OSSERVATORIO LETTERARIO 

*** Ferrara e l'Altrove ***

 

ANNO VIII – NN. 37/38   MARZO-APRILE/MAGGIO-GIUGNO 2004   FERRARA

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ATTRAVERSANDO GIARDINI

Storie di viaggi reali e fantastici

nella Ferrara dei giardini nascosti

 

ITCS “V. Monti” Ferrara 2003

26 p., 1 CD-ROM (ed. f. comm.)

 

È stato da poco edito dall’ Istituto Tecnico Commerciale “Vincenzo Monti” di Ferrara, un prezioso libretto di poesie opera collettiva della classe 4° A – Mercurio, coordinata dai professori Paola Migliari e Mario Sileo, opera che compare quale vol. 6° dei «Quaderni del “V. Monti”», una interessante collana di studi, esperienze e strumenti didattici curata dal prof. Riccardo Merlante.

Ma «Attraversando giardini» non è soltanto una breve raccolta di versi, ma una vera e propria opera multimediale: ogni pagina, infatti, è una fotografia che rappresenta scorci segreti,  dettagli e colori inconsueti di alcuni giardini patrizi ferraresi; ed è anche una pagina del diario di un viaggio  durato dieci giorni, aperta ogni volta dalla citazione di alcuni versi di autori famosi (di Poe, Alberti, Whitman, Leopardi, Pessoa per citarne alcuni) ai quali segue la poesia dei ragazzi stampata direttamente sulla fotografia che illustra, commenta, impreziosisce la meta di quel giorno.

In certi tratti, questa tecnica grafica sortisce un effetto straordinario: in alcune pagine infatti le parole della poesia  si “confondono” un po’ con i dettagli di rami o di foglie o i chiaroscuri dell’immagine così che non sai se l’emozione ti è data in quel punto dalla bellezza del verso o dalla dolcezza di un particolare fotografico perché l’una sembra nascere dall’altra.

Il libro si apre con un proemio in prosa: I giovani protagonisti del viaggio si trovano  nella più classica delle condizioni, in una biblioteca. Ma l’edificio ed il suo contenuto pare dilatarsi magicamente, fino a che tutte le loro reminiscenze e le loro letture prendono una vita vera: troviamo la Biblioteca di Eco, il labirinto di Borges, l’Ulisse dantesco del “fatti non foste…” e Caronte il traghettatore infernale, che trasporta i ragazzi – con la mediazione dell’Orlando ariostesco nuovamente nella città estense, consapevoli della perfetta identità tra il viaggio ideale nella letteratura e nei miti ed il viaggio reale nella topografia più nascosta e preziosa della propria città (come lo sono i giardini spiati da un portone socchiuso), un viaggio sospeso dunque tra il reale e il fantastico, raccontato nella chiave perfettamente estetica dalla poesia e dalle immagini.

Le nove poesie della silloge si caratterizzano per la loro leggerezza, per una musicalità classica, per l’assenza, pur nella loro libertà formale, di inutili e sgradevoli esercizi sperimentali. Il loro tono si sposa perfettamente con l’atmosfera rinascimentale dei giardini, con il verde delle magnolie, la secchezza di un annoso ramo caduto, con la penombra di un porticato gentilizio, la malinconia di una fontana ammutolita, di una lapide tra i muschi.

Il racconto  di questo viaggio tra i giardini ferraresi - che è anche un viaggio di vita dei giovani autori -   si apre opportunamente con la bellissima poesia dannunziana d’omaggio a Ferrara, città del silenzio, e si chiude con una lirica di Borges attraverso le cui parole viene reso omaggio agli uomini giusti, agli uomini semplici, appassionati del proprio lavoro, innamorati del bello, perché “tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo”.

Il libro infine è concluso da un’istantanea fotografica che coglie il gruppo dei ragazzi, di spalle, mentre passeggiano per via Piopponi alla ricerca meravigliata di un altro giardino da svelare, come se il viale fosse la metafora della vita che li porta verso un futuro ancora ignoto – un giardino segreto! – ma certamente meraviglioso.

Un’ultima parola la dedicheremo al CD-ROM allegato al volume, uno strumento multimediale “fedele solo in apparenza” dove vengono riproposti i testi e le immagini dell’opera cartacea, non solo, ma anche musiche e altre parole e, come suggerisce la nota preventiva “Il lettore sia liberissimo di visitare le immagini le parole o i suoni secondo la personale inclinazione: che proceda con metodo arbitrario o per concordanze non sarà inficiata la sostanza del testo che per sua natura è figlio del caso”

© Renzo Ferri

- Ferrara -

 

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