OSSERVATORIO LETTERARIO 

*** Ferrara e l'Altrove ***

 

ANNO VIII – NN. 39/40   LUGLIO-AGOSTO/SETTEMBRE-OTTOBRE 2004   FERRARA

 

Copertina: La Divina Commedia di Dante Alighieri/Segni su Giove(incisione sul legno) di  Béla Gy. Szabó; Foto dell'incisione stampata: di Mario De Bartolomeis.

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Recensioni & Segnalazioni

 

 

 

«HUNGARICA VARIETAS»

 Un viaggio nel tempo tra Italia e Ungheria attraverso la cronaca d'un convegno.

 

«Hungarica Varietas. Mediatori culturali tra Italia e Ungheria»,

 

a cura di Adriano Papo e Gizella Németh

Edizioni della Laguna, Mariano del Friuli (Gorizia), 2003,

pp. 192,  € 20

 


   Il volume raccoglie gli atti del convegno di studi «Hungarica Varietas. Mediatori culturali tra Italia e Ungheria», che si č tenuto a Udine nei giorni 7-8 novembre 2002. Il convegno, promosso dalla Facoltŕ di Lingue e Letterature Straniere dell'Universitŕ di Udine e organizzato dagli stessi Curatori degli atti era stato inserito tra le manifestazioni della Stagione Culturale Ungherese «Ungheria in primo piano 2002». Vi hanno partecipato storici, magiaristi e italianisti anche di chiara fama internazionale, provenienti da diverse universitŕ e istituti italiani e ungheresi. La prolusione (C'altro non č c'al mondo ascender vivo fra gli spirti eletti) č stata tenuta dal drammaturgo Miklós Hubay, ospite d'onore della manifestazione.

   L'obiettivo precipuo del convegno era quello di portare un contributo alla promozione e allo sviluppo dei rapporti italo-ungheresi mediante l'incontro di studiosi d'Italia e d'Ungheria, tutti mediatori culturali tra questi due paesi. 

   Il volume, prefato dal prof. Giovanni Frau, presidente del Consorzio Universitario di Udine, riporta l'indirizzo di saluto rivolto ai convegnisti dal prof. Győző Szabó, allora direttore dell'Accademia d'Ungheria in Roma.

   Le relazioni d'argomento storico coprono tutto il millennio d'esistenza dello stato ungherese, dai tempi di Santo Stefano fino alla rivoluzione del '56. La figura di Gerardo Sagredo č stata ricordata da Márk Aurél Érszegi (San Gerardo: mediatore attuale), che ha definito l'abate di San Giorgio Maggiore appunto 'mediatore attuale' per i meriti insuperabili che ha avuto nella formazione dello stato ungherese, ma che continua ad avere anche molti secoli dopo la morte, rendendo sempre attuale il tema dell'appartenenza dello stato magiaro alla tradizione cristiana europea. Filippo Scolari – scrive Gizella Németh nel suo saggio Filippo Scolari. Un esempio di condottiero e mecenate alla corte di Sigismondo di Lussemburgo – non fu soltanto un valoroso condottiero, un accorto politico e diplomatico, un esperto amministratore, ma anche e soprattutto un instancabile mecenate e patrono delle arti. Un personaggio, per dirla con Florio Banfi, che «quasi grida per suscitare interesse». Il contributo di Adriano Papo (Umanisti e storiografi italiani alle corti d'Ungheria e di Transilvania) fornisce un quadro generale delle caratteristiche e della diffusione dell'umanesimo in Ungheria e in Transilvania dai tempi di Sigismondo di Lussemburgo alla morte del principe András Báthory. Zsuzsanna Rozsnyói ha illustrato nella sua relazione (Luigi Ferdinando Marsili e gli Ungheresi. Alcune considerazioni sul Marsili storico) la figura del conte Ferdinando Marsili, uomo dai vasti e poliedrici interessi, che abbracciano quasi tutti i campi del sapere scientifico, e che fu piů volte definito precursore dell'enciclopedismo settecentesco. Con Gábor Erdődy si fa un salto nell'Ottocento  grazie al suo contributo (L'Italia e il Governo Rivoluzionario Ungherese nel 1848/49) sui rapporti appunto tra l'Italia e il governo rivoluzionario ungherese nel periodo critico della guerra d'indipendenza del 1848-49, quasi una cronistoria degli avvenimenti che si stavano incalzando in Italia e in Ungheria in quei fatidici anni risorgimentali. Con Pasquale Fornaro si rimane nell'Ottocento: la sua relazione (L'immagine dell'Italia nell'opera di un garibaldino ungherese: Gusztáv Frigyesy) č incentrata sulla figura e l'opera di un 'garibaldino irriducibile', l'ungherese Gusztáv Frigyesy, che fu non solo uno dei piů validi ufficiali al fianco di Garibaldi ma anche un acuto osservatore della realtŕ politica italiana nei primi anni del regno sabaudo. Al contrario di Gusztáv Frigyesy, il viaggiatore italiano Angelo De Gubernatis fu un attento e perspicace osservatore di quella magiara nell'etŕ dualista – scrive Gianluca Volpi nel suo saggio L'elogio del progresso. L'Ungheria negli scritti di Angelo de Gubernatis. Il De Gubernatis fu testimone dell'incipiente processo di modernizzazione dello stato magiaro cogliendo gli aspetti piů significativi di un paese in bilico tra passato e presente, tra tradizione e innovazione, tra nazionalismo e interculturalitŕ. Giorgio Petracchi (Mediatori culturali in Ungheria negli anni Trenta. L'istituzione della cattedra di«Storia della civilitŕ italiana» presso l'Universitŕ di Budapest) si č occupato delle relazioni culturali italo-magiare negli anni Trenta del Novecento portando l'esempio della costituzione della cattedra di «Storia della civiltŕ italiana» presso la Facoltŕ di Filosofia «Péter Pázmány» della regia Universitŕ di Budapest come strumento per promuovere la penetrazione della lingua e della cultura italiana in Ungheria e per compensare la prevalenza della lingua e della cultura tedesca nel paese carpato-danubiano. Il saggio di Alessandro Rosselli, Due ricezioni del '56 ungherese in Italia: Ungheria 1945-1957 (1957) e Ungheria 1956: necessitŕ di un bilancio (1986), illustra due modi diversi di percepire in Italia la rivoluzione ungherese del '56 servendosi di due libri, il primo,«Ungheria 1945-1957» di François Fejt", comunista ungherese emigrato in Francia fin dagli anni Trenta per motivi politici e razziali, uscito ancora 'a caldo' nel 1957, il secondo,«Ungheria 1956: necessitŕ di un bilancio» di autori anonimi ma affiliati al movimento «Lotta Comunista» dell'estrema sinistra italiana d'allora, uscito invece trent'anni dopo i fatti ungheresi. Renato Tubaro, infine, mette in evidenza nella sua relazione (Ruolo dell'Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei nella riaffermazione di sentimenti patriottici degli ungheresi) il profondo e orgoglioso senso di appartenenza alla propria nazione che da sempre contraddistingue il popolo ungherese, le cui manifestazioni di patriottismo furono perň a lungo represse all'epoca del socialismo reale. Tubaro illustra altresě il ruolo svolto dall'Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei di Gorizia, da lui presieduto, nella riaffermazione dei sentimenti patriottici del popolo ungherese. Anna Rossi ha brevemente tracciato nella sua relazione, Istituti, Consolati e Associazioni quali moderno veicolo di scambio culturale tra Italia e Ungheria, la storia e le attivitŕ di alcuni istituti 'storici' ungheresi in Italia, quali l'Istituto Fraknói, l'Accademia d'Ungheria e il Pontificio Istituto Ecclesiastico Ungherese, e ha analizzato il ruolo istituzionale dei consolati ungheresi in Italia e quello delle associazioni italo-ungheresi nella promozione dei rapporti culturali tra Italia e Ungheria.

   Dalla storia alla letteratura: Giampaolo Borghello ed Endre Szkárosi sottolineano nel loro contributo (Arsenio a Budapest. Aspetti della fortuna di Montale in Ungheria) come il nesso strettissimo fra traduzione e attivitŕ poetica sia una delle caratteristiche di fondo della letteratura ungherese. I due autori hanno quindi analizzato la traduzione in ungherese della poesia montaliana Arsenio, tratta da «Ossi di seppia», soffermandosi sui caratteri della ricerca. Il contributo di Péter Sárközy (I traduttori fiumani della letteratura ungehrese) fa risaltare il fatto secondo cui la letteratura ungherese puň vantare rispetto alle altre letterature straniere un numero considerevole di opere tradotte in italiano, e che tale primato č senz'altro merito della cittŕ di Fiume, che, dopo la sua annessione all'Ungheria, divenne un centro primario per la diffusione della letteratura e della cultura ungherese in Italia (e viceversa della cultura italiana in Ungheria). Antonio Donato Sciacovelli ha scandagliato nel suo lavoro (Letteratura italiana in Ungheria: una nuova ondata di traduzioni alla ricerca di un'affermazione nei primi tre anni del millennio) le scelte editoriali che hanno portato, in questi ultimi anni, ad un rifiorire della pubblicazione di opere letterarie italiane in Ungheria. L'italianista Tibor Szabó tratta invece della fortuna di Dante in Ungheria nel secolo appena passato, dando nel suo contributo, Aspetti di Dante in Ungheria nel Novecento, un quadro esaustivo delle traduzioni dei testi danteschi in ungherese e tratteggiando le interpretazioni scientifiche dell'opera di Dante nella letteratura e nell'arte ungheresi. Amedeo Di Francesco sottolinea infine la presenza di temi ungheresi anche nella drammaturgia italiana dell'Ottocento; in particolare, si č soffermato nella sua relazione, intitolata Un capitolo della storia ungherese nella drammaturgia di Piero Verňli, sulla figura dello scrittore romagnolo Piero Verňli, autore della tragedia Andrea l'Ungaro, che ripercorre le vicende di Andrea d'Angiň, il figlio del re d'Ungheria Carlo Roberto che morě vittima d'una congiura ordita dalla stessa moglie e cugina, Giovanna, regina di Napoli, la notte tra il 18 e il 19 settembre 1345.

   Dalla letteratura alla linguistica e alla traduzione: Andrea Csillaghy (Aggiornamenti sull'ungherese di oggi) ci fa capire come l'ungherese sia sostanzialmente mutato in quelle che egli ha chiamato le 'fronde' della lingua dopo il fatidico 1989, con la scomparsa di tutta una serie di moduli e forme, che ovviamente non č stato possibile rimpiazzare con la 'restaurazione' di tutta la gerarchia di 'feudale' memoria. Ha altresě dimostrato, con tutta una serie di accattivanti esempi, come la sensibilitŕ ungherese sia senz'altro superiore a quella italiana nella prassi del linguaggio quotidiano. Anche il traduttore commerciale – afferma Katalin Kiss nel suo lavoro Limiti e responsabilitŕ del traduttore commerciale quale intermediatore linguistico e culturale – ha ovviamente risentito del clima di cambiamento che si č instaurato in Ungheria dopo il 1989 e della conseguente apertura all'Europa comunitaria; egli, perň, proprio per il suo specifico ruolo di 'mediatore culturale', non deve farsi sorprendere dai rapidi mutamenti socioeconomici, ma anzi deve cercare di anticipare le nuove esigenze imposte da qualsiasi forma di stravolgimento culturale.

   Infine, nella sua breve relazione su I nuovi architetti dei ponti sociali italo-ungheresi la sociologa Szilvia Gresina auspica che l'antica saggezza della cultura italiana contribuisca ad impiantare anche nella giovane democrazia ungherese il convincimento secondo cui equilibrio, soddisfazione, appagamento, tranquillitŕ e gioia sono i presupposti per acquisire anche prosperitŕ e bellezza, e quindi una forma esterna altrettanto armoniosa  come quella interiore.

 

   Gli Atti sono completati dai testi concernenti due libri presentati al convegno: Ludovico Gritti. Un principe-mercante del Rinascimento tra Venezia, i Turchi e la Corona d'Ungheria, di Gizella Németh Papo e Adriano Papo (Edizioni della Laguna, Mariano del Friuli /Gorizia/ 2002) e Quel treno per Budapest di Roberto Ruspanti (Rubbettino Editore, Soveria Mannelli /Catanzaro/ 2002). I Curatori hanno perň ritenuto opportuno chiudere il volume con una breve recensione di Antonio Donato Sciacovelli delle Cinque letterature oggi, il libro uscito nel 2002 a cura di Annalisa Cosentino per i tipi della Forum, Editrice Universitaria Udinese, che raccoglie gli Atti del convegno internazionale di studi tenutosi l'anno precedente presso l'Universitŕ degli Studi di Udine e dedicato all'anno europeo delle lingue. La recensione si limita all'ultima parte del volume, ovviamente quella concernente la letteratura ungherese curata e prefata da Beatrice Töttössy. L'intenzione dei Curatori č stata quella di dar voce ad altri magiaristi che non sono potuti intervenire al convegno sui 'Mediatori culturali' ma che hanno portato all'incontro udinese del novembre del 2001 significativi contributi sulle nuove tendenze della letteratura magiara.

 

Adriano Papo e Gizella Németh

 

 

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