XIII
GIORNATA MONDIALE DEL MALATO:
NEL MALATO IL VOLTO
DI CRISTO
LAfrica
ospita questanno le celebrazioni della Giornata Mondiale
del Malato, che si terranno presso il Santuario di Maria Regina
degli Apostoli, a Yaoundé, in Camerun. Questa scelta manifesta
la vicinanza della Chiesa alle popolazioni africane, provate
da gravi carenze sanitarie.
Cristo,
speranza per lAfrica
NellEsortazione Ecclesia
in Africa, ho scritto che lAfrica di oggi può
essere paragonata a quelluomo che scendeva da Gerusalemme
a Gerico; egli cadde nelle mani dei briganti che lo spogliarono,
lo percossero e se ne andarono lasciandolo mezzo morto (cf Lc
10,30-37). Ed aggiungevo che lAfrica è
un continente in cui innumerevoli esseri umani uomini
e donne, bambini e giovani sono distesi, in qualche modo,
sul bordo della strada, malati, feriti, impotenti, emarginati
e abbandonati. Essi hanno un bisogno estremo di buoni Samaritani
che vengano loro in aiuto.
La Giornata Mondiale del Malato vuole stimolare la riflessione
sulla nozione di salute, che nella sua accezione più completa
allude anche ad una situazione di armonia dellessere umano
con se stesso e col mondo che lo circonda. Ora è proprio
questa visione che lAfrica esprime in modo assai ricco
nella sua tradizione culturale, come testimoniano le tante manifestazioni
artistiche, sia civili che religiose, piene di senso gioioso,
di ritmo e di musicalità.
Purtroppo, però, questarmonia è oggi fortemente
turbata. Tante malattie devastano il Continente, e fra tutte
in particolare il flagello dellAIDS, che semina dolore
e morte in numerose zone dellAfrica. I conflitti
e le guerre, che travagliano non poche regioni africane, rendono
più difficili gli interventi volti a prevenire e curare
queste malattie. Nei campi dei profughi e dei rifugiati giacciono
spesso persone prive persino dei viveri indispensabili per la
sopravvivenza.
Esorto coloro che ne hanno la possibilità a non cessare
di impegnarsi a fondo per porre fine a simili tragedie. Ricordo
poi ai responsabili del commercio di armi quanto ho scritto in
quel documento: Coloro che alimentano le guerre in Africa
mediante il traffico di armi sono complici di odiosi crimini
contro lumanità.
Educare
alla vita
Quanto al dramma dellAIDS,
ho già avuto modo di sottolineare in altre circostanze
che esso si presenta anche come una patologia dello spirito.
Per combatterla in modo responsabile, occorre accrescerne la
prevenzione mediante leducazione al rispetto del valore
sacro della vita e la formazione alla pratica corretta della
sessualità. In effetti, se molte sono le infezioni da
contagio attraverso il sangue specialmente nel corso della gestazione
infezioni che vanno combattute con ogni impegno
ben più numerose sono quelle che avvengono per via sessuale,
e che possono essere evitate soprattutto mediante una condotta
responsabile e losservanza della virtù della castità.
I Vescovi partecipanti al menzionato Sinodo per lAfrica
del 1994, riferendosi allincidenza che nella diffusione
della malattia hanno comportamenti sessuali irresponsabili, formularono
una raccomandazione che qui vorrei riproporre: Laffetto,
la gioia, la felicità e la pace procurati dal matrimonio
cristiano e dalla fedeltà, così come la sicurezza
data dalla castità, devono essere continuamente presentati
ai fedeli, soprattutto ai giovani.
Nella lotta contro lAIDS tutti devono sentirsi coinvolti.
Tocca ai governanti e alle autorità civili fornire, sempre
su questargomento, chiare e corrette informazioni al servizio
dei cittadini, come pure dedicare risorse sufficienti alleducazione
dei giovani ed alla cura della salute. Incoraggio gli Organismi
internazionali a promuovere, in questo campo, iniziative ispirate
a saggezza e solidarietà, mirando sempre a difendere la
dignità umana e a tutelare il diritto inviolabile alla
vita.
Un plauso convinto va alle industrie farmaceutiche che si impegnano
a tenere bassi i costi dei medicinali utili nella cura dellAIDS.
Certo, occorrono risorse economiche per la ricerca scientifica
nel campo sanitario ed altre risorse ancora sono necessarie per
rendere commerciabili i medicinali scoperti, ma di fronte a emergenze
come lAIDS, la salvaguardia della vita umana deve venire
prima di qualsiasi altra valutazione.
Agli operatori pastorali domando di portare ai fratelli
e alle sorelle colpiti dallAIDS tutto il conforto possibile
sia materiale che morale e spirituale. Agli uomini di scienza
e ai responsabili politici di tutto il mondo chiedo con viva
insistenza che, mossi dallamore e dal rispetto dovuti ad
ogni persona umana, non facciano economia quanto ai mezzi capaci
di mettere fine a questo flagello.
Vorrei, in particolare, ricordare qui con ammirazione i tanti
operatori sanitari, gli assistenti religiosi e i volontari che,
da buoni Samaritani, spendono la vita accanto alle vittime dellAIDS
e si prendono cura dei loro familiari. È prezioso, a questo
proposito, il servizio che prestano migliaia di istituzioni sanitarie
cattoliche soccorrendo, talora in modo eroico, quanti in Africa
sono colpiti da ogni sorta di infermità, specialmente
dallAIDS, dalla malaria e dalla tubercolosi.
Nel corso degli ultimi anni, ho potuto costatare che i miei appelli
in favore delle vittime dellAIDS non sono stati vani. Ho
visto con compiacimento che diversi Paesi e istituzioni hanno
sostenuto, coordinando gli sforzi, concrete campagne di prevenzione
e di cura dei malati.
La Chiesa
è con ogni uomo che soffre
Lattenzione della Chiesa
ai problemi dellAfrica non è motivata solo da ragioni
di compassione filantropica verso luomo nel bisogno, ma
è stimolata anche dalladesione a Cristo Redentore,
il cui volto essa riconosce nelle fattezze di ogni persona che
soffre. È dunque la fede che la spinge ad impegnarsi a
fondo nel curare i malati, come sempre ha fatto nel corso della
storia. È la speranza che la rende capace di perseverare
in questa missione, nonostante gli ostacoli dogni tipo
che incontra. È infine la carità che le suggerisce
il giusto approccio alle diverse situazioni, consentendole di
percepire le peculiarità di ciascuna e di corrispondervi.
Con questo atteggiamento di profonda condivisione, la Chiesa
va incontro ai feriti della vita, per offrire loro lamore
di Cristo mediante le tante forme di aiuto che la fantasia
della carità le suggerisce per soccorrerli. A ciascuno
essa ripete: Coraggio, Iddio non ti ha dimenticato. Cristo soffre
con te. E tu, offrendo le tue sofferenze, puoi collaborare con
Lui alla redenzione del mondo.
Lannuale celebrazione della Giornata Mondiale del Malato
offre a tutti la possibilità di comprendere meglio limportanza
della pastorale della salute. Nella nostra epoca, segnata da
una cultura imbevuta di secolarismo, si è talora tentati
di non valorizzare appieno tale ambito pastorale. Si pensa che
altri siano i campi in cui si gioca il destino delluomo.
Invece, è proprio nel momento della malattia che si pone
con più urgenza il bisogno di trovare risposte adeguate
alle questioni ultime riguardanti la vita delluomo: le
questioni sul senso del dolore, della sofferenza e della stessa
morte, considerata non soltanto come un enigma con cui faticosamente
confrontarsi, ma come mistero in cui Cristo incorpora a Sé
la nostra esistenza, aprendola ad una nuova e definitiva nascita
per la vita che mai più finirà.
In Cristo sta la speranza della vera e piena salute, la salvezza
che Egli porta è la vera risposta agli interrogativi ultimi
delluomo. Non cè contraddizione fra salute
terrena e salute eterna, dal momento che il Signore è
morto per la salute integrale delluomo e di tutti gli uomini
(cf 1 Pt 1,2-5; Liturgia del Venerdì Santo, Adorazione
della Croce). La salvezza costituisce il contenuto finale della
Nuova Alleanza.
In questa XIII Giornata del Malato, vogliamo pertanto proclamare
la speranza della piena salute per lAfrica e per lintera
umanità, impegnandoci a lavorare con una maggior determinazione
a servizio di questa grande causa.
Maria causa
della nostra gioia
Nella pagina evangelica delle
Beatitudini, il Signore proclama: Beati gli afflitti, perché
saranno consolati (Mt 5,4). Lantinomia che sembra
esserci fra la sofferenza e la gioia viene superata grazie allazione
consolatrice dello Spirito Santo. Configurandoci al mistero di
Cristo crocifisso e risorto, lo Spirito ci apre fin dora
alla gioia che raggiungerà la sua pienezza nellincontro
beatificante col Redentore. In realtà, lessere umano
non aspira ad un benessere solo fisico o spirituale, ma ad una
salute che sesprima in unarmonia totale
con Dio, con se stesso e con lumanità. A questo
traguardo si giunge soltanto attraverso il mistero della passione,
morte e Risurrezione di Cristo.
Di questa realtà escatologica ci offre unanticipazione
eloquente Maria Santissima, specialmente attraverso i misteri
della sua Immacolata Concezione e della sua Assunzione al Cielo.
In Lei, concepita senza alcunombra di peccato, totale è
la disponibilità sia alla volontà divina che al
servizio degli uomini, e piena è, in conseguenza, quellarmonia
profonda da cui scaturisce la gioia.
A giusto titolo pertanto a Lei ci rivolgiamo invocandola come
Causa della nostra gioia. Quella che la Vergine ci
dona è una gioia che permane anche in mezzo alle prove.
Tuttavia pensando allAfrica dotata di immense risorse umane,
culturali e religiose, ma afflitta anche da indicibili sofferenze,
fiorisce spontanea sulle labbra un accorata preghiera:
Maria,
Vergine Immacolata,
Donna del dolore e della speranza,
sii benigna
verso ogni persona che soffre
e ottieni a ciascuno pienezza di vita.
Volgi il tuo sguardo materno
specialmente su coloro
che in Africa sono nellestremo bisogno,
perché colpiti dallAIDS
o da altra malattia mortale.
Guarda le mamme
che piangono i loro figli;
guarda i nonni privi di risorse sufficienti
per sostenere i nipoti rimasti orfani.
Stringi tutti al tuo cuore di Madre.
Regina dellAfrica e del mondo intero,
Vergine Santissima,
prega per noi!
Giovanni Paolo
II
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2005-2
VISITA Nr.