S. Giovanni Bosco,
l'apostolo della devozione a Maria Ausiliatrice, e S. Domenico Savio,
pio e zelante discepolo
NEL MOSAICO NELLA CAPPELLA
DELL'ISTITUTO DON
BOSCO
Villa Ranchibile - Palermo
La grandiosa scenografia nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino
La Buona Pastora affida il gregge di suo Figlio al Pastorello Giovannino
II EDIZIONE
delle Riflessioni di
Don Biagio Amata s.d.b. adattate al web
"Eccomi per la prima volta come Rettor Maggiore in questa Basilica; e posso dirvi che sono a Casa. Una settimana fa mi trovavo con la Famiglia Salesiana del Portogallo nel santuario della Madonna di Fatima. Qua e là, e nel mondo intero, Maria, la Madre di Gesù, è una presenza forte e significativa, al punto di essere Lei tante volte la Buona Pastora che porta i suoi figli a Gesù. Chi è Maria per voi? Chi è per te? Chi è per me?
Donna, Mamma, Maestra e Ausiliatrice della Chiesa
"Donna, che vuoi da me?" e "Donna, ecco tuo figlio!". "Donna": un bel titolo dato alla nuova Eva, madre del nuovo Adamo. In Lei l'umanità intera risveglia e rinasce per l'azione del Figlio. Anche San Paolo per parlare dell'umanità del Figlio unico di Dio lo definisce come "nato da donna" (Ga 4,4).
Non possiamo affacciarci al mistero dell'Incarnazione senza contemplare Lei come donna. E contemplarla come donna significa intraprendere sempre di più il cammino di umanizzazione che segnala la vocazione salesiana a tutti i membri della nostra Famiglia. Viviamo e lavoriamo per un'umanità vera, fraterna, solidale e in pace.
Maria è per noi anche Madre, anzi, direi Mamma! Maria è stata una mamma. "Figlio, perchè ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo"(Lc 2,48). Questo passaggio di Luca ci mostra tutto il cuore di una mamma: "Ecco tua madre!" (Gv 19,27). Lei è nostra Madre perchè nel prendersi cura di noi ci insegna dal profondo della nostra anima a prenderci cura di noi stessi e degli uni e degli altri, a prendere cura della vita, del creato, della crescita dei nostri fratelli e sorelle, della vita di quelli che sono più a rischio di perderla e perdersi.
Nemmeno possiamo dimenticare cosa ha fatto il nostro amato Don Bosco quando ha perso mamma Margherita: è andato al santuario della Consolata e con il cuore in mano ha rinnovato la sua figliolanza e fiducia nella mamma che sempre ha continuato a stare lì, affianco, con lui e i suoi ragazzi. Maria è anche Maestra! La maestra che ci dice una ed un'altra volta: "Qualunque cosa vi dica [Gesù], fatela" (Gv 2,5); la maestra che per prima ha saputo custodire tutte le cose di Gesù nel suo cuore (cfr. Lc 2,51) e ci insegna a fare lo stesso. Un cristiano è quello che sa custodire le cose di Gesù nel cuore e attinge sempre a quel tesoro. Lei, la donna madre, è stata indicata da Gesù a Don Bosco come colei che gli avrebbe fatto vedere come compiere la missione assegnata, "la maestra sotto alla cui disciplina puoi diventare sapiente, e senza cui ogni sapienza diviene stoltezza" (MO). Maria è Ausilio. La prima azione della donna già madre, dopo l'annunciazione dell'Angelo fu mettersi al servizio di Elisabetta (crf. Lc 1, 39 e seg.). Dice il Vangelo che "si alzò e andò in fretta"! Che bella espressione del servizio ecclesiale e particolarmente il salesiano: in fretta cerchiamo di metterci al servizio; in fretta per rispondere al grido dei giovani, soprattutto quelli più in pericolo; in fetta però senza fretta, cioè dedicando il tempo sufficiente e opportuno, come Lei che "rimase con [Elisabetta] circa tre mesi, [prima] di tornare a casa sua". Maria è colei che si rende conto che mancava il vino a Cana. che si fa aiuto perchè non mancasse l'allegria nella festa della vita".
La Divina Pastora
TESTO DELLA PRIMA EDIZIONE
La Divina Pastora ha un ruolo importante nella vocazione di S. Giovanni Bosco, ma l’origine della devozione alla SS. Vergine, col titolo di Buona Pastora, si colloca lontano da Torino, precisamente nella città di Siviglia, e due secoli prima della sua nascita, precisamente nell’anno 1703, ad opera di S. Isidoro, un cappuccino, a cui Maria SS. apparve nelle sembianze di una pastorella, che pascolava tante pecorelle con in bocca una rosa, ed erano legate a lei da invisibili lacci; S. Michele riconduceva alla Vergine Pastora una pecora, imprudentemente allontanatasi dal gregge e quasi azzannata da un lupo, ma belando l’Ave Maria, tornava sicura verso la Vergine, che già teneva in mano una rosa anche per lei.
La visione del santo cappuccino confermava così la potenza del Rosario, e il ruolo di Maria SS. speculare a quello del Figlio suo, Cristo Buon Pastore, in cerca della pecorella smarrita, e custode del gregge contro lupi e mercenari, secondo l'insegnamento di numerosi Padri della Chiesa.
Uno dei migliori discepoli del Murillo, Miguel Alonso de Tovar, dipinse mirabilmente la visione di S. Isidoro, e l’icona divenne centro motore di fervente devozione, tanto che Pio VI approvò la festa, che si celebra il 14 di gennaio, data di consacrazione del più grande santuario dedicato alla Divina Pastora a Barquisimeto in Venezuela, profanato nel 2014, ma sempre sede di continua venerazione verso l’immagine miracolosa della Divina Pastora, aiuto e salvezza durante una epidemia.
Vi sono santuari alla Divina Pastora in ogni parte del mondo - in Italia sono particolarmente rinomati quello di Caprese, paese natale di Michelangelo, e di Piminoro - sorti soprattutto ad opera dei francescani cappuccini.
Felice transfert dalla Pastora all'Ausiliatrice
La Divina Pastora apparve anche a Madre Giuseppa dei Sacri Cuori, fondatrice con suor Maria Anna delle Sante Piaghe e Madre Maria Maddalena dell’Incarnazione, del Monastero delle Adoratrici Perpetue di Napoli. La visione di Madre Giuseppa è simile a quella di S. Isidoro, ma arricchita dalla presenza di San Giuseppe, che recupera le pecorelle, legate alla Vergine con catene.
Il titolo Divina Pastora viene spiegato sia come “Madre del Buon Pastore”, e molte rappresentazioni dipingono Madre e Figlio indissolubilmente legati alla cura delle pecorelle, sia specularmente al Buon Pastore, al femminile, come “Buona Pastora”, e molte rappresentazioni dipingono solo la Vergine come una regina nei panni della Pastora, che col vincastro assicura la salvezza a tutto il gregge. Nell’una e nell’altra accezione viene esaltata la divina maternità di Maria e la fiducia del Popolo di Dio nella sua materna intercessione.
Il Beato Diego Josè de Càdiz e Stephen Adoàin ne furono i primi zelanti predicatori. I Cappuccini spagnoli desiderarono ardentemente che la Vergine Maria, Buona Pastora, fosse proclamata patrona delle loro missioni. Il titolo “Divina Pastora”, non si trova però in nessuno dei documenti della Curia Romana, che invece usa invariabilmente il titolo di “Madre del Buon Pastore”.
PREGHIERA
O Divina Pastora delle anime, o Madre degli uomini in cammino,
tu sempre ci guardi con sollecitudine di Madre, tu sei la nostra salvezza , tu ci custodisci e curi le nostre ferite,
tu maternamente ci proteggi, tu sei la nostra fortezza nelle debolezze e la nostra consolazione nella tristezza ,
tu curi le sofferenze, tu ci aiuti a sopportare i dolori, tu ci sei vicina quando ci sentiamo soli e abbandonati.
Tu sei Madre dolce e amorevole, tu sei la nostra speranza.
Maria , madre del bell’amore e consolatrice, degli afflitti, tu Immacolata e sempre Vergine,
tu giglio delle convalli, onnipotente per grazia, intercedi per noi presso Gesù Cristo tuo figlio, il Buon Pastore,
perhè ascolti le nostre suppliche e ci conceda la grazia che ora ti chiedo con fede e umiltà di cuore: (pensa alla grazia che desideri)
Maria, Divina Pastora, le tue mani di Madre guidino e orientino i nostri passi nel difficile cammino della vita.
Dacci forza per superare le nostre debolezze e miserie, aiutaci a risolvere i problemi difficili della nostra vita quotidiana,
soccorrici nelle necessità, liberaci dal maligno e da ogni ostacolo sulla via del bene, e libera i nstri cuori dall’invidia e dall’odio.
Divina pastora, Vergine Santa, con il tuo aiuto possiamo serenamente vivere con fede, speranza e amore,
infiamma i nostri cuori di carità verso Gesù e verso tutti i nostri fratelli. Amen
Cfr. ARDALES J. B., La Divina Pastora, Siviglia 1949; RANZATO D., Maria Madre del Buon Pastore. Don Giacomo Alberione alle Pastorelle – quadro e mosaico, Roma 1988; REDA M., Maria Madre del Buon Pastore. Corso del Carisma della Famiglia Paolina. Roma 1990; SIMONETTO B., La Mariologia del Beato Don Giacomo Alberione, in Madre di Dio, 04 aprile 2004; SUAREZ M. M., La Divina Pastora, patrona del Barquisimeto. Editor Fundación Bigott, 1996.
LA BUONA PASTORA DI DON BOSCO
SOCIA DI CRISTO E AUSILIATRICE DELLA CHIESA.
Riflessioni di Don Biagio Amata s.d.b.
per il bicentenario della nascita di S. Giovanni Bosco
1815-2015.I EDIZIONE
Il sogno di S. Giovanni Bosco diventa preghiera di discernimento alla Buona Pastora
O Don Bosco, instancabile lavoratore nella vigna del Signore, testimone dell'amore preveniente di Dio,
vogliamo sognare con te, Sacerdote santo, una gioventù santa, che cresca in sapienza, età e grazia.
All'età di nove anni, Tu facesti un sogno, che ti rimase profondamente impresso nella tua mente per tutta la vita.
Era la notte tra il 29 e il 30 giugno, e tu rimeditavi con l'intelligenza di un fanciullo, che era stato attento alla predica della messa del mattino, nella solennità dei santi Pietro e Paolo, il comando che Gesù aveva dato a san Petro: "Pasci le mie pecorelle".
Sognasti allora un cortile assai spazioso con una moltitudine di fanciulli, che si trastullavano,
ridevano, giocavano, ma non pochi bestemmiavano.
Ti sei subito lanciato in mezzo a loro dando pugni e quant'altro per farli tacere.
Ma ti apparve un Uomo venerando, nobilmente vestito, con manto bianco e volto così luminoso, che ti abbagliava.
Fu Lui a chiamare anche te, come novello Pietro, per nome e a ordinarti di metterti alla testa di quei fanciulli sbandati, chiesa di periferia, ordinandoti: "Non con le percosse, ma con la mansuetudine e con la carità dovrai guadagnare questi tuoi amici.
Pasci queste mie pecorelle, porzione eletta del mio popolo. Mostra loro la bruttezza del peccato e la preziosità della virtù".
Ti sei spaventato davanti a tale comando, e hai confessato la tua incapacità di parlare di religione a quegli irrequieti fanciulli e giovani rumorosi.
Ma allora essi si fermarono come per incanto dalle risse e dagli schiamazzi,
smisero di bestemmiare e si raccolsero tutti intorno a Colui che parlava.
Tu rimanesti senza fiato, ti sembrava cosa impossibile:
"Appunto perchè tali cose ti sembrano impossibili, devi renderle possibili con l'ubbidienza e con l'acquisto della scienza",
fu l'imperioso programma del misterioso Personaggio:
"Io ti darò la Maestra, sotto la cui disciplina puoi diventare sapiente, e senza cui ogni sapienza diviene stoltezza".
Ti facesti ardito e come Mosè chiedesti il Nome di Colui che ti affidava una missione così impegnativa: "IO SONO - ti rispose - il figlio di Colei, che tua madre ti insegnò a salutare tre volte al giorno", e fu la risposta, e fu un invito: "Il mio nome domandalo a mia Madre".
In quel momento vedesti per la prima volta il volto raggiante e maestoso della tua Ausiliatricei,
ti sentisti attratto da Lei, ti avvicinasti, ti lasciasti prendere per mano,
La seguisti mentre ti mostrava che quei fanciulli erano tutti fuggiti ed in loro vece c'era una moltitudine
di capretti, di cani, orsi e di parecchi altri animali:
"Ecco il tuo campo - ti disse - ecco dove devi lavorare.
Renditi umile, forte e robusto: e ciò che in questo momento vedi succedere di questi animali, tu dovrai farlo per i miei figli".
Non credevi ai tuoi occhi: ecco!, invece di animali feroci, ti apparvero altrettanti mansueti agnelli,
che, saltellando, correvano attorno belando, come per fare festa a quell'Uomo e a quella Signora.
Iniziasti a quel punto ad aver compassione dei giovani fino a piangere, volevi capire tutto subito, ma la pedagogia divina intervenne:
"A suo tempo tutto comprenderai", e sul tuo capo di fanciullo, pastorello in una sperduta borgata piemontese,
si stese la mano del Buon Pastore e della Vergine Maria sua Madre,
ideale grande e Aiuto per quanti si occupano con te dell'educazione dei giovani.
L'omelia del Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Angel Fernàndez Artime, nella basilica di Maria Ausiliatrice a Torino, il 24 maggio del 2014, sembra un caldo invito a contemplare Don Bosco, pastorello amorevolmente istruito, guidato e protetto dalla Buona Pastora Ausiliatrice.E mi sembra quasi un invito del don Bosco vivente a ripubblicare in internet il mio omaggio alla Vergine Maria, Buona Pastora delle anime, presente nel cuore di S. Giovanni Bosco, come sua Socia, Ausiliatrice e Ideale per i giovani, nel Bicentenario della nascita.
Il `sogno' della Buona Pastora fu uno dei tanti che costellarono la sua vita e orientarono la sua azione a vantaggio della gioventù. Nelle parole di Maria a Giovannino è delineato chiaramente lo stile educativo di `prevenzione, che animò l'azione pastorale di Don Bosco e che dovrebbe seguire ogni serio educatore, come è stato autorevolmente richiamato anche da San Giovanni Paolo II nelle sue due lettere apostoliche, rivolte ai sacerdoti della Chiesa di Dio ed ai giovani il 31 marzo 1985.
Il santo Pontefice chiama questo stile educativo 'amore gratuito' verso i giovani; amore che dovrebbe informare, tutta l'ascesi della vita sacerdotale, il quotidiano lavoro su di sè, lo spirito di preghiera, l'unione con Cristo, l'affidamento alla sua Madre'; amore che fa amare ai giovani prima ancora di conoscerli, prima ancora di scoprirne debolezze e cadute; amore che invece di giudicare i giovani sa comprenderli e dialogare nello stadio spirituale, ain cui essi si trovano, 'perchè - sono ancora parole del Pontefice - è necessario all'uomo questo sguardo amorevole.
è a lui necessaria la consapevolezza di essere amato, di essere amato eternamente e scelto dall'eternita'.
Nel giubileo Sacerdotale dei miei cinquant'anni di Sacerdozio ringrazio così
confratelli, religiosi e religiose, giovani e amici, fedeli tutti
incontrati nel ministero, perchè in Maria, Divina Pastora delle anime, Aiuto dei Cristiani
e Madre della Chiesa, contemplino l'ideale sublime della fedeltà salesiana al Verbo Divino.Palermo, 19 marzo 2015
Omaggio e gratitudine a S. Giovanni Paolo II scalatore delle Dolomiti in una giornata tempestosa
Traduzione: All'intrepido difensore della fede Giovanni Paolo II, venuto da dove sorge il sole sempre vittorioso sulle tenebre, per far conoscere al mondo intero con le sue encicliche il Redentore delluomo e la sua sconfinata misericordia, nel tentativo di dare la scalata alle Alpi Dolomiti, mentre infuriava la tempesta di neve che oscurava tutto, con tenebre e caligine, incurante di tante avversità. cantò gloria a Dio altissimo nell'alto dei cieli e pregò per la pace desiderata da tutti gli uomini sulla terra. Anche il Sole, pieno di stupore dietro le nubi dovette frenare il suo corso, accecato dal suo immenso candore e da tanta luce interiore.
Gradimento del Santo Padre per la I edizione della "Buona Pastora"
LA BUONA PASTORA DI S. GIOVANNI BOSCO
[Cfr. Memorie dell'Oratorio di S. Francesco di Sales dal 1815 al 1855. E.c. Roma, s.d., pp. 134-136].
Don Bosco scrisse o narrò ben sette sogni-guida in cui vide la Vergine Maria come la Buona Pastora. Questi sogni lo aiutarono o incoraggiarono nel suo ruolo di educatore dei giovani e fondatore di famiglie religiose nella Chiesa, sotto lo sguardo materno di Maria, Buona Pastora, Immacolata, Ausiliatrice.Il primo sogno egli afferma di averlo avuto fra i nove e i dieci anni, e fu il sogno indelebile nella sua memoria di pastorello, con la prima visione della Buona Pastora; il secondo l'ebbe a 16 anni e gli diede la certezza che non gli sarebbero mancati i sussidi materiali per realizzare la missione a cui era destinato; il terzo a 19 anni, fu contrassegnato dall'imperioso comando di occuparsi della gioventù; il quarto a 21 anni, gli chiarì a quale categoria di giovani era destinato; il quinto a 22 anni, gli mostrò il suo primo campo di azione nella città di Torino; il sesto nel 1844, è una visione dell'incipiente opera in Valdocco; il settimo, infine, è come un vademecum per cooptare validi aiutanti, che continuassero la sua azione per la gioventù 'pericolante' ed emarginata.
Il vertice di questa strategia di trascinamento dei lettori nelle vicende narrate si trova nel sogno collocato nel passaggio dal Convitto a Valdocco, cioè dalla fase delle esperienze iniziali, di indole prevalentemente personale, a quella della realizzazione definitiva dell'Oratorio di carattere comunitario, con i confratelli sacerdoti diocesani Don Borel, Don Pacchiotti e altri. La metafora della mutazione degli animali bellicosi in mansueti agnelli viene sempre ripresa e arricchita. Negli agnelli trasformati in pastorelli, che crescendo "in gran numero, si divisero e andavano altrove per raccogliere altri strani animali e guidarli in altri ovili", i figli di don Bosco erano e sono invitati a riconoscere se stessi come continuatori della provvidenziale missione, preconizzati fin dal principio, nell'esperienza profetica del sogno, quali parte viva della storia. Ascoltando il suo racconto ci sentiame coinvolti nella storia stessa, ci appropriamo dei suoi significati, vogliamo con gioia adeguare la vita al suo messaggio e alla sua missione.
A 9 anni Don Bosco ha il suo primo sogno, in cui Gesù e la Vergine gli preannunziano la sua missione.
Gli parve di essere vicino a casa sua in mezzo a una moltitudine di ragazzi, che si divertivano in un grande cortile.
Ridevano, giocavano, bestemmiavano e proprio contro costoro usò pugni e invettive per farli tacere.
Ma un Uomo venerando, nobilmente vestito e con volto abbagliante, gli ordinò di mettersi a capo di quei ragazzi e aggiungendo: "Non con le percosse, ma con la mansuetudine e la carità dovrai guadagnare questi tuoi amici". Giovannino è confuso, risponde che è un povero ragazzo ignorante è incapace di fare questo.
Ma in quel momento risa, schiamazzi e bestemmie cessarono e i ragazzi si raccolsero intorno a colui che parlava.
Don Bosco, quasi senza sapere che cosa dicesse, gli domandò: "Chi siete voi che mi comandate cose impossibili?".
La risposta, come oracolo fu: "Appunto perchè è cosa che ti sembra impossibile, devi renderla possibile con l'ubbidienza e con l'acquisto della scienza... Io ti darò la Maestra ... Io, il figlio di Colei che tua Madre t'insegnò a salutare tre volte al giorno".
In quel momento apparve accanto a lui una Donna di aspetto maestoso, vestita di un manto splendente, come trapunto da fulgidissime stelle. Mi prese con bontà per mano e mi disse: "Guarda". Mi accorsi allora che quei ragazzi erano tutti scomparsi. Al loro posto c'era una moltitudine di capretti, cani, gatti, orsi e altri animali. "Ecco il tuo campo - disse quella Signora - ecco dove devi lavorare. Renditi umile, forte e robusto, e ciò che ora vedrai succedere di questi animali tu dovrai farlo per i miei figli". Vidi allora al posto di animali feroci altrettanti agnelli mansueti, che saltellavano, correvano, belavano come per far festa a quell'Uomo e a quella Signora. Mi misi a piangere e pregai quella Signora che parlasse in modo da poter capire. Ed Essa, ponendo la sua mano sul mio capo dissei: "A suo tempo, tutto comprenderai". Quando si svegliò aveva quasi le mani indolenzite per i pugni sferrati e la faccia rossa per gli schiaffi ricevuti.
Il sogno si rinnovò tante volte per circa 18 anni, con scene nuove, relative alla futura missione di apostolo dei giovani. Da qui la sua calma imperturbabile e la certezza di riuscire in ogni impresa.
A 16 anni la maestosa Signora, che conduceva un numerosissimo gregge, chiamandolo per nome, gli disse: "Questo gregge lo affido alle tue cure... Non temere, io ti assisterò".
All'età di 19 anni, di nuovo il personaggio del primo sogno, raggiante di luce spiendidissima, guidando una turba innumerevole di ragazzi, gli disse: "Vieni qua, mettiti alla testa di questi ragazzi, guidali tu stesso".
Nello stesso anno, ancora chierico, si vide in sogno già prete in cotta e stola a lavorare in una sartoria; però non cuciva solo cose nuove, ma rappezzava anche abiti logori, con chiara visione di occuparsi non solo dei giovani buoni e santi, ma anche di condurre sulla buona strada i giovani traviati.Aveva raggiunto l'età di 22 anni, quando in un nuovo sogno vide il campo di una futura missione.
Vide la valle sottostante alla cascina del Sussambrino, dove trascorreva le vacanze, convertirsi in una grande città , nelle cui strade e piazze correvano turbe di ragazzi schiamazzando, giocando e bestemmiando. Giovanni si avvicinò a quei ragazzi, sgridandoli e minacciandoli, ma inutilmente; pese a percuoterli, ma quelli reagirono e lo tempestarono di pugni. Mortificato e avvilito, si diede alla fuga. Ma ecco venirgli incontro il solito personaggio che gli intimò di fermarsi e di ritornare tra quei monelli.
Quindi lo presentò a una nobilissima Signora e disse: "Questa è mia madre: consìgliati con lei". La Signora, fissandolo con uno sguardo pieno di bontà , gli disse: "Se vuoi guadagnarti questi monelli, non devi affrontarli con le percosse, ma prenderli con la dolcezza e la persuasione".In quel momento, come nel primo sogno, i giovani si trasformarono in agnelli, ai quali egli prese a fare da pastore per ordine della Signora.Ormai Don Bosco è già sacerdote e sta perfezionando gli studi teologici nel Convitto Ecclesiastico di Torino, sotto la direzione di San Giuseppe Cafasso. Ed ecco due altri sogni che destano lo stupore in chi conosce le vicende dell'Oratorio ambulante di Don Bosco, perchè fanno conoscere al Santo le varie tappe e il progressivo sviluppo della sua Opera.
Sognò anche la chiesa di Maria Ausiliatrice, vent'anni prima che fosse realizzata.
Nel 1844, ancora domina la scena una moltitudine di animali di ogni specie, quando appare la Pastorella misteriosa.
Don Bosco continua: "Dopo aver molto camminato, mi trovai in un prato dove quegli animali saltellavano e mangiavano insieme, senza che gli uni tentassero di molestare gli altri. Oppresso dalla stanchezza, volevo sedermi, ma la Pastorella mi invitò a proseguire il cammino, e fatto ancora un breve tratto di strada, mi sono trovato in un vasto cortile, con porticato e una chiesa all'estremità .
Qui mi accorsi che quattro quinti di quegli animali erano diventati agnelli. Il loro numero poi divenne grandissimo.
In quel momento sopraggiunsero parecchi pastorelli per custodirli: ma essi si fermavano poco e tosto partivano.
Allora succedette una meraviglia: molti agnelli si cangiavano in pastorelli, che aumentando si prendevano cura degli altri agnelli. Crescendo di numero, i pastorelli si dividevano e andavano altrove per raccogliere altri strani animali e guidarli in altri ovili. Io volevo andarmene, ma la Pastorella mi invitò a guardare a mezzodì... C'era un campo di ortaggi... Guardai di nuovo e vidi una stupenda e alta chiesa. Nell'interno di quella chiesa c'era una fascia bianca su cui a caratteri cubitali stava scritto:
HIC DOMUS MEA, INDE GLORIA MEA
(Qui la mia casa, di qui la mia gloria).
Continuando, nel sogno, chiesi alla Pastora il significato di tutto questo. "Tu comprenderai ogni cosa - mi rispose - quando con i tuoi occhi vedrai di fatto quanto ora vedi sognando".In un nuovo sogno, l'anno seguente, si rafforzò l'intuizione sugli sviluppi dela sua opera tra i giovani; oltre la futura chiesa di Maria Ausiliatrice, vide anche la cappella Pinardi e la chiesa di San Francesco di Sales, tre edifici, allora inesistenti e su un terreno ignoto a Don Bosco.
La Pastorella fa vederea Don Bosco una nuova tappa del suo Oratorio: dnl semplice prato Filippi alla sede stabile di Valdocco): "Osserva! ... una chiesa piccola e bassa, un piccolo cortile e un gran numero di giovani. La chiesa è divenuta angusta, ... ed ecco un'altra chiesa assai più grande con una casa vicino (la chiesa di San Francesco di Sales e la casa Pinardi).
Poi mi condusse quasi innanzi alla facciata della seconda chiesa, e indicandomi un terreno coltivato, soggiunse: - In questo luogo, dove i gloriosi martiri di Torino Avventore e Ottavio soffrirono il loro martirio, su queste zolle che furono bagnate e santificate dal loro sangue, io voglio che Dio sia onorato in modo specialissimo.
Così dicendo avanzava un piede posandolo sul luogo dove avvenne il martirio, e me lo indicò con precisione.
Io intanto mi vidi circondato da un numero immenso e sempre crescente di giovani; ma guardando la Signora, crescevano anche i mezzi e il locale, e vidi poi una grandissima chiesa (l'attuale Maria Ausiliatrice), precisamente nel luogo dove mi aveva fatto vedere che avvenne il martirio dei Santi della Legione Tebea, con molti edifici tutto all'intorno e con un bel monumento in mezzo" (vide anche il suo monumento?).
"Mentre accadevano queste cose, io, sempre in sogno, avevo a coadiutori preti e chierici che mi aiutavano alquanto e poi fuggivano.
Io cercavo con grandi fatiche di attirarmeli, ma essi poco dopo se ne andavano e mi lasciavano tutto solo.
Allora mi rivolsi nuovamente a quella Signora, la quale mi disse: - Vuoi sapere come fare affinchè non ti scappino più? Prendi questo nastro e lega loro la fronte. Prendo riverente il nastrino bianco dalla sua mano e vedo che sopra era scritta questa parola: Obbedienza.
Provai tosto a fare quanto mi aveva detto quella Signora, e cominciai a legare il capo di qualcuno dei miei volontari coadiutori col nastro, e vidi subito grande e mirabile effetto; e questo effetto sempre cresceva, mentre io continuavo nella missione conferitami, poichè da costoro si lasciava affatto il pensiero di andarsene altrove e si fermavano ad aiutarmi. Così venne costituita la Congregazione".
Il sesto sogno
Ecco il linguaggio semplice di Don Bosco stesso: "La seconda domenica di ottobre di quell'anno (1844) doveva partecipare ai miei giovanetti che l'Oratorio sarebbe stato trasferito in Valdocco. Ma l'incertezza del luogo, dei mezzi, delle persone mi lasciavano veramente sopra pensiero.
La sera precedente andai a letto col cuore inquieto. In quella notte feci un nuovo sogno, che pare un'appendice di quello fatto ai Becchi, quando aveva nove anni. Io giudico bene di esporlo letteralmente.Sognai di vedermi in mezzo ad una moltitudine di lupi, di capre e capretti, di agnelli, pecore, montoni, cani ed uccelli. Tutti insieme facevano un rumore, uno schiamazzo o meglio un diavolio da incutere spavento ai più coraggiosi.
Io voleva fuggire, quando una signora, assai ben messa a foggia di pastorella, mi fe' cenno di seguire ed accompagnare quel gregge strano, mentre ella precedeva. Andammo vagando per vari siti: facemmo tre stazioni o fermate. Ad ogni fermata molti di quegli animali si cangiavano in agnelli, il cui numero andavasi ognor più ingrossando.
Dopo avere molto camminato, mi sono trovato in un prato, dove quegli animali saltellavano e mangiavano insieme, senza che gli uni tentassero di nuocere agli altri.
Oppresso dalla stanchezza, voleva sedermi accanto di una strada vicina, ma la pastorella mi invitò a continuare il cammino. Fatto ancora breve tratto di via, mi sono trovato in un vasto cortile con porticato attorno [cfr. Oratorio di S. Francesco di Sales], alla cui estremità eravi una chiesa [cfr. S. Francesco di Sales].
Allora mi accorsi che quattro quinti di quegli animali erano diventati agnelli. Il loro numero poi divenne grandissimo.
In quel momento sopraggiunsero parecchi pastorelli per custodirli. Ma essi fermavansi poco, e tosto partivano [cfr. Chierici e preti che, qualche tempo dopo, lo abbandonavano].
Allora succedette una meraviglia. Molti agnelli cangiavansi ain pastorelli [cfr. i primi Salesiani, che venivano dai giovani dell'Oratorio], fuori di Torino, del Piemonte e dell'Italia, che crescendo prendevano cura degli altri.
Crescendo i pastorelli ain gran numero, si divisero, e andavano altrove per raccogliere altri strani animali e guidarli ain altri ovili. Io voleva andarmene, perchè mi sembrava tempo di recarmi a celebrar messa, ma la Pastora mi invitò di guardare al mezzodì.
Guardando, vidi un campo, in cui era stata seminata meliga, patate, cavoli, barbabietole, lattughe, e molti altri erbaggi.
Guarda un'altra volta - mi disse; e guardai di nuovo. Allora vidi una stupenda ed alta chiesa [cfr. la basilica di Maria Ausiliatrice].
Un'orchestra, una musica istrumentale e vocale mi invitavano a cantar messa. Nell'interno di quella chiesa era una fascia bianca, in cui a caratteri cubitali era scritto: Hic domus mea, inde gloria mea [cfr. questa è casa mia, partirà da qui il mio trionfo].
Continuando nel sogno volli dimandare alla pastora dove mi trovassi; che cosa volevasi indicare con quel camminare,
colle fermate, con quella casa, chiesa, poi altra chiesa.
"Tu comprenderai ogni cosa, quando cogli tuoi materiali vedrai di fatto quanto ora vedi cogli occhi della mente".
Ma parendomi di essere svegliato, dissi: "Io vedo chiaro e vedo cogli occhi materiali: so dove vado e quello che faccio".
In quel momento, suonò la campana dell''Ave Maria nella chiesa di S. Francesco [cfr. d'Assisi, al Convitto Ecclesiastico], ed io mi svegliai.
Questo mi occupò quasi tutta la notte; molte particolarità l'accompagnarono. Allora ne compresi poco il significato, perchè poca fede ci prestava; ma capii le cose di mano ain mano avevano il loro effetto. Anzi più tardi, congiuntamente ad altro sogno [*esposto il 2 febbraio del 1875 a Don Barberis e a Don Lemoyne, che subito lo scrissero e si può leggere nel secondo volume delle Memorie Biografiche, a pagina 298), mi servì di programma nelle mie deliberazioni".
Sintesi della Teologia espressa nelle Icone della "Buona Pastora"
All'ombra del faggio (o di altro albero), tipico contrassegno dell'ambiente pastorale, immortalato dal poeta romano Virgilio, sta seduta la Vergine, Mistica Rosa, che tiene delicatamente tra il pollice e l'indice della mano sinistra appunto un ramoscello di rose, di cui una già fiorita e l'altra in bocciolo, mentre la destra è posata pesantemente sul capo di una pecorella, legata a Cristo da una salda catena di ferro. E infatti è proprio Cristo il vero Pastore al quale guardano le pecore.
La Vergine indossa abiti rudi di lana (in altre rappresentazioni pelli di lana) di almeno tre diversi colori. Il grande mantello, il cappello e il bastone, sono chiaramente indumenti e insegne comuni ai pastori.
Il bastone è in genere semplicemente appoggiato all'avambraccio sinistro della Vergine (o assente), in ogni caso mai tuttavia richiama il `baculus' pastorale proprio dei vescovi.
Tutta la presentazione induce a pensare che la Vergine è la `Madre' del Bambino Pastore.
Con il suo aiuto le pecorelle possono accorrere a Cristo e contemplarlo beate, oppure stare serene e quiete ai suoi piedi.
Tutte le pecore, chiaramente al sicuro, sono contrassegnate, con felice riferimento all'apocalittica biblica, dal sigillo di Maria, che ha la forma di una corona regale sormontante la M o probabilmente il monogramma formato dall'intreccio di A(ve) e M(aria).
Il demonio, raffigurato come un lupo minaccioso, insidia le pecore che si allontanano dallo sguardo di Cristo-Maria, ma quante prontamente avvertono il pericolo e riescono ad invocare: 'Ave Maria', sono soccorse dal fulmineo intervento dell'arcangelo Michele.
II paesaggio potrebbe anche essere una trasposizione visiva della lettura neotestamentaria del Genesi: l'albero, che offre la sua frescura a Maria e alle pecorelle, in tal caso, si contrapporrebbe a quello che sedusse Eva e sconvolse la creazione divina, così come l'intervento dell'Angelo che aiuta la pecorella a ritornare a Dio è in chiaro contrasto con l'invito del serpente antico nell'Eden a disobbedire a Dio; nell'un caso e nell'altro la Vergine e la sua stirpe riescono sempre vittoriose sul male e conducono i credenti agli eterni e sereni pascoli messianici.
Questi stessi concetti sono sintetizzati nella orazione liturgica propria della Messa di Maria, Madre del Buon Pastore:
Domine Iesu Christe, Pastor bone, qui pro ovibus tuis animam dedisti, nosque populum tuum, et oves pascuae tuae in cruce pendens Matri Virgini commendasti: ipsa interveniente concede, ut te Pastorem nostrum sequentes in terris, ad pascua aeternae vitae perducamur in coelis.
(*Signore Gesù Cristo, Pastore buono, che hai sacrificato la tua vita a per le tue pecore, ed hai voluto affidare dalla Croce alla Vergine tua Madre noi tuo popolo e pecore del tuo pascolo, per sua intercessione concedici di seguire Te, Pastore nostro, qui in terra, per essere condotti ai pascoli della vita eterna nel cielo).
Testi liturgici e devozionali
LITURGIA DELLE ORE - 14 GENNAIO
BEATA VERGINE MARIA MADRE DEL BUON PASTORE Memoria
INVITATORIO: Ant. Nella festa della beata vergine Maria, adoriamo il Signore suo Figlio e nostro Pastore. Salmo invitatorio
UFFICIO DELLE LETIURE
Inno, antifone e salmi come nella festa della B. V. Maria, Regina degli Apostoli
PRIMA LETIURA Dalla lettera ai Galati di San Paolo, apostolo 3,22 - 4,7
Per la fede siamo figli ed eredi di Dio Fratelli, la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, perché ai credenti la promessa venisse data in virtù della fede in Gesù Cristo. Prima però che venisse la fede, noi eravamo rinchiusi sotto la custodia della legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. Così la legge è per noi come un pedagogo che ci ha condotto a Cristo perché fossimo giustificati per la fede. Ma appena è giunta la fede, noi non siamo più sotto un pedagogo. Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo , vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. E se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa. Ecco, io faccio un altro esempio: per tutto il tempo che l'erede è fanciullo, non è per nulla differente da uno schiavo, pure essendo padrone di tutto; ma dipende da tutori e amministratori, fino al termine stabilito dal padre. Così anche noi quando eravamo fanciulli, eravamo come schiavi degli elementi del mondo. Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito Santo del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio.
RESPONSORIO: Cf Gal 4,4-5; Ef 2,4; Rm 8,3 - R. Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, * per riscattare coloro che erano sotto la legge.V. Nel suo grande amore per noi, Dio ha mandato il proprio Figlio fatto uomo, simile a noi peccatori, R. per riscattare coloro che erano sotto la legge.
SECONDA LETTURA Dalla costituzione dogmatica «Lumen gentium» del Concilio Vaticano II (nn.58-59.61) Maria nella vita di Gesù e della Chiesa. Nella vita pubblica di Gesù, la madre sua appare in modo caratteristico, fin dal principio, quando alle nozze di Cana di Galilea, mossa a compassione, con la sua intercessione diede inizio ai segni di Gesù messia (cf Gv 2,1-11). Durante la predicazione del Figlio raccolse le parole, con le quali egli, esaltando il regno al di sopra delle condizioni e dei vincoli della carne e del sangue, proclamò beati quelli che ascoltano e custodiscono la parola di Dio (cf Mt 3,35 par.; Lc 11,27-28), come ella stessa fedelmente faceva (cf Lc 2,19 e 51). Così anche la beata Vergine ha avanzato nel cammino della fede e ha conservato fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette ritta (cf Gv 19,25), soffrì profondamente col suo Figlio unigenito e si associò con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente all'immolazione della vittima da lei generata; e finalmente, dallo stesso Cristo Gesù morente in croce fu data come madre al discepolo con queste parole: Donna, ecco il tuo figlio (cf Gv 19,26-27). Essendo piaciuto a Dio di non manifestare solennemente il mistero della salvezza degli uomini prima dell'effusione dello Spirito promesso da Cristo, vediamo gli apostoli prima del giorno della Pentecoste «perseveranti d'un sol cuore nella preghiera con le donne e Maria, la madre di Gesù, e i fratelli di lui» (At 1,14); e anche Maria implorava con le sue preghiere il dono dello Spirito, che l'aveva già presa sotto la sua ombra nell'annunciazione. Infine, l'immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria col suo corpo e con la sua anima, e dal Signore esaltata come la regina dell'universo perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, il Signore dei dominanti (cf Ap 19,16), il vincitore del peccato e della morte. La beata Vergine, insieme con l'incarnazione del Verbo divino predestinata fino dall'eternità a essere madre di Dio, per disposizione della divina Provvidenza è stata su questa terra l'alma madre del divino Redentore, compagna generosa del tutto eccezionale e umile serva del Signore. Col concepire Cristo, generarlo, nutrirlo, presentarlo al Padre nel tempio, soffrire col Figlio suo morente sulla croce, ella ha cooperato in modo tutto speciale all'opera del Salvatore, con l'obbedienza, la fede, la speranza e l'ardente carità per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo è stata per noi madre nell'ordine della grazia.
oppure: Dall'insegnamento del servo di Dio Giacomo Alberione, sacerdote (Prediche alle Suore Pastorelle, voI. VIII, pp. 82-84 passim)
Maria madre del buon Pastore.
Rivolgiamo lo sguardo alla nostra madre Maria, invocata come madre del divino Pastore. Se Gesù Cristo è re, Maria è regina; se Gesù è Redentore, Maria è corredentrice; se Gesù è buon Pastore, Maria è la divina Pastora. Gesù è buon Pastore perché chiama le anime e le salva, le nutre di se stesso: «lo sono il pane del cielo» (Gv 6,41). Maria diede Gesù a tutta l'umanità, quelli che vissero, vivono, vivranno: quindi pascola le anime col suo Gesù... Per essere pronta alla sua missione fu concepita immacolata. Mai più si ripeterà il saluto dell'angelo: «Ave, gratia plena» (Le 1,28). Maria è la piena di grazia, secondo la sua vocazione. La notte santissima del Natale Maria ha tra le braccia il divino Bambino che espone all'umanità perché a lui venga. A quella esposizione intervengono prima gli angeli, poi i pastori perché Gesù è il Pastore divino e Maria la Pastora divina. La divina Pastora porterà il Pastorello al tempio perché il tempio è veramente suo. Era stato profetato: «Verrà il Padrone del tempio». Maria non solo presentò il Bambino ma poi lo crebbe, lo circondò di tutte le cure, preparando all'umanità il Sacerdote eterno, l'Ostia di propiziazione, il Crocifisso, il Maestro divino, il buon Pastore che cerca la pecorella smarrita. Eravamo caduti molto in basso e ci siamo ancora, ma Gesù viene a cercarci per sollevarci. Maria assistette Gesù nella predicazione, nella passione, sempre; fece da consigliera a Giovanni a cui era stata affidata; raccolse nel cenacolo in preghiera gli apostoli dispersi, pregò con loro per ottenere lo Spirito Santo; li consolava, li confortava, li assisteva nelle loro prime predicazioni; li illuminava, parlava loro dell'infanzia di Gesù. Assisteva la Chiesa nascente, era come «Regina» degli apostoli. Ora dal cielo continua la sua missione. Non vi è grazia che non passi attraverso di lei. Tutte le grazie di cui è stata riempita la nostra anima sono passate per Maria. Anche le grazie di quest'oggi passano attraverso Maria... Possiamo dire alla Madonna quello che diciamo a Gesù: «Tu nos pasce, nos tuére». Nutrici, dandoci il cibo celeste; Gesù via, verità e vita; difendici, assistici; che possiamo essere con te in Paradiso
RESPONSORIO Cf.Lc.23,33; Gv. 19,25; Lc.2,35. R. Quando giunsero sull'altura del Calvario, lo crocifissero. * Presso la croce di Gesù stava sua madre. V. La spada del dolore trafisse la sua anima. R. Presso la croce di Gesù stava sua madre. Inno Te Deum (p. 165). In appendice l'inno in latino (p. 584).
ORAZIONE O Dio, tu hai inviato nel mondo il tuo Figlio affinché radunasse come buon Pastore l'umanità dispersa. Concedi al gregge, che egli ha redento e affidato nell'ora della croce a Maria sua madre, di ascoltare fedelmente la sua chiamata, per seguirlo fino ai pascoli della vita eterna. Per il nostro Signore.
LODI MATTUTINE
INNO: Gioisci, Maria, di Dio Genitrice, prescelta tra un resto fedele al Signore; esulta per l'opera che in te ha compiuto l'Amore di Dio, vincendo il peccato. E l'anima tua ferita da spada si unisce all'offerta di Cristo Pastore. Hai detto «sì» al Padre e «tutto è compiuto»: il gregge smarrito è cercato e redento. Vicino all'Agnello per noi crocifisso, le donne che forti han scelto l'Amore, insieme a Giovanni rimasto fedele: « Ecco tuo figlio» ed «Ecco tua madre ». Presenza orante tra i primi pastori, sei madre del Figlio e dei figli riuniti. Sei l'alba di un'ora che prossima giunge: beata, che ascolta e compie la parola. Al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo, da tutta la Chiesa s'innalzi la lode; la vergine madre del Cristo Signore, ci ottenga di giungere ai pascoli eterni. Amen.
Oppure un altro inno o canto, approvati dall’autorità competente, Antifone e salmi dal giorno del salterio.
1 ant. Ave Maria, piena di grazia: Dio ti ha scelta quale madre del Figlio suo. Salmi e cantici della domenica prima settimana (p.167). 2 ant. Benedetta fra le donne! Da te è nato il Salvatore del mondo. 3 ant. Forte stava la madre vicino alla croce del Figlio.
LETTURA BREVE Sir (neo vulgata) 24,23-25 Io, come vite, produco germogli di grazia, e i miei fiori danno frutti di gloria e di rettitudine. Io sono la madre del bell’amore e del timore, della conoscenza e della speranza. In me è la grazia per ogni via e verità, in me ogni speranza di vita e di virtù.
RESPONSORIO BREVE R. Benedetto il frutto del tuo seno, * o madre del bell'amore. Benedetto il frutto del tuo seno, o madre del bell'amore. V. Hai generato il Pastore e il Signore delle nostre anime, o madre del bell'amore. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.. Benedetto il frutto del tuo seno, o madre del bell'amore.
Ant. al Ben. Hai dato la vita a colui che ti ha creata e sei vergine per sempre, madre del buon Pastore.
INVOCAZIONI Rivolgiamo la nostra lode e la nostra supplica a Cristo buon Pastore, nato da Maria vergine, e diciamo: Maria, la madre tua, sostenga la nostra preghiera. Gesù, che nascendo dalla Vergine ti sei fatto prossimo di ogni uomo, - insegnaci a condividere le sofferenze, le gioie e le speranze di quanti incontriamo sul nostro cammino. Gesù, che come buon Pastore hai sacrificato la vita con amore senza misura, - assisti e proteggi quanti hai reso partecipi della tua missione pastorale. Gesù, che nel formare e custodire il tuo gregge hai voluto la collaborazione di Maria, - fa' che, sul suo esempio, mettiamo a disposizione tutta la nostra vita per il servizio del tuo regno. Gesù, che hai fatto risuonare sulle strade degli uomini la tua parola di salvezza, - insegnaci ad annunciare il vangelo in ogni circostanza, fedeli a te e alla tua Chiesa. Gesù, che continui a chiamare uomini e donne a seguirti con generosità per il bene del tuo popolo, - aiutaci ad avere cura delle vocazioni che tu susciti, sostenuti dalla presenza della madre che ci hai donato.
Padre nostro.
ORAZIONE - O Dio, tu hai inviato nel mondo il tuo Figlio affinché radunasse; come buon Pastore l'umanità dispersa. Concedi al gregge, che egli ha redento e affidato nell'ora della croce a Maria sua madre, di ascoltare fedelmente la sua chiamata, per seguirlo fino ai pascoli della vita eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
14 Gennaio BEATA VERGINE MARIA MADRE DEL BUON PASTORE Memoria
La devozione a Maria «Madre del buon Pastore» ebbe origine in Spagna a partire dal 1703 per opera dei Cappuccini e la si diffusi in Europa e nel mondo. La Messa e la Liturgia delle Ore fu approvata da Pio VII nel 1801 e arricchita da Leone XIII Don Alberione la propose alla congregazione delle Suore di Gesù buon Pastore fin dalle origini (29 ottobre 1938), quale forma di devozione mariana più adatta al loro carisma. EgIi l'arricchì con il «colore» della sua spiritualità e scelse come data di celebrazione il 3 settembre, che coincide, dal 1955, con Ia professione religiosa delle Suore pastorelle in Italia. «Tra le tante feste liturgiche della Madonna… questa ha una particolare importanza per voi, che siete le Suore di Gesù buon Pastore. Per meglio capire questo nobilissimo titolo della Madonna, bisogna che noi conosciamo e capiamo bene che cosa significhi “buon Pastore”. Buon Pastore è colui che ha cura delle sue pecorelle e Ie ama, sino a dare la vita per esse. Tutti gli uomini costituiscono iI grande gregge di Gesù. Non tutti gIi uomini sono però pecorelle docili e buone… Gesù buon Pastore per salvare i peccatori diede tutto il suo sangue sulla croce, ma non dimenticò i buoni e li incoraggiò a seguirlo sulla via della perfezione" (Alla Sorgente, p. 7). La mariologia di don Alberione relativa aIIa Madre del buon Pastore si trova espressa in tutte Ie preghiere da lui composte, specialmente la coroncina. Così pure si manifesta nella iconografia, per la quale ha dato indicazioni precise. «È una predica il quadro che avete, dove è rappresentata la divina Pastora, la quale ha accanto a sé Gesù giovinetto in atto di pascere Ie pecorelle, come lei pasce le pecorelle; poi a destra e a sinistra i due apostoli: Pietro che raccomanda la Chiesa a Marta, Paolo che la sospinge verso Maria... Maria sta in mezzo come la divina Pastora. Questo titolo a Maria compete, perche ella è la madre del divin Pastore e perché ella ha tanto sofferto per le anime e tanto in cielo si preoccupa della salute delle anime, dei peccatori e degli infelici che sono fuori della Chiesa e di quelli che vogliono camminare nella via della santità, della giustizia.. Maria protegge il Pastore universale della Chiesa, il Papa» (AAP, 1959, nn. 57-58, passim). Perciò «le Pastorelle arrivate in parrocchia pensino subito a stabilire una devozione intensa a Maria Ss. Diffondere e stabilire il culto alla Madre del buon Pastore è opera dolcissima delle Pastorelle; è segreto di riuscita nel loro apostolato; è assicurarsi le consolazioni di questo buon Pastore" (Alla Sorgente, p. 55, passim). II testo di questa celebrazione è stato approvato dalla Congregazione per il Culto Diyino il 28 luglio 1991. La Messa della beata Vergine Maria, Madre del buon Pastore, si può celebrare come messa votiva nelle ferie del tempo ordinario e per necessità particolari, quando è permesso da calendario.
ANTIFONA D'INGRESSO Sir neo-volg. 24,23.31 Io sono la madre del bell'amore. In me è la grazia per ogni via e verità, in me ogni speranza di vita e di virtù. Si dice iI Gloria. COLLETTA O Dio, tu hai inviato nel mondo il tuo Figlio affinché radunasse come buon Pastore I'umanità dispersa. Concedi al gregge che egli ha redento e affidato, nell'ora della croce, a Maria sua Madre di ascoltare fedelmente la sua chiamata per seguirlo fino ai pascoli della vita eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio...
PRIMA LETTURA Sir neo-volg. 24,23-31 Il mio ricordo durerà di generazione in generazione.
Dal libro del Siràcide Io, come vite, produco germogli di grazia, e i miei fiori dànno frutti di gloria e di rettitudine. Io sono la madre del bell'amore e del timore, della conoscenza e della santa speranza. In me è la grazia per ogni via e verità, in me ogni speranza di vita e virtù. Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate e saziatevi dei miei frutti. Poiché il mio insegnamento è più dolce del miele, e il possedermi è più dolce del favo del miele. Il mio ricordo durerà di generazione in generazione. Quanti si nutrono di me, avranno ancora fame; e quanti di me si dissetano, avranno ancora sete. Chi mi ascolta non sarà deluso; e chi compie le mie opere, non peccherà. Chi mi rende onore, avrà la vita eterna. Parola di Dio.
oppure: PRIMALETTURA At 1,12-14 Erano concordi nella preghiera con Maria, la madre di Gesù.
Dagli atti degli Apostoli (Dopo che Gesù fu assunto in cielo), gli apostoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto de li Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C'erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui. Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE Lc 1,46-50.53-54 R. L'anima mia esulta nel mio Dio.
L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore perché ha guardato I'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. R. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia, si stende su quelli che lo temono. R. Ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi, Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia. R.
CANTO AL VANGELO cf Gv 19,25-26; 10,14-15 Alleluia, alleluia. Presso la croce di Gesù, buon Pastore che donava la vita per le sue pecore, stava Maria, sua madre, e il discepolo che egli amava. Alleluia.
VANGELO Gv 19,25-27 Ecco il tuo figlio! Ecco Ia tua madre! + Dal vangelo secondo Giovanni In quell'ora, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Parola del Signore.
SULLE OFFERTE Ti offriamo con gioia, Signore, il pane e il vino per il sacrificio di lode nella celebrazione di Maria, Madre del buon Pastore; in cambio della nostra umile offerta donaci una conoscenza sempre più viva del mistero della redenzione.Per Cristo.
PREFAZIO Maria, Madre del buon Pastore, favorisce l'unità dei figli Dio.
È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Buon Pastore, amante dell'unità e della pace, egli scelse per sé una Madre che non ha conosciuto corruzione nel corpo e nel cuore e ha voluto una e indivisa la Chiesa sua sposa. Innalzato da terra, alla presenza della Vergine Madre, radunò i tuoi figli dispersi e li strinse a sé con i vincoli dell'amore. Asceso alla tua destra nella gloria, effuse sugli Apostoli, raccolti con Maria nel Cenacolo, lo Spirito di unità e di concordia, di riconciliazione e di perdono. E noi, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo con gioia I'inno della tua lode: Santo... A
ANTIFONA ALLA COMUNIONE Gv 19,25.27 Gesù disse al discepolo: «Ecco la tua madre ». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
DOPO LA COMUNIONE Signore, che in questa celebrazione in onore della beata Vergine Maria, madre del buon Pastore, ci hai nutriti dei tuoi sacramenti, fa’che sul suo esempio cooperiamo al mistero della redenzione. Per Cristo nostro Signore.
IN LATINO
MISSA BEATAE MARIAE VIRGINIS DIVINI PASTORIS MATRIS
Nell'opera di diffusione della devozione alla Vergine Buona Pastora si sono distinti in modo particolare i Padri Cappuccini, che rivendicano giustamente il merito di averla introdotta nella Chiesa al loro confratello P. Isidoro di Siviglia (1662-1750). Ma nell'anno 1932 rimase inascoltato il voto del loro Capitolo Generale che chiedeva alla Congregazione dei Riti la proclamazione della Vergine Divina Pastora a Patrona delle Missioni.
Stornelli alla Divina Pastora delle anime, Maria Santissima, in Catalano
La Liturgia della Chiesa Cattolica e molti pii esercizi di devozione dei fedeli verso la Vergine Maria hanno spesso assunto carattere speculare, con le celebrazioni, le invocazioni, e con gli attributi di Cristo, che naturalmente sembravano compatibili con il suo ruolo di donna e Madre di Gesù. Larga e meritata fortuna hanno perciò conosciuto i parallelismi: Dio - Padre eterno del Verbo e Maria - Madre nel tempo di Cristo; Kyrios-Dominus e Kyria-Domina, Adamo-Cristo ed Eva-Maria; Cristo - Agnello di Dio e Maria, Casta Agnella, Cristo Redentore e Maria Corredentrice, e l'elenco potrebbe continuare.
Non desta quindi meraviglia che a Maria siano stati attribuiti anche gli appellativi di Bona Pastrix, Divina Pastrix, Buona [Divina] Pastora, Mater Boni Pastoris, Madre del Buon Pastore, in corrispondenza a quelli di Cristo, Bonus [Divinus] Pastor, Princeps Pastorum, sebbene non sembra che essi abbiano goduto ovunque di particolare popolarità fino all'epoca moderna, nonostante siano attestati, sia pure genericamente e all'interno di un discorso essenzialmente o fortemente tipologico, non solo presso gli antichi Padri della Chiesa, ma anche presso mistici come S. Giovanni di Dio (1495-1550), S. Pietro di Alcantara (1499-1562), S. Maria Francesca delle Cinque Piaghe (1715-1791).
Con il titolo di Buona Pastora la pietà popolare ha espresso con chiarezza la partecipazione della Vergine all'analoga preoccupazione per le anime che ha nella Chiesa il Cristo, il Pastore Sommo, il vero e unico Buon Pastore, ed ha voluto sottolinearne in modo particolare particolare l'efficace intercessione per la salvezza di ciascuna pecorella del gregge di suo Figlio.
Poichè la devozione (lex orandi) del popolo di Dio ordinariamente è espressione del Credo universale della Chiesa (lex credendi), si possono trovare i fondamenti di tale titolo mariano anche negli scritti e nelle testimonianze dei Padri della Chiesa. In effetti il contenuto teologico del titolo mariano di Buona Pastora non è estraneo al loro modo di esprimere la fede cristiana.
Governanti delle città -stato nei poemi omerici, in Platone e in altri scrittori classici, vengono detti pastori: Reges pastores appellantur, con tonalità probabilmente religiosa; mentre un filosofo, come Democrito, è definito pastore di parole.
Il pastore era per Platone anche immagine del pastore e legislatore divino, poichè il nome stesso di pastore era un titolo onorifico degli dèi.
Giuditta furbescamente inganna Oloferne: "Tu sospingerai come si sospinge un gregge, questi che non hanno pastore". E Rachele, figura Ecclesiae, si presenta a Giacobbe come una pastora, che conduce al pascolo il bestiame minuto di suo padre Labano.
Nei Padri della Chiesa, in genere appare relativamente abbondante la presenza di Maria come Pastora e guida delle anime, Madre del Buon Pastore, Agnella che ha generato l'Agnello, sia pure con varianti e sottolineature, che si collocano però sempre nel mondo pastorale.Tuttavia è da notare subito che il termine Pastora anche presso ai Padri della Chiesa e gli antichi scrittori cristiani d'Oriente e d'Occidente mai si riscontra al femminile, anzi Girolamo Giuseppe De Cabra afferma di non aver trovato neanche il termine pastrix nei dizionari. Testimonianze patristiche
Padri Orientali
L'Omelia è stata riproposta alla meditazione dei fedeli nella Liturgia delle ore del lunedì dopo Pasqua (cc. 2-7, 100-103: SC 123, 60-64 e 120-122), e Giovedì Santo (cc. 65-67; SC 123, 95-101), ove si afferma: "Il precetto si mutò in grazia, la figura in verità , l'Agnello in Figlio, la pecora nell'uomo e l'uomo ain Dio. Sono io il vostro perdono, io la Pasqua della redenzione, io l'Agnello immolato per voi, io il vostro re".
L'identificazione dell'agnello con il pastore si riscontra nel frammento XIV dello stesso Melitone: "Colui che apparve come agnello, rimase pastore; colui che fu ritenuto servo non rinnegò la sua dignità di figlio: fu gestato da Maria e rivestito da suo Padre".
la invoca: "Immacolata Vergine da cui è nato il grande Pastore e Agnello".
San Giovanni Damasceno la riconosce come "Madre di Cristo Pastore".
L'iconografia ha suggestivamente disegnato tuolo e festa alla Madre del Pastore eterno delle nostre anime.
E il Popolo di Dio ha manifestato straordinaria devozione.
Quadro e Mosaico
S. Alberione e la devozione a Maria Madre del Buon Pastore
La Società San Paolo possiede ventuno lettere nel Fondo De Gregorio dell'Archivio Storico Generale ed è presumibile che da questa documentazione il santo Giacomo Alberione abbia tratto ispirazione per la devozione a "Maria, Madre del Buon Pastore", anche se questa devozione era stata già diffusa in alcune regioni italiane, come la Sicilia, la Calabria, la Toscana e nel Parmense. La sua festa nel calendario liturgico era fissata il 3 settembre.
Affidiamoci a Lei perchè ci ottenga la docilità della pecora buona, che segue il Pastore e si lascia nutrire da Lui; la fedeltà per entrare e rimanere nel recinto delle percore; l'udito fine per riconoscere sempre la voce del Buon Pastore; gli occhi per contemplare la Bellezza del Bel Pastore.
LA DIVINA PASTORA
(Da M. ZANIBONI, Il Linguaggio delle campane, da Il Carabiniere, mensile n. 12/87).
NOVENA A MARIA, MADRE DEL BUON PASTORE.
Seconda parte della coroncina a Maria, Madre del Buon Pastore
Signore Gesù Cristo buon Pastore, che hai dato la vita per le tue pecorelle e che dalla croce hai affidato noi tuo popolo e gregge del tuo pascolo alla vergine Maria, concedici, per sua intercessione, di seguirti in terra come nostro Pastore, per giungere ai pascoli eterni del cielo. Tu sei Dio e vivi e regni con Dio Padre, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Sesto giorno - Invocazione allo Spirito Santo - Giovanni 2,1-12
Signore Gesù Cristo buon Pastore, che hai dato la vita per le tue pecorelle e che dalla croce hai affidato noi tuo popolo e gregge del tuo pascolo alla vergine Maria, concedici, per sua intercessione, di seguirti in terra come nostro Pastore, per giungere ai pascoli eterni del cielo. Tu sei Dio e vivi e regni con Dio Padre, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Mentre Gesù parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli.
Ricevimi, o Madre del buon Pastore e Madre mia, fra quelli che ami, nutri, santifichi e guidi, nella scuola di Gesù Cristo, divino Pastore.
Signore Gesù Cristo buon Pastore, che hai dato la vita per le tue pecorelle e che dalla croce hai affidato noi tuo popolo e gregge del tuo pascolo alla vergine Maria, concedici, per sua intercessione, di seguirti in terra come nostro Pastore, per giungere ai pascoli eterni del cielo. Tu sei Dio e vivi e regni con Dio Padre, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Signore Gesù Cristo buon Pastore, che hai dato la vita per le tue pecorelle e che dalla croce hai affidato noi tuo popolo e gregge del tuo pascolo alla vergine Maria, concedici, per sua intercessione, di seguirti in terra come nostro Pastore, per giungere ai pascoli eterni del cielo. Tu sei Dio e vivi e regni con Dio Padre, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Maria, madre di Gesù Costo e madre dei sacerdoti, ricevi questo titolo che noi tributiamo a te per celebrare la tua maternità . e contemplare presso di te il sacerdozio del tuo Figlio e dei tuoi figli
Alcune immagini fanno chiaramente riferimento al Sogno di S. Giovanni Bosco a 9 anni, altre provengono dall'Archivio dei Cappuccini di Sarrià , o dal sito di Tovar. A volte le pecore hanno in bocca una rosa, offerta da Cristo, in un paesaggio idilliaco, in cui la Vergine porta le insegne e gli abiti pastorali. La rosa è collocata tanto sul cappello della Madre che del Figlio. Dodici stelle circondano il suo capo. Ben visibile l'invocazione: Ave Maria, della pecorella smarrita, inseguita dal lupo. Caratteristica la rosa nella mano di Maria. Gesù guarda con benevolenza la pecorella su cui si posa pesante l'altra mano della Madre.
'La figura classica delle catacombe e di tutta l'arte paleocristiana è il Buon Pastore. Bastano pochi passi nelle catacombe per incontrarne l'immagine. E' la più frequente di qualunque altra rappresentazione. Secondo lo Styger, il Buon Pastore è raffigurato in non meno di 120 pitture e 150 sculture, assai spesso collocato al centro di una decorazione o nella lunetta di un arcosolio. Il Buon Pastore viene quasi sempre rappresentato con la pecora sulle spalle, talvolta soltanto in mezzo al suo gregge. Per noi il pastore con la pecora sulle spalle è soprattutto il simbolo di colui che ha cura delle anime, del Signore, che va cercando i peccatori e che perdona loro, come ci si presenta Gesù stesso in S. Luca (15, 1-7). Ma ai primi cristiani la figura del Buon Pastore diceva ancora molto di più del semplice racconto della parabola del Signore. Essi pensavano certo alla parabola, ma vi associavano, come sappianio dagli scritti dei Padri, molti altri concetti... Il Signore come Pastore è il Maestro, che indica ai fedeli il vero pascolo. Di più egli è il grande Re, che domina i popoli. L'ufficio di pastore come simbolo della potestà reale è molto familiare nell'antichità classica... Iddio nel Vecchio Testamento è nominato «Pastore dei popoli». Così anche nella figura del pastore che porta la pecora sulle spalle, si voleva rappresentare il Cristo anche come Dio, come l'eterno Logos e non soltanto nella sua apparenza storica. Quindi la pecora portata dal pastore sulle spalle non è un peccatore determinato, sebbene sarebbe ovvio vedere ricordato in lui il defunto sulla cui tomba si trova la rappresentazione. Esso raffigura piuttosto la natura umana, assunta dal Verbo Divino, nella quale sono compresi tutti gli uomini. Per capire meglio il significato profondo di quest'immagine bisogna tenere ben presente un'immaginazione familiare agli antichi. Secondo loro l'anima, separata dal corpo. sulla via del cielo, doveva affrontare i demoni, che abitavano gli spazi aerei. Il divino pastore, portando l'umanità sulle sue spalle, l'ha salvata con la sua morte e l'ha riportata attraverso tutti i pericoli alla casa del Padre. Questa idea diventa ancora più chiara nella figura di una lampada in terracotta. Qui il Buon Pastore è circondato da sette stelle, o pianeti, le cui sfere erano considerate come la grande zona di pericolo per le anime. Di là dalle stelle nell'etere radioso era il cielo. Così si capisce quanta consolazione doveva recare ai primi cristiani, specie in vista alla morte, la figura del Buon Pastore, simbolo di tante verità confortanti della loro fede. (L. HERTLING-E. KIRSCHBAUM, Le Catacombe romane nei loro martiri, PUG, Roma, p.240-241).La Divina Pastora di Aversa La chiesa di S. Nicola da Bari ad Aversa custodisce in una nicchia della navata laterale sinistra, l'unica testimonianza artistica della Diocesi relativa alla devozione verso la Divina Pastora. Il bel gruppo statuario, di scuola napoletana, conservato un tempo nella Cappella della Congrega del Crocifisso, nota anche come chiesa del Divino Pastore, presenta la Vergine, nelle vesti di pastorella, con il caratteristico cappello di paglia ed il bastone, col Bambino Gesù sulle ginocchia.
Sta seduta sopra un poggio e vigila sulle pecore che pascolano ai suoi piedi. In un angolo è il lupo e la divina Madre veglia affinchè le anime non vengano dilaniate dal demonio.
La devozione. risale gli inizi del XVIII secolo (1703), in seito all'apparizione della Vergine nele vesti di pastora
al frate cappuccino Isidoro di Siviglia, morto nel 1750.
Un pittore sivigliano, German Ilorente, ebbe l'appellativo di «el pintor de los Pastoras». Oltre i Cappuccini diffuse questa devozione S. Alfonso de' Liguori assieme ai Padri Redentoristi. Ne fece oggetto di particolare zelo Ferdinando Il di Borbone che la fece dipingere assieme ai Santi dinastici Ferdinando di Castiglia, Luigi di Francia, Elisabetta d'Ungheria e Jasonia, su vetro, all'ingresso dell'Oratorio dell'Appartamento Nuovo, ora sezione della Biblioteca Nazionale, nel Palazzo Reale di Napoli.
Pastrix ecclesia Bibliography: Kurze, Nachlehre zur Quellenkunde Thietmars, in: NA 16 (1891) 472.
HAI UN CUORE GIOVANE E CORAGGIOSO?
Possa tu sentire la sua mano, quella mano che ridava serenità
e riconoscenza la persona di Don Bosco, Padre e amico dei Giovani.
Forse ti senti ardere in cuore un grande desiderio,
ma è un desiderio segreto, di portare il suo messaggio ai giovani tuoi fratelli oggi.
Apri le porte del tuo cuore all'amore!
Aprile ai fratelli!
Vedi quanti sospirano it tuo aiuto, vedi quanti hanno bisogno
della tua parola, della tua azione, del tuo sorriso!
Le tue energie sono immense, ma saranno ancora maggiori se le porrai al servizio dell'ideale grande,
di portare l'amore, un grande amore, il Grande Amore, a tutto il mondo!
La tua vita sarà pienamente vita,
sarà pienamente feconda se la consacrerai al totale servizio dei fratelli.
Vieni con Don Bosco! Ti supplico, vieni con Don Bosco!
Don Bosco ti ama!
a chi si sentiva sotto l'incubo di non precisati pericoli o sotto it peso di deplorevoli debolezze.
Possa tu sentire la sua presenza che era speranza!
Possa tu sentire il fascino di una vocazione, vertice di tutte le vocazioni umane: Seguire Cristo!
Seguirlo con tutte le forze,
con tutta la mente, con tutto it cuore.
Perché Cristo ci ha amato con tutto se stesso,
fino alla follia della morte in Croce.
Vieni con Don Bosco!
Nella famiglia di Dio c'è sempre posto per tutti,
e più aumenta il numero e più si dilata la mensa:
CORAGGIO! AVANZA DECISO!Prendi il tuo posto, proprio il tuo.
Se temi ancora, guarda Don Bosco, cercalo,
Cristo è la Mensa!
Tu che sei insoddisfatto di te stesso, apri il tuo cuore a Cristo, aprilo ai fratelli.
Vieni con Don Bosco!
Non guardare i tuoi limiti umani.
Cristo è al disopra della tua debolezza!
San Giovanni Bosco
Tu con ogni mezzo hai cercato di salvare anime.
Sii ancora la nostra guida
nel cercare la salvezza delle anime nostre
e il bene del prossimo.
Aiutaci a crescere nell'amore di Dio
e nella carità verso i fratelli vicini e lontani
vincendo coraggiosamente il male
che è dentro e fuori di noi.
Insegnaci ad amare
Gesù nel Mistero Eucaristico
Maria Immacolata Ausiliatrice, Madre della Chiesa,
il Papa e i nostri Vescovi.
E implora da Dio per noi la grazia
di entrare nel giardino salesiano del Cielo,
per cantare e godere in eterno
la gloria del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo.
Amen.
A. M. D. G.