OSSERVATORIO
*** Ferrara e l'Altrove ***
ANNO VIII/IX – NN. 41/42 NOVEMBRE-DICEMBRE/GENNAIO-FEBBRAIO 2004/2005 FERRARA
____________________________________________________
L'ECO
& RIFLESSIONI ossia FORUM AUCTORIS
DIARIO DI VIAGGIO D'ESTATE 2004
-
Non č traduzione della versione ungherese -
-
di Melinda Tamás-Tarr
-
Dopo l'anno faticoso e ricco di gravi difficoltŕ finalmente č
arrivata l'estate ed ho potuto trascorrere un mese fuori dall'Italia. Dopo un
anno di assenza dalla mia Patria e dopo una settimana di ferie adriatiche mi
sono trasferita in Ungheria in parte per ferie, in altra parte per un
arricchimento professionale e spirituale.
In dieci giorni di vacanza ho
visitato ed anche rivisitato i seguenti luoghi: Szentendre, Martonvásár,
Szászhalombatta, Miskolctapolca, Lillafüred.
SZENTENDRE
(Sant'Andrea) — č situata a 20 km a nord della capitale magiara, Budapest,
in un luogo incantevole. Deve i suoi monumenti alle famiglie serbe, dalmate e
greche, fuggite dai Balcani prima nel Trecento e poi nel Seicento durante le
invasioni turche e riparate proprio in questa cittadina. Nell'Ungheria
cattolica e, in parte protestante, i profughi balcanici potevano creare delle
isole provoslave (ortodosse) in base ai privilegi ad essi assicurati dai re
magiari. Si deve a ciň se quasi nelle immediate vicinanze della capitale si
possono rinvenire i ricordi dell'arte sacra slavo-ortodossa, benché le loro
botteghe originali e la maggior parte dei capolavori di quell'epoca si trovino
ad est e a sud dei confini dell'Ungheria. Delle sette chiese antiche della cittadina
due sono cattoliche, quattro ortodosse ed una riformata.
Il centro di Szentendre,
caratterizzato nel passato da un commercio fiorente, ha conservato la sua
fisionomia del Settecento: vi troviamo non solo alcune case, ma intere vie e
piazze di quel tempo che emanano un’atmosfera di cittadina barocca con un misto
di reminiscenze dalmate.
La vecchia piazza principale
della cittŕ č un complesso di monumenti protetti nel loro insieme ed č
fiancheggiata da case si mercanti serbi del secolo XVIII. Al centro della
piazza, la croce commemorativa di ferro dipinto, in stile rococň, fu elevata
dai mercanti serbi nel 1763, allorché la cittŕ riuscě a sfuggire all'epidemia
di peste. In questo punto sorgeva a suo tempo una chiesa di legno, in cui i
profughi giunti qui nel 1690 avevano posto la bara dello zar Lazzaro, caduto
nella battaglia di Rigómező (Kosovo-polje) del 1389 (Nel 1699, la salma fu traslocata nella tomba
originale dopo la pace di Karlóca.)
Uno dei monumenti piů importanti
della piazza ed anche della cittŕ č la chiesa Blagovestenska di culto
slavo-ortodosso, costruita nel 1752 in stile barocco. Con riferimento alla
pietra tombale con iscrizione greca, situata accanto al portone (del 1759), č
denominata anche chiesa greca. Alcuni dettagli del portone e del campanile sono
in stile rococň.
Un particolare
dell'interno della chiesa slavo-ortodossa Blagovestenska (Szentendre).
Foto © di Melinda
Tamás-Tarr
Un particolare di Szentendre. Foto © di Melinda Tamás-Tarr
Sulla collina del Castello sorge
la chiesa parrocchiale cattolica di origine medievale, rimaneggiata in stile
barocco nel Settecento. La forma delle finestre rimanda allo stile tardo
romanico, ma si possono
riconoscere anche gli elementi gotici
della trasformazione quattrocentesca. Una decorazione interessante della parete
esterna č la meridiana medievale che risale a piů di 700 anni fa. Nel secolo
XVIII la chiesa era dei Dalmati
cattolici, come testimonia il suo antico nome: Klisa. Gli affreschi del
presbiterio gotico sono opere comuni di pittori contemporanei della colonia
locale degli artisti. Dal giardino che circonda la chiesa ed č recintato con un
muro, si puň vedere un panorama veramente suggestivo: una miriade di casette,
di piccoli cortili fioriti, un alternarsi di vicoli e viuzze serpeggianti e di
scalinate. I Dalmati rifugiatisi in questo luogo avevano ricostruito qui un po'
del loro mondo mediterraneo.
Nell'Alkotmány utca (Via della Costituzione), in un
giardino circondato da un muro sorge la cattedrale episcopale ortodossa, la
chiesa di Belgrado (o Saborna), costruita tra il 1756 e il 1764. I quadri
dell'iconostasi barocca, riccamente intagliata, sono del pittore Vasilije
Ostolić di Újvidék (Novi Sad). Meritano attenzione l'altare in marmo rosso, il
pulpito ed il seggio vescovile con ornamenti barocchi, le due porte laterali, i
portoni in ferro battuto, opera di Mátyás (Mattia) Ginesser.
Accanto al cortile posteriore
della chiesa di Belgrado, in un edificio laterale dell'antica residenza
episcopale serba, nella Collezione Storica della Chiesa Serba sono state
raccolte le piů belle icone delle chiese slavo-ortodosse ungheresi che
riflettono l'arte slavo-ortodossa di tradizione bizantina dei secoli XVI-XIX e,
nello stesso tempo, l'effetto esercitato dal rococň ungherese sull'austera
ereditŕ bizantina.
In via Rákóczi si trova l'antica
chiesa Opovačka, oggi chiesa Protestante, una delle costruzioni slavo-ortodosse
del Settecento.
Sono ancora da accennare la
chiesa Preobraženska, la chiesa Požarevačka e la chiesa dei SS. Pietro e Paolo.
La prima fu costruita dai conciatori di pelle tra il 1741 e il 1746. Il portone dei giardino in ferro
battuto č opera di un fabbro locale. L'iconostasi č ornata da cinque file di
quadri, separati tra di loro da colonnine corinzie. Lo sfondo dei quadri č
dorato, gl'intagli dell'iconostasi sono di color verde scuro. Nel giardino di
questa chiesa, il 19 agosto di ogni anno si organizza la festa folcloristica
dei Serbi, in cui il ballo del kolo č accompagnato da un'orchestra di
«tambura», uno strumento a corde pizzicate, largamente adoperato nella musica
popolare serba. La seconda chiesa sopraccennata č circondata da un muro di
pietra. Sono da annotare la sua iconostasi in stile bizantino e per le pietre
tombali trovate nel cortile. La terza č un'altra chiesa cattolica della
cittadina, essa pure dei Dalmati e si chiamava Čiprovačka. Al n. 7 della via
Római sánc (Trincea Romana)
troviamo il lapidario romano, eretto sul luogo dell'antico campo
militare romano Ulcisia Castra, che sorgeva sul territorio di Szentendre nel
II secolo d. C. La lapide piů
interessante č quella indicata col
n. 25, che ricorda la visita dell'imperatore Settimio Severo.
Non ho parlato dei ricchi musei e
di altri edifici interessanti e caratteristici per lasciar spazio anche alle
altre cittŕ visitate quest'estate.
MARTONVÁSÁR
— a 32 km da Budapest, č nota
per l'antico castello della famiglia Brunswick, costruito nel Settecento e
rifatto alla fine del secolo scorso in stile neogotico inglese.
Teréz
Brunswick aveva fondato la prima scuola materna dell'Ungheria. Ludwig van
Beethoven, amico del conte Ferenc, era stato in piů occasioni ospite della
famiglia.
Si
suppone che Josephine Brunswick sia stata l'«amata immortale» - ne fanno capire
le loro epistole esposte al piccolo Museo Beethoven situato nell'edifico del
castello - alla quale il grande compositore scrisse, senza intestazione né
data, le sue commoventi lettere d'amore. Secondo la tradizione, egli trasse l'ispirazione per
diverse sue opere dal soggiorno a Martonvásár, cosě per la sonata
«Appassionata», dedicata alla famiglia Brunswick; ma pare che abbia scritto a
Martonvásár anche la sonata «Al chiaro di luna» Nel parco del castello, si vede
oltre al busto di Teréz Brunwswick anche quello di Beethoven, su una piccola
isoletta del laghetto in cui ogni anno d’estate si tengono dei concerti
all'aperto di musiche
beethoveniane. Il castello č oggi il centro dell'Istituto di Ricerche Agrarie e
della fattoria sperimentale dell'Accademia Ungherese delle Scienze. La chiesa
cattolica barocca č attaccata al castello ed in essa č sistemata la cripta di
Teréz Brunswick.
Castello Brunswick di
Martonvásár. Foto © di G.O.B.
Chiesa
barocca attaccata al Castello di Brunszwick di Martonvásár. Foto © di Melinda
Tamás-Tarr
SZÁZHALOMBATTA — La successiva cittŕ che ho
visitato, Százhalombatta, č situata nella parte meridionale della circoscrizione
di Budapest, a circa 20 Km dalla
capitale. La parte meridionale della cittŕ č compresa in un'ansa del Danubio,
mentre la parte settentrionale č contornata da basse colline. Importanti strade, autostrade
e ferrovie collegano Százhalombatta alla capitale
e alle maggiori cittŕ dell'Ungheria. La zona era popolata giŕ nell'etŕ del
bronzo. In quell'epoca vennero eretti numerosi tumuli, destinati alla sepoltura
di alti dignitari nei secoli 7-5 a. C. della cultura Hallstatt.. Il gran numero
di queste colline fece sě che l'insediamento venisse chiamato «Százhalom» cioč
cento tumuli (halom) dell'etŕ di ferro, toponimo che č all'origine dell'attuale
nome della cittŕ. La necropoli si estende al di sotto del centro storico
odierno.
Prima delle invasioni
romane del Transdanubio l'area era sicuramente popolata da Illiri e Celti. In
seguito e dopo la conquista della Pannonia da parte di Roma, Százhalombatta
ebbe un ruolo importante nel sistema amministrativo romano essendo una
postazione militare sul Danubio. Rimangono molti resti romani all'interno
dell'insediamento (resti di edifici termali, militari, cippi miliari e reperti
cimiteriali). La cittŕ romana fu distrutta al tempo delle grandi invasioni e
delle migrazioni magiare che stabilirono siti di residenza altrove. Fino alla
metŕ del nostro secolo Százhalombatta rimase una piccola localitŕ, di non
grande importanza con una popolazione mista ungherese - serba. Ufficialmente il
nome di Százhalombatta venne usato solo dal 1903. Tutto cambiň con l'industrializzazione
degli anni `60. L'area fu scelta per diventare un centro di industria chimica e
sede di una centrale elettrica. La costruzione degli impianti si svolse tra il
1960 e il 1962 e la modernizzazione ed espansione delle industrie continuarono
fino ad oggi. Come naturale conseguenza si ebbe uno sviluppo del centro urbano
che da piccolo villaggio divenne una cittŕ di 20.000 abitanti. Fra il 1960 e
1970 venne costruita nel territorio di Százhalombatta la piů grande raffineria
dell'Ungheria, mentre la centrale, creata fra il 1960 e 1968 venne ampliata fra
il 1970 e 1976. II tenore di vita di Százhalombatta č al di sopra dello
standard medio ungherese soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture e il
livello educativo - culturale. Vi sono 5 scuole primarie e una scuola
secondaria. La Biblioteca č la piů ricca del circondario e il centro culturale
rappresenta una struttura di prim'ordine. Parimenti l'amministrazione locale
sostiene ed incoraggia l'attivitŕ sportiva giovanile e il gruppo folcloristico
conosciuto in Europa, negli Stati Uniti e nel Messico.
Cartolina
Entrata
al Parco Archeologico, ricostruzione di una casa dell'Etŕ di Bronzo 2°
millennio a.C. Foto © dall'Internet
© András Dabasi
Qualche anno fa hanno
aperto
qui il Parco Archeologico, primo
ed unico museo preistorico
all'aperto dell'Ungheria. Sotto uno dei sopraccitati tumuli - vedasi la
fotografia sotto - gli archeologi hanno fatto una scoperta straordinaria: una
camera sepolcrale in rovere di 2700 anni.
Parco Archeologico Foto © dall'Internet
Il parco archeologico č stato
progettato e realizzato proprio per conservare al meglio questi reperti.
All'interno della camera sepolcrale č possibile cono-scere a fondo le usanze
funebri dell'epoca per mezzo di un filmato multilingue accompagna-to dagli
effetti di sonoro e di luce.
Il parco si estende su un
territorio di 6 ettari. Sono esposte le copie di case, forni e dipendenze
dell'etŕ di bronzo e di ferro. Negli orti vicini alle case si coltivano verdure
dell'epoca, nei forni si preparano le pietanze «preistoriche». Ci sono periodi,
durante i quali i visitatori possono anche provare a creare degli oggetti di
artigianato caratteristici dei tempi antichi.
Costruzione del forno, cottura della
ceramica (Cartolina - Museo Matrica )
Particolare del tumulo interno dell'Etŕ
di Ferro - ricostruzione - sec. VIII. a. C.
(Cartolina Foto ©
András Dabasi)
MISKOLCTAPOLCA E LILLAFÜRED — Le ultime due tappe feriali erano
Miskolctapolca e Lillafüred dove non la prima volta sono andata.
Miskolctapolca č una localitŕ di villeggiatura di
Miskolc dell'Ungheria settentrionale, a 7 km da questa cittŕ, la quale č la
seconda cittŕ e centro industriale del Paese. Questa zona era abitata giŕ nel
paleolitico, come dimostrano gli attrezzi di pietra scheggiata dell'era
glaciale e le ossa umane fossili trovate in una nicchia della roccia.
Sul monte della fortezza sopra lo stabilimento
balneare si possono ancora vedere i resti del terrapieno dell'etŕ di ferro. Sin
dal Medioevo si fa uso delle acque lievemente radioattive, contenenti calcio,
magnesio, idrocarbonati, poco gassose delle sorgenti di Tapolca, che sorgono da
800-900 metri di profonditŕ per curare malattie varie: malattie del sistema
nervoso vegetativo, nevrosi cardiaca, disturbi gastro-intestinali di origine
nervosa, nonché in caso di esaurimento fisico e intellettuale. Per praticare i
bagni, nei primi tempi erano state fatte delle costruzioni in legno; il primo
edificio in pietra sorse nel Settecento
La piscina termale in grotta č il secondo bagno in
grotta d'Europa: č situata in un ampia caverna, scavata nel seno del monte
dall'acqua calda che sgorga da millenni. La temperatura dell'acqua, alta
130-140 metri, č analoga a quella del bagno termale cioč č di 29-31 °C. Qui ho
goduto questa famosa piscina termale in grotta.
L'altro luogo di villeggiatura di Miskolc č Lillafüred:
localitŕ climatica a 320 m sulla superficie del mare, nel punto d'incontro
delle valli dei torrenti Szinva e Garadna. Il suo centro č il Palota Szálló (Albergo Palazzo), costruito dal 1927
al 1930, circondato da un giardino pensile e da un grande parco, con piscina
d'acqua fredda. Tutt'intorno vi č un bosco di diverse migliaia di ettari,
attraversato da sentieri e strade. Tra le sue bellezze naturali meritano essere
ricordati il lago di Hámor, alimentato con le acque del ruscello Garadna e e la
valle pittoresca del ruscello Szinva. Č molto romantica la cascata subito
accanto all'edificio dell'albergo sopraccitato. Accanto a questa cascata si
trova l'ingresso della grotta Sándor Petőfi, la quale stavolta l'ho visitata. Č
una grotta di tufo calcareo, le cui stalattiti sottili come pizzi sono una
raritŕ naturale anche a livello europeo.
MÁRIABESNYŐ, LORETO MAGIARO — Terminati gli undici giorni feriali in
Ungheria, ho continuato la mia permanenza di altri undici giorni fra impegni
professionali e il ritiro spirituale presso la Casa Mater Salvatoris di Gödöllő-Máriabesnyő,
nelle vicinanze della chiesa votiva, che ha ottenuto il rango di basilica
minor: un famosissimo luogo di pellegrinaggio per i miracoli della sua statua
sacra vecchia di 700 anni, posta sull'altare. Vorrei parlare di questo luogo.
Máriabesnyő amministrativamente appartiene
alla cittŕ di Gödöllő, infatti ufficialmente ha assunto il nome:
Gödöllő-Máriabesnyő.
Il nome del luogo del santuario ha l'origine della parola besenyő (pecenego) La moglie di Antal Grassalkovivh - uomo di fiducia dell'imperatrice
Maria Teresa d'Asburgo -, Klobusiczky Teréz fece costruire la chiesa nel posto di quella dell'ordine premonstratense costruita
nel 1249 in onore della Vergine di Loreto. All'inizio dei Vergine di Loreto.
All'inizio della costruzione, nella
primavera del 1759, cominciarono i lavori di scavo. L'architetto János Fidler
che guidň i lavori ebbe un sogno in cui
qualcuno gli disse: «Tra le rovine del tempio nel posto dell'altare
principale scaverai, lě troverai
una bella cosa» Nel luogo indicato nel sogno durante gli scavi trovarono una
statuetta di avorio. La statuetta č - si presume - di secoli XI-XIII, ma ci
sono voci secondo le quali essa č piů antica, presente giŕ all'epoca della
conquista della patria, collocata in
un tempio.
La
statuetta e l'affresco della chiesa di Máriabesnyő; Il ritrovamento della
statuetta.
Foto © di Dr. György Szitányi
Questa statuetta di 11 cm raffigura Maria Vergine che
tiene in braccio il bambin Gesů. Questo ritrovamento miracoloso venne
autenticato dal vescovo di Vác, e cardinale di Vienna Kristóf Migazzi. Antal
Grassalkovich la fece sistemare in una teca di cristallo decorato dai brillanti
nella cappella del castello. Nel 1763 quando fu consegnato l'edificio del
monastero ai cappuccini, la statuetta venne riportata nella chiesa di
Máriabesnyő.
L'altare
aperto della chiesa votiva di Máriabesnyő
15
agosto 2004.
Foto
© di Melinda Tamás-Tarr
Nel tempio inferiore della chiesa votiva
troviamo la cripta della famiglia Grassalkovich, ed alla destra del santuario
proseguendo sul sentiero si arriva al cimitero dove troviamo la tomba del conte
Pál Teleki (1879-1941), scienziato di geografia e statista.
Máriabesnyő per il 2000, per l'Anno Santo, venne proclamato da papa
Giovanni Paolo II uno dei tre principali santuari mondiali. Infatti qui si
verificarono tra i pellegrini guarigioni miracolose.
L'interno
della Chiesa votiva di Máriabesnyő - Saluti da Máriabesnyő
(Cartolina - Foto © József Gáspár)
La
Chiesa votiva di Máriabesnyő
durante una manifestazione del 15 agosto in onore della Maria Vergine
(Cartolina
- Monastero dei Cappuccini) ed il confessionale barrocco della Chiesa
votiva di Máriabesnyő.
Foto
© di Dr. György Szitányi
Con queste gite concludevamo il ritiro
spirituale dirigendoci verso l'abbazia di Pannonhalma, Ravazd e Győr. A
Ravazd ho conosciuto il mio
connazionale pittore Károly Borbély e la sua attivitŕ artistica
di cui ho parlato dettagliatamente nella rubrica «Cocktail delle Muse gemelle».
Partendo dalla sua abitazione per dirigerci a Győr, il 28 agosto verso
l'una ho suběto un grave incidente stradale
dal
quale sono miracolosamente sopravvissuta assieme agli altri occupanti della
macchina. Invece di visitare gli altri luoghi sacri di Győr siamo finiti
all'ospedale di questa grande cittŕ per gli accertamenti. Questo evento č giŕ
un altro tema da raccontare…
Come il grande Shakespeare
dice: «TUTTO Č BENE QUEL CHE FINISCE BENE!»… E ringrazio Dio! Si vede, abbiamo ancora da fare in
questo nostro mondo, perciň non ci siamo trovati ancora nell'aldilŕ… A dire la veritŕ, non mancava
molto…
La
croce di Máriabesnyő, indossata al collo anche nel momento dell'incidente
stradale.
Melinda Tamás-Tarr
Link:
Introduzione al capolavoro di Károly Borbély (in ungherese)
Home Page di Dr. György Szitányi
Károly Borbély, il pittore magiaro
OSSERVATORIO LETTERARIO
***Ferrara e l'Altrove ***
©
INDICE - FASCICOLO
PRECEDENTE - GALLERIA LETTERARIA - OSSERVATORIO
ARCHIVIO DEI FASCICOLI
-
UNGAROHOME