IN
MEMORIA DI
GIOVANNI
PAOLO II (1920-2005):
VENUTO DA LONTANO
«Nel
1879 a Bielsko-Biala nacque mio padre. Qui e nel circondario
abitavano i miei parenti. Nellospedale di Bielsko lavorava
Edmund, mio fratello maggiore, medico, che vi morì servendo
gli ammalati».
È il 22 maggio 1995.
Il Papa durante la seconda visita nella Repubblica Ceca fa una
puntata sui Monti Tatra in territorio polacco. I conterranei gli consegnano
un documento, ritrovato negli archivi, che ricorda lopera
umanitaria del fratello. La biografia di Karol Wojtyla prima
del pontificato è un libro aperto grazie ai suoi ricordi
e racconti.
Karol Josef Wojtyla nasce a
Wadowice, a una quarantina di chilometri da Cracovia, il 18 maggio
1920. Due giorni dopo è battezzato nella chiesa parrocchiale
col nome del padre, Karol. In casa lo chiamano «Lolek,
Carletto». Il papà, figlio di un sarto, è
ufficiale dellesercito dallo sguardo penetrante e dai baffi
sottili. La mamma, Emilia Kaczorowska, nasce a Biala il 23 marzo
1884, figlia di un sellaio, quinta di otto fratelli e sorelle.
Il 10 maggio 1905 Karol sposa Emilia: lui ha 26 anni, lei 21.
Abitano a Bielsko-Biala in via Koscielna 7. Il 10 agosto 1906
nasce il primogenito Edmund. La famiglia conduce una vita tranquilla:
alla sera i genitori leggono la Bibbia, cosa rarissima in quei
tempi.
Dopo la prima
guerra mondiale nel 1919 la famiglia si trasferisce a Wadowice.
Per arrotondare lo stipendio del marito, Emilia fa la sarta mentre
Edmund studia da medico. La mamma aspetta una bimba che muore
poco dopo la nascita. Il 18 maggio 1920 nasce Karol Josef: mamma
e figlio sembrano due gocce dacqua. Il piccolo ha 9 anni
quando la mamma, malata di reni e di cuore, il 13 aprile 1929
si spegne a 45 anni. Karol le dedicherà una delle sue
poesie più toccanti. Tre anni dopo anche Edmund muore
a 26 anni colpito dal tifo contratto dai malati che cura.
Nel giugno 1930 è ammesso
al ginnasio e nel 34 al liceo. Ha tanti interessi: letteratura,
lingue straniere, arte, filosofia, storia, poesia e teatro. Il suo insegnante
Mieczyslaw Kotlarczyt fonda il «Teatro rapsodico»,
un gruppo clandestino del quale Karol fa parte: scrive drammi
teatrali, poesie, operette e sul palco si esibisce come attore.
Il 14 maggio 1938 a 18 anni supera la maturità. Con il
padre si trasferisce a Cracovia ed entra nel circolo teatrale
«Studio 38»: alle recite alterna le serate in cui
declama i suoi versi. Si iscrive a Lettere e Filosofia dellUniversità
Jagellonica. I corsi si interrompono il 1° settembre 1939
quando la Germania invade la Polonia. Per evitare la deportazione,
trova lavoro come operaio in una cava della Solvay. Il 18 febbraio
1941 muore il papà. In ottobre entra nel Seminario clandestino
aperto dallarcivescovo cardinale Adam Stephan Sapieha,
salesiano, nel palazzo arcivescovile.
Una domenica mattina del novembre
1995 Giovanni Paolo II visita una parrocchia romana. Marco, ragazzino
sveglio e senza imbarazzi, vuole sapere comè diventato
Papa.
«Cristo
mi ha chiamato più volte. La sua chiamata risale a quasi
50 anni fa. Mi sono sentito toccare e dovevo pregare per dare
una risposta. Oggi sto davanti a voi come vostro vescovo. Ma
questo vescovo una volta era un ragazzo come voi. Poi è
diventato giovane, sacerdote, vescovo di Roma e Papa. La mia
vocazione maturò in quella difficile situazione, tra le
sofferenze della mia Nazione e nel lavoro tra gli operai».
Ai lavoratori della Solvay
di Rosignano (Livorno) il 19 marzo 1982 racconta:
«Ho fatto
il manovale più che il minatore perché non ero
abbastanza forte per un lavoro così faticoso. Una notte,
mentre rientravo a casa, fui
investito da una grossa auto tedesca, probabilmente militare.
Ho riportato ferite al capo, e ci sono ancora i segni. Un incidente
provvidenziale perché mi fu evitata la sorte di molti
giovani polacchi ed europei, morti e uccisi in guerra».
In uno dei viaggi in Polonia
rievoca: «Un mio amico sosteneva che la mia vocazione fosse
quella della parola e del teatro. Gesù sosteneva invece
che fosse il sacerdozio. Ci siamo accordati su questo punto.
Fui ammesso al Seminario e, pur lavorando in fabbrica, divenni
studente clandestino di Teologia alla Jagellonica». Sportivo
formidabile, pratica alpinismo, sci, nuoto, fa escursioni sui
Tatra dai quali scende in canoa lungo torrenti impetuosi. Il
17 febbraio 1996 agli alunni del Seminario romano confida:
«La mia
esperienza di seminarista è stata molto atipica: metà
degli anni di Teologia li ho passati da operaio. È stata
una buona esperienza. Gli operai che lavoravano con me erano
molto buoni: potevo anche studiare durante il lavoro».
Sorveglia la caldaia della soda caustica: ne approfitta per leggere
un vecchio manuale di San Tommaso. Lo chiamano «lo studentino».
Così fino allestate
1944. Dopo lincidente lo recuperano in un fosso. In ospedale
rimane 18 ore privo di sensi. La brutta avventura lo tiene lontano dalla fabbrica.
Non ci tornerà più. Il 1° agosto Varsavia insorge,
le SS e la Gestapo fanno una retata degli uomini, Sapieha raduna
i seminaristi in arcivescovado e li veste della tonaca come fossero
preti: «Quando i tedeschi hanno abbandonato Cracovia, si
poteva ricominciare il Seminario e lUniversità:
due anni in fabbrica, due tra Seminario e casa e due a Roma per
la laurea. Ricevetti lordinazione il 1° novembre 1946
dal cardinale Sapieha. Il giorno dopo ho celebrato le mie prime
tre Messe nella cripta della Cattedrale». Nella «Lettera
ai sacerdoti» del Giovedì Santo 1996 scrive:
«Penso
ai miei compagni di Seminario che, come me, hanno alle spalle
un cammino disegnato dal dramma della guerra. Allora i Seminari
erano chiusi e i chierici vivevano in diaspora. Alcuni di essi
persero la vita nelle operazioni belliche».
Nel novembre 1946 è
inviato a Roma, studia all«Angelicum» dei Domenicani:
«Ricordo bene il mio primo incontro con la città
eterna. Arrivando mi portavo dietro limmagine di Roma,
della sua storia, della sua letteratura, delle sue tradizioni
cristiane. Ma impiegai molti giorni per ritrovarla». Finita
la guerra, la capitale è invasa dai soldati americani,
cè festa, si balla il rock and roll. In visita al
presidente Scalfaro al Quirinale il 20 ottobre 1998 ricorda:
«Studente
a Roma nel 1946-48 alloggiavo presso il Collegio belga in via
del Quirinale 26. Ogni giorno, mattina e pomeriggio, passavo
davanti al palazzo presidenziale. Mi hanno avvicinato e preparato
allItalia soprattutto i miei amici di classe che hanno
combattuto a Montecassino, e molti vi hanno perso la vita».
Nel 48 laurea in Teologia con una tesi su «La dottrina
della fede secondo San Giovanni della Croce».
Tornato in Polonia, la trova
occupata dal regime comunista. Dal 1953 insegna Etica sociale
e ottiene labilitazione alla docenza con la tesi «Valutazione
delle possibilità di costruire letica cristiana
sulla base del sistema di Max Scheeler». Insegna al Seminario
di Cracovia e allUniversità Cattolica di Lublino.
Il cardinale Stephan Wyszynski,
arcivescovo di Varsavia e primate di Polonia, nel 1953 è
arrestato e condannato al domicilio coatto: dopo i tumulti operai
a Poznan nel 56 Wyszynski viene liberato.
Il 4 luglio 1958 Pio XII nomina
Wojtyla vescovo ausiliare di Cracovia: 38 anni, è il più
giovane vescovo del mondo. Morto larcivescovo Eugeniusz
Baziak, è vicario capitolare. Al Concilio interviene sulla
libertà religiosa e sulla dignità umana.
Paolo VI il 13 gennaio 1964
lo nomina arcivescovo di Cracovia e il 26 giugno 1967 cardinale
(con Michele Pellegrino). In autunno si svolge il primo Sinodo
dei vescovi: dovrebbe esserci anche Wojtyla ma non partecipa
per solidarietà con Wyszynski al quale il governo nega
il passaporto.
Su incarico di Paolo VI tiene
la relazione al Sinodo del 1974 «Evangelizzazione del mondo
contemporaneo» e nel 77 predica gli esercizi in Vaticano.
Il 6 agosto 1978 muore Paolo VI, il Conclave il 26 elegge Albino
Luciani che muore la notte del 28 settembre.
Alle 17,15 del 16 ottobre esplode
lentusiasmo per il primo Papa polacco.
Pier Giuseppe Accornero
IMMAGINI:
1-2-3 Giovanni Paolo II nella sua prima visita a Torino
1980 / Foto di GUERRINO PERA, ELLE DI CI
4-5 Foto di ARTURO MARI
RIVISTA MARIA AUSILIATRICE
2005-5
VISITA Nr. <