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LA PROCREAZIONE ASSISTITA:
LA
COPPIA CRISTIANA COSA PUO' ACCETTARE?
Uno sguardo positivo
La famiglia e la coppia oggi
sono inserite in un contesto scientifico e tecnologico che per
molti aspetti si manifesta per la sua positività e bellezza,
con interventi che migliorano la qualità della vita, sostengono
la salute umana e arricchiscono di nuove dimensioni la persona.
Non mancano però le ombre, perché non
tutto è lineare nella scienza e perché non sempre
è libera da interessi di tipo economico, commerciale o
politico.
Nello spirito etico di Don
Bosco e della famiglia salesiana, il confronto dialogico tra
le diverse posizioni deve essere sempre privilegiato, soprattutto
quando fondato su ragioni robuste, ma non si può abdicare
alla propria coscienza e ai valori (anche quelli della fede)
costruiti con sacrificio nellarco della nostra vita.
Le inseminazioni
artificiali classiche
La possibilità di procreare
un bambino con vie diverse dal classico rapporto coniugale, e
cioè con lausilio della medicina e delle biotecnologie,
è una realtà da almeno 50 anni. Luso di queste
tecnologie ha avuto origine ovviamente con le prime applicazioni
con animali, al fine di produrli a scopo commerciale
e di mercato. Successivamente queste metodiche sono state applicate
alluomo, in particolare alle coppie sterili. Si trattava
di inseminazioni artificiali, cioè fare in modo che un
rapporto sessuale di coppia, con laiuto della tecnica,
potesse essere fertile e quindi portare alla nascita del figlio
desiderato. In questi primi tentativi, ancor oggi molto utilizzati,
la medicina aveva semplicemente il compito di aiutare
un atto fisico sessuale posto dalla coppia ad essere fecondo.
Perciò solo questo tipo di procreazione si potrebbe chiamare
propriamente procreazione assistita, perché
il ruolo dellequipe medica consiste soltanto nellassistenza
di un
atto coniugale posto precedentemente dalla coppia.
La procreazione
in vitro
La svolta vera e propria avviene
nel 1978, quando nasce la prima bambina concepita
in vitro (Louise Brown). Ovviamente, la nascita di questa bambina
è avvenuta senza alcun rapporto sessuale da parte dei
genitori: lovulo della madre e lo spermatozoo del padre
si sono incontrati in provetta.
La possibilità di mettere
insieme in provetta ovulo e spermatozoo di persone che non sono
marito e moglie, ha portato non solo alla scissione dellatto
sessuale dalla procreazione, ma soprattutto alla presenza di terze
persone nella procreazione: chi dona il seme, chi dona lovulo, chi
presta-affitta il suo utero, ecc.
Questo tipo di procreazione,
come si vede, ha cambiato (sconvolto?) la necessità di
due soli genitori nella procreazione di un figlio, al punto che
qualcuno ha parlato della possibilità di una cooperativa di
genitori.
La posizione
della Chiesa
Il Magistero ufficiale della
Chiesa si è occupato di procreazione assistita da diversi
decenni (Pio XII). Non sono quindi attendibili le posizioni
anche in seno al cattolicesimo che la Chiesa è
contraria a ogni intervento artificiale in materia
di procreazione. Ciò è verificabile nei documenti
ufficiali della Chiesa, a partire dagli interventi ai medici
di Pio XII e soprattutto nei recenti documenti Donum vitae ed
Evangelium vitae.
La Chiesa accetta la procreazione
assistita a tre condizioni:
a) deve svolgersi
allinterno di una coppia legata da un vincolo stabile,
che generalmente è quello matrimoniale;
b)
deve essere effettuata con un comune rapporto sessuale, e non
evitando il rapporto coniugale;
c) non deve comportare
interventi invasivi o rischi rilevanti a danno dellembrione
o del feto (questi tre criteri sono proposti nel documento Donum
vitae).
Attualmente queste tre condizioni
si verificano solo nella inseminazione artificiale tra marito
e moglie, conseguente a un rapporto sessuale. Ogni altro intervento
che prevede una terza persona, o un danno allembrione o
al feto o che non preveda latto sessuale è per la
Chiesa inaccettabile.
Le ragioni
del no alla procreazione in vitro
Negativo è il giudizio
sulla procreazione in vitro, non nel suo essere artificiale,
ma in tutta una serie di problemi almeno sette
che sorgono in seguito al tentativo di realizzazione di questa
tecnologia:
1) linsuccesso
di questa metodica;
2) lenorme spreco di embrioni;
3)
lalta
abortività, dal momento che il successo è solo
del 15-20%;
4) la frantumazione antropologica e affettiva del
legame sessualità-procreazione;
5) la presenza
di terze persone, nel caso di donatore di ovuli o di spermatozoi;
6) una più
grande proporzione di malformazioni o di malattie congenite;
7) gli effetti
economici degradanti, che non sono indifferenti.
Si pensi alla compravendita
di ovuli, di spermatozoi, di affitti di utero, dei costi strumentali
delle strutture biomediche deputate alla realizzazione della
fecondazione in vitro.
Valori in questione
* Lartificiale
nella procreazione è chiamato a rispettare lunità
della coppia e la dife-
sa del nascituro.
* La non scissione tra atto unitivo e
procreativo.
* La vita è un
valore intangibile e indisponibile, soprattutto quando fragile
e indifesa (embrionale).
*La presenza di una
significativa quantità di malformazioni o malattie congenite.
*Labortività
alta: il successo è pari al 15-20%, quindi tutti gli altri
embrioni o feti si perdono.
Confrontiamoci in
Gruppo e in Famiglia
* I valori morali della
famiglia appartengono solo alla coppia o anche al nascituro?
* È corretto
disporre del futuro della vita del nascituro?
*Possiamo parlare di
un figlio ad ogni costo?
* Il notevole spreco
di embrioni nella procreazione in vitro è già
un fatto morale.
* Perché non
è accettabile il coinvolgimento di una terza persona (donatore
di seme, ovuli, prestito di utero...)?
Giovanni
Russo
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RIVISTA MARIA AUSILIATRICE 2005-3
VISITA Nr.