PRESENTAZIONE

- A cura di Melinda Tamás-Tarr -

 

EDIZIONI IN LINGUA UNGHERESE

 

Mario De Bartolomeis

SAGGI LETTERARI E STORICI

Quaderni Letterari - Saggistica

Edizine O.L.F.A. Ferrara  2003, pp. 36

PRESENTAZIONE

 

      Mario De Bartolomeis č nato nel 1943, ha studiato all'Universitŕ di Bologna lingue e letterature straniere e tra queste anche quella ungherese della quale ha nel contempo seguito per tre anni corsi estivi di perfezionamento all'Universitŕ «Kossuth Lajos» di Debrecen. Attualmente dirigente di una azienda commerciale, nel tempo libero dagli impegni di lavoro egli si dedica a studi storici, linguistici e letterari pubblicando articoli su riviste italiane e straniere. Collabora da circa tre anni alla rivista Osservatorio Letterario - Ferrara e l'Altrove  con scritti e traduzioni di poeti e scrittori ungheresi. Sue traduzioni figurano anche sulle pagine del MEK, abbreviazione del sito elettronico della Biblioteca Nazionale Ungherese «Széchényi» di Budapest .

    Dello scrittore  Fernando Sorrentino, corrispondente argentino dell'Osservatorio Letterario - Ferrara e l'Altrove egli ha recentemente tradotto in italiano, sempre per la suddetta rivista ferrarese, alcuni brevi racconti e delle interessantissime notazioni linguistiche e letterarie pubblicate nella rubrica El trujamán contenuta all'interno del sito del Centro virtual del Instituto Cervantes.

   Qui riportiamo tre saggi pubblicati sul sopraccitato periodico che riguardano la letteratura e la storia ungherese…

 

Anna Maria Simi

IL RAPPORTO TRA LINGUA E DIALETTO NELLE PRIME RACCOLTE POETICHE DI  CORRADO GOVONI (1903 – 1924)

Quaderni Letterari - Saggistica

Edizine O.L.F.A. Ferrara  2003, pp. 32

   

Nella presentazione breve sulla pagina del Cenacolo degli autori ferraresi Al Treb dal Tridel sull'Home Page della cultura dialettale ferrarese «Scrěvar, lčzar, rezzitŕr» ospitata sul portale del Comune di Ferrara si legge la seguente breve presentazione delle novitŕ editoriali:  «La prima stagione poetica di Govoni (1884-1965), riconosciuta come la piů innovativa dalla critica, analizzata alla luce del retroterra dialettale dell'autore. "... l'italiano regionale percepibile in particolari costrutti, nelle citazioni della lingua parlata, nella trascuratezza ortografica, nelle grafie fonetiche, nelle scelte lessicali."»

   Pur caratterizzandosi in modo autonomo, la storia linguistica e la storia letteraria si intrecciano strettamente: Nell’analisi stilistica di un’opera puň dunque essere opportuna la conoscenza del retroterra dialettale dell’autore, considerando che l’uso d’espressioni lontane dall’italiano standard potrebbe essere un preziosismo voluto, un eclettismo linguistico intenzionale o una aderenza all’italiano regionale parlato, ma potrebbe anche rispecchiare una scarsa conoscenza dell’italiano (1).

Tali considerazioni ci hanno guidato in particolare nella lettura antologica delle raccolte poetiche di Corrado Govoni, dal suo esordio nel 1903 al 1926, anno del trasferimento a Roma che segna anche il suo distacco letterario dalla tradizione padana.

Quest’ultima č invece presente appunto nella prima produzione che, si presta ad esemplificare l’italiano regionale per il carattere prosastico, per la grande varietŕ stilistica e linguistica e per il vastissimo repertorio di immagini, a cui hanno attinto importanti poeti del Novecento. In proposito assai suggestivo č il riconoscimento  di Sinisgalli ne L’etŕ della luna: “Bisogna rendere giustizia al vecchio Govoni … Govoni c’incantava con la sua mercanzia venduta  a buon prezzo e in una baracca suburbana. Il bambino e il vecchio trovavano sempre qualcosa che nessun altro aveva mai portato e che avevano desiderato per un anno intero. Verrŕ, pensavano, il signor Govoni con la sua bancarella” [PREMESSA]

 

IL FANTASTICO NELLA BASSA PADANA

   

 

Delle Collane

 

NUOVO PERIMETRO ITALIANO: ARTE - STORIA - LETTERATURA

dell'Associazione Bondeno Cultura

&

COLLANA QUADERNI LETTERARI - SAGGISTICA

de l'Osservatorio Letterario - Ferrara e l'Altrove

(O.L.F.A.)

 

Copertina: L'Ippogrifo di Nani Tedeschi

 

 

Edizione Sciaca, Cento (Fe) 2002, pp.78  € 10,00 (IVA inclusa)

 

 

 

   Nel saggio -  sono riportati oltre ai nomi citati nell'articolo seguente anche Autori con cui la nostra testata ha oppure ha avuto rapporti di collaborazione: lo stesso Autore del presente volume di cui pubblicazione anticipata sul fascicolo NN. 21/22 Luglio/Ottobre 2001 - , Prof. GIOVANNI NEGRI,  il poeta, bibliotecario e geologo RENZO FERRI (bozze curate da lui di questo saggio), correttore dell'O.L.F.A., fedele assistente della nostra redazione, a partire dal primo anno della fondazione dell'Osservatorio Letterario, il giovane poeta e scrittore DAVIDE BREGOLA…

 

GIOVANNI NEGRI  ha vissuto a Suzzara (MN) e risiede oggi a Ferrara. Tra i suoi maestri ama ricordare Claudio Varese, Lanfranco Caletti, Emilio Faccioli e Daniele Ponchiroli.                 

Ha insegnato letteratura italiana negli Istituti superiori e all'Universitŕ di Parma.

Č autore de I misteri della Bassa, Per terra acqua aria e fuoco, Antologia della civiltŕ letteraria padana del Novecento, Firenze 1982; Luzzana e  la bassa tra il mito e realtŕ nell'opera di Cesare Zavattěni, Suzazara, 1999.

Ha curato volumi i quali I colori di Ferrara: 4 racconti di Mauro Felisatti, "Vincenzo Montavani, Gianfranco Rossi, Gian Pietro Testa, Ferrara 1993, Il fantastico mondo di Giuseppe Pederiali, Reggio Emilia 2000, ed č autore di vari articoli e contributi come, da ultimo del «Ritratto del Po. Natura  e civiltŕ del delta polesano nelle scritture  del nostro tempo», in II Po in controluce. Arte padana, alluvione e dintorni Catalogo della mostra a cura di L. Gavioli, Padova 2001. 

Ha pure carato opere di vari autori quali Cesare Zavattini, Pietro Ghizzardi,Giuseppe Gorni, Dino Villani, Piero Caleffi per Step, Bottazzi, Einaudi, Scheiwiller e Bompiani.        .  

 

Il seguente articolo č stato pubblicato nella rubrica   L'ECO & RIFLESSIONI ossia  FORUM AUCTORIS sul fascicolo sopraccitato:

 

 

IL FANTASTICO NELLA BASSA PADANA

 

- A cura di F.R.G -

 

Il 19 aprile a San Marino, Giovanni Negri – saggista, scrittore, giŕ docente negli Istituti superiori e all’Universitŕ – ha tenuto una conferenza (1) sui temi e le forme della scrittura in area reggiano-mantovana e modenese-ferrarese, privilegiando i temi della letteratura fantastica che ha il “viaggio” quale archetipo e luogo privilegiato di ogni escursione nel meraviglioso.

La sua esposizione ha preso il via dal luzzarese e  conterraneo Cesare Zavattini, e dal suo «Parliamo tanto di me» dove l’autore parla di un suo viaggio ultraterreno tra luoghi sinistri, palazzi diroccati dove anche le cose inanimate possono animarsi, e dove perfino con i morti si possono scambiare “ tre o quattro chiacchiere”. In  «Totň il buono» Zavattini il suo volo fantastico lo compie invece nel mondo dei poveri e dei barboni in cerca di una identitŕ da riconquistare.

L’autore di queste narrazioni assume uno stile che obbliga il lettore a considerare il mondo dei personaggi come un mondo di persone viventi; ed in questa direzione, anche se con una caratterizzazione  piů sperimentale – ha affermato Negri – vi sono oggi numerosi giovani narratori e tra essi il mantovano Davide Bregola, di Sermide, che nel suo «Viaggi e corrispondenze» ripete anch’egli un viaggio fantastico tra gli «oggetti animati» della sua casa; e che in «La lenta sinfonia del male» allude ad un viaggio interiore, della memoria, in un continuo flashback tra presente, passato e futuro, mentre intorno scorrono i paesaggi noti della bassa pianura con i suoi cascinali, i fossi popolati da animali misteriosi, le nebbie tra i filari di pioppi.

La parte centrale dell’intervento di Negri ha riguardato Giuseppe Pederiali ed i suoi romanzi e racconti d’avventura come viaggi nello spazio e nel tempo, in mondi irreali dove in essi č pur sempre percepibile il profumo e la nostalgia per i paesaggi della sua terra (Pederiali č di Finale Emilia) filtrate da una luce favolosa che precipita tutti i particolari in un medioevo di sogno: terre emerse e paludi, mostri volanti, streghe e monaci anacoreti, cittŕ misteriose, foreste di alberi secolari, soldati e cavalieri. A volte i viaggi di Pederiali – ha detto il professor Negri – avvengono su percorsi di terra e acque, come in «Le cittŕ del Diluvio», altre volte, come ne «Il tesoro del bigatto», si svolgono nel medioevo dalla Pietra di Bismantova ad Aquileia, attraverso fiumi, valli e paludi.

In altre opere, l’inverosimile padano di Pederiali pesca nella tradizione di miti e leggende folcloristiche operando una sorta di metamorfosi degli animali e delle piante, come se tutto fosse immerso in quelle nebbie che si estendono dal Panaro al Po, utilizzando altresě magistralmente tutto il lessico locale modenese e ferrarese come nei racconti «La compagnia della Selva Bella» e nel fantasioso «Il drago nella fumana».

La stessa capacitŕ di raccontare le storie piů inverosimili come fossero fatti realmente accaduti č in Alberto Tinarelli, di Ferrara, dove nel suo recente «Le avventure del vigile urbano Emiliano Poletti» inizia il viaggio  partendo proprio da Ferrara su un tappeto volante. Tinarelli conduce il suo personaggio tra atterraggi, incontri e riflessioni in un universo dove č mescolato con «misura discreta il meraviglioso e il reale». Di Tinarelli, Negri ha citato poi la favola «Arturo il viaggiatore» dove il protagonista č un pesce rosso che dalle acque del Castello di Ferrara, attraverso canali sotterranei dalla fantastica idrografia, incontra altri personaggi e pesci della cultura popolare tipica di una tradizione di «civiltŕ delle acque», in un girovagare fantastico fino al ritorno nelle acque del Castello, certo di aver fatto «qualcosa di molto utile».

Negri a questo punto ha parlato del viadanese Daniele Ponchiroli e del suo «Le avventure di Barzamino» dove l’eroe inizia il suo viaggio su una barca volante, percorrendo un mondo sospeso tra la terra e l’acqua, il sogno e la realtŕ; cosě in Barzamino si possono ritrovare modi di pensare e di vivere nonché espressioni e linguaggi parlati nelle campagne lungo il Po.

Anche il ferrarese Renzo Ferri, privilegiando il linguaggio della poesia, compie il suo viaggio fantastico in terra padana – tra il Po, il Panaro e le valli del sermidese e del bondenese – avendo come meta una cittŕ fantasma, Ansa la Regina: un cammino spirituale  punteggiato di sogni, ricordi e visioni e dalla magia dei paesaggi in un medioevo padano culturalmente arricchito da citazioni dialettali, descrizioni degli antichi usi e tradizioni popolari e da frammenti di una mitologia padana mai dimenticata. Un viaggio che l’autore compie in «Fuochi ad Ansa la Regina» alla ricerca delle proprie radici e delle radici della sua gente  per trovare una risposta alle finalitŕ del vivere e ai dubbi dolorosi che assillano ogni uomo.

Nelle linee del fantastico padano, avviandosi alla conclusione, Giovanni Negri, dopo visioni, avventure e magie, ha affermato essere la favola sospesa tra realtŕ e sogno, velata dalla malinconia del quotidiano  e nello stesso tempo  riscattata dalla poesia delle piccole cose e dei sentimenti piů discreti, la chiave piů autentica dei racconti e delle poesie  del ferrarese Gianfranco Rossi, come nel suo romanzo maggiore «I sogni ricorrenti di Biagio Balestrieri» o nelle poesie di «Mie care ombre».

Il nostro compito, ha concluso il professor Negri, nel compiere un viaggio immaginario nella Padania, č stato quello di tentare una approssimazione, operando scelte senza ambizione di completezza, ma nella certezza di aver segnato i confini di una geografia fantastica affondata nelle valli dove oziano numerosi fiumi e termina dove si alzano le dolci colline emiliane, dove la terra si fa rossa nell’alto mantovano, o dove s’insabbia e si confonde nelle acque che vanno verso Ferrara, il Polesine e il mare (2).

 

(1) La conferenza si č tenuta nell’ambito del IV Concorso di Letteratura Fantastica «Il ritorno del re» patrocinata dalla Repubblica di San Marino.

(2) Il testo originale della conferenza, riveduto dalla stesso G. Negri e con l’aggiunta di alcuni autori e di un ricco corredo di note, verrŕ pubblicato prossimamente  a cura dell’«Osservatorio Letterario - Ferrara l'Altrove» (O.L.F.A.).

 

 

   Infine riportiamo anche l'articolo apparso il 3 settembre 2002 sul quotidiano La Nuova Ferrara:

 

 

 

Le scritture del fantastico nella Bassa Padana

IL LIBRO Il rigore indiscusso di Giovanni Negri

di Giuseppe Muscardini

 

 

 

Due anni fa Riccardo Roversi pubblicň un utile repertorio bibliografico degli scrittori ferraresi, intitolandolo opportunamente Percorsi letterari. 33 scrittori di fine millennio, Ferrara, Liberty house, 2000. Ma si sentiva la mancanza in cittŕ di un lavoro antologico che delineasse per temi e filoni le peculiaritŕ della scrittura di ognuno. Vi provvede oggi con rigore indiscusso Giovanni Negri, dando alle stampe un ben confezionato volume dal titolo Scritture del fantastico nella Bassa Padana del nostro tempo […]. Negri contestualizza la scrittura di autori noti e meno noti, corredandola con ampi brani della loro rispettiva produzione, inseguendo sempre e comunque il filone del fantastico, ma senza limitarne il confine geografico alla sola Ferrara e provincia.

Negri ha un cruccio: quello di aver tralasciato nella sua pur puntuale ricognizione, autori esordienti - ma di tutto rispetto - e di avere inserito troppi emergenti. E ricorda come lo stesso Zavattini, di cui godeva l'amicizia, incoraggiasse a non tenere in dispregio gli iniziati, perché da sempre costituiscono la spinta propulsiva al cambiamento e alla novitŕ.

Del resto non si puň caratterizzare culturalmente un'area geografica cosě aleatoria come la Bassa Padana, senza connotarla con autori ritenuti a torto minori perché timidi ad affacciarsi.

Lavoro importante, quello di Negri: mira alla ricerca di stimoli nuovi valorizzando autori consolidati o all'opera prima, per offrire un efficace sguardo d'insieme su un carciofo letterario (Negri riprende l'espressione da Calvino, ma con valore tutt'altro che peggiorativo), che andrebbe costantemente sfogliato, ripreso, rivisitato, a vantaggio di una rielaborazione di quei temi cari ai nostri piů affermati narratori, da Roberto Pazzi a Giuseppe Pederiali, che con il fantastico storico si sono misurati conseguendo i noti e meritati successi letterari.

Per questo il libro di Negri costituisce un invito rivolto ai filologi a continuare nel complesso lavoro teso ad antologizzare i «nostri» autori, portando in superficie stili e scritture che in molti casi presentano giŕ un'iniziale robustezza. Lo comprova in questo libro Giovanni Negri, che curando in passato le opere di Zavattini e di Piero Caleffi, ha ereditato da loro l'onestŕ intellettuale e un'invidiabile imparzialitŕ nei giudizi. Ma poiché č persuaso che gli elogi non servano, e che ad un autore siano invece piů utili le critiche, alla sua concezione ci atterremo, invitandolo a continuare da solo, avendone le capacitŕ e la perizia, a darci ancora pagine come queste.

 

 

Chi č interessato potrŕ richiedere in scritto il volume indicandoci nome ed indirizzo preciso e lo invieremo con sollecito tramite contrassegno  spesa di spedizione inclusa.



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