Cronos era l’ultimo dei sei maschi Titani e dunque figlio di Urano e Gea: Urano aveva paura dei figli e, appena nati, li nascose nelle profondità della Terra e nel Tartaro. La loro madre Gea, adirata per questo atteggiamento poco paterno, persuase i Titani a ribellarsi al loro padre e a detronizzarlo: diede infatti a Cronos una falce con la quale egli mutilò il padre dei genitali. I Titani nominarono re Cronos. Cronos sposò Rhea, detta anche Cibele e da lei ebbe parecchi figli fra i quali Zeus; poiché un oracolo aveva predetto a Cronos che uno dei suoi figli lo avrebbe spodestato, non potendo ucciderli in quanto come dei erano immortali, a mano a mano che nascevano li mangiava. Poiché Cronos sarà più tardi assimilato con Chronos, termine che in greco significa “Tempo” questo mito, in origine nato per spiegare i cicli dell’anno agricolo e gli aspetti connessi con le funzioni regali, finirà per assumere un nuovo significato: servirà ad indicare il tempo che infatti divora tutte le cose che egli stesso ha creato. Tutto questo accade finché uno dei figli di Cronos, Zeus, sfuggito con l’aiuto della madre e delle ninfe al triste destino dei fratelli, divenuto grande, salì al cielo e costrinse il padre a bere un emetico che gli fece rigettare i figli che aveva precedentemente trangugiati; successivamente lo detronizzò e prese il suo posto di re degli dei.Sembra comunque che in origine Cronos fosse un dio dell’agricoltura ed è per questo che i Romani lo identificarono con Saturno, il dio italico delle seminagioni, il cui nome Cicerone dice, in “De natura deorum” (II,63), sia in relazione a “satio”: si sazia di anni.