1980
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Il monolocale
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Arrivederci a questa
sera
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Gelosa cara
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Orgoglio e dignità
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Una vita viva
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Amore mio di provincia
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Questo amore
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Perché non sei una mela
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Una giornata uggiosa
· Con il nastro rosa
E' la copertina più bella mai raffigurata in un disco di Battisti, ma fa da lussuosa presentazione ad un disco che accusa qualche colpo a vuoto.
Una chitarra in partenza sparata
e un organo accattivante aprono “Il monolocale” che narra l’unione
inestricabile fra la crisi degli alloggi e le derivanti difficoltà sentimentali
che ne possono derivare. L’inconfondibile falsetto battistiano è ancora lì, a
ricordarci dell’unico cantante italiano in grado di far diventare arte anche
testi assolutamente banali come questo.
“Arrivederci a questa sera” si regge su un basso
continuo che ne fa dimenticare ben presto la freschezza iniziale, e anche
l’utilizzo di una sezione fiati sembra il tributo ai venti da discoteca che
pervadono il paese. Il testo narra di una coppia, che cerca di uscire da una
crisi o di vivere una separazione cercando di incontrarsi giorno dopo
giorno, “Gelosa cara” è una
canzone in cui e' ancora una volta la donna a uscire intellettualmente
sconfitta dalla razionalità maschile, una donna proposta come incapace di
concepire il senso del dare avendo sviluppato soltanto quello dell’avere,
convinta di una impunità che santifica anche i propri errori senza badare ai sentimenti
dell’altro (“Gelosa cara amica mia, è proprio un tarlo, una malattia quella di
non saper scordare ciò che da me non puoi sapere, confidenza amore mio, qualche
problema c’è l’ho anch’io, per non parlare dell’effetto delle tue ex “cose di
letto...”), La parte musicale è invece sorretta dall’altalena di un simpatico coretto doo-woop .
“Orgoglio e dignità” sono evidentemente due doti
che non sempre hanno valore di virtù e che per Mogol risultano coincidenti nella crisi di un rapporto
questa volta momentaneamente risolta facendo appello all’oggettivo senso di
liberazione “Senza te, leggero senza vincoli sospeso in mezzo all'aria come un
elicottero...”.
“Una vita viva”, introduce una sorta di
pedagogia testamentaria per ragazzi nata dall'esperienza di una vita (“se è il
caso lottare, più spesso lasciare (...) e non affondare se si può, in nessuna
passione...”), resa vivace e cantabile dai movimenti dell’esasperato falsetto
del refrain.
“Amore mio di provincia” riporta l’ascoltatore al Battisti fine anni sessanta, anche se ora la ragazza semplice evocata dalle prime ballate emancipata e fiera della sua indipendenza, spesso esilarante perché di grana grossa. Purtroppo di grana grossa è anche la musica del brano, persa in un anonimato concepibile per Baglioni, non Battisti.
In “Questo amore”,
musicalmente ritorna il riff di basso, ma fa da sfondo in una canzone che
illustra ruoli capovolti, rispetto al brano di prima. Stavolta a fare il buon
selvaggio innamorato è lui (“La tua vita con me è una vera lezione...”). La
mancanza della normale pausa fra brani e si lega senza stacchi alla seguente “Perché
non sei una mela” dove Battisti
sembra ancora una volta canta dei pensieri ad alta voce che riguardano una
donna con troppe complicazioni inutili: “Perché non sei una sfera, rotondamente
logica, affascinante, perché non sei una sfera dove guardare il mio futuro
sorridente”). Il basso in sottofondo e gli interrogativi del testo lasciano
lentamente spazio al fragore di un tuono, ad un temporale forte e improvviso, forse
un acquazzone che inaugura l'autunno in una strada. E’ l’inizio di “Una
giornata uggiosa”, la title-track, e brano migliore del disco in cui riemergono
le considerazioni su una vita oppressa e “mal spesa”. Conclude il disco “Con
il nastro rosa”, bellissima nella sua poetica malinconia nuziale ma nel
contempo anche hit discografico capace di trainare da solo le vendite del
disco.
Da notare la riconferma di Geoff Westley, come ingegnere del suono, arrangiatore esperto e tecnicamente a suo agio nelle sempre più diffuse tecnologie di trattamento elettronico ed informatico del suono. Musicista ed arrangiatore presenza fissa delle prestigiose sale di registrazione britanniche accanto a Elton John e Phil Collins. Westley aveva collaborato qualche anno prima al buono e incompreso disco solista di Flavio Premoli, il tastierista della Premiata Forneria Marconi.
L'abilità del
polistrumentista inglese si confermerà via via sempre più importante per i
futuri sviluppi delle canzoni di Battisti.
A titolo di curiosità risalgono
alle sessioni di “Una giornata uggiosa” tre brani inediti fra cui spicca la
bella “Il paradiso non è qui” mai incisa su disco e considerata da Mogol
un brano validissimo tanto da indurgli a dire “…l’ho sempre considerato uno dei
brani più belli scritti in quel periodo: non ho mai capito perché Lucio non ha
voluto inciderlo”. Il testo riporta frammenti della vita di un italiano
emigrato in Inghilterra per lavoro. La scoperta di queste perle va ad un ignoto
collezionista che ha avuto la buona idea di inviare i filmati a Leo Turrini e
Tullio Lauro autori di un importante libro su Lucio Battisti.
Molto si é discusso (leggi
immaginato) sulla decisione di Battisti di lasciare il suo sodalizio (verrebbe
da dire biologico) con l'autore dei testi delle sue canzoni. Il divorzio da
Giulio Rapetti a nostro parere può considerarsi oggettivamente consequenziale.
Seguendo un luogo comune se, testualmente si era alla frutta sin da “Io tu noi
tutti”, con una giornata uggiosa per molti aspetti si è giunti addirittura all’amaro.
Certo da un punto di vista
più cinico non è possibile negare che il divorzio sia nato sull’onda di una
questione di diritti editoriali fra i due. Diritti editoriali che verranno poi
elargiti a Panella in proporzioni minori, ma il punto, come si vedrà è un
altro.
Oltre la solita arte negli
arrangiamenti l'ultimo lavoro della coppia più fortunata della musica italiana
aveva evidenziato la vicinanza con un capolinea fatto di troppa prevedibilità.
Il tecnicismo dei testi di Mogol è sempre più artificiale e oramai privo di
sbocchi emozionali e creativi.
La svolta di Battisti
avviene senza nuovi apporti e il disco a seguire sarà una curiosità ma cosa più
importante una assoluta novità.
IL MONOLOCALE
Io tutti i giorni compero il giornale,
non solo per il cinema e lo sport
ma anche per cercar monolocale,
sia pure senza tutti i confort
perché voglio portarti in una casa,
e dentro a un letto vero insieme a me.
Mi vien da piangere: “vendesi”,
e tot milioni per anticipo soltanto “vendesi”,
“Vendesi”: mi sembra quasi impossibile.
Io non ti ho detto ancora che mio zio
l'appartamento non lo presta più
lui ha vergogna della portinaia
non posso fargli certo un occhio blu
mi spiace tanto amore senza casa,
mi spiace soprattutto sai per te.
Maledettissimo zio, taccagno, ingrato ed ipocrita
son tutti “vendesi”. “Vendesi”, nemmeno un buco per “affittasi”.
Tu sei gentile ma per me è un'offesa
approfittare ancor di casa tua
dover mandar tua madre a far la spesa
per abbracciarti un po' e sentirti mia.
Vorrei abbracciarti sempre amore caro
restare a lungo solo insieme a te
Mi vien da piangere: “Vendesi”
mi sembra quasi impossibile
purtroppo “vendesi”.
“Vendesi” un sogno in fondo tanto semplice.
Un mazzo di fiori le tende i colori
un bianco divano io seduto con te
Il sole al mattino a letto vicino
dopo l'amore beviamo un caffè.
ARRIVEDERCI A QUESTA SERA
Arrivederci a questa sera, almeno spero di rivederti,
quello che hai detto l'ho già scordato, mi piacerebbe che anche tu
Arrivederci a questa sera, mi spiace tanto per ieri sera,
forse son stato esagerato, non farci caso, se ancora puoi!
la... la... la... arrivederci.
Che dispiacere sentirsi soli, voler parlare e rinunciare,
avvicinarsi, per abbracciarsi e poi fermarsi: restare lì!
la... la... la... arrivederci.
Arrivederci a questa sera, verso le cinque passo da scuola,
esce il bambino, son lì vicino, se vuoi venire, decidi tu!
la... la... la... arrivederci.
GELOSA CARA
Gelosa cara amica mia, è proprio un tarlo, una malattia
quella di non saper scordare ciò che da me non puoi sapere.
Tutti i miei amori precedenti fanno più male del mal di denti
tutti quei baci che ho già dato non vanno via con un bucato.
Gelosa cara amica mia, io ti capisco veramente
tanto che ho detto una bugia pur non essendo uno che mente.
In confidenza amore mio, qualche problema ce l'ho anch'io
per non parlare dell'effetto delle tue ex cose di letto.
L'odio feroce l'odio ruggente fa male dentro e brucia la mente
io ti capisco ne so qualcosa esser civile come pesa.
Andiamo via, via dai fantasmi.
In fretta via da questi inutili spasmi
lasciando qui i tormentosi masochismi
che inventano alla fine una tristezza che non c'è.
Gelosa cara amica mia facciamo un giro in bicicletta
io sono Otello e tu mia zia così non va bene, dammi retta.
Guardiamo il lago, guardiamo i prati, ma non guardiamo gli
innamorati
perché se no elucubriamo e ancora una volta da capo siamo.
L'odio feroce l'odio ruggente fa male dentro e brucia la mente
io ti capisco ne so qualcosa esser civile come pesa.
Andiamo via, via dai fantasmi.
In fretta via da questi inutili spasmi
lasciando qui i tormentosi masochismi
che inventano alla fine una tristezza che non c'è.
Gelosa cara amica mia è proprio un tarlo una malattia
quella di non saper scordare ciò che da me non puoi sapere.
Tutti i miei amori precedenti fanno più male del mal di denti
tutti quei baci che ho già dato non vanno via con un bucato.
Gelosa cara amica mia io ti capisco veramente
tanto che ho detto una bugia pur non essendo uno che mente.
In confidenza amore mio qualche problema ce l'ho anch'io
per non parlare dell'effetto delle tue ex cose di letto.
ORGOGLIO E DIGNITA'
Senza te, senza più radici ormai,
tanti giorni in tasca
tutti lì da spendere!
Perché allegria più non c'è? Forse è un poco di paura
che precede l'avventura!
Eppure io ero stanco e apatico,
non c'era soluzione, ma sì che ho fatto bene.
Ma perché adesso senza te
mi sento come un sacco vuoto,
come un coso abbandonato?
No! Orgoglio e dignità!
Lontano dal telefono, se no, si sa!
Eh, no! Un po' di serietà,
aspetta almeno un attimo!
Senza te, leggero, senza vincoli,
sospeso in mezzo all'aria come un elicottero.
Perché nell'aria più non c'è
quel mistero affascinante
che eccitava la mia mente?
No! Orgoglio e dignità!
Lontano dal telefono, se no, si sa!
Eh, no! Un po' di serietà,
aspetta almeno un attimo!
Orgoglio e dignità
UNA VITA VIVA
Solo un consiglio detto a metà:
un po' più in alto, un po' più in là.
Figli miei cari altro non sa,
quell'uomo qualunque che è il vostro papà.
Il fondo marino, giocar da terzino,
la spiaggia al mattino presto e la fedeltà!
Entrare nel bosco e fermarsi a dormire sul muschio,
scordarsi un po' il rischio e la slealtà!
Se è il caso lottare, più spesso lasciare.
Saper aspettare chi viene e chi va.
E non affondare se si può in nessuna passione
cercando di ripartire, qualcosa accadrà.
Curare il giardino e saper fuggire un cretino,
usare poco i motori e poco gli allori.
Non temere la notte, non temere la notte,
però amando più il giorno
e partire senza mai pensare a un sicuro ritorno.
Guardando nell'azzurro degli occhi di un neonato
sentirsi già resuscitato.
E inventare la vita, una vita viva, una vita viva...
Il fondo marino, giocar da terzino,
la spiaggia al mattino presto e la fedeltà!
Entrare nel bosco e fermarsi a
dormire sul muschio, scordarsi un po' il rischio
e la slealtà!
Una vita viva…
AMORE MIO DI PROVINCIA
Proprio a me un frutto di campagna
per amore, per compagna
una donna bella e ombrosa proprio a me?
Non è questo il tempo di una rosa nell'occhiello
tu farai un frullato con il mio cervello.
Però alla vita non dico di no.
Io l'ho, il coraggio lo trovo, ce l'ho,
perciò, quindi avanti con poca prudenza
mio amore, mia allegra coscienza.
Baci, tanti baci, caldi, vivi
baci privi spesso di pudore
sei un diluvio, un motore a scoppio d'amore.
Bella, forte e sana, spaventata solo dagli aereoporti
e dai pensieri un poco aperti.
Con te mi diverto, mi piace con te.
Con te arrabbiarmi, giocare con te.
Perché grande amore mio nato in provincia
è con te che io spezzo la lancia.
Quindi avanti in tandem
tu davanti io di dietro
per colline, per cascine, litigando
avanti così.
No, non salutare tutti quanti
non sta bene, non è bello,
io non sono il tuo ombrello.
Lo so, alla vita non dico di no.
Io l'ho il coraggio lo trovo, ce l'ho,
perciò, quindi avanti con poca prudenza
mio amore, mia allegra coscienza.
QUESTO AMORE
Troppe volte non va, entusiasmi diversi.
Ma purtroppo si sa non è poi così facile amarsi.
A me piace lo sport, una vita più dura.
A te piace legger molto e sentirti più... sicura.
Molto spesso non è un sottile egoismo,
molte volte si tratta, di pazienza di vero eroismo.
La tua vita con me è una lunga lezione.
Ti capisco se mi odi canticchiando una canzone.
Ah, questo amore, ma che strano sapore.
Sa di pianto, sa di sale.
Non mi piace però farne a meno non so.
Questo immenso amore. Grandi spazi però poco sole.
Forse senza un comune ideale,
eppure sento che c'è qualche cosa che vale
Ma perché come mai, hai cambiato d'umore?
Non rispondi perché?
Se ti ho offeso l'ho fatto senza volere.
Tu sorridi però è per farmi un favore.
Resta il fatto che rimane in fondo un grande dispiacere.
Ah, questo amore, ma che strano sapore.
Sa di pianto, sa di sale.
Non mi piace però farne a meno non so.
Questo immenso amore.
Grandi spazi però poco sole.
Forse senza un comune ideale,
eppure sento che c'è qualche cosa che vale
Troppe volte non va…
PERCHÉ NON SEI UNA MELA
Perché non sei una mela
con la buccia tutta lucida e croccante?
Io ti vorrei una mela,
vera, semplice, spontanea, rilassante.
E non un orologio dal meccanismo sofisticato,
complicato, incomprensibile.
Non generale-tattico-romantico-crudele.
Nè schiava umile, nè santa con candele.
Io ti vorrei una mela,
bella liscia senza spine, luccicante.
Perché non sei una mela
naturalmente forte viva, indipendente?
Non una mosca che si avvicina
e quando fai per prenderla s'allontana.
Non una formula chimica eccitante di gelosia
più frasi come "non sono tua".
Perché non sei una sfera,
rotondamente logica affascinante?
Perché non sei una sfera,
dove guardare il mio futuro sorridente?
Certo sospetti un imbroglio!
Perciò non sei come voglio!
Che sia così forse meglio?
E chi lo sa? Chi lo sa?
Comunque io ti vorrei una mela...
Perché non sei una mela?
UNA GIORNATA UGGIOSA
Sogno un cimitero di campagna e io là
all'ombra di un ciliegio in fiore senza età
per riposare un poco due o trecento anni
giusto per capir di più e placar gli affanni.
Sogno al mio risveglio di trovarti accanto
intatta con le stesse mutandine rosa
non più bandiera di un vivissimo tormento
ma solo l'ornamento di una bella sposa.
Ma che colore ha una giornata uggiosa?
Ma che sapore ha una vita mal spesa?
Sogno di abbracciare un amico vero
che non voglia vendicarsi su di me
di un suo momento amaro
e gente giusta che rifiuti di esser preda
di facili entusiasmi e ideologie alla moda.
Ma che colore ha una giornata uggiosa?
Ma che sapore ha una vita mal spesa?
Sogno il mio paese infine dignitoso
e un fiume con i pesci vivi a un'ora dalla casa
di non sognare la Nuovissima Zelanda
per fuggire via da te Brianza velenosa
Ma che colore ha una giornata uggiosa?
Ma che sapore ha una vita mal spesa?
CON IL NASTRO ROSA
Inseguendo una libellula in un prato
un giorno che avevo rotto col passato
quando già credevo di esserci riuscito son caduto.
Una frase sciocca, un volgare doppio senso
mi ha allarmato non è come io la penso
ma il sentimento era già un po' troppo denso e son restato.
Chissà, chissà chi sei? Chissà che sarai?
Chissà che sarà di noi?
Lo scopriremo solo vivendo...
comunque adesso ho un po' paura
ora che quest'avventura sta diventando una storia seria
spero tanto tu sia sincera!
Il magazzino che contiene tante casse
alcune nere, alcune, gialle, alcune rosse
dovendo scegliere e studiare le mie mosse
sono all’impasse.
Mi sto accorgendo che son giunto dentro casa
con la mia cassa ancora con il nastro rosa
e non vorrei aver sbagliato la mia spesa, con la mia sposa.
Chissà, chissà chi sei? Chissà che sarai?
Chissà che sarà di noi?
Lo scopriremo solo vivendo...
Comunque adesso ho un po' paura,
ora che quest'avventura sta diventando una storia seria.
Spero tanto tu sia sincera!
Chissà chi sei?
Chissà chi sei?
Chissà chi sei?
IL PARADISO NON È QUI
(brano inedito)
Amico mio il paradiso non è qui,
qui c’è lavoro e sopravvivere si può,
ma un’altra lingua un altro modo di pensare,
se non ti abitui è anche facile morire.
Il vino costa un occhio e poi non è un granché,
le donne invece qui ci sono anche per te
ma son diverse dalle nostre lo vedrai,
il lunedì non san nemmeno più chi sei
e veramente tue non sono state mai.
Per questa gente noi siamo quelli del salame
e per cognome qui ci chiamano spaghetti
prima di noi c’è stata troppa gente infame,
per cui son buoni solo ancora dei corretti.
Un nostro amico si è sposato l’anno scorso
e da quel giorno è stato come averlo perso,
sembra felice, si è comprato anche la casa
e la domenica coltiva le sue rose,
però talvolta ci saluta anche in inglese.
Marì, Cos’ho fatto Marì?
Io qui. E tu là!
Cos’ho fatto Marì?
Ho paura d’averti perso
scrivi per carità.