Traversata del Passo Marinelli Orientale e salita alla
Punta Marinelli


Il gruppo del Bernina protende sul versante italiano (Valmalenco) una serie di contrafforti, dalla geografia piuttosto complicata, che contribuiscono a rendere meno avvicinabile (e quindi meno turistica rispetto al versante engadinese) la parte più elevata del massiccio, quella nella quale si trovano le maggiori bellezze dell'alta montagna.
La Punta Marinelli è il culmine del contrafforte che dal Piz Argient si protende verso sud, e che a valle di essa si divide in 3 piccoli sottogruppi: le cime di Musella, il Sasso Moro e il contrafforte che fa da sponda al ramo occidentale del ghiacciaio di Fellaria.
Dalla sua sommità, raggiunta la prima volta probabilmente da topografi e costituita una cresta sulla quale spiccano due vette, delle quali la sud è di poco la più elevata, si ammirano i grandi ghiacciai del gruppo del Bernina, che appaiono chiaramente in forte arretramento a causa delle variazioni climatiche degli ultimi decenni, ma che, insieme alle rocce ed alle vette circostanti, continuano ad offrire uno spettacolo di natura selvaggia e grandiosa.



Descrizione dell'itinerario

Avvicinamento stradale
In auto da Sondrio a Lanzada, Campo Franscia e Campo Moro. Proseguire ancora alcune centinaia di metri su strada sterrata non collaudata ma in buone condizioni fino alla base del muraglione della diga dell'Alpe Gera (2000 m circa).

Ascensione
Difficoltà F, dislivello 1200 m, orari come da relazione.
Dal parcheggio salire per sentiero al muraglione della diga ed attraversarla sul coronamento, al termine del quale si segue il sentiero a mezzacosta ed infine in salita fino al rifugio Bignami (2385 m, 1 ora).
Dal rifugio si prende il sentiero che supera la vicina Alpe di Fellaria, dopodichè si volge a destra seguendo i segnali triangolari in vernice dell'alta via, si attraversa il ruscello e si risale un pendio erboso sull'altro lato. Si segue il sentiero su un pianoro e quindi lungo una morena che racchiude un laghetto, quindi giunti contro le rocce le si aggira a sinistra per un ripido vallone morenico. Scavalcate le rocce montonate fino a pochi anni fa coperte di ghiaccio si mette piede sulla Vedretta di Fellaria Occidentale, a quota 2850 m circa (1.30 ore dal rifugio).
Opportunamente legati in cordata e muniti della consueta attrezzatura per la progressione su ghiacciaio, si prosegue lungo un falspiano in direzione di una rampa più ripida, sulla sinistra di un evidente affioramento roccioso, a destra della Punta Marinelli. Si risale dove più conveniente la rampa (alcuni crepacci) e dove la pendenza torna a diminuire ci si sposta gradualmente a sinistra, fino a porre piede sulle rocce e i detriti, non lontani dalla sella glaciale del Passo Marinelli Orientale (3120 m circa, 1.15 ore).
Si sale in breve per detriti ed appoggiati lastroni di roccia alla cima nord, sulla quale si trova una graziosa statuetta della Madonna. Se si vuol proseguire per la cima più alta, occorre superare in arrampicata (I e II) la breccia incisa per alcuni metri che separa le due vette e quindi per blocchi fino all'ometto della massima elevazione (3182 m, 0.30 ore dal passo, ore 4-4.30 dal parcheggio).

Discesa
Si ripercorre il tracciato della salita fino al passo, da dove è possibile tornare dalla via di salita oppure scendere al sottostante rifugio Marinelli e quindi per il comodo ma lungo sentiero di accesso, passante per il rifugio Carate, tornare a Campo Moro (ore 3-3.30 dalla cima).

Bibliografia: N. Canetta, G. Miotti, G.M.I. “Bernina”, ed. CAI-TCI, 1996


Immagini della salita
30 luglio 2006

1) Alba sul Disgrazia da Campo Moro

2) Il rifugio Bignami al di là del lago artificiale e la Vedretta di Fellaria Orientale

3) Superato il rifugio, emerge gradualmente il Pizzo Scalino

4) Pizzo Argient e Pizzo Zupo salendo verso il ghiacciaio

5) L'estrema lingua della Vedretta di Fellaria Occidentale

6) Il laghetto morenico e la Vedretta di Fellaria Orientale

7) La maestosa Vedretta di Fellaria Occidentale

8) La Punta Marinelli sulla sinistra della vedretta

9) Su detriti e lastroni verso la cima nord

10) Il ghiacciaio percorso in salita

11) Dalla cima, la Vedretta di Scerscen Inferiore e in primo piano il rifugio Marinelli

12) Pizzo Roseg, Monte Scerscen e Pizzo Bernina sopra la Vedretta di Scerscen Superiore

13) Il Pizzo Palù emerge dietro al passo del Sasso Rosso

14) In discesa verso il rifugio Marinelli davanti al Pizzo Roseg

15) Dal rifugio Marinelli vista sull'omonima Punta

16) La Vedretta di Caspoggio ai piedi delle Cime di Musella




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