PAGELLE FASCISTE

In genere le copertine di quaderno e le pagelle scolastiche erano stampate con una grafica di qualità e di grande efficacia comunicativa, tant’è che tra molti studiosi vi è la convinzione, assolutamente fondata, che la grafica fascista sia espressione della ricerca artistica dell’epoca. Non è un caso infatti che firme prestigiose si cimentassero nell’arte della copertina di quaderno, da Antonio Rubino a Gino Boccasile.

Le fonti iconografiche utilizzate per l’illustrazione delle pagelle riguardano per lo più la Gioventù Italiana del Littorio, la GIL, e l’Opera Nazionale Balilla, l’ONB, le istituzioni create appositamente dal regime fascista per l’educazione e l’indottrinamento dell’infanzia e della gioventù

Ora, analizzando le pagelle del ventennio al loro interno, possiamo rintracciare elementi assai utili per comprendere quali siano state le principali innovazioni apportate dall’avvento del fascismo in campo didattico.

Confrontando le pagelle possiamo riscontrare alcuni significativi cambiamenti riguardanti soprattutto le materie di insegnamento. Con l’ascesa al potere di Mussolini il fascismo iniziò a radicarsi molto saldamente nell’apparato scolastico e già dalle prime classi della scuola elementare era obbligatorio l’insegnamento di materie quali “storia e cultura fascista” e “nozioni varie e cultura fascista”, fondamentali per preparare l’avvento di una nuova generazione mussoliniana.

Altre materie scolastiche a cui il regime diede sicuramente grande importanza furono educazione fisica e religione. L’esercizio fisico era infatti indispensabile per raggiungere l’obiettivo di formare un esercito di “otto milioni di baionette” come auspicava il Duce, mentre l’inserimento della religione cattolica come materia scolastica fu il risultato della firma dei Patti Lateranensi, l’accordo firmato l’11 febbraio 1929 che regolamentò i rapporti tra Mussolini e la Santa Sede.

A partire dall’Anno Scolastico 1929 – 1930 l’insegnamento della dottrina cattolica divenne quindi assolutamente obbligatorio e sicuramente questo fu un fatto positivo per il consenso fatto registrare dal regime.

Per rendere ancor più efficace il controllo del regime sulla gioventù italiana furono create numerose associazioni gestite direttamente dal partito mentre tutte le associazioni “non governative” furono messe al bando. Nacquero così l’Opera Nazionale Balilla (ONB), a cui facevano obbligatoriamente parte tutti i bambini dai 6 ai 18 anni, i Gruppi Universitari Fascisti (GUF), e infine, nel 1937, tutte le organizzazioni giovanili fasciste furono inquadrate nella Gioventù Italiana del Littorio (GIL).

Dal punto di vista dottrinale, il principio cui tutta la gioventù fascista doveva ispirarsi era sintetizzato nella formula “Credere, obbedire, combattere”. I giovani dovevano svolgere corsi di addestramento paramilitare e nelle adunate giovanili il culto del Duce veniva ulteriormente potenziato rispetto a quello inculcato nelle scuole e il giuramento di fedeltà al “Capo”, l’orgoglio dell’uniforme, il fascino del saluto romano, dei fasci littori e delle aquile della Roma antica infondevano ai giovani un senso di sottomissione nei confronti del regime. Alle ragazze veniva inculcato l’ideale di divenire brave spose e madri prolifiche, alimentando in tal modo la campagna per l’incremento demografico della patria. L’attenzione che il regime riservava alla donna mediante la creazione di istituzioni quali l’Opera Nazionale Maternità e Infanzia era finalizzata in particolar modo ad ottenere un numero sempre crescente di nascite.

Con l’introduzione del Testo Unico di Stato (1929) il regime riuscì ad ottenere un controllo ancor più stretto sull’apparato scolastico, in quanto si raggiunse una perfetta omogeneità anche nell’utilizzo dei libri di testo. Il testo unico di stato fu diffuso in tutte le scuole, sia in quelle pubbliche che in quelle private, a partire dal 1930 – 1931 e ogni tre anni una commissione doveva rivederne il contenuto. Ci sono due costanti che non variano e che rappresentano il nucleo principale dell’intero testo: l’esaltazione del fascismo e l’esaltazione della Chiesa.

Il libro destinato alla classe terza era curato da Grazia Deledda, celeberrima scrittrice italiana vincitrice del premio Nobel. Famosissimo è poi il libro di quinta, scritto da Roberto Forges Davanzati. Il libro è dedicato al “Balilla Vittorio”: la storia, partendo dalla caduta dell’impero, insisteva soprattutto sulla capacità della Chiesa di conservare la civiltà italica convertendo i barbari più feroci. Si parlava poi degli intellettuali del Rinascimento, passando per Galileo ed arrivando fino a Parini e Beccaria, per poi citare gli eroi dell’Unità d’Italia, come Garibaldi, Cavour, Vittorio Emanuele, trascurando però l’opera del repubblicano Mazzini. Infine Davanzati dedicò molto spazio agli eroismi del popolo, quella maggioranza silenziosa che sembrava essere stata fascista da sempre; il libro di testo presentava quindi il fascismo come un avvenimento storico provvidenziale ed assolutamente inevitabile.

 

 

ANNO VII

ANNO SCOLASTISCO 1929/1930

Illustratore Cesare Gobbo

ANNO VIII

ANNO SCOLASTISCO 1930/1931

ANNO IX

ANNO SCOLASTISCO 1931/1932

ANNO X

ANNO SCOLASTISCO 1932/1933

ANNO XI
ANNO SCOLASTISCO 1932/1933

ANNO XII
ANNO SCOLASTISCO 1933/1934

ANNO XIII
ANNO SCOLASTISCO 1934/1935

Illustratore: Angelo Canevari

ANNO XIV
ANNO SCOLASTISCO 1935/1936

Illustratore: Viero Migliorati

ANNO XV
ANNO SCOLASTISCO 1936/1937

ANNO XVI
ANNO SCOLASTISCO 1937/1938

ANNO XVII
ANNO SCOLASTISCO 1938/1939

ANNO XVIII
ANNO SCOLASTISCO 1939/1940

ANNO XIX
ANNO SCOLASTISCO 1940/1941
ANNO XX
ANNO SCOLASTISCO 1941/1942
ANNO XXI
ANNO SCOLASTISCO 1942/1943
ANNO XXII (RSI)
ANNO SCOLASTISCO 1943/1944
ANNO XXIII (RSI)
ANNO SCOLASTISCO 1944/1945

Pagella Ministero Educazione Nazionale Opera Balilla
per l'anno scolastico 1944 - 1945 a. XXIII.
Compilata solo per il primo trimestre.
Periodo Repubblica Sociale Italiana RSI.
Scuola di Oleggio prov. Novara

 

ALCUNI QUADERNI

Homepage