OSSERVATORIO
*** Ferrara e l'Altrove ***
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ATTRAVERSANDO GIARDINI
Storie di viaggi reali e
fantastici
nella Ferrara dei
giardini nascosti
ITCS “V. Monti”
Ferrara 2003
26 p., 1 CD-ROM (ed.
f. comm.)
È stato da poco edito dall’ Istituto Tecnico Commerciale
“Vincenzo Monti” di Ferrara, un prezioso libretto di poesie opera collettiva
della classe 4° A – Mercurio, coordinata dai professori Paola Migliari e Mario
Sileo, opera che compare quale vol. 6° dei «Quaderni del “V. Monti”», una
interessante collana di studi, esperienze e strumenti didattici curata dal
prof. Riccardo Merlante.
Ma «Attraversando
giardini» non è soltanto una breve raccolta di versi, ma una vera e
propria opera multimediale: ogni pagina, infatti, è una fotografia che
rappresenta scorci segreti,
dettagli e colori inconsueti di alcuni giardini patrizi ferraresi; ed è
anche una pagina del diario di un viaggio
durato dieci giorni, aperta ogni volta dalla citazione di alcuni versi
di autori famosi (di Poe, Alberti, Whitman, Leopardi, Pessoa per citarne
alcuni) ai quali segue la poesia dei ragazzi stampata direttamente sulla
fotografia che illustra, commenta, impreziosisce la meta di quel giorno.
In certi tratti, questa tecnica grafica sortisce
un effetto straordinario: in alcune pagine infatti le parole della poesia si “confondono” un po’ con i dettagli
di rami o di foglie o i chiaroscuri dell’immagine così che non sai se
l’emozione ti è data in quel punto dalla bellezza del verso o dalla dolcezza di
un particolare fotografico perché l’una sembra nascere dall’altra.
Il libro si apre con un proemio in prosa: I
giovani protagonisti del viaggio si trovano nella più classica delle condizioni, in una biblioteca. Ma
l’edificio ed il suo contenuto pare dilatarsi magicamente, fino a che tutte le
loro reminiscenze e le loro letture prendono una vita vera: troviamo la Biblioteca
di Eco, il labirinto
di Borges, l’Ulisse dantesco del “fatti non foste…” e Caronte
il traghettatore infernale, che trasporta i ragazzi – con la mediazione dell’Orlando
ariostesco nuovamente nella città estense, consapevoli della perfetta identità
tra il viaggio ideale nella letteratura e nei miti ed il viaggio reale nella
topografia più nascosta e preziosa della propria città (come lo sono i giardini
spiati da un portone socchiuso), un viaggio sospeso dunque tra il reale e il
fantastico, raccontato nella chiave perfettamente estetica dalla poesia e dalle
immagini.
Le nove poesie della silloge si caratterizzano
per la loro leggerezza, per una musicalità classica, per l’assenza, pur nella
loro libertà formale, di inutili e sgradevoli esercizi sperimentali. Il loro
tono si sposa perfettamente con l’atmosfera rinascimentale dei giardini, con il
verde delle magnolie, la secchezza di un annoso ramo caduto, con la penombra di
un porticato gentilizio, la malinconia di una fontana ammutolita, di una lapide
tra i muschi.
Il racconto di questo viaggio tra i giardini ferraresi - che è anche un
viaggio di vita dei giovani autori - si apre opportunamente con la bellissima poesia
dannunziana d’omaggio a Ferrara, città del silenzio, e si chiude con una lirica
di Borges attraverso le cui parole viene reso omaggio agli uomini giusti, agli
uomini semplici, appassionati del proprio lavoro, innamorati del bello, perché
“tali
persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo”.
Il libro infine è concluso da un’istantanea fotografica che
coglie il gruppo dei ragazzi, di spalle, mentre passeggiano per via Piopponi
alla ricerca meravigliata di un altro giardino da svelare, come se il viale
fosse la metafora della vita che li porta verso un futuro ancora ignoto – un
giardino segreto! – ma certamente meraviglioso.
Un’ultima parola la dedicheremo al CD-ROM allegato al volume,
uno strumento multimediale “fedele solo in apparenza” dove vengono riproposti i
testi e le immagini dell’opera cartacea, non solo, ma anche musiche e altre
parole e, come suggerisce la nota preventiva “Il lettore sia liberissimo di visitare
le immagini le parole o i suoni secondo la personale inclinazione: che proceda
con metodo arbitrario o per concordanze non sarà inficiata la sostanza del
testo che per sua natura è figlio del caso”
- Ferrara -
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