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Foto di Gino Di Benedetto                                L'intervista a Gino Di Benedetto    (di Giustino Perilli)
 

Nell' ultimo secolo molti sono i cambiamenti che hanno profondamente cambiato le abitudini di vita e le attività lavorative che per secoli avevano contraddistinto la vita della collettività, spesso basata sulla coltivazione della terra, l’allevamento del bestiame o l’artigianato.

I paesi interni erano delle realtà autosufficienti che a causa del difficile collegamento con la città ed il fondovalle,  avevano sviluppato, nel proprio ambito territoriale, tutti i servizi primari di cui necessitavano per il regolare svolgimento della vita quotidiana e delle attività lavorative.

Con la progressiva industrializzazione, molte delle popolazioni che abitavano i paesi interni sono emigrati per andare a lavorare nelle grandi fabbriche del Nord o all’Estero, inseguendo il miraggio di una vita migliore nelle  grandi città.

Tutto questo ha prodotto lo spopolamento della montagna e dei paesi interni che ha prodotto il progressivo abbandono delle campagne, boschi, case, botteghe e delle attrezzature che per secoli erano state utilizzate dalle popolazioni locali per coltivare, allevare, produrre con la conseguente scomparsa di molte delle attività che per secoli avevano contraddistinto la vita ed i costumi della società contadina. 

Frequentando, per svago o per lavoro, questi luoghi Gino di Benedetto, sin da bambino, si è imbattuto in 

 

oggetti ed attrezzi spesso incomprensibili, a volte anche curiosi, ma sicuramente affascinanti che, solleticando la sua fantasia, lo spingevano a collezionarli e a studiarli per cercare una corretta interpretazione del loro reale passato utilizzo. 

L’attività di restauratore edile che Gino di Benedetto tutt’ora svolge, spesso lo portano a lavorare nei paesi montani del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, mettendolo nella condizione di raccogliere con perizia e competenza questi oggetti, spesso barattandoli con la propria mano d’opera. 

Gli Attrezzi rinvenuti giacevano spesso  abbandonati in ricoveri di fortuna o lasciati alle intemperie rischiando di andare per perduti per sempre, cancellando così la testimonianza di attività del passato che tanto appassionavano le sue ricerche. 

Gli oggetti di antiquariato che ha raccolto in tanti anni, studiato e collezionato, ha deciso di proporli nelle numerose mostre che vengono organizzate nel comprensorio del Parco in occasione di Sagre, Eventi Culturali, Mercatini ed Esposizioni di vario genere e che trovano il consenso del numeroso ed appassionato pubblico che puntualmente frequenta le sue esposizioni.

Diversi Enti, Associazioni e Pro-Loco si sono rivolti a lui per il prestito di attrezzature in occasione di Eventi e Rievocazioni che necessitavano di numerosi oggetti, quasi irreperibili altrove per la loro rarità e valore; lo stesso Ente Parco per una recente

 

mostra sui cereali, ha attinto, da questo museo, svariati attrezzi.

Dovendo trovare una degna collocazione di tutto questo materiale che in più di venticinque anni di ricerche Gino ha raccolto, ha deciso di trasformare la sua casa in una esposizione permanente visitabile su prenotazione, ricreando gli ambienti di vita domestica e le botteghe in cui ha collocato, dividendoli per tipologia, migliaia di oggetti dando valore e dignità anche al più piccolo di essi.

Tutti coloro che in passato avevano accantonato questi oggetti ritenendoli oramai inutili ingombri, inadeguati a soddisfare il crescente bisogno di benessere  magari esorcizzando, con la loro rimozione,  la memoria di un passato spesso caratterizzato da miseria e privazioni, oggi vedono restituire nuova dignità a queste umili cose che comunque hanno permesso ai nostri nonni di nutrire la prole spesso numerosa.

Oggi abbiamo familiarità con computer e telefonini, ma spesso ignoriamo l’esistenza di alcuni banali oggetti di vita quotidiana con cui i nostri predecessori hanno trasformato materie prime, lavorato la terra,  allevato il bestiame o semplicemente si sono riscaldati durante i rigidi inverni.

Se avete interesse e passione per queste umili cose, venite a visitare, nel centro storico di Torricella Sicura, il Museo “Borgo Antico” dove percorrerete le tracce del vostro e nostro recente passato.

Sandro De Marcellis