EUCARESTIA
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FARE
EMORIA DI GESU'
È
chiaro, preciso, sicuro, il comando che Gesù ha dato agli
Apostoli un vero e proprio mandato, il giorno prima della
sua morte di fare memoria dellistituzione
dellEucaristia, del dono del suo corpo e del suo sangue
per la remissione dei peccati. Solo Matteo (26,28)
accenna alla remissione dei peccati (frutto del sangue versato),
mentre è Luca (22,19), come pure Paolo (1 Corinzi 11,24-25),
a lasciarci il comando di Gesù di ripetere il suo dono
facendo memoria di lui.
La fedeltà
della Chiesa
Fin dallinizio
da subito dopo il dono dello Spirito Santo a Pentecoste
gli Apostoli hanno ubbidito al comando di Gesù ed erano
perseveranti... nella frazione del Pane (Atti 2,42). Possiamo
anche dire che se, lungo i duemila anni di storia della Chiesa,
molte sono state le trasgressioni, le inadempienze (pur nella
sostanziale e a volte eroica fedeltà di molti cristiani
agli insegnamenti e alle prescrizioni date da Gesù), invece
la celebrazione della Memoria Eucaristica è stata sempre
fedele e costante. Se cè un aspetto negativo, lo
dobbiamo riscontrare piuttosto in una certa superficialità
e abitudine, in cui facilmente si può incorrere e di fatto
si incorre.
Fare memoria
Ma in che cosa consiste questo
fare memoria? Non si tratta certo di un semplice
ricordare, tramandare, non dimenticare. La memoria
a cui allude Gesù è una specialissima Presenza
(come ha scritto Paolo VI nellenciclica Mysterium fidei),
cioè un modo reale, vero, di far rivivere
ciò che fu compiuto allora (anche se si tratta di un esistere
in modo sacramentale, non fisico, ma nemmeno solo simbolico).
Abbiamo tanti modi, noi, per fare memoria: conserviamo lettere,
immagini, oggetti di persone care; i libri di storia tramandano
notizie a distanza di secoli e millenni. Nel cuore, poi, conserviamo
ricordi straordinari di persone amate e forse decedute da parecchi
anni.
Nella santa Eucaristia, invece, la memoria rende
presente il fatto, perché sotto lapparenza del pane
e del vino sappiamo che esiste realmente tutto Gesù (corpo,
sangue, anima e divinità), nel suo gesto sublime di donarsi,
consegnarsi a noi!
La memoria
investe la vita
In un senso non meno vero,
possiamo anche dire che se in primo piano la memoria eucaristica
riguarda la passione, morte e Risurrezione di Gesù
secondariamente, ma non solo di fantasia, riguarda tutta la vita
di Gesù, tutta la sua realtà umano-divina. Gesù
come abbiamo già avuto modo di vedere ha
fatto e fa dono di Se stesso al Padre e a tutti noi! Nel sì
del Getsemani e della croce è contenuto il sì
di ogni istante della sua vita.
Quando meditiamo un qualsiasi episodio o insegnamento del Vangelo
(sia da soli, sia ancor più durante la Liturgia della
Parola), non dobbiamo dimenticare che Gesù è veramente
presente con il suo Santo Spirito per farci compartecipi, spiritualmente,
di quanto ha detto e ha fatto.
E così possiamo anche dire che la Chiesa lungo
i secoli continua a vivere la memoria eucaristica e, attraverso
questa, a vivere la memoria di tutta la vita del Maestro. Più
che ricordando, la Chiesa fa memoria rivivendo. Gesù ci
dice: «Fate!». La stessa vita dei santi ciascuno
secondo il proprio dono e la propria genialità
è un continuo svilupparsi e diffondersi di questa memoria
che è guidata dallo Spirito Santo!
Facciamo in particolare memoria della passione, ogni volta che
soffriamo e portiamo qualche croce (lo vedremo meglio in seguito);
quanto alla Risurrezione, vi facciamo memoria nella speranza,
orientando i nostri pensieri, i nostri desideri e aspirazioni,
le nostre parole e azioni alla futura risurrezione, quando Dio
sarà tutto in tutti! (1 Cor 15,28).
Durante la celebrazione eucaristica, la memoria si concentra
in modo fondamentale sulle parole della consacrazione; ma anche
tutte le altre parti della Messa vi fanno riferimento e (con
limpegno della nostra attenzione e della nostra riflessione
piena di amore) ci aiutano a partecipare in pienezza al Mistero
della Fede, annunciando la morte del Signore, proclamando
la sua Risurrezione e attendendo la sua venuta!
Vivere e
trasmettere la memoria di Gesù
Noi, come la viviamo la memoria
di Cristo? Certamente, in primo luogo, partecipando con fede
e amore alla santa Eucaristia (e non solo per precetto...). Se
il sacerdote celebrante è colui che presiede il rito,
in nome di Gesù, e quindi Lo raffigura più da vicino,
non dobbiamo dimenticare che il fare memoria è
dignità ma anche dovere di ogni battezzato e quindi ci
impegna tutti in prima persona!
Di qui il dovere di partecipare allEucaristia in modo degno,
cominciando dal giungere puntuali e ben preparati, fino a compiere
ogni gesto con dignità (certi sgorbi di segni di croce,
di genuflessioni...), a rispondere attivamente sia con le parole
che con i canti: ma prima di tutto a vivere la memoria
con intensità di anima e di cuore: siamo come gli Apostoli
nel cenacolo, nellUltima Cena! Anche se le apparenze sono
diverse, la realtà del fatto è identica: Gesù
ci dona realmente Se stesso, Corpo e Sangue!
E questa memoria eucaristica, a chi la trasmettiamo? Cominciamo
da un primo esempio, quello della famiglia: come i genitori trasmettono
ai loro figli il comando di Gesù? Non è certo sufficiente
che li mandino al catechismo perché i catechisti li preparino
alla Prima Comunione. I primi catechisti dei bambini sono i loro
genitori, nella misura e nel modo con cui vivono essi per primi
la memoria eucaristica. Quanti genitori, oggi, vogliono la Prima
Comunione per i loro figli, ma loro a Messa non ci vanno quasi
mai. Certamente, la memoria eucaristica non è presente
nei loro pensieri, nel loro parlare, nel loro vivere la fede!
Le comunità cristiane (parrocchiali, ma anche le altre:
associazioni, movimenti...) a chi e come trasmettono la memoria
eucaristica? Come la vivono allinterno della comunità?
Non mancano certamente le celebrazioni, ma spesso rimangono come
dei momenti, e non come una memoria che deve poi motivare tutte
le riflessioni, le decisioni, le iniziative!
LEucaristia è troppo relegata nel rito, e pochissimo
nella memoria!
Dalla memoria
al futuro
Concludiamo con una riflessione
che nella sua terminologia appare a prima vista
contraddittoria: in che modo lEucaristia può, anzi
deve, diventare una memoria del futuro?
La memoria riguarda il passato, è vero, ma il passato
ha anchesso un futuro. Orbene, quando celebriamo lEucaristia,
proprio perché facciamo memoria, non possiamo non guardare
in prospettiva dove questa ci conduce: ci conduce alla Eucaristia
eterna, quando in Cristo risusciteremo tutti e vivremo una dimensione
della comunione con Dio che nemmeno oggi riusciamo ad immaginare.
Facendo la comunione eucaristica, noi non ci fermiamo al presente,
ma ci orientiamo verso quel nostro futuro che è il presente
eterno.
E Maria, che a Nazaret ha detto allangelo Gabriele: «Si
faccia di me secondo la tua parola», e successivamente,
a Cana, dirà ai servi: «Fate quello che Gesù
vi dirà», ci insegna a guardare avanti e a convincerci
che noi siamo testimoni di quanto Gesù ha fatto; ma la
vera memoria di tutto quanto ha fatto Gesù mettendo
al centro la Cena, la Passione, la Morte e la Risurrezione
la attuiamo solo se continuiamo, qui in terra e ciascuno secondo
i propri doni e compiti, a fare ciò che Gesù
ha detto e ha fatto: nellUltima Cena e in tutta la
sua vita. Questa è la ragion dessere della Chiesa:
fare memoria di Gesù e gridarla al mondo!
Don
Rodolfo Reviglio
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2005-3
VISITA Nr.