OSSERVATORIO
*** Ferrara e l'Altrove ***
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RICEVIAMO - PUBBLICHIAMO
SCAMBIO DI OPINIONI
-------- Initial
Header -----------
From: "Studio
T...."
To: "Dr. Bonani
G.O.-né Tamás-Tarr Melinda"
Date: Thu, 11 Dec 2003
11:12:17
Subject: Libro di
Alinei
Gentile Prof.ssa,
ho letto quanto ha scritto a proposito
dell'uscita del libro di Alinei sui rapporti tra lingua etrusca e lingua ungherese:
ha avuto modo di leggere il libro? Cosa ne pensa? L'ho letto d'un fiato, per
l'interesse che suscita, ma mi lascia perplesso il fatto che ogni autore di
genio (Alinei come Semeraro) ben argomenta le proprie posizioni, pur partendo
da presupposti completamente differenti... Un saluto cordiale.
Dott. Roberto T..., Centro Studi
I.N., Milano.
-----Messaggio
Originale-----
Da: "Dr. Bonani G.O.-né Tamás-Tarr Melinda"
A: "Studio
T..."
Data invio: venerdì 2
gennaio 2004 22.54
Oggetto: R: Re: Libro
di Alinei
Gentile Dr. T...,
eccomi
finalmente.
Sì l'ho
letto macinando ogni parola. Io non sono rimasta perplessa, anzi ho
avuto lo stimolo per analizzare la questione, ancora più profondamente guardare
oltre la tradizionale opinione ufficiale che pure zoppica...
Non posso dare una risposta né
pro, né contro. Sto osservando tutte le possibili direzioni. Il tempo lo
deciderà come ha fatto anche a quei tempi: ed erano perplessi anche
nell’ipotesi della parentela ugro-finnica... Comunque non una è novità
che dietro a certe teorie scientifiche ufficiali c'erano e ci siano
grandi interessi politici che manipolavano e manipolano anche le scienze,
accanto ai gruppi di varie teorie degli scienziati/studiosi in certe aree
geografico-politiche ...
Ho una
domanda da farle: lei non ha pensato e sentito che le nuove teorie potranno
portare l'autore della scoperta in qualche direzione?
Cordialmente.
Prof.ssa Melinda Tamás-Tarr
-----Messaggio Originale-----
Da: "Studio T...."
A: "Dr. Bonani G.O.-né Tamás-Tarr
Melinda"
Data invio: lunedì 5 gennaio 2004 9.57
Oggetto: Re: Re: Libro di Alinei
Gentile Professoressa,
la ringrazio della sua risposta. L'analisi della
civiltà etrusca e delle sue caratteristiche lascia effettivamente molti quesiti
aperti e la proposta esplicativa del prof. Alinei è sicuramente molto
interessante.
Concordo con lei che le posizioni della
cosiddetta scienza ufficiale sono spesso determinate da interessi ben diversi
da quelli della vera ricerca scientifica (in uno dei libri che ho pubblicato,
intitolato "Terapie Vibrazionali", passavo proprio in rassegna le
posizioni di medici, ingegneri e ricercatori "scomodi" che hanno
additato strade diverse da quelle ufficiali e che, per questo, sono stati
fortemente criticati: Tesla e Calligaris, Abrams, Reich, Nieper e Benveniste, i
contemporanei Preparata e Del Giudice, docenti di fisica all'Università di
Milano...).
Un piccolo aneddoto a questo proposito: ricordo che nel 1977, ancora
studente liceale, di ritorno da una permanenza di due mesi in Ungheria, ad una
riunione della sezione giovanile dell'Associazione Archeologica Lombarda avevo
fatto presente tutta una serie di somiglianze tra vocaboli e caratteristiche
base di ungherese ed etrusco, sostenendo, per lo meno, la stranezza della cosa,
e la possibilità di una qualche forma di parentela. Fui talmente criticato per
queste idee così - a loro dire - così folli che non fui mai più invitato alle
loro riunioni...
Spero proprio che l'effetto del libro di Alinei sia quello di mettere in
movimento non pochi ripensamenti!
Un cordiale saluto ed a
presto.
Roberto T....
-----Messaggio Originale-----
Da: andrea
A: Osservatorio Letterario
Data invio: venerdì 6 febbraio 2004 18.17
Oggetto: "Etrusco:
una forma arcaica di ungherese" ... e la gorgia?
Per
il prof. Bonani Tamás - Tarr Melinda
Ho avuto occasione di sfogliare il suo lavoro sull'etrusco
come protolingua ungherese (ammetto di averlo solo sfogliato). Nello sfogliare
il libro mi sono imbattuto nelle pagine 272 e 273* dell'opera relative alla
gorgia toscana che il prof. Alinei attribuisce a un fenomeno di
superstrato dovuto all'influenza dei ceti colti bilingue latini - etruschi. Se
mi permette vorrei fare alcune obiezioni su quest'ultima teoria:
In primo luogo la gorgia toscana si presenta in P, T, K.
Proprio come la sonorizzazione consonantica del Nord Italia:
P > Ph (gorgia) / P > V (sonorizzazione)
T > Theta (gorgia) / T > D (sonorizzazione)
K > h (gorgia) / K > G (sonorizzazione)
La gorgia toscana non si presenta in maniera omogenea in
tutta la Toscana, ma si dispone per aree concentriche aventi un centro comune a
Firenze. Guardacaso Firenze, secondo il giudizio del professor Giannelli
dell'Università di Siena, nella sua preistoria linguistica (prima della deriva
fonetica) risultava essere abbastanza isolata dal resto della Toscana e più
legata di altre realtà al Nord Italia.
La gorgia toscana risulta essere particolarmente debole in P.
Guardacaso la sonorizzazione in P risulta essere la prima a scomparire (in
alcune località poste sulla Linea linguistica La Spezia - Rimini come Lagacci,
San Pellegrino al Cassero, etc. la sonorizzazione si presenta regolarmente in T
e in K, ma scompare in P (es: sdaccio, ma apa).
Alcune realtà toscane prossime alla Linea La Spezia Rimini
(es: Pracchia) presentano la gorgia toscana particolarmente indebolita,
risultando simile alla pronuncia tedesca "CH" di machen o Bach.
Se percorre il Confine tra Toscana ed Emilia, partendo da
Ponte della Venturina (Bologna) fino a Pracchia (Pistoia) troverà ad esempio:
figh (a Ponte della Venturina), figo (a Pavana Pistoiese, Campeda, Lagacci),
fico (a Frassignoni), ficho a Pracchia e poi (subito a sud di questa località)
fiho.
In area spoletina si trova un fenomeno di spirantizzazione
consonantica simile alla gorgia toscana. Per tutta evidenza si dovrebbe
trattare di un evento poligenetico che il prof. Giannelli così interpreta:
"I fatti di Bagnone, Villafranca ecc. restano non
spiegati fino in fondo, l'idea è che sia una alterativa alla sonorizzazione
Notoriamente gli spoletini sostituiscono una pronuncia sorda spirante a una
pronuncia sonora spirante".
Il Rohlfs rileva, correttamente, che "anche la gorgia
toscana si concilia piuttosto male con l'antico dominio etrusco. La gorgia va
assai oltre il fiume Arno (in Lucchesia e Versilia), antico confine etrusco,
mentre manca del tutto fra il fiume Ombrone e il Tevere, centro principale
delle grandi città etrusche". Lo stesso Rohlfs continua: "il confine
meridionale è chiramente in movimento".
La gorgia toscana, peraltro, risulta essere fenomeno
piuttosto recente dato che:
1) manca in Corsica (terra che fu pesantemente toscanizzata
dai pisani)
2) secondo le ricerche di Rohlfs i primi documenti che
testimoniano la gorgia toscana sono del XVI secolo.
Secondo me (per il mio modesto avviso) è improponibile,
quindi, l'idea che la gorgia toscana provenga per superstrato (o sostrato come
vuole il Merlo) dall'etrusco.
Le segnalo, altresì, che altri hanno spiegato la gorgia
toscana come superstrato longobardo (per un certo grado di affinità fra CH
tedesco e H della gorgia toscana, successivamente esteso a P e T per assonanza
ai suoni sonorizzati provenienti dal nord Italia), ma anche questa ipotesi
superstratistica non è minimamente convincente (territori fortemente
germanizzati nel medioevo e posti lungo la linea La Spezia - Rimini non
presentano alcun fenomeno di gorgia toscana, ma solo la lenizione).
Cordiali saluti.
Andrea S..........
Porretta Terme (BO)
* Riportiamo il
testo segnalato dal mittente («Etrusco: Una
forma arcaica di ungherese» di Mario Alinei, dalle pp. 272-273; Il
Mulino, Bologna, 2003) [ N.d.R.]:
«4.5. Una
conferma dalla 'gorgia' dei dialetti toscani
È quindi opportuno ricordare, come prova della
tesi presentata, e allo stesso tempo a conferma e precisazione di una vecchia e
ben nota teoria, l'interpretazione della cosiddetta 'gorgia' toscana (cioè la
tendenza a spirantizzare le occlusive sorde in posizione intervocalica, anche
fra due parole, e ad aspirarle in posizione assoluta), secondo la quale essa
sarebbe la conseguenza del 'sostrato' etrusco. Questa tesi, la cui formulazione
rigorosa risale a Clemente Merlo [1926; 1933], ma che era stata già intuita da
Schuchardt [1884, 13 ss.], oltre che dai primi studiosi dell'etrusco [cfr.
Skutsch 1907, con bibliografia precedente, e v. anche Agostiniani e Giannelli
1983], é considerata valida dalla maggior parte dei dialettologi italiani,
anche se é stata più volte ed è tuttora oggetto di discussione. Recentemente,
l'ha contestata proprio un valente etruscologo (e ottimo conoscitore dei
dialetti toscani) come Luciano Agostiniani [1983], con argomenti che però, alla
luce dell'interpretazione della fonologia etrusca che ho appena illustrato,
perdono di validità.
Alla luce dell'equazione
etrusco-ungherese, infatti, la tesi viene non solo confermata nella sua
sostanza, ma anche ulteriormente precisata: anzitutto, sul piano
storico-linguistico questo complesso fenomeno non va più visto come un fenomeno
di 'sostrato', bensì di superstrato,
cioè dell'influenza che l'élite bilingue etrusca, nel corso del suo secolare
dominio sulla Toscana, e grazie al suo prestigio, certamente esercitò sulla
lingua dei Latini autoctoni della Toscana. Sul piano fonetico, non si tratta di
un'influenza di presunti fonemi aspirati o spiranti del sistema fonologico
etrusco (come vorrebbe la tesi tradizionale), quanto dell'influenza di una
realizzazione allofonica, aspirata o spirante o in certi casi già dileguata,
delle occlusive sorde, che doveva essere caratteristica degli Etruschi nel
periodo di transizione fra le occlusive uraliche e finno-ugriche originali, e
le nuove aspirate, fricative, affricate o dileguate ungheresi. Sicché il nuovo sistema
fonologico dei Toscani, a differenza di quello dei loro vicini laziali o
marchigiani o emiliani o liguri, ha finito col modellarsi su quello etrusco,
accogliendo, per ciascuno dei tre fonemi occlusivi sordi, quelle varianti
allofoniche etrusche che poteva permettersi, senza entrare in conflitto con il
precedente sistema. Escludendo, cioè, varianti allofoniche come [ts] e [f], che
avrebbero creato intere serie di omofoni lessicali, e accogliendo le altre,
come le aspirate, spiranti ed [h], che non creavano problemi di sorta, ma si
limitavano ad arricchire il sistema fonologico precedente.»
Link:
Del libro di Mario Alinei/Mario
Alinei könyvéről
Sugli Etruschi in
italiano/Etruszkokról olaszul
Pagine ungheresi sugli
Etruschi/Magyar etruszk oldalak
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