La notte del 23 aprile 1944 il primo bombardamento di Parma miete
le sue vittime: quindici militari della Scuola d’Applicazione di
Fanteria. Due giorni dopo, un nuovo attacco dei bombardieri alleati
colpisce il centro storico dell’Oltretorrente, causando
centotrentatre morti e circa centocinquanta feriti. Il 2 maggio,
durante un’incursione sugli impianti della stazione ferroviaria,
viene centrato un rifugio antiaereo al Cornocchio provocando la morte
di quasi tutti gli occupanti, centocinquanta persone tra abitanti del
luogo e viaggiatori di passaggio.
Il 13 maggio una nuova ondata di fortezze volanti anglo-americane
sgancia su Parma e Fidenza una cascata di ferro e di fuoco: il
centro è ingombro di macerie fino a Barriera Garibaldi, vengono
colpiti monumenti storici importanti come il complesso della Pilotta e
il monumento a Verdi; anche un’ala del carcere di San Francesco è
distrutta. Malgrado le pesanti devastazioni, il bilancio delle vittime
- una cinquantina - è più contenuto del precedente bombardamento. Per
Fidenza è invece la più grave delle ventiquattro incursioni aeree
alle quali verrà sottoposta. Nel giro di appena un quarto d’ora
centootto apparecchi scaricano oltre mille bombe sulla città e sulle
frazioni circostanti, provocando la morte di centotredici persone
(centosessantadue saranno le vittime a fine guerra), nonostante la
parziale evacuazione preventiva della città.
Il 17 maggio viene bombardato per la prima volta anche il centro di
Borgotaro che il 5 giugno, durante la terza incursione, avrà quindici
vittime tra gli abitanti. Il giorno seguente Fornovo Taro, importante
nodo ferroviario e stradale oltre che sede di una raffineria
petrolifera, viene bombardato a tappeto: è la prima delle duecentosei
incursioni subite, fortunatamente con un limitato numero di perdite
umane.
Nel mese di luglio vengono bombardati i centri di Ghiare di Berceto,
Sala Baganza, Collecchio e la polveriera di Ponte Scodogna con
numerose vittime civili.
Il 12 novembre aerei alleati bombardano a Sant’Andrea Bagni la sede
del comando militare tedesco dove è alloggiato il comandante delle
forze germaniche in Italia Kesselring. Una settimana dopo Collecchio
subisce il più grave bombardamento della guerra con quattordici
morti. Il 20 novembre la stessa sorte tocca a Busseto: una vittima.
Il 15 dicembre a Parma un’incursione provoca la morte di cinque
persone e il ferimento di altre undici all’ingresso del cimitero
della Villetta.
Il 23 gennaio 1945 Terenzo subisce un attacco dal cielo che causa
sette vittime tra cui i componenti di un’intera famiglia in località
Bosso. Nel febbraio, ripetuti mitragliamenti aerei alleati sulla città
di Parma e sui comuni circostanti provocano diverse morti (a Felino il
24) e numerosi feriti tra la popolazione.
Il 20 marzo le bombe colpiscono la ferrovia e il deposito di
carburante nel giardino comunale di Colorno facendo tre giovani
vittime. Ancora il giorno 30 un’incursione aerea su Costamezzana
(Noceto) causa cinque morti e il 1° aprile viene bombardato Busseto,
con diverse vittime tra gli abitanti.
Nei primi venti giorni di aprile tutta la fascia rivierasca del Po è
sottoposta a ripetuti spezzonamenti e bombardamenti che provocano
numerosi morti tra la popolazione e fra i soldati tedeschi in
ritirata. Il 17 aprile un nuovo attacco aereo su Collecchio provoca
nove vittime tra la popolazione. Fino alla vigilia della liberazione
si susseguono su Parma le incursioni dal cielo, tanto che il 25 aprile
si devono ancora registrare le ultime due vittime.
(Tratto da Enciclopedia di Parma. Dalle origini ai giorni nostri, a
cura di M. Dall’Acqua, Franco Maria Ricci, Parma, 1998.)