OSSERVATORIO
*** Ferrara e l'Altrove
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Copertina: La Divina Commedia di Dante Alighieri/Le macchie lunari (incisione sul
legno) di Béla Gy. Szabó; Foto dell'incisione
stampata: di Mario De Bartolomeis.
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Kéri Katalin / Kate Carry — Pécs (H)
UN'ALLEGRA MATTINA DI SLAMBUCKÓ PISTA1) PENSIONATO
Slambuckó Pista s'era svegliato sorridendo. In sogno gli era parso
come se una roteante siringa lo rincorresse, era però poi giunto in un gran
prato e s'era nascosto dietro le foglie d'una bardana.
—Curioso— rimuginò fra sé
seduto sulla sponda del letto. —Che mi sia svegliato di buonumore anche
dopo un sogno così brutto.
Si grattò la testa calva ed infilò i piedi nelle pantofole a
scacchi.
—Dopo aver messo fuori il vaso da notte, fatto colazione e
buttato qualcosa ai polli, mi vesto e vado un po' a passeggio— pensò Slambuckó
Pista e proprio così fece.
Indossò la giacca foderata di pelo d'agnello, s'arricciò i
baffi, e s'incamminò per la strada.
Salutò già da lontano la Piros2) che usciva dal
negozio con sette sportine reclamizzate.
—Buongiorno, Piros! Bella giornata, eh! Ma che bello il mondo!
—Uno schifo!— fece di rimando la vecchia dal fazzoletto rosa in
testa che era stata sempre scontrosa persino da ragazza. Sullo stretto
marciapiede si fece a tal punto largo a via di gomiti con Slambuckó Pista da
lacerare in un attimo i manici di quattro sacchetti.
Il vecchio rimase stupefatto assai di come la sua conoscente
fosse di cattivo umore, non perse ad ogni modo il proprio sorriso. Giunto sulla
via comunale principale s'imbattè in uno spazzacamino.
—Dio ti benedica, figliolo! Ma che bel giorno è oggi!
Spazzacamino che vedo, fortuna che…3)— aveva iniziato a dire la ben
nota filastrocca, ma lo spazzacamino lo aveva urtato in modo tale sulla schiena
con la scala da farlo traballare e l'uomo sporco di fuligine aveva poi
proseguito senza far motto o parola.
—Singolare— pensò Slambuckó Pista. —Che sia anche lui di cattivo
umore in questo bel giorno.
Continuò per la sua strada a passo lento sistemandosi ogni tanto
una lingua della scarpa che gli usciva sempre. Salutò con la mano contento le
auto lanciate sulla strada, ma un camionista gli diresse un brutto cenno con il
pugno.
—Ma cos'è che gli ha preso? In questo lieto giorno?— disse
Slambuckó a mezza voce e volse lo sguardo alle chiome degli alberi che
costeggiavano la strada. Osservò sorridente i vispi uccelli e prese anch'egli a
fischiettare. Giunse dappresso al negozio e pensò di lanciarvi un attimo dentro
un'occhiata e dare un bel buongiorno a Mucuka 4), la signora più
grassa del paesotto la quale della bottega era ad un tempo direttrice e
capocassiera.
Come però entrò dalla porta ed ebbe salutato, Mucuka iniziò a
smoccolare poiché aveva di nuovo battuto con tre zeri in più il prezzo del
lievito e sapeva a fatica come stornare la macchina.
—Lei desidera?— chiese a Slambuckó Pista la ragazza addetta al
pane.
—Mi dia un pezzetto di salsiccia e mezzo chilo di pane, tesoro
mio d'oro. Non è vero che abbiamo una splendida giornata?— chiese lo zio Pista
poiché pensava che se avesse preso qualcosa gli avrebbero prestato più
attenzione. Se non che la panettiera, tagliando il pane con il coltello unto di
salsiccia, fece una smorfia così sgraziata da lasciare Slambuckó Pista
assolutamente interdetto. Si fermò alla cassa ed arricciando i baffi sorrise a
Mucuka incastrata nel seggiolino della cassa.
—Cosa ha lei da ghignare, vecchio stregone?— lo investì Mucuka
che pensava chi mai avrebbe potuto turlupinare se lì non fossero andati a far
spesa tipi simili a questo vecchio matto di Slambuckó Pista.
Mise mano al cestino dello zio Pista disgustata; avevano
ripulito la pelle della salsiccia con l'aceto tutta la notte scorsa e solo
verso mattina erano riusciti a rimuovere la muffa dal pane.
—Rido perché sono felice. Spero che la spettabile signora sia di
buon umore anche lei— rispose il vecchio alla precedente domanda di Mucuka.
—Un accidente!— disse la negoziante e rinunciò definitivamente
anche quel giorno ad estrarre la sua parte inferiore dal vano della cassa.
Slambuckó Pista non si lasciò rattristare. Non era un uomo
suscettibile e nemmeno i mutamenti d'umore gli procuravano sofferenza. Anche il
fronte freddo gli tormentava solo la scapola destra e mai l'umore. Mise sotto
il braccio la merce acquistata e mosse verso casa. Sul ciglio della strada
stava seduto un vagabondo, si guardava attorno con il viso ispido.
—Ma guarda, non m'ero accorto di lui prima— pensò lo zio Pista e
si diresse in fretta verso di lui.
—Auguro un bel buongiorno alla signoria vostra. Che giorno
meraviglioso oggi, vero? Prenda questo po' di salsiccia ed il pane, ne mangi!—
gli disse premuroso Slambuckó. Il vagabondo sputò attraverso i denti e sferrò
un calcio alla salsiccia.
—Smammi da qui!!— disse al vecchio e si volse bofonchiando
dall'altra parte.
Slambuckó volse ormai definitivamente i suoi passi verso casa e
non perse speranza d'incontrare ancora altre persone felici. Ecco che però
qualcuno gli gridò all'orecchio:
—Sveglia, papà Slambi! Cosa s'immagina? D'essere a casa? Si
vesta subito che la terapia ha inizio!— gridò l'infermiere che in clinica
detestava tutti i vecchi. Slambuckó tornò in sé pian piano dal profondo del suo
sogno e continuò a sorridere.
—Buon giorno, signor infermiere! Ma come abbiamo una bella
giornata! Ne sono davvero tanto felice!— aveva iniziato, però l'infermiere gli
urlò:
—Vuoi che ti metta di nuovo la camicia di forza? Se crepassi,
vecchio idiota! Non indispettirmi di mattino presto!
—Io??— aveva chiesto Slambuckó Pista, ma poiché l'infermiere non
aveva tempo d'occuparsi di lui ulteriormente gli praticò un’endovena di
sedativo.
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1) "Pista" è diminutivo di "István" (Stefano).
2) "Piros",
dal più comune nome "Piroska"
(Rosina).
3) Il detto popolare magiaro completo è: "Kéményseprőt
látok, szerencsét találok!"
(Spazzacamino che vedo, fortuna che trovo!).
Da pronunciare: "Muzuka".
Traduzione
© e note di Melinda Tamás-Tarr e Mario De
Bartolomeis