1977
· Amarsi un po’
· L'interprete di un film
· Soli
· Ami ancora Elisa
· Si, viaggiare
· Questione di cellule
· Ho un anno di più
· Neanche un minuto di “non amore”
Registrato ad Hollywood, è un disco che nelle vendite rinverdisce il successo di altri fortunati album, arrangiato in maniera magistrale ma privo di novità, di crescita, troppo legato a sonorità da FM americana che diventeranno, se possibile ancora più presenti e ritmate nel successivo lavoro.
Il problema è che la vena
narrativa dei testi di Mogol comincia a mostrare la corda e raramente ritorna
ad avere bagliori, il miracolo di comunione fra testi e musica comunica sintomi
di involuzione: oramai non bastano le consuete elasticità vocali su testi
rigidi e talvolta poco adatti ad essere messi in musica L’impressione che si
ricava dall’ascolto di Io tu noi tutti è ancora oggi quella di un disco fiacco
e squilibrato, perfezionato in ogni nota, ma che svolge trame e tematiche da
apprezzare se uscite, poniamo, dalla penna di Claudio Baglioni, ma
insufficienti per chi da Lucio Battisti si aspetta delle innovazioni o
perlomeno il prosieguo di un lavoro in progresso sin dal 1967.
La raccolta di canzoni
sembra sollevarsi soltanto con il
delicato lirismo testuale della musicalmente monotona “Amarsi un po’”,
la filosofia esistenziale espressa nell’allegorico binomio auto-vita abilmente
sondato e narrato in “Sì viaggiare”. Fra le canzoni rimarcabili c’è
anche la divertente e ritmata “Questione di cellule” dedicata alle
speranze di genitori e mogli ad un inquadramento, alla programmazione del
futuro di chi è nato e vive da spirito libero: “...Non è questione di cellule,
ma della scelta che si fa: la mia è di non vivere a metà...” e sono
considerazioni che suonano neanche tanto semplicistica.
Il resto, il contorno a
queste prove migliori, sfiora la sufficienza quando addirittura l’insipienza;
le intelligenti analisi della quotidianità di un tempo sono scempiaggini
descrittive: basta citare “L’interprete di un film”, e “Neanche un minuto di non amore”.
Dopo oltre dieci anni di
collaborazione il personaggio mogoliano a cui Battisti deve dar vita cantando i
testi non è più il ruspante provinciale capace di lampi di genio e di sintesi,
ma un giovane metropolitano, isolato dalla ipocrisia dei contatti sociali dai
rapporti sentimentali dove si trova a pagare a caro prezzo la sensibilità
dimostrata.
Motivi esemplari di questo disagio
verso l’ipocrisia di un Italia arrivista e falsa nel lavoro e nei sentimenti
sono “Soli”, canzone purtroppo soporifera sino all’imbarazzo. E’ un
personaggio che prenderà fattezze definitive nei dischi che verranno e con
risultati di gran lunga migliori, perché a giudicare da questa prova, parrebbe
che il Gran Mogol della canzone italiana sia arrivato alla frutta. E anche
musicalmente i giri di basso piacevolmente ripetitivi che avevano
caratterizzato io precedente lavoro adesso risultano francamente noiosi.
In “Ami ancora Elisa”
si ritrova una boccata di ossigeno nel riproporsi momentaneo della istintualità
vocale del miglior Battisti che si cimenta con un testo abbastanza divertente
in quanto descrive l’ostinazione di chi, abbandonato dalla sua compagna non
ammette la sua crisi, ma si cimenta in sofismi sulla felicità di ritrovarsi
libero. Pur non essendo una pietra miliare della carriera di Battisti. “Ami
ancora Elisa” è da ascoltare e riascoltare per quanti vogliano avere idea su
come si canta e si fa vivere la voce in equilibrio fra le simmetrie e i difetti
di un testo sui generis. Si osservi come Battisti riesca a risollevare un brano
della durata di oltre sei minuti ogni volta che sta per crollare grazie anche
alle sue capacità di improvvisazione vocale.
“Io, tu, noi, tutti”
nonostante l’impersonalità che la perfezione stilistica non poteva
completamente mascherare, rimase per 14 settimane in vetta alla Hit Parade e la
sua americanizzazione musicale può essere vista, con il senno di poi, come un deciso
avvicinamento al mercato internazionale che la RCA stava preparando per il
cantante reatino. Già in questo lavoro si nota la presenza di Mike Melvoin agli
arrangiamenti e alle tastiere e di un gruppo di session-man fra cui si nota la
chitarra elegante di Ray Parker Jr.
A sorpresa giunge notizia di
un’esibizione di Battisti alla TV tedesca in un programma (Liedercircus) in cui
il musicista di Poggio Bustone propone con maestria e inusitato swing brani
come “Amarsi un po’”. I filmati che testimoniano (è il caso di dirlo) l’evento
sono rimasti inediti sino al giugno del 1997, quando in una sua trasmissione
televisiva Paolo Limiti li ha proposti per la prima volta al pubblico in una
serata dedicata a Battisti.
A proposito di canzoni ed
esibizioni all’estero di Battisti, nello stesso anno è giusto citare l’uscita
di “Images” un disco che rappresenta la prima incisione discografica fatta per
il mercato statunitense da Lucio Battisti.
La prima esperienza
d’esportazione fu la versione francese di “Balla Linda”, a cui seguiranno una
serie di singoli e Long Playing di successo per il mercato spagnolo e cantati
in lingua. Ricordiamo di questa discografia parallela e molto interessante per
i collezionisti "Emociones" che sarà un grande successo di vendite di
33 giri, e in cui si ascolta la versione spagnola di “Respirando”, “El
Veliero”, “De nuevo tu”, “Sentir amor” (“Amarsi un po'” nell'edizione
italiana). Saranno pubblicazioni molto fortunate anche nei paesi dell’America
latina e in Messico. Edito invece per il mercato tedesco “Unser freies lied”,
ovvero “Il mio canto libero”, una raccolta comprendente canzoni dal primo e dal
secondo LP per la Numero Uno. Non mancano edizioni speciali per il mercato
giapponese, molto attento a tutti gli aspetti della musica italiana, dalla
melodia ai cantautori, sino al rock progressivo.
Il disco con cui Lucio
Battisti viene proposto al mercato anglosassone sarà inciso negli Stati Uniti e
nelle canzoni trasposte in lingua inglese c’è buona parte di brani tratti dal
precedente album e alcuni classici come “La canzone del sole” e “Il mio canto
libero” (rispettivamente “The sun song” e “Song to feel alive”) riproposti in
nuovi arrangiamenti curati da Battisti e da Mike Melvoin che aveva collaborato
al precedente “Io tu noi tutti”.
Il successo fu scarso, ma la
spiegazione va riferita alla mancanza di pubblicizzazione adeguata del lavoro
sul mercato americano, ad una incomprensibile stroncatura recensiva fatta dal
Melody Maker ed alla mancanza di adeguata diffusione dalle radio americane (fondamentale
mezzo per raggiungere il successo negli U.S.A.).
Battisti che si dice avesse
programmato da tempo questo tentativo di esportare la propria musica
richiedendolo espressamente alla propria casa discografica, dovrà aver fatto
amare meditazioni sulle scarse capacità dei nostri discografici e sulla
xenofobia delle programmazioni radiofoniche U.S.A.
Attualmente questo Long
Playing ha un posto d’onore nelle rassegne e nei cataloghi di rarità
discografiche con quotazioni di tutto rispetto.
Probabilmente la forza
melodica e l’originalità delle composizioni di Lucio Battisti avrebbe potuto
conseguire affermazioni e vendite anche nel mercato discografico anglosassone.
Battisti è ancora ricordato da mostri sacri della musica rock passati per
l’Italia nel periodo di massimo splendore e dominio nelle nostre classifiche:
non è un caso che David Bowie, lo ricordi e lo apprezzi, come ha dichiarato in
una intervista concessa alla tv italiana nel 1999 durante la sua partecipazione
come ospite al Festival di Sanremo.
AMARSI UN PO'
Amarsi un po' è come bere
più facile è respirare.
Basta guardarsi e poi avvicinarsi un po'
e non lasciarsi mai impaurire no, no!
Amarsi un po' è un po' fiorire
aiuta sai a non morire.
Senza nascondersi manifestandosi
si può eludere la solitudine.
Però, però volersi bene no
partecipare è difficile quasi come volare.
Ma quanti ostacoli e sofferenze e poi
sconforti e lacrime per diventare noi,
veramente noi uniti indivisibili
vicini ma irraggiungibili.
Però, però volersi bene no
partecipare è difficile quasi come volare.
Per diventare noi, veramente noi
uniti, indivisibili, vicini ma irraggiungibili...
L'INTERPRETE DI UN FILM
Chissà che faccia strana la signora Carla avrà
trovandoti domattina, accanto a me nel letto,
arriva alle otto: son certo che le pulizie non farà.
Stavolta fuggirà.
Mi sto chiedendo ancora dove trovai il coraggio,
per farti quella domanda cretina che ti ha fatto ridere prima,
prima che diventassi balbuziente che mi si paralizzasse la mente
come sempre.
Tu, mi fai sentire un altro uomo.
L'interprete di un film che ho sempre visto senza te
La mascella scolpita di un rude cow-boy che fuma.
Un marinaio bruciato dal sale e dalla sfortuna.
Confesso avevo un po' paura, anche se non speravo in niente,
di un piccolo incidente che mi mandasse a monte
questo incredibile presente.
La gioia di fare all'amore con te.
E invece adesso io cammino nudo davanti agli occhi tuoi,
sereno, forte, calmo come non sono stato mai.
Per la prima volta grande tanto che mi sentirei sicuro
anche senza te.
Tu, mi fai sentire un altro uomo.
L'interprete di un film che ho visto tante volte ormai.
L'espressione di ghiaccio di un giovane padrino.
Dolcemente stanco, come un medico che ha operato
fino al mattino.
Confesso avevo un po' paura anche se non speravo in niente,
di un piccolo incidente che mi mandasse a monte
questo incredibile presente.
La gioia di fare all'amore con te.
Tu, tu, tu,
mi fai sentire un altro uomo.
L'interprete di un film che ho visto tante volte ormai.
SOLI
Soli per un attimo.
Caduti dentro altre immagini
altra gente in me, non tu
ma non è importante perché io so già che poi,
ti amerò di più.
Come aeroplani nella nebbia io e te,
disperatamente cerchiamo un campo d'atterraggio in noi.
Non temere non c'è fretta, sai, vedrai...
Naturalmente poi ti abbraccerò mi abbraccerai.
Un albero fiorì; qualche primavera fa
rimase in fondo all'anima un frammento rosa
è logico che noi ci rifugiamo lì;
al primo freddo anche un niente caldo
diventa qualcosa.
Soli ma solo per un attimo
improvvisamente confusi, sospesi
quasi due estranei; altra gente in te
non io.
Ma non è importante perché io so già che poi
mi amerai di più.
AMI ANCORA ELISA
Adesso son tranquillo come un'anatra sul lago
adesso sono pago, infine nel limbo
della mia sofferta e nuova maturità
Ami ancora Elisa.
Ami ancora Elisa.
La rabbia se n'è andata, portando via con sé,
i drammi della vita Adesso, adesso io trovo interessante
perfino un ignorante.
Ami ancora Elisa, ami ancora Elisa
Distante, io sono distante,
da tutti quei capricci un po' infantili
inutili monili oramai
Da quelle eccitazioni, dalle facili emozioni
pungenti come rovi fra noi.
Parlar di comprensione, evoluzione, elevazione,
mentre pensi ai tacchi alti che hai
Giuro no! Giuro no! Giuro no! Giuro no!
Finalmente ancora coerente.
Ami ancora Elisa, ami ancora Elisa
Giuro no! Giuro no!
Ami ancora Elisa - Giuro no! Giuro no!
Ami ancora Elisa - Giuro no!
Ami ancora Elisa, ami ancora Elisa - Giuro no!
Pagar con frustrazione soffocando la ragione
Un abbraccio sensuale
Attender la chiusura di una porta per averti interamente,
non val la pena no non vale io son tornato io
mi preferisco io così distante, così distante così...
distante io sono distante,
da tutti quei capricci un po' infantili
inutili monili oramai
Da quelle eccitazioni, dalle facili emozioni
pungenti come rovi fra noi.
Parlar di comprensione, evoluzione, elevazione,
mentre pensi ai tacchi alti che hai
Giuro no! Giuro no! Giuro no! Giuro no!
Finalmente ancora coerente.
Ami ancora Elisa, Ami ancora Elisa -
Ami ancora Elisa - Giuro no! Giuro no!
Ami ancora Elisa -
Ami ancora Elisa - Giuro no! Giuro no!
Adesso son tranquillo come un'anatra sul lago
adesso sono pago... finalmente ancora coerente...
Ami ancora Elisa...
SI VIAGGIARE
Quel gran genio del mio amico, lui saprebbe cosa fare,
lui saprebbe come aggiustare con un cacciavite in mano fa
miracoli.
Ti regolerebbe il minimo, alzandolo un po'
e non picchieresti in testa, così forte no
e potresti ripartire certamente non volare ma.. viaggiare..
Sì viaggiare
evitando le buche più dure,
senza per questo cadere nelle tue paure
dolcemente viaggiare, rallentando per poi accelerare
con un ritmo fluente di vita nel cuore
gentilmente senza strappi al motore.
E tornare a viaggiare e di notte con i fari illuminare
chiaramente la strada per saper dove andare.
Con coraggio gentilmente, gentilmente
Dolcemente viaggiare...
Quel gran genio del mio amico, con le mani sporche d'olio
capirebbe molto meglio meglio certo di buttare, riparare
Pulirebbe forse il filtro soffiandoci un po'
scinderesti poi la gente, quella chiara, dalla no
e potresti ripartire certamente non volare ma viaggiare.
Sì viaggiare
evitando le buche più dure,
senza per questo cadere nelle tue paure
gentilmente senza fumo con amore
dolcemente viaggiare rallentando per poi accelerare
con un ritmo fluente di vita nel cuore
gentilmente senza strappi al motore.
E tornare a viaggiare e di notte con i fari illuminare
chiaramente la strada per saper dove andare .
Con coraggio gentilmente, gentilmente, dolcemente viaggiare...
Sì viaggiare...
Dolcemente viaggiare rallentando per poi accelerare
con un ritmo fluente di vita nel cuore
gentilmente senza strappi al motore.
Sì viaggiare, sì viaggiare…
QUESTIONE DI CELLULE
Probabilmente mio papà insieme a mia mamma chi lo sa...
desideravano non me, ma un altro bambino.
Un arrivato, un costruttore un presidente da onorare
un uomo comunque da invidiare. Un altro bambino.
Eh no e no, non è questione di cellule,
ma della scelta che si fa, la mia è di non vivere a metà
io comunque, io comunque vada,
sia molto in alto che nella strada
Sicuramente anche lei, anche se non l'ha detto mai,
desiderava meno guai, un altro uomo.
Un uomo tranquillo su cui contare che si lasciasse un po' guidare
un po' più facile da capire un altro uomo.
Eh no e no, non è questione di cellule
ma della scelta che si fa, la mia è di non vivere a metà
io comunque io, comunque vada sia molto in alto che nella strada.
E certamente c'è qualcuno o forse molti o nessuno
che fa programmi su di me
per il futuro.
Un altro discorso inaugurale, o un importante funerale,
che possa razionalizzare il mio futuro.
Eh no e no, non è questione di cellule
ma della scelta che si fa, la mia è di non vivere a metà
io comunque io, comunque vada
sia molto in alto che nella strada
HO UN ANNO DI PIU'
Ma che cosa è cambiato dopo che ti ho incontrato?
Direi non molto.
Ma che cosa è restato, dopo che ti ho amato?
Direi non molto.
Ho un anno di più e qualcosa in meno, tu.
Ho un anno di più e qualcosa in meno, tu.
Io giocavo a pallone, sono il solito scarpone, ancora gioco.
E per fare impressione, sai che imitavo il pavone, ancora gioco.
Ho un anno di più e qualcosa in meno, tu.
Ho un anno di più e qualcosa in meno, tu.
Il mio vecchio editore l'ho sempre fatto arrabbiare, lavoravo
poco.
Ora è quasi contento, dice che scrivo con più sentimento, lavoro
poco.
Ho un anno di più e qualcosa in meno, tu.
Ho un anno di più e qualcosa in meno, tu.
Ho un anno di più.
Ma che cosa è cambiato dopo che ti ho incontrato?
Direi non molto.
Ma che cosa è restato, dopo che ti ho amato?
Direi non molto.
Ho un anno di più
Ho un anno di più e qualcosa in meno, tu.
Ho un anno di più e qualcosa in meno, tu.
NEANCHE UN MINUTO DI "NON AMORE"
Salgo in auto e parto e guido verso te
al telefono mi hai detto "Si, d'accordo alle tre!"
dal timbro della voce non sembravi tu
quel tono che mi piace no, non c'era più!
Ma cosa è accaduto? Quando è accaduto?
No, non è possibile, improvvisamente no.
Il traffico che corre, la gente nei caffè
la mente mia che scorre e indaga su di te
le ultime espressioni, le pause fra di noi
le minime emozioni, i gesti, gli occhi tuoi
neanche un minuto di "non amore"
questo é il risultato dei pensieri miei!
Eppure qualcosa c'è:
impercettibile per me ma per te è così importante
lo sento, è presente che grida e intanto grida un clackson dietro
me.
Sto odiando questa strada che mi separa da te
neanche un minuto di "non amore"
ripeto questa frase ossessionato mentre vedo te.
Ciao come stai? dimmi cos'hai?
Parcheggio dopo. Dimmi che cos'hai?
neanche un minuto di "non amore"
questo e' il risultato dei pensieri miei!
Eppure qualcosa c'è: impercettibile per me
ma per te è così importante
lo sento, è presente che grida e intanto grida un clacson dietro
me.
Sto odiando questa strada che mi separa da te
neanche un minuto di "non amore"
ripeto questa frase ossessionato mentre vedo te.
Ciao come stai? dimmi cos’hai?
Parcheggio dopo. Dimmi che cos'hai?
Così hai perso il posto. Hai pianto e che altro c'è?
Nient'altro questo è tutto; volevi star con me
Neanche un minuto di "non amore"
Scusami se rido no, non pensavo a te
non pensavo a te.