1972

IL MIO CANTO LIBERO

 

 

·  La luce dell'est

·  Luci-ah

·  L'aquila

·  Vento nel vento

·  Confusione

·  Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi

·  Gente per bene e gente per male

·  Il mio canto libero

 

 

Una foto che inquadrati piedi e mani sulla copertina per definire visivamente un lavoro che si propone come un invito alla genuinità motivata da testi dove si parla con intensità di problematiche ecologiche ed al desiderio di vivere serenamente e senza sovrastrutture e imposizioni.

Nel disco non si ascoltano cambiamenti sensibili rispetto al precedente disco ma permane la bellezza di alcuni temi melodici funzionali e indimenticabili.

Le otto canzoni che lo compongono possono essere divise in due categorie facilmente individuabili, quelle d’amore e quelle di protesta (ma non in senso strettamente politico, come si intendeva in quegli anni).

“Il mio canto libero” comunica con una precisione sonora e testuale chirurgica il senso creativo ma anche claustrofobico dei primi anni Settanta in Italia con canzoni quasi commemorative.

E' il caso del primo brano, “La luce dell’est” che copre la semplicità del tema (una storia d'amore con una ragazza slava) con un richiamo melodico arioso e dolce in cui si avverte tutta la capacità vocale di Battisti che riesce a coprire i limiti di un testo mieloso e ancora una volta, riesce a rendere intensi  versi che sulla bocca di un altro cantante avrebbero provocato giustificate reazioni di scherno.

“Luci-ah” è un simpatico brano legato alla chiusura mentale della provincia italiana costruito su un semplice giro di rock'n'roll al piano. La “Lucia” di cui parla il testo di Mogol è una giovane spensierata che commette cose innocenti che la il perbenismo di una collettività provinciale non può accettare; una ragazza che anche se andasse all’inferno si ritroverebbe “in un luogo più umano” di quello in cui vive.

“L’aquila” è forse la canzone più metafisica scritta da Mogol per Lucio Battisti, fatta di brevi visioni, di cose appena accennate, di un dolore latente, nato da una disillusione esistenziale: “Ma un’auto che va basta già a farmi chiedere se io vivo”. Le parole del testo vengono temprate dalla tensione di una chitarra acustica e da inserimenti di archi che tagliano un’atmosfera resa rarefatta anche dagli inserimenti di eco sulla voce.

“Vento nel vento” nonostante non sia fra le più conosciute è da considerare fra le più belle canzoni d’amore italiane, per la costruzione  lirica, melodica ed la sua coda orchestrale di grande classe messa a coronare un brano armonicamente complesso. Di luminosa intensità “Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi” che vive un attacco lentissimo e un ritornello orchestralmente di grande interesse e di presa immediata che oscilla fra il parlato un attacco vocale bellissimo e memorabile per intensità: “Come può uno scoglio arginare il mare, anche se non voglio torno già a volare…”.

“Confusione” riporta i nervosi suoni della chitarra di Alberto Radius qui presente nell’unica apparizione in un disco dove, talvolta, si rimpiange la sua assenza. La chitarra elettrica è infatti perfettamente coincidente alla progressione di un testo polemico verso quel comportamento che molti anni dopo Battisti focalizzerà ancor meglio definendolo acutamente come “paura di innamorarsi troppo”.

Un pizzico di schermaglie teatrali è inserito in “Gente per bene e gente per male” dove un coretto pedante (simbolo sonoro di un’altezzosa comitiva di giovani con la puzza sotto al naso) fa da interlocutore ad uno ragazzo che chiede di essere accettato dal gruppo. Ma il gruppo è troppo “altolocato” fino a non parlare con chi, come lui “odora di gente che non conta niente”. Al protagonista (altro esempio di emarginato finto-stupido caro a Mogol), non resta alla fine della serata, che accompagnare una “bella di notte” a casa non per comprare sesso ma solo per scambiare quattro chiacchiere con una persona più normale dei suoi interlocutori. Lo schema coretto e voce spesso presente nelle canzoni di Battisti-Mogol e caratterizza canzoni minori legate ad intenti sarcastici o divertenti proprio per la loro capacità di sintetizzare in pochi minuti i mali e le manie dell’Italia post-boom.

In Italia il beat è morto, la scuola genovese dei cantautori ancora prima (e non solo metaforicamente, dato il suicidio di Luigi Tenco), i cantanti melodici cominciano a fare le serate nelle piazze di paese, i cantautori vengono avanti con risultati spesso eccellenti. Dalla comincia la sua collaborazione con Roberto Roversi, Francesco de Gregori propone le sue canzoni fra contestazioni e suggestioni poetiche, Riccardo Cocciante canta il suo miglior momento con l’aiuto del paroliere Luberti, Baglioni comincia a ridefinire la sua attività rendendola sempre più complessa, Renato Zero e Franco Battiato sono ancora dei piccoli geni incompresi, il rock progressivo italiano vive la sua stagione migliore con la PFM, il Banco del Mutuo Soccorso, le Orme, gli Area, gli Osanna, gli Stormy Six e decine di gruppi dall’arte lunga e la vita breve.

 

LA LUCE DELL'EST

 

La nebbia che respiro ormai

si dirada perché davanti a me

un sole quasi bianco sale ad est

La luce si diffonde ed io

questo odore di funghi faccio mio

seguendo il mio ricordo verso est

Piccoli stivali e sopra lei

una corsa in mezzo al fango e ancora lei

poi le sue labbra rosa e infine noi

Scusa se non parlo ancora slavo

mentre lei che non capiva disse:"bravo"

e rotolammo fra sospiri e "da"

Poi seduti accanto in un'osteria

bevendo un brodo caldo che follia

io la sentivo ancora profondamente mia

Ma un ramo calpestato ed ecco che

ritorno col pensiero

E ascolto te, il passo tuo

il tuo respiro dietro me

A te che sei il mio presente

a te la mia mente...

e come uccelli leggeri fuggon tutti i miei pensieri

per lasciar solo posto al tuo viso

che come un sole rosso acceso arde per me.

Le foglie ancor bagnate

lascian fredda la mia mano e più in là

un canto di fagiano sale ad est

Qualcuno grida il nome mio

smarrirmi in questo bosco volli io

per leggere in silenzio un libro scritto ad est

Le mani rosse un poco ruvide

la mia bocca nell'abbraccio cercano

il seno bianco e morbido tra noi

Dimmi perché ridi amore mio

proprio così buffo sono io

la sua risposta dolce non seppi mai!

L'auto che partiva e dietro lei

ferma sulla strada lontana ormai

lei che rincorreva inutilmente noi

Un colpo di fucile ed ecco che

ritorno col pensiero

e ascolto te il passo tuo

il tuo respiro dietro me

A te che sei il mio presente

a te la mia mente...

e come uccelli leggeri

fuggon tutti i miei pensieri

per lasciar solo posto al tuo viso

che come un sole rosso acceso

arde per me...

 

LUCI-AH

 

Oggi è stata gran festa in paese

sì lo so

ma non per questo si brucian le chiese,

no no no.

La botte era grande, il vino era buono,

lo sai anche tu

ti è tanto piaciuto che ci hai fatto il bagno

non farlo mai più.

La tua veste colore di fuoco è molto bella però

troppo a lungo là sul campanile sventolò

gli indumenti di pizzo ricaman la pelle ma mi sembra che tu

questa sera al chiaror delle stelle non li avevi più.

Luci - ah! Luci - ah!

Di solito così non si fa!

Luci - ah! Luci - ah!

Di solito così non si fa!

Luci - ah! Luci - ah!

Tu sapevi che il curato ogni giorno prega sempre per te

ma perché l'hai legato a lui intorno hai ballato, perché?

E quando il figlio del tuo macellaio

ti ha chiesto in sposa per lui

non dovevi rispondere che una bistecca non sei

e siam d'accordo con te devi decidere tu il fidanzato che vuoi

comunque esageri un po' con la richiesta che fai

provarli tutti non puoi!

Luci - ah! Luci - ah!

Di solito così non si fa!

Luci - ah! Luci - ah .

Di solito così non si fa!

Luci - ah! Luci - ah!

Ho l'impressione che se non smetti all'inferno tu finirai,

ma se non altro quel luogo più allegro ed umano renderai!

Luci - ah  Luci - ah! Luci - ah!

Di solito così non si fa!

Luci - ah! Luci - ah!

Di solito così non si fa!

Luci - ah! Luci - ah! Na, na na na

 

L'AQUILA

 

Il fiume va, guardo più in là

un'automobile corre

e lascia dietro sé del fumo grigio e me

e questo verde mondo

indifferente perché

da troppo tempo ormai apre le braccia a nessuno

come me che ho bisogno di qualche cosa di più

che non puoi darmi tu

ma un'auto che va

basta già a farmi chiedere se io vivo.

Mezz'ora fa mostravi a me

la tua bandiera d'amore

che amore poi non è

e mi dicevi che

che io dovrei cambiare

per diventare come te

che ami solo me

ma come un'aquila può diventare aquilone

che sia legata oppure no non sarà mai di cartone

cosa son io non so

ma un'auto che va

basta già a farmi chiedere se io vivo

basta già a farmi chiedere se io vivo.

Il fiume va (sa dove andare)

guardo più in là (in cerca d'amore)

un'automobile corre (non ci son nuove terre)

e lascia dietro sé del fumo grigio e me

e questo verde mondo nel quale mi confondo

indifferente perché

da troppo tempo ormai apre le braccia a nessuno

come me che ho bisogno di qualche cosa di più

che non puoi darmi tu

un'auto che va basta già a farmi chiedere se io vivo.

 

VENTO NEL VENTO

 

Io e te io e te, perchè io e te?

qualcuno ha scelto forse per noi

mi son svegliato solo, poi ho incontrato te

l'esistenza un volo diventò per me.

E la stagione nuova

dietro il vetro che appannava fiorì

tra le tue braccia calde anche l'ultima paura morì

Io e te

vento nel vento

io e te

nodo nell'anima

stesso desiderio di morire e poi rivivere

io e te.

E la stagione nuova

dietro il vetro che appannava fiorì

tra le tue braccia calde anche l'ultima paura morì

Io e te

vento nel vento

io e te

nodo nell'anima

stesso desiderio di morire e poi rivivere

io e te.

 

CONFUSIONE

 

Tu lo chiami solo un vecchio sporco imbroglio

ma è uno sbaglio è petrolio

troppo furbo per non essere sincero

ma è davvero oro nero

Io perché non dovrei dirti tutto quello che sento nel cuore.

Io perché non dovrei parlarti di tutto

anche di un nuovo mio amore

sei o non sei, sei o non sei

al di sopra di ogni mia grande passione.

Confusione

confusione... mi dispiace

se sei figlia della solita illusione

e se fai confusione.

Confusione

tu vorresti imbalsamare anche l'ultima e più piccola emozione.

Se tu credi che il carbone bruci meglio

è un abbaglio, è petrolio

Comunque se ami più del fuoco il fumo di un cero

non usare l'oro nero.

Ma perché non dovrei liberare

qualunque sentimento per chiunque sia

tanto sai io non ti sentirò

certamente per questo meno mia.

Ma chi mai disse che si deve amar

come se stessi il prossimo con moderazione.

Confusione

confusione... mi dispiace

se sei figlia della solita illusione e se fai confusione.

Confusione

tu vorresti imbalsamare anche l'ultima più piccola emozione.

Confusione... confusione

E non dir che antico privilegio

d'uomo per mia comodità faccio mio

perché tu comunque libera saresti

se libera vuoi essere come sono io

Credi che, ma credi che

qualcuno possa darti amore se dell'amore suo non è padrone.

Confusione

confusione mi dispiace

se sei figlia della solita illusione e se fai confusione.

Confusione

tu vorresti imbalsamare anche l'ultima più piccola emozione.

 

IO VORREI...NON VORREI...MA SE VUOI

 

Dove vai quando poi resti sola,

il ricordo come sai non consola.

Quando lei se ne andò per esempio,

trasformai la mia casa in tempio.

E da allora solo oggi non farnetico più

a guarirmi chi fu, ho paura a dirti che sei tu.

Ora noi siamo già più vicini

Io vorrei non vorrei ma se vuoi.

Come può uno scoglio arginare il mare

anche se non voglio torno già a volare

Le distese azzurre e le verdi terre.

Le discese ardite e le risalite

su nel cielo aperto e poi giù il deserto

e poi ancora in alto con un grande salto.

Dove vai quando poi resti sola

senza ali tu lo sai non si vola.

Io quel dì mi trovai per esempio

quasi sperso in quel letto così ampio.

Stalattiti sul soffitto i miei giorni con lei

io la morte abbracciai

ho paura a dirti che per te mi svegliai.

Oramai fra di noi solo un passo

Io vorrei non vorrei ma se vuoi.

Come può uno scoglio arginare il mare

anche se non voglio torno già a volare

Le distese azzurre e le verdi terre

le discese ardite e le risalite

su nel cielo aperto e poi giù il deserto

e poi ancora in alto con un grande salto.

 

GENTE PER BENE E GENTE PER MALE

 

Ah! fatemi entrare.

Voglio giocare, voglio ballare insieme a voi.

“No! Sei troppo ignorante. Odori di gente

che non conta niente, paura ci fai”

Eppur io sono buono “ma... sarà!”

Vi porto un po' di vino “non ci piace!”

E son di compagnia “va all'inferno e così sia!”

Perché non mi volete forse con un altro mi scambiate

non feci mai del male,

mio padre è guardia comunale, mia madre lavora all'ospedale

“per questo tu non sei a noi uguale”

Ah! fatemi entrare

so che scherzate, poi canterete insieme a me

“No! Oltre ignorante sei anche invadente

con noi non la spunti e non chieder perché”

Eppure non son nato “fatti tuoi!”

indesiderato “hai capito?”

sbagliate forse voi “tanto qui non entrerai!”

Perché dicono che il cane mio non è intelligente

non han capito niente

festeggia sempre l'altra gente e farsi amar per lui è importante

fa quel che sente lui fa quel che sente

“è solo perché come te è ignorante...”

Ah! Fa freddo un poco ma c'è un bel fuoco un po' più in là

tu vendi amore, ma questa sera purtroppo

io non ho soldi e per questo non lo posso comprare

Ah! Ma dici davvero ma dici davvero non posso accettare

Comunque grazie, ancora grazie

E vista l'ora gentile signora ti posso accompagnare?

 

IL MIO CANTO LIBERO

 

In un mondo che non ci vuole più

il mio canto libero sei tu

E l'immensità si apre intorno a noi

al di là del limite degli occhi tuoi

Nasce il sentimento, nasce in mezzo al pianto

e s'innalza altissimo e va

e vola sulle accuse della gente

a tutti i suoi retaggi indifferente

sorretto da un anelito d'amore

di vero amore

In un mondo che  (Pietre un giorno case)

prigioniero è (ricoperte dalle rose selvatiche)

respiriamo liberi io e te (rivivono ci chiamano)

E la verità (Boschi abbandonati)

si offre nuda a noi (perciò sopravvissuti vergini)

e limpida è l'immagine (si aprono)

ormai (ci abbracciano)

Nuove sensazioni, giovani emozioni

si esprimono purissime in noi

La veste dei fantasmi del passato

cadendo lascia il quadro immacolato

e s'alza un vento tiepido d'amore

di vero amore

E riscopro te

dolce compagna che non sai domandare ma sai

che ovunque andrai al fianco tuo mi avrai

se tu lo vuoi

Pietre un giorno case

ricoperte dalle rose selvatiche, rivivono, ci chiamano

Boschi abbandonati e perciò sopravvissuti vergini

si aprono, ci abbracciano

In un mondo che prigioniero è

respiriamo liberi io e te

E la verità si offre nuda a noi

e limpida è l'immagine ormai

Nuove sensazioni, giovani emozioni

si esprimono purissime in noi

La veste dei fantasmi del passato

cadendo lascia il quadro immacolato

e s'alza un vento tiepido d'amore

di vero amore. 

E riscopro te