Il Prestito del Littorio
Nel campo finanziario un decreto legge del 6 MAGGIO, affida alla sola Banca d'Italia l'emissione della moneta, e alla stessa banca il 7 SETTEMBRE è affidato il controllo e la vigilanza di tutto il sistema bancario, dopo che il 16 aprile si é costituita l'ABI, l'associazione bancaria con l'intenzione di difendersi e avere delle coordinate alla base di alcune rivendicazioni. Un altro provvedimento che tocca da vicino gli operai é la riduzione dei canoni d'affitto; ma il gradito regalo durerà poco, perché vanificato da una notevole riduzione dei salari che saranno in certi casi del 20%. Troviamo però nel Paese un senso di malessere con gli ultimi provvedimenti, nei ricchi e nei poveri. Mussolini interviene subito con un messaggio alla nazione parlando ai secondi ma lanciando ai primi un chiaro avvertimento "Voglio dirvi che difenderò la lira fino all'ultimo respiro, fino all'ultimo sangue, non infliggerò mai a questo popolo meraviglioso che lavora come un eroe e soffre come un santo la catastrofe economica". Il regime resisterà a quelle forze avverse, ed é deciso a stroncarle quando saranno individuate all'interno. La lira va difesa e sarà difesa Ha ora il controllo delle banche, e la minaccia sembra funzionare, visto che cessano di colpo le speculazioni e la lira sale; scende addirittura sotto quota 90. Ma troviamo anche il rovescio della medaglia: lira forte uguale poche esportazioni. L'effetto è immediato anche qui. E' il crollo in borsa dei valori industriali dei grandi complessi (i quattro grandi monopoli che facevano prima quello che volevano con i prezzi ) che si vedono deprezzare gli immobili, salire i debiti con l'estero e a non avere più i soliti"salvataggi" del "sistema" dello Stato liberale (ma ne riparleremo quando Mussolini, più avanti, stroncherà gli "avvoltoi" MUSSOLINI corre ai ripari, fa il "Prestito del Littorio", ma non bastano tre miliardi e mezzo di sottoscrizioni. Le pressioni degli industriali si fanno forti e Mussolini deve in parte cedere; deve chiedere un "sacrificio" alle masse riducendo i salari in certi casi fino al 20%, e per addolcire la pillola, fa seguire una riduzione del 10 % anche agli impiegati. Ma é solo l'inizio; il ricatto degli industriali si ripeterà più volte e riusciranno a far ridurre le ore di lavoro, a fare il sabato a casa, a chiedere altre riduzioni di salario nel '29, e nel '34 un altro ancora, del 20%, che fa stringere la cinghia fino al famoso e cosiddetto "buco", così è chiamato l'ultimo. A pagare é l'intero Paese, oltre ai ritardi nello sviluppo. MUSSOLINI insomma é in mano ora, a quelle che lui ha chiamato "forze dei produttori". Adotterà altre misure restrittive, ma invano; e dovrà ricreare nuovamente lo Stato produttore tanto aborrito (le partecipazioni, i grandi poli della siderurgia, incentivare le concentrazioni di grosse aziende, spesso nazionalizzando), ma alla fine, pur aiutandole molto alcune industrie, dovrà fino al 1938 rimanere alla mercé della nuova "borghesia dei produttori", che non ha nulla a che vedere con la nuova "borghesia marxista" rossa che sta proprio in questi anni formandosi con le aziende di stato e la collettivizzazione forzata. http://www.cronologia.it/storia/a1926a.htm |
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IL FASCIO LITTORIO
Il
fasces lictoriae (in italiano, fascio littorio) era, nell'antica Roma,
un simbolo di potere e di autorità (imperium). Veniva trasportato
davanti a un magistrato, in numero corrispondente al suo rango, nelle
cerimonie pubbliche e nelle ispezioni. Le canne venivano usate per fustigare
i delinquenti sul posto. Se includeva un'ascia, rappresentava il potere
di decapitare. Veniva portato da soldati eroici (dovevano essere stati
feriti in battaglia) durante i Trionfi (celebrazioni pubbliche tenute
a Roma dopo una conquista militare). http://it.wikipedia.org/wiki/Fascio_littorio |