Libero apre la "caccia" a chi ha votato contro la guerra


Articolo 11 della Costituzione: l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Articolo 68 della Costituzione: i membri del Parlamento non possono essere perseguiti per le opinioni espresse e i voti dati nell'esercizio delle loro funzioni. Quotidiano ‘Libero’ di oggi, riferito ai parlamentari che hanno votato contro l’intervento italiano nelle operazioni militari in Afghanistan: “Verdi, comunisti e sinistra Ds stanno con il nemico”.
Ma il giornale diretto da Vittorio Feltri, va oltre. Pubblica le foto e i nomi di ognuno dei 67, tra deputati e senatori, dissenzienti, con un gesto accusatorio e provocatorio che suscita la reazione sdegnata anche del presidente della Camera Pierferdinando Casini. L'iniziativa di ‘Libero’, ha detto Casini, "si contraddistingue per un alto tasso di volgarità". Casini ha avuto parole di biasimo anche per il titolo “La Camerata” apparso in prima pagina sul ‘Manifesto’. "Le nostre opinioni - ha sottolineato Casini - sono tutte opinabili, possono e debbono in qualche misura essere liberamente criticate. Ma ciascuno di noi in questa Aula è e deve essere tutelato nella sua libertà, non solo in base alla Costituzione, ma anche in base ai principi più elementari della democrazia liberale".
Il presidente della Camera, applaudito dall'intera assemblea, ha definito la convergenza tra maggioranza e opposizione una bella pagina per le nostre istituzioni, ma ha sottolineato: “Con eguale determinazione esprimo rispetto per quei parlamentari indicati al pubblico ludibrio nella pagina di 'Libero’ che con eguali sofferenze e meditazioni hanno ritenuto di non poter votare quell'intervento militare. Ma non per questo qualcuno è autorizzato a definirli 'amici di bin Laden' o dei terroristi che hanno ucciso migliaia di persone l'11 settembre scorso”. Applausi anche quando Casini con la “stessa severità” ha biasimato il “titolo irridente 'La Camerata’ con il quale ‘il Manifesto’ definisce il Parlamento”.
“Quello che ha fatto oggi 'Libero’ è un'opera di sciacallaggio e linciaggio politico che incita all'odio politico”. E' stato il commento di Luciano Violante, capogruppo Ds, nel suo intervenento a Montecitorio.
Non meno severo il giudizio del segretario della Federazione nazionale della stampa italiana, Paolo Serventi Longhi che ha definito davvero "indegno" per un giornalista il modo di fare informazione pubblicando le foto dei parlamentari, come ha fatto il direttore del quotidiano ‘Libero’ Vittorio Feltri. Ormai il “problema Feltri” è un problema “non tanto politico ma di tutta la categoria dei giornalisti” ha continuato Serventi Longhi. E in particolare “di chi è preposto al rispetto della deontologia professionale, e cioè dell'Ordine”.

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