognomi provenienti da diverse regioni della Spagna: Cornelio Saavedra, Juan José Paso, Mariano Moreno, Juan Larrea, Domingo Matheu, Miguel de Azcuénaga. Il restante terzo però, a mo' d'involontario vaticinio sulla futura composizione della popolazione del paese, esibiva cognomi italiani: Manuel Belgrano, Manuel Alberti, Juan José Castelli.

Basta guardare in Argentina la lista d'un qualsiasi gruppo di persone (una squadra di calcio, la scolaresca d'una scuola, i membri d'una accademia, le orde di deputati e le caterve di senatori, le mandrie ed i branchi di politici, i fastelli di pubblici funzionari, i malviventi d'una banda) per accorgersi che i cognomi originari della seconda penisola mediterranea eguagliano in quantità quelli della prima.

Diciamo che le schiere spagnole ed italiane raccolgono, grosso modo, qualcosa come l'ottanta per cento di tutti i cognomi argentini; il rimanente venti per cento si divide, ignoro in quale precisa proporzione, tra la maggior parte dei paesi d'Europa ed alcuni dell'Asia.

Viene a proposito anche la seguente battuta di Borges: «Penso a volte di non essere argentino dal momento che non ho né sangue né cognome italiani».

La grande immigrazione italiana si verificò —con oscillazioni di massima e di minima— tra la seconda metà del secolo XIX e la prima del XX. Il censimento del 1887 rivelò che gli italiani costituivano nientemeno che il 32% degli abitanti di Buenos Aires.

Una sola generazione fu sufficiente a mutare la nazionalità: presto i figli di quegli italiani non si sentirono compatrioti dei loro genitori bensì cittadini del paese dove erano nati. Seppero, naturalmente, che la loro lingua non era l'italiano bensì lo spagnolo.

Nei secoli XIX e XX abbonda, soprattutto in commedie e farse, l'iperbolica e giocosa imitazione caricaturale della lingua spagnola (la castilla) impiegata dagli italiani. Questo artificioso gergo letterario fu molto opportunamente denominato cocoliche, vocabolo preso da Cocoliche, un personaggio creato nel 1890 dall'attore ed acrobata uruguaiano José J.Podestá (1858-1937). A quanto sembra —esiste però più d'una versione—, il nome del personaggio si ispirò al cognome d'un manovale del circo dei Podestá che si chiamava Francesco Cocoliccio e che parlava fingendosi compadrito 2) argentino. Ad esempio: Mi quiamo Franchisque Cocoliche, e songo cregollo gasta lo güese de la taba e la canilla de lo caracuse, amique. 3)

Juan Carlos Rizzo 4), ragazzino allora di nove o dieci anni, testimonia l'uso intorno al 1940 del cocoliche (non letterario bensì spontaneo) da parte degli italiani (i tanos) 5) che giocavano a carte nel bar di suo padre:

 

[Gli argentini] giocavano al truco 6), al mus 6) e al tres siete 6) mescolandosi con i tanos. Era uno spasso ascoltarli quando imitavano i modi di dire dei gringos cercando di tradurli… O quando viceversa erano loro quelli che, dissimulandosi argentini in una molto graziosa imitazione del modo di dire dei nostri paesani, improvvisavano i loro versi. Mio padre mi chiamò tante volte perché li ascoltassi…

 

Io sono un criocho italiano

Que parla mal la castilla.

¡No se caiga de la silla,

que tengue flor nella mano…!

 

( Sono un creolo italiano

che spagnol sa mal parlare.

Dalla sedia non crollare,

che io fiore tengo in mano…!)

 

Seguiva poi il divertito contrappunto che finiva per trasformarli in autentici payadores 7) :

 

Y yo soy criollo, no gringo,

y atajate, que te bocho:

¿como se dice en tu lengua

contraflor con treinta y ocho?

 

( Sono creolo e non gringo,

e vien qui che ti do un botto:

come dicesi in tua lingua

controfiore con trentotto?)

 

Terminata quella partita o la seguente (perché la sequenza non importa), uno dei giocatori gringos rispondeva in tono di milonga 8) della pampa:

 

Aquí me pongo a cantare 9)

Co la guetarra a la mano

E le canto ¡controflore!

Angárresela, paisano.

 

(Qui mi metto io a cantare,

la chitarra nella mano,

e ti canto controfiore!

To' mo' beccala, paesano.)

 

Indubbiamente non meno di otto di quei gringos cocolicheros confluiscono a mo' di piramide invertita nel monoglottico ispanoparlante che ora conclude questo trujamán.

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1.       Da pronunciare "cocolice". Il presente scritto di Fernando Sorrentino è tratto da "El trujamán". Lunes, 31 de marzo de 2003. Indirizzo Internet: http://ccv.cervantes.es/trujaman/anteriores/marzo_03/31032003.htm. Il © del testo originale è riservato al Centro Virtual del Istituto Cervantes.

2.       Termine difficilmente traducibile che connota una persona sempliciotta e priva di cultura ma d'una certa vanità, piena di sé e sempre pronta a vanterie.

3.       L'espressione suona per noi italiani circa così: "Mi chiamo Francische Cocolice, e songo cregogio gasta lo guesse de la taba e la canigia de lo caracusse, amiche". Si noti come nella frase originale che tradotta dice "Mi chiamo Francesco Cocoliccio e sono argentino fino alle ossa del tallone e la tibia dei midolli, amico" siano facilmente riconoscibili parole dialettali dell'Italia meridionale goffamente ispanizzate.

4.       Juan Carlos Rizzo, Las Catorce Provincias (relatos del boliche), Buenos Aires, 2002, pagg.205-206.

5.       Nonostante il discordare delle statistiche gli immigrati italiani in Argentina erano in prevalenza provenienti dalle regioni meridionali ed in particolare dalla Campania. Essi furono perciò genericamente chiamati tanos, parola che è aferesi di napolitanos (napoletani) ed uno di essi, detto dal protagonista "papolitano", compare persino nel poema Martín Fierro di José Hernández (1834-1886).

6.       Alcuni tipi di giochi di carte.

7.       Preferiamo mantenere il termine originale payadores giacché l'italiano stornellatori con cui lo si potrebbe tradurre, pur traendo la sua radice dal provenzale estorn (tenzone poetica) e quindi apparire calzante, non ci pare per certi versi rispecchiare appieno il significato del termine originale. Lo stornello è infatti un canto popolare tipico dell'Italia centrale ed è composto da due endecasillabi preceduti da un quinario contenente in genere l'invocazione del nome di un fiore e che rima o assona con il secondo dei due versi che lo seguono. Sono detti payadores due cantori indubbiamente dotati di rapida creatività che alternativamente improvvisano in musica ed in versi ripetute domande e risposte anche di consistente lunghezza. Esempio classico di payada è quello contenuto nel Canto XXX della seconda parte del poema Martín Fierro già citato alla nota 5.

8.       Nata in Argentina, questa composizione musicale che precorre il tango è caratterizzata da un ritmo lento in cui il canto si accompagna alla chitarra.

9.       Sottolineiamo in questo verso la tradizionale formula d'inizio di un'opera letteraria di stile gauchesco. Con «Aquí me pongo a cantar / al compás de la vigüela» inizia infatti il Martín Fierro citato alle note 5 e 7.

 

Traduzione © e note di Mario De Bartolomeis

 

 

Altri link:

·          http://digilander.libero.it/osservletter/SORRENTINO.htm

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·          http://cvc.cervantes.es/trujaman/anteriores/noviembre_03/27112003.htm

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·          http://cvc.cervantes.es/trujaman/anteriores/julio_02/02072002.htm

·          http://www.babab.com/biblioteca/fernando_sorrentino.htm

·          http://213.4.108.133/trujaman/anteriores/enero_02/04012002.htm

·          http://www.lanacion.com.ar/suples/cultura/0153/supl.asp?pag=P04.HTM&a=prem

·          http://cvc.cervantes.es/el_rinconete/anteriores/junio_02/14062002_03.htm

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·          http://www.cccbxaman.org/badosa/bin/obra.pl?id=n083

·          http://www.ucm.es/info/especulo/numero16/sintaxis.html

·          http://cvc.cervantes.es/trujaman/anteriores/diciembre_00/04122000.htm

·          http://cvc.cervantes.es/el_rinconete/anteriores/febrero_01/16022001_02.htm

·          http://213.4.108.133/trujaman/anteriores/noviembre_01/29112001.htm


 

 

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