OSSERVATORIO LETTERARIO 

*** Ferrara e l'Altrove ***

 

ANNO VIII – NN. 37/38   MARZO-APRILE/MAGGIO-GIUGNO 2004   FERRARA

__________________________________________

RICEVIAMO - PUBBLICHIAMO

 

SCAMBIO DI OPINIONI

 

-------- Initial Header -----------

 

From: "Studio T...."

To: "Dr. Bonani G.O.-né Tamás-Tarr Melinda"

Date: Thu, 11 Dec 2003 11:12:17

Subject: Libro di Alinei


 Gentile Prof.ssa,

ho letto quanto ha scritto a proposito dell'uscita del libro di Alinei sui rapporti tra lingua etrusca e lingua ungherese: ha avuto modo di leggere il libro? Cosa ne pensa? L'ho letto d'un fiato, per l'interesse che suscita, ma mi lascia perplesso il fatto che ogni autore di genio (Alinei come Semeraro) ben argomenta le proprie posizioni, pur partendo da presupposti completamente differenti... Un saluto cordiale.
 Dott. Roberto T..., Centro Studi I.N., Milano.



-----Messaggio Originale-----


Da: "Dr. Bonani G.O.-né Tamás-Tarr Melinda"

A: "Studio T..."

Data invio: venerdì 2 gennaio 2004 22.54

Oggetto: R: Re: Libro di Alinei

 

Gentile Dr. T...,

eccomi finalmente.

Sì l'ho letto  macinando ogni parola.  Io non sono rimasta perplessa, anzi ho avuto lo stimolo per analizzare la questione, ancora più profondamente guardare oltre la tradizionale opinione ufficiale che pure zoppica...

   Non posso dare una risposta né pro, né contro. Sto osservando tutte le possibili direzioni. Il tempo lo deciderà come ha fatto anche a  quei tempi: ed erano perplessi anche nell’ipotesi della  parentela ugro-finnica... Comunque non una è novità che dietro a certe teorie  scientifiche ufficiali c'erano e ci siano grandi interessi politici che manipolavano e manipolano anche le scienze, accanto ai gruppi di varie teorie degli scienziati/studiosi in certe aree geografico-politiche ...

Ho una domanda da farle: lei non ha pensato e sentito che le nuove teorie potranno portare l'autore della scoperta in qualche direzione?

 Cordialmente.
 Prof.ssa Melinda Tamás-Tarr

 

 

-----Messaggio Originale-----

Da: "Studio T...."

A: "Dr. Bonani G.O.-né Tamás-Tarr Melinda"

Data invio: lunedì 5 gennaio 2004 9.57

Oggetto: Re: Re: Libro di Alinei


Gentile Professoressa,

la ringrazio della sua risposta. L'analisi della civiltà etrusca e delle sue caratteristiche lascia effettivamente molti quesiti aperti e la proposta esplicativa del prof. Alinei è sicuramente molto interessante.

Concordo con lei che le posizioni della cosiddetta scienza ufficiale sono spesso determinate da interessi ben diversi da quelli della vera ricerca scientifica (in uno dei libri che ho pubblicato, intitolato "Terapie Vibrazionali", passavo proprio in rassegna le posizioni di medici, ingegneri e ricercatori "scomodi" che hanno additato strade diverse da quelle ufficiali e che, per questo, sono stati fortemente criticati: Tesla e Calligaris, Abrams, Reich, Nieper e Benveniste, i contemporanei Preparata e Del Giudice, docenti di fisica all'Università di Milano...).

   Un piccolo aneddoto a questo proposito: ricordo che nel 1977, ancora studente liceale, di ritorno da una permanenza di due mesi in Ungheria, ad una riunione della sezione giovanile dell'Associazione Archeologica Lombarda avevo fatto presente tutta una serie di somiglianze tra vocaboli e caratteristiche base di ungherese ed etrusco, sostenendo, per lo meno, la stranezza della cosa, e la possibilità di una qualche forma di parentela. Fui talmente criticato per queste idee così - a loro dire - così folli che non fui mai più invitato alle loro riunioni...

   Spero proprio che l'effetto del libro di Alinei sia quello di mettere in movimento non pochi ripensamenti!
   Un cordiale saluto ed a presto.

Roberto T....

 

 

-----Messaggio Originale-----

Da: andrea

A: Osservatorio Letterario

Data invio: venerdì 6 febbraio 2004 18.17

Oggetto: "Etrusco: una forma arcaica di ungherese" ... e la gorgia?

 

Per il prof. Bonani Tamás - Tarr Melinda

Ho avuto occasione di sfogliare il suo lavoro sull'etrusco come protolingua ungherese (ammetto di averlo solo sfogliato). Nello sfogliare il libro mi sono imbattuto nelle pagine 272 e 273* dell'opera relative alla gorgia toscana che il prof. Alinei  attribuisce a un fenomeno di superstrato dovuto all'influenza dei ceti colti bilingue latini - etruschi. Se mi permette vorrei fare alcune obiezioni su quest'ultima teoria:

In primo luogo la gorgia toscana si presenta in P, T, K. Proprio come la sonorizzazione consonantica del Nord Italia:

P > Ph (gorgia) / P > V (sonorizzazione)

T > Theta (gorgia) / T > D (sonorizzazione)

K > h (gorgia) / K > G (sonorizzazione)

La gorgia toscana non si presenta in maniera omogenea in tutta la Toscana, ma si dispone per aree concentriche aventi un centro comune a Firenze. Guardacaso Firenze, secondo il giudizio del professor Giannelli dell'Università di Siena, nella sua preistoria linguistica (prima della deriva fonetica) risultava essere abbastanza isolata dal resto della Toscana e più legata di altre realtà al Nord Italia.

La gorgia toscana risulta essere particolarmente debole in P. Guardacaso la sonorizzazione in P risulta essere la prima a scomparire (in alcune località poste sulla Linea linguistica La Spezia - Rimini come Lagacci, San Pellegrino al Cassero, etc. la sonorizzazione si presenta regolarmente in T e in K, ma scompare in P (es: sdaccio, ma apa).

Alcune realtà toscane prossime alla Linea La Spezia Rimini (es: Pracchia) presentano la gorgia toscana particolarmente indebolita, risultando simile alla pronuncia tedesca "CH" di machen o Bach.

Se percorre il Confine tra Toscana ed Emilia, partendo da Ponte della Venturina (Bologna) fino a Pracchia (Pistoia) troverà ad esempio: figh (a Ponte della Venturina), figo (a Pavana Pistoiese, Campeda, Lagacci), fico (a Frassignoni), ficho a Pracchia e poi (subito a sud di questa località) fiho.

In area spoletina si trova un fenomeno di spirantizzazione consonantica simile alla gorgia toscana. Per tutta evidenza si dovrebbe trattare di un evento poligenetico che il prof. Giannelli così interpreta: "I fatti di Bagnone, Villafranca ecc. restano non spiegati fino in fondo, l'idea è che sia una alterativa alla sonorizzazione Notoriamente gli spoletini sostituiscono una pronuncia sorda spirante a una pronuncia sonora spirante".

Il Rohlfs rileva, correttamente, che "anche la gorgia toscana si concilia piuttosto male con l'antico dominio etrusco. La gorgia va assai oltre il fiume Arno (in Lucchesia e Versilia), antico confine etrusco, mentre manca del tutto fra il fiume Ombrone e il Tevere, centro principale delle grandi città etrusche". Lo stesso Rohlfs continua: "il confine meridionale è chiramente in movimento".

La gorgia toscana, peraltro, risulta essere fenomeno piuttosto recente dato che:

1) manca in Corsica (terra che fu pesantemente toscanizzata dai pisani)

2) secondo le ricerche di Rohlfs i primi documenti che testimoniano la gorgia toscana sono del XVI secolo.

Secondo me (per il mio modesto avviso) è improponibile, quindi, l'idea che la gorgia toscana provenga per superstrato (o sostrato come vuole il Merlo) dall'etrusco.

Le segnalo, altresì, che altri hanno spiegato la gorgia toscana come superstrato longobardo (per un certo grado di affinità fra CH tedesco e H della gorgia toscana, successivamente esteso a P e T per assonanza ai suoni sonorizzati provenienti dal nord Italia), ma anche questa ipotesi superstratistica non è minimamente convincente (territori fortemente germanizzati nel medioevo e posti lungo la linea La Spezia - Rimini non presentano alcun fenomeno di gorgia toscana, ma solo la lenizione).

Cordiali saluti.

Andrea S..........

Porretta Terme (BO)

 

 

*  Riportiamo il testo segnalato dal mittente («Etrusco: Una forma arcaica di ungherese» di Mario Alinei, dalle pp. 272-273; Il Mulino, Bologna, 2003) [ N.d.R.]:

 

 

«4.5. Una conferma dalla 'gorgia' dei dialetti toscani

 

È quindi opportuno ricordare, come prova della tesi presentata, e allo stesso tempo a conferma e precisazione di una vecchia e ben nota teoria, l'interpretazione della cosiddetta 'gorgia' toscana (cioè la tendenza a spirantizzare le occlusive sorde in posizione intervocalica, anche fra due parole, e ad aspirarle in posizione assoluta), secondo la quale essa sarebbe la conseguenza del 'sostrato' etrusco. Questa tesi, la cui formulazione rigorosa risale a Clemente Merlo [1926; 1933], ma che era stata già intuita da Schuchardt [1884, 13 ss.], oltre che dai primi studiosi dell'etrusco [cfr. Skutsch 1907, con bibliografia precedente, e v. anche Agostiniani e Giannelli 1983], é considerata valida dalla maggior parte dei dialettologi italiani, anche se é stata più volte ed è tuttora oggetto di discussione. Recentemente, l'ha contestata proprio un valente etruscologo (e ottimo conoscitore dei dialetti toscani) come Luciano Agostiniani [1983], con argomenti che però, alla luce dell'interpretazione della fonologia etrusca che ho appena illustrato, perdono di validità.

Alla luce dell'equazione etrusco-ungherese, infatti, la tesi viene non solo confermata nella sua sostanza, ma anche ulteriormente precisata: anzitutto, sul piano storico-linguistico questo complesso fenomeno non va più visto come un fenomeno di 'sostrato', bensì di superstrato, cioè dell'influenza che l'élite bilingue etrusca, nel corso del suo secolare dominio sulla Toscana, e grazie al suo prestigio, certamente esercitò sulla lingua dei Latini autoctoni della Toscana. Sul piano fonetico, non si tratta di un'influenza di presunti fonemi aspirati o spiranti del sistema fonologico etrusco (come vorrebbe la tesi tradizionale), quanto dell'influenza di una realizzazione allofonica, aspirata o spirante o in certi casi già dileguata, delle occlusive sorde, che doveva essere caratteristica degli Etruschi nel periodo di transizione fra le occlusive uraliche e finno-ugriche originali, e le nuove aspirate, fricative, affricate o dileguate ungheresi. Sicché il nuovo sistema fonologico dei Toscani, a differenza di quello dei loro vicini laziali o marchigiani o emiliani o liguri, ha finito col modellarsi su quello etrusco, accogliendo, per ciascuno dei tre fonemi occlusivi sordi, quelle varianti allofoniche etrusche che poteva permettersi, senza entrare in conflitto con il precedente sistema. Escludendo, cioè, varianti allofoniche come [ts] e [f], che avrebbero creato intere serie di omofoni lessicali, e accogliendo le altre, come le aspirate, spiranti ed [h], che non creavano problemi di sorta, ma si limitavano ad arricchire il sistema fonologico precedente.»

 

Link:

 

Del libro di Mario Alinei/Mario Alinei könyvéről 

 

Sugli Etruschi in italiano/Etruszkokról olaszul

 

Pagine ungheresi sugli Etruschi/Magyar etruszk oldalak

 

 

OSSERVATORIO LETTERARIO

***Ferrara e l'Altrove ***

©

 

 

FASCICOLO PRECEDENTE - ARCHIVIO-DGL - ARCHIVIO-DGL1 - UNGAROHOME - ARCHIVIO DEI FASCICOLI

 

HOME